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Autore: Fannie Fiffi    20/07/2012    5 recensioni
Ok questa è tipo una follia perché non porto a termine mai niente, ma va bè!
Gli avvenimenti sono tutti collocati verso il finale della terza stagione, ma le cose potrebbero andare diversamente. L'inizio della storia fra l'originale Klaus e la vampira Caroline. Vi posto una parte del 1° capitolo:
E così voltandomi le spalle se ne andò. Klaus se ne era veramente andato, come mi aveva detto e mentre osservavo l’ibrido non potei fare a meno di chiedermi se e quando lo avessi rivisto. Perché quei dubbi, se tutto ciò che io e i miei amici volevamo stava accadendo? Perché sentivo quello strano sentimento sconvolgermi il petto e trasmettermi l’impulso di seguirlo?
Dal capitolo 11:
« Forse dovremmo rientrare. » spezzai il silenzio.
« Tu vuoi? »
« No» dissi alzando lo sguardo per fermarlo nel suo.
Lui annuì sorridendo.
« Perché mi hai detto che te ne saresti andato da Mystic Falls e poi sei rimasto? »
« Le prospettive cambiano. »
« Non è una risposta. »
« Non volevo lasciarti. »
Oh, questa si che lo era. Rimasi interdetta per un attimo, poi continuai, decisa ad ottenere le mie tanto agognate risposte.

Avviso importante: potrebbe contenere tracce di OOC.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Heaven's in your eyes.

Pov Caroline


Aprii gli occhi nell’esatto momento in cui il primo raggio di luce entrò attraverso la tenda colorata della mia camera. Spostando pigramente lo sguardo verso la sveglia, notai che erano appena le 6 del mattino. Solo poche ore prima avevamo perso Alaric. L’ennesima sconfitta. Chi sarebbe stato il prossimo? Sembravano passati millenni dall’ultima volta in cui mi ero alzata dal letto con la sicurezza che ci sarei tornata. Ogni volta che chiudevo la porta della mia casa, non sapevo mai se sarei tornata. Ogni volta che salutavo mia madre, non sapevo se l’avrei rivista. Tutto era così sbagliato e io non riuscivo a trovare una soluzione.
Alaric, Esther, Originali, Klaus, licantropi, vampiri, streghe, doppleganger. Tutto era così innaturale e io mi chiedevo se fosse rimasto al mondo qualcosa che fosse veramente quello che sembrava. Possibile che una piccola cittadina come Mystic Falls, sempre stata innocua, ora fosse popolata da ogni sorta di animale mitologico? C’era decisamente qualcosa di sbagliato in tutto questo, e quello che più mi spaventava era che quasi nessuno oltre me sembrava accorgersene. Mi lavai e vestii in un minimo di secondo e controllando il cellulare notai un messaggio. Era di Rebekah.

- Raggiungimi a scuola alle 8.00, dobbiamo ripulire la palestra dal ballo di ieri sera.-  Esatto. Il ballo. Alzando la testa e notando il vestito anni ’20 ancora sulla sedia, non potei fare a meno di pensare a Klaus. Dov’era ora? Probabilmente fuori città. Non lo avrei rivisto più. Uno strano sentimento mi colpii nel momento in cui lo realizzai.
Costrinsi il mio corpo e la mia mente a pensare a qualcos’altro, qualcosa che conoscevo e che mi era familiare e qualcosa di cui avevo il controllo. Perché era questo il problema: quando si trattava di lui perdevo il controllo delle mie azioni, la mia testa vagava verso mondi che non avevo mai immaginato e il mio corpo reagiva di propria volontà. Era la sensazione di perdita di controllo che mi spaventava. Ero sempre stata una ragazza piuttosto impulsiva, ma ero sempre riuscita a controllarmi. Con Klaus, invece, era come desiderare la vicinanza di tutte le mie paure riunite in un'unica persona. Io desideravo la sua vicinanza e questo mi spaventava, quasi più della sua natura. Mi spaventava non saper cosa aspettarmi da me stessa. Avevo paura di lui e di quello che provocava in me. Era una sensazione molto strana poiché due stesse parti di me volevano rispettivamente averlo vicino ed averlo a centinaia di km di distanza. Nel frattempo si erano fatte le 7 del mattino e andando a fare colazione incontrai mia madre, già in divisa e pronta ad uscire.

