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Autore: _Chimi    20/07/2012    1 recensioni
Edoardo e Sarah sono due ragazzi di quinta liceo;lei si è appena trasferita in Italia dall'Inghilterra,è dolce e insicura,lui è ricco,strafottente e sempre circondato da ragazze. L' iniziale antipatia reciproca svanirà quando,una sera, Sarah scoprirà per caso il terribile segreto di Edoardo,e lui capirà che lei è l'unica persona con cui riesce a essere se stesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV
Gli invitati cominciarono ad arrivare verso le otto. Quelli che non erano mai stati a casa sua rimanevano a bocca aperta vedendo l'enorme piscina e il giardino, dove erano stati messi tavoli eleganti e piccoli divani bianchi. Non conosceva metà della gente,ma non gli importava, anzi,era l'occasione perfetta per rimorchiare. Si avvicinò ad una bionda da paura,quando scorse dall'altra parte del giardino Roberto, Sarah e Federica. Passò oltre la ragazza, a cui non mancò di lanciare un'occhiata provocatoria,e raggiunse i suoi amici.
"Passabile come festa, non trovate?" chiese Edoardo con falsa modestia. 
"Mah, potevi far di meglio" rispose Sarah sorridendo. Edoardo la guardò e ricambiò il sorriso. Poi, dopo aver lanciato uno sguardo d'intesa a Roberto e Federica, la sollevarono con forza e la buttarono in piscina tutta vestita,scatenando applausi,risate e tuffi a non finire. Edoardo entrò in acqua, e si guardò intorno soddisfatto: c'erano musica,alcool,ragazze,risate.... E suo padre, fermo sulla porta d'ingresso,che gli faceva segno di entrare in casa. Il ragazzo uscì dalla piscina e si diresse verso di lui. Era terrorizzato,sapeva di averla fatta grossa. Ma che cavolo era successo? I suoi non sarebbero dovuti tornare prima di tre giorni,e ovviamente non sapevano nulla della festa. Dio,suo padre l'avrebbe ucciso di botte. Appena lo raggiunse,quello lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro, al piano di sopra, dove era sicuro sarebbero stati soli. Un pugno nello stomaco,preciso e fortissimo, lo fece cadere a terra senza respiro.
"Ti divertivi,eh,ti divertivi piccolo bastardo!Così usi i miei soldi! Così sfrutti la mia fiducia,figlio di puttana! Un calcio lo colpì dritto alle costole,facendolo crollare,riverso. 
"Va...vaffanculo"rispose Edoardo sputando sangue.
Il padre scoppiò a ridere, e lo fece alzare in piedi,tenendolo per i capelli. Puzzava di alcool e di sesso. Che schifo. 
"Ripetilo" disse con calma."Ripetilo lentamente,stronzo."
"Vaffanculo" gli uscì quasi involontariamente.
Lo schiaffo arrivò inaspettato e fortissimo. Cadde a terra, quasi svenuto. Il padre gli sputò in faccia. "Buona festa di compleanno, amore", e andò in camera sua barcollando, lasciandolo lì, a terra. Il ragazzo aprì gli occhi e vide una figura davanti a sé. Sarah. Era impietrita, probabilmente aveva visto tutto lo spettacolino. Si tirò su a fatica, appoggiando la testa contro il muro. 
"Allora,cosa ne pensi della famiglia Crespi? Non puoi certo dire che siamo noiosi. "
Sarah gli corse incontro e si sedette vicino a lui,senza sapere cosa fare o cosa dire. 
"Chiamo... Fammi chiamare qualcuno. L'ambulanza. I carabinieri" disse,quasi urlando. 
Edoardo si paralizzò. "Non ci pensare nemmeno. Nessuno,nessuno deve sapere cos'è successo.Ti prego." Era sull'orlo delle lacrime. Le ricacciò indietro,e la guardò negli occhi.Era preoccupata per lui. 
"E tu,che cazzo ci facevi qui?Questa é casa mia,non puoi andartene in giro come ti pare" disse.
"Io...io ero salita per cambiarmi... Mi avete buttata in piscina vestita e avevo freddo. Ho chiesto a tua sorella dove potessi asciugarmi,e mi ha detto di usare il bagno di sopra." 
Il ragazzo sembrò non ascoltarla nemmeno. Guardava fisso davanti a sé, immerso nei propri pensieri.
Stettero così, in silenzio,appoggiati contro il muro per qualche minuto,poi Edoardo parlò:
"Come fai?"
"Come faccio cosa?"
"A parlare di tuo padre in quel modo. Dirlo a tutti, senza vergognarti... E soprattutto, come fai ad odiarlo?"
"Io non lo odio. Non lo odio affatto. Sai, è comunque mio padre. Tutti si stupiscono quando parlo di lui in quel modo, come se non me ne importasse. Mantenendo un certo distacco,riesco ad evitare gli sguardi tristi e compassionevoli degli altri. Amavo mio padre, e quando mi hanno detto che era stato ucciso il mondo mi è crollato addosso. Ma la vita continua,che tu voglia o no. E comunque, non vedo il motivo della tua vergogna. Parlare con i miei amici mi ha aiutato a superare molte difficoltà. Quello che tuo padre ti fa é orribile,ma non è colpa tua. Fidati, qualche volta fa bene parlarne con qualcuno."
"Non é così facile."
"Provaci."
"Cosa vuoi che ti dica? Mio padre è un uomo violento che va a puttane ed è perennemente ubriaco,ci pesta per qualsiasi motivo,mia madre scappa di casa,lui va a cercarla e le chiede perdono in ginocchio,lei gli da un'altra possibilità e  tornano a casa. Sempre la solita storia. Dovrei stare meglio, adesso? " concluse,provocatorio.
"No,certo che no. Ma almeno sei riuscito a parlarne,hai ammesso che il suo comportamento è inaccettabile,e c'è qualcuno che porta questo peso con te. Non puoi sopportare tutto da solo,Edoardo.  È bello sapere che c'è qualcuno che si preoccupa per te,qualcuno con cui puoi sfogarti,qualcuno che ti capisce." 
Il ragazzo pensò che forse Sarah aveva ragione,forse parlarne con qualcuno non gli avrebbe fatto male...
"E comunque,anche se lo raccontassi ai tuoi amici, la tua immagine perfetta non verrebbe distrutta" aggiunse lei.
Il ragazzo rimase a bocca aperta.
"La mia immagine perfetta? Cosa intendi?"
"Insomma, suoni in una band,sei popolare,ricco, riesci bene in tutto quello che fai...e hai paura di perdere la tua immagine."
"Hai dimenticato bellissimo e irresistibile" rispose ridendo, e ignorando l'ultima frase.
Sarah alzò gli occhi al cielo: 
" Modesto,anche. Sai,sei quasi simpatico quando smetti di tirartela" gli disse, dandogli una piccola spinta. 
"Ma come sei gentile! Ecco la ragazza che mi sostiene e mi capisce." Si alzò in piedi. "Dai,torniamo di sotto. La gente comincerà a chiedersi dove siamo finiti.Non vorresti che pensassero male, giusto?"le chiese con un sorriso malizioso. La ragazza sbuffò, ma non poté fare a meno di arrossire. 
Scesero le scale, e prima di oltrepassare la porta, Edoardo La guardò negli occhi. "Sono contento di aver parlato con te", e senza attendere una risposta corse verso gli invitati e iniziò a ridere e scherzare come se non fosse successo nulla. Sarah lo fissava dalla soglia della casa.
  
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