– Non
è questo il punto, – dissi.
– Non è una questione di «a cosa porterebbe».
Nel mondo
ci sono persone che amano sapere tutto sulle tabelle orarie,
e
passano intere giornate a confrontarle.
O gente a cui piace fare
costruzioni coi fiammiferi,
capace di costruire navi di un metro
fatte tutte di fiammiferi.
Allora che c'è di strano
se nel
mondo c'è uno che è interessato a capire
te?
– Come una
specie di hobby? – disse Naoko perplessa.
– Se vuoi puoi
chiamarlo così. Persone meno fantasiose lo chiamerebbero affetto,
amicizia.
Però se tu vuoi chiamarlo hobby, non c'è niente
di
male.
– Humphrey, sono le sette di mattina! – sbadiglia la ragazza, alzandosi dal letto.
– Mi...mi chiedevo...hai parlato con Serena?
Blair alza gli occhi seccata – Ammirevole, un vero gentiluomo...
– Scusa...
– Avevi ragione, non le importa...
– Oh, sì. Bene. Cioè, lo sapevo. Davvero non le importa? Nemmeno un minimo...
– Humphrey! – ruggisce lei, in procinto di riattaccare.
– Novità da Chuck?
– Lo scopriremo quando si sveglierà dalla sbronza del venerdì sera, presumo...un po' tardi per iniziare a preoccupartene...
– Uhm. Veramente...ecco, è passato da qui ieri sera, sembrava abbastanza sobrio. Questo non lo rendeva meno inquietante, però.
– Oh! – si stupisce Blair – Cosa gli hai detto?
– Ahm...sono rimasto sul vago, per cui...temo che ci sarà un secondo round.
– In tal caso, goditi le tue ultime ore, Hump...
– Aspetta, aspetta, aspetta!
– Un ultimo desiderio?
Il ragazzo ridacchia – No...wow, questo è strano...volevo, volevo ringraziarti per la serata di ieri, in realtà...
– Ah.
– Il conto! Hai pagato tutto tu, non ti ho neanche ringraziata...
– Sì, beh, è un po' l'obbligo di ogni uscita con un barbone...che beneficenza sarebbe altrimenti?
– Blair, ti sto chiamando dal telefono di casa! – piagnucola Dan.
– Tu la chiami casa, io la chiamo scatolone di cartone 2.0...punti di vista...
***
C intento a scodinzolare sotto fuori dalla porta dei Woldorf.
Segni particolari, un'enorme busta Dior ed occhioni incredibilmente languidi. Sarà abbastanza per riconquistare il cuore di B?
Beh, sappiamo tutti che la nostra Queen B proprio non resiste alle attenzioni del suo prodigo Bass-tardino...
XO XO
Nello stesso momento, Blair sta aspettando che l'ospite faccia il suo ingresso.
– Chuck...vediamo di fare in fretta.
– Dipende da te stavolta... – Le porge la confezione che ha in mano.
– Vuoi comprarmi con un Dior? Questo è quanto valgo, per te?
– Prendilo come un anticipo da indossare stasera. Vali tutto, per
me. Ho sbagliato e ti chiedo scusa. Riprendimi, e fa' di me la persona
più grata sull'intero pianeta.
– Dovrei?
– Blair, ho messo da parte il mio orgoglio. Ho messo da parte le
vendette. Non ti basta, per credermi maturato? – le prende la mano – Sono Chuck
Bass, e ti ho detto ti amo. Ti amo. – le sussurra
nell'orecchio, la gira di spalle, contro di sé – Uno
scrittoruncolo patetico di Brooklyn si innamorerebbe di chiunque, tutte
possono averlo. Ma riguardo a me, tu e solo tu puoi avermi, – la
fa
ruotare con decisione, stavolta le è di fronte, vicinissimo al
suo viso, la sua mano lungo i fianchi, mentre la ragazza scorda come si
respira – per te e solo per te sono disposto a scendere a compromessi con i
miei impulsi più meschini...fare ammenda
dei miei errori...salvami dai miei errori...faremo le cose giuste
questa volta...noi due possiamo realizzare, insieme, il progetto
più grande e ambizioso che si sia mai sognato – le
accarezza la guancia – da soli, siamo destinati solo al
fallimento...
La ragazza cerca di rimanere razionale mentre dice – Quello che
è successo non ha nemmeno a che fare con l'impulso, Chuck, avevi
calcolato tutto...e questo è il tuo discorso? Restare uniti per
non restare soli? Perfino la bambina dell'esorcista ha vomitato cose
più accettabili di queste parole...