« Buongiorno, Caroline. » Mi disse venendomi incontro e abbracciandomi. Io risposi all’abbraccio e le sorrisi. A volte mi sentivo come se fossi io l’adulta che protegge e lei l’indifesa figlia che viene protetta. Se io fossi stata ancora umana, le cose sarebbero state così. Ennesima cosa totalmente sbagliata.
« Questa mattina devo andare ad aiutare il comitato di pulizie della scuola. Mi accompagni in macchina? » dissi, concedendole quel poco di normalità di cui un essere umano aveva bisogno.
« Certamente tesoro, mangiamo qualcosa e andiamo. »
 
 
 
Quando mezz’ora dopo mi ritrovai all’entrata di scuola, che di sabato era chiusa, ricevetti un messaggio da Tyler. -Non posso venire ad aiutarti, chiamami.-  Senza aspettare un minuto, più infastidita che sorpresa lo chiamai.

« In che senso molli il mio comitato di pulizia? » chiesi non appena rispose, senza nemmeno salutarlo.
«Ha chiamato Klaus. » Sentii pronunciare. Al sentir pronunciare il suo nome, un brivido di paura mi attraversò il corpo.
« Se ne va e vuole che gli inscatoli tutta la casa. » Allora era vero. Ma al contrario delle mie supposizioni non se ne era ancora andato. Certo, perché andarsene frettolosamente quando c’è il tuo lupo schiavetto che ti fa le valigie?
Non trattenni la mia acidità.

«Bè, da quando legame di asservimento significa schiavo traslocatore? » sapevo che le mie parole ferivano Tyler, ma non potevo trattenermi.
« Da quando ha capito che non mi mollerai per lui. » Wow. Di bene in meglio. Ecco perché Klaus lo aveva costretto a preparargli la sua roba. Aveva finalmente capito, dopo il mio ennesimo rifiuto, che non c’era remota possibilità per noi due di stare insieme. Io amavo Tyler, lo avevo sempre fatto e di certo lui non avrebbe cambiato le cose.
« Che atteggiamento meschino. »
« E pensa ancora che sia asservito a lui. » Eccolo, il nostro asso nella manica.
« Va bene », continuò Tyler, « Continuerò a fingere e tutto finirà presto. Sono in ritardo, devo andare. Ti amo. » Disse velocemente. Probabilmente il capo era tornato.
« Ti amo anch’io. » Risposi convinta delle mie parole e un po’ scoraggiata dal lavoro che mi aspettava. Arrivai nella prima sala e trovai Rebekah da sola.
« Dov’è Matt? » chiesi, già consapevole che probabilmente eravamo rimaste solamente noi due.
« Ci ha dato buca. L’hanno chiamato al lavoro all’ultimo minuto. » Non potevo crederci.
« Mi prendi in giro? » dissi di tutta risposta. « Quindi siamo solo noi due? »
« Si, e sei in ritardo.»  Rispose l’originale con fare scocciato.« Il comitato di pulizia cominciava alle 8. » Continuò imperterrita mentre svuotava cestini di bicchieri vuoti.
Rimasi shockata. 
« Sono le 8 e 2 minuti. » 
« Esattamente. Sono riuscita a presentarmi in tempo e non ho potuto nemmeno partecipare al ballo che io ho organizzato. » Quasi mi fece pena per come era stata trattata dalla madre. Ne sapevo qualcosa, di odio figlio/genitore.
Quindi le dissi semplicemente quello che pensavo. 
« Mi dispiace per tua madre. Cioè, so che la odiavi e tutto il resto, però… comunque… Mi dispiace. »
 Rebekah sembrò quasi non ascoltarmi mentre svuotava l’ennesima bidoniera. Poi, però, rispose lasciandomi piacevolmente sorpresa.
« Mi dispiace per il tuo insegnante. Sembrava un tipo a posto. »  Oh, se lo era. Alaric ci aveva sempre aiutati durante le nostre molteplici battaglie ed era stato un grande amico nonostante avesse ucciso mio padre.
« Si… lo era. » Ammisi, già sentendone la mancanza.
« Comincio dalla palestra. » Rispose Rebekah, mettendo fine a quell’imbarazzante primo vero discorso fra noi due. Sentii i suoi passi allontanarsi e cominciai a sistemare qua e là.
Neanche se dovessi rivivere quella paura altre mille volte, riuscirei a capirla. Sentii i suoi passi bloccarsi e la sua voce quasi distorta dire: 
« Dovresti essere morto. » Non capii le sue parole, ma quando sentii la risposta il fiato mi si bloccò in gola. « Lo sono. » Alaric. Quella era indubbiamente la sua voce. Ma cosa era successo? Lui era morto.
Sentii rumore e poi Rebekah urlare. Mi affacciai terrorizzata alla porta e vidi che Alaric l’aveva scaraventata contro gli armadietti bloccandola per la gola. In mezzo secondo tirò fuori un paletto e in altrettanto tempo lo spostai al lato dell’Originale. Rebekah si mosse al mio fianco ed insieme spingemmo il paletto nel petto di Rick.
Non sembrava averlo nemmeno scalfito. Lo guardammo sconcertate e terrorizzate, poi ci guardammo e in un attimo fummo fuori dalla scuola. Rebekah fuggì via, verso gli alberi, mentre io mi diressi verso la mia auto. Pessima mossa. In un batter d’occhio tirai fuori le chiavi ma non riuscii ad aprire lo sportello. Improvvisamente sentii due mani sulle tempie e poi il buio.
Mi svegliai poco dopo. Sentivo un immenso dolore, così aprendo gli occhi trovai due matite conficcate sul dorso delle mie mani. Piangevo mentre Alaric mi guardava duramente. Poi, con uno sguardo che non potrei mai dimenticare, prese una benda e la bagnò con della verbena. Ne sentivo l’odore bruciare fin da lì e ero terrorizzata da come l’avrebbe usata.
Alaric si avvicinò, andò alle mie spalle e mi legò la benda proprio fra le labbra. Al primo respiro sentii l’essenza della verbena inondarmi la gola, i polmoni, il corpo. Bruciava come l’inferno e urlai.
Ad un tratto arrivò Elena, non ricordo bene con quale dinamica e lanciando uno sguardo fulmineo verso Rick e correndo verso di me esclamò 
« Caroline! » poi rivolgendosi a lui: « Lasciala andare, Alaric. » In tutta risposta, con tutta la tranquillità del mondo, egli rispose: « Liberala tu. »
Mentre sentivo le lacrime scorrermi il viso e la verbena bruciare come non mai, Elena corse da me e chiandosi mi sussurrò: « Ehi. » Poi avvicinò cautamente le mani tremanti alle matite che ancora mi trafiggevano e , fra le mie urla, cercò di estrarle dalla mia carne sanguinante.
Alaric però, vedendo Elena esitare, le strappò.

« Avevi detto che l’avresti lasciata andare!» disse Elena.
« Quante volte te lo devo dire, Elena? SMETTI DI FIDARTI DEI VAMPIRI! » le urlò duramente Alaric.
Costrinse Elena a sedersi. 
« Perché lo stai facendo? » chiese la mia amica, con un tono fra delusione e sorpresa.
« Perché hai bisogno di me. » Rispose gentilmente il vampiro. « Perché sei una ragazza di diciotto anni senza genitori e senza una guida, e non hai più il senso di ciò che è giusto o sbagliato. »
Io, che ancora non potevo parlare a causa della benda con la verbena, cominciai a piangere sempre più forte sperando di essere salvata da qualcuno. Avrei accettato chiunque. Persino Klaus. Ero talmente spaventata e provata da tanto dolore che avrei accettato di passare l’eternità con Klaus pur di non rimanere ancora un minuto di più in quella stanza.
Guardai Elena. Non sembrava spaventata. Ovviamente, per lei c’erano molte persone pronte a perdere la vita pur di proteggerla. E io? Io chi avevo?