Chuck sfoga la sua frustrazione in un piccolo accenno di rabbia, che si
smorza fino a ridursi a un rossore sul viso – Sai che non
è la mia migliore qualità trovare le parole giuste da
dire nei momenti cruciali, non ti è mai importato...non ci sono
mai servite le parole, le parole servono solo a coprire le carenze di
sintonia, la complicità, la chimica...la senti la chimica? La – lascia ondeggiare il suo sguardo tra labbra e
occhi della ragazza – tensione, Blair, la tensione...non
mente, al contrario dei discorsi. Chi ha bisogno delle parole, quando
può leggere direttamente negli intenti?
– Gli intenti non sono mai stati il nostro punto di forza...
– Invece sì, quello che desideriamo...è lo stesso.
Blair
viene travolta da un vortice di sensazioni in netto contrasto tra
loro, non può fare meno che concordare mentalmente, e
ammettergli – Nonostante tutto, preferivo quando il
problema era
non riuscire a dirsi ti amo....
Chuck lascia che cada il silenzio per un po'.
– Se non per tornare con me, se non per lanciarmi un segnale...perché preoccuparti di uscire con Humphrey?
Blair non risponde.
– E non dire che è lui che vuoi adesso, perché non
ti crederei...i vostri abiti non erano per niente in coordinato, e la
tua collana era un po' troppo sciatta per quel vestito. So quanto ci tieni ai dettagli...
La ragazza si guarda le scarpe – Sapevo di non essere abbastanza brava da dartela a bere.
Il ragazzo sorride – Blair, se ti fidi di me ora, io
ogni giorno ti darò una ragione per non pentirtene...è
molto importante che tu capisca che non ci sono giustificazioni per
quello che è successo, ma non dobbiamo buttare via tutto,
noi...noi possiamo ripararlo!
– Vedi... – interviene Blair senza chiedersi se il suo
interlocutore avesse finito – Credevo fosse così, ma non sono ancora pronta...
Scoraggiato, il ragazzo annuisce con aria triste, pigiando il pulsante dell'ascensore.
Mentre vi entra, Blair dice – Quando sarò pronta...
– ma le porte si richiudono e la frase rimane interrotta.
Durante
il viaggio in Arizona con suo padre, appena rimasti soli, Blair era
scattata sul sedile superiore, e sistemandosi la gonna, aveva detto
– Ti racconto una storia, papà?
L'uomo aveva piagnucolato – Perché non posso essere io a raccontarla a te, come tutti i padri del mondo?
– Non ti piacciono le mie storie?
– Le adoro. È solo che vorrei esercitarmi un po' anche io,
per diventare bravo come te! – le aveva risposto amorevole.
– Va bene, allora. Raccontami perché hai litigato con la mamma.
– Ma quella non è una storia!
– Perché litigate sempre, tu e la mamma? Lei è cattiva con te?
– No! No, amore mio, mamma non è cattiva, lei ci vuole bene!
– Allora tu sei cattivo con lei!
– Neanche! Nessuno è cattivo, principessa...
– Allora perché...
– Scendiamo qui.
– Qui? Non c'è niente qui!
– C'è... un negozio di souvenir, non ti piacerebbe uno?
– Mamma dice che i souvenir sono per i turisti allocchi...
Il
padre le aveva sorriso dolcemente – Ti posso dire un segreto? Lo
dice solo per invidia, perché non gliene ho mai comprato uno.
Scendiamo, ne comprerò uno a testa, per le mie principesse.
– E poi mi racconterai quella storia?
Le agitò i capelli – Da brava, ora scendi.
Entrati nel negozio tutto sembrava incredibilmente di cattivo gusto, e la piccola B iniziava a lamentarsene.
– Non le piacerà niente dell'accozzaglia che c'è qui...non le piacciono nemmeno gli indiani.
–
Ahm – aveva detto imbarazzato l'uomo – le piacerà. E sai perché? Perché
troveremo qualcosa di bellissimo qui in mezzo, e sarà ancora più bello
perché abbiamo dovuto cercarlo.
– Cosa vuoi che le importi se l'abbiamo dovuto cercare o meno? Non possiamo prenderle qualcosa da Barneys al ritorno?