« Ma guardati. Come può essere giusto, questo? » rispose temeraria indicandomi.
« Lei è un’assassina. » Disse Alaric con un tono di evidente disprezzo. Ed eccola, la solita frase.
« Mi ha detto di aver ucciso qualcuno e di averne tratto piacere. Ora, come può essere giusto questo? Vedi, Elena… i tuoi genitori erano al capo del consiglio. Era la missione della loro vita tenere questa città al sicuro. Dopo neanche sei mesi dalla loro morte tu hai distrutto tutto. »
Conoscevo molto bene Elena e immaginai la sua risposta prima ancora che la pronunciasse. 
« Tu non sai niente di loro. »
« Perché, mi sbaglio? Pensi davvero che sarebbero fieri di te? Se tu non ti schieri dalla parte degli umani, sei cattiva quanto loro. E ora uccidila. O lo farò io al posto tuo. E la farò soffrire. In piedi!» concluse il vampiro, trascinandola davanti a me e dandole il paletto. Mi guardò e capii che stava per attaccare lui, non me. E così fu, peccato che venne bloccata in tempo.
Rick la guardò con cattiveria e le sputò parole amare: 
« Credevo di averti insegnato meglio.”
Spostando lo sguardo notai che Elena stava prendendo la fiala con la verbena, senza essere vista.
 
« Lo hai fatto. » E dopo un secondo rovesciò l’intero contenuto sul volto di Alaric che quasi prese fuoco. Approfittando della distrazione Elena corse verso di me e mi liberò le mani e la bocca e mi urlò « Cerca aiuto! » così fui libera e senza attendere un secondo oltre mi fiondai verso la porta con tutta la velocità che avevo. Corsi fra i corridoi senza voltarmi indietro e non appena lo feci, scontrai la schiena contro qualcosa di molto duro. Velocemente una mano corse sulla mia bocca. Ero stretta fortissimo a Klaus che con una mano sulla vita mi sorreggeva, mentre io affondavo la schiena sul suo petto.
Sentii la sua voce sussurrarmi: 
« Va tutto bene, va tutto bene, sono io. Va tutto bene, sei al sicuro.”
Certo che non avessi urlato, spostò la sua mano ad accarezzarmi i capelli mentre entrambi guardavamo alle nostre spalle. 
« Gli altri salveranno Elena. »
Continuando a sussurrarmi nell’orecchio disse le parole che mi fecero tremare. « Noi ce ne andiamo subito. » Poi per fissarmi negli occhi mi fece voltare con tutta la forza che aveva. Non dissi una parola e prendendomi per mano mi trascinò via.
Via da quella scuola, via dalla paura, via da tutto. Mentre correvamo capii che non avrei resistito a lungo, così mi aggrappai a lui che immediatamente mi prese in braccio. Stretta a lui, con il viso nascosto sul suo petto, chiusi gli occhi. Non volevo più vedere.
Non volevo più essere niente.






*Commento:

Beeeeene! eccomi. So che è una specie di sorpresa dato che avevo detto che avrei aggiornato la prossima settimana.. eppure ho deciso di postare oggi! Ringrazio VERAMENTE di cuore chi ha inserito tra le seguite e chi *udite udite* ha inserito addirittura tra le preferite! Grazie, grazie, grazie infinite.  Ringrazio in particolare Ainwen e vallyjessi per aver recensito :) spero che questo capitolo vi sia piaciuto quanto e più del precedente! 

Parlando proprio del capitolo, è molto simile al precedente per l'impostazione. Dato che questi erano i capitoli introduttivi ho voluto dare un filo logico attinente alla storia, quindi nel secondo capitolo ho riportato i dialoghi della 3.21

Parlando di puntate,  la puntata del ballo è la 3.20 e non la 3.21 come avevo scritto. Scusatemi :') la 3.21 è proprio questa, in cui Alaric tortura la povera Caroline :( Avrete capito dal finale che il prossimo capitolo sarà una totale novità. E allora? che ne pensate? Fatemi sapere, vi ringrazio in anticipo per le eventuali recensioni!

 

Ps: Ho visto che alcune di voi sono fan di Lana del Rey e volevo dirvi che proprio il titolo, Heaven's in your eyes, è una frase tratta dalla canzone 'National Anthem' della bellissima Lana. 

Così come il titolo del primo capitolo, 'There's no remedy for memory' è una frase tratta dalla canzone 'Dark Paradise'. Piccola curiosità :)


 

  
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