Harold
si era piegato al livello della bambina, e le aveva preso la testa tra
le mani – Non lasciare mai, mai nella vita, che qualcuno a cui vuoi
bene si faccia perdonare con un bel regalo scelto a caso tra altri bei
regali, d'accordo? I doni sono come...l'affetto. L'amore non è un bel
vestito di Barneys che scegli tra altri vestiti ugualmente belli, impacchetti e porti a casa. L'amore si
fa cercare a lungo, in mezzo...all'accozzaglia,
e quando lo scegli, non sai se sia quello giusto, o se agli altri
potrebbe piacere o lo troverebbero ridicolo, e non ti importa...speri
solo che a quella persona sembri perfetto come sembra a te... – prese una
pashmina lì vicino – cosa ne pensi di questa?
Blair aveva scosso la testa – I foulard di mamma sono molto più belli.
L'uomo aveva sospirato, rimettendosi a cercare.
***-***
Dall'altra parte della cornetta, Blair riaggancia, e si lascia cadere sulla poltrona per un tempo indeterminato.
Quando lo vede varcare la soglia attraversata qualche ora prima da Chuck, si dice che se Dio fosse esistito e fosse stato onnipotente e misericordioso avrebbe posto fine a quella giornata una volta per tutte.
Dan si guarda intorno e, vedendola da sola, dice – Quindi non è andata bene?
– Oppure posso restare...
– Perché dovresti? Serena non c'è, e comunque ti ho già detto che non ha intenzione di...
– Grazie, l'ho capito: Serena non ha nessun ripensamento, ricevuto. La mia autostima è già abbastanza provata, senza che ci sia tu a ricordarmi che a quanto pare sono l'unico a rimurginare ancora sul passato... – sospira – Che ne dici se mi fermassi comunque?
– Non ho bisogno di una balia! Ciò nonostante, ce l'ho già, ed è Dorota. In due siete davvero troppi per la mia testa affaticata...
Dan sorride – Mai, nella vita, sarei così pazzo da offrirmi di farti da balia...magari da conoscente con cui sgranocchiare qualcosa e guardare un film...– replica accomodandosi – Pizza o Thailandese?
Blair sbuffa – Quello che vuoi, basta che il film sia Il delitto perfetto...
***
E così è iniziata tra il Ragazzo Solitario e B la Rergina.Non che ci fosse l'idea di un noi, nelle loro laboriose menti, sia chiaro: hanno solo preso l'abitudine di incontrarsi, abitualmente e in maniera sempre più più frequente, ma non c'è stata nessuna forma di contatto fisico tra loro – nemmeno involontaria, nemmeno la più innocente.
La
prassi delle loro giornate è diventata grossomodo
così:
- Si svegliano, si telefonano – Blair gli impone un orario e un luogo dove trovarsi;
- Sorseggiano un caffé, Dan le impone di pagare il conto e decidono cosa fare nell'arco della giornata;
- Mangiano qualcosa velocemente e tornano a casa a studiare, separatamente – uno nel loft, l'altra nell'attico – fino alla pausa dallo studio;
- Blair telefona – la telefonata non si conclude prima che la ragazza abbia nominato almeno un paio di volte, e nei contesti più disparati, Chuck (occasionalmente si lamenta anche di qualche mancanza di Serena) – poi gli augura una buona serata. Dan ricambia. Entrambi ammettono di avere delle cose da fare, il giorno dopo e che probabilmente non troveranno il tempo di vedersi. Humphrey dice – Spero te la caverai anche senza di me. L'altra risponde – Se sono riuscita a cavarmela nonostante la tua presenza, farlo senza di te sarà un gioco da ragazzi.
La sera Dan Humphrey la passa quasi sempre in casa a lavorare ad un nuovo progetto – un romanzo, addirittura.
Blair, invece, a sfogliare riviste di moda, preferibilmente con un milkshake Cherry Chocolate. Sua madre una volta le ha chiesto – Perché stai sfogliando con tanta attenzione le pagine d'abbigliamento maschile? Non l'hai mai fatto prima...
Finché un giorno, Blair si è stancata di nominare Chuck e lamentarsi di Serena e, senza nemmeno rendersene conto, ha semplicemente depennato la voce dalla lista delle sue attività giornaliere con Humphrey, è successo il pomeriggio in cui hanno trovato fosse una buona idea mangiare uno yogurt sui gradini del Museo delle Scienze Naturali.– Prima l'acquario, poi questo...detesto i bambini!
Dan sorride – Sì, è un po'...rumoroso. Ci sei mai stata, dentro?
– Non è il mio genere. Ma sono stata in quello di Londra, una volta...
– Vuoi fare un giro?
La ragazza scruta inorridita il numero di piccole pesti che affollano l'atrio ridendo, piangendo, scalciando e correndo esaltati – Ce ne saranno ancora di più, dentro! – afferma con la stessa angoscia che se si trattasse di zombie.
– Vediamo lo scheletro del t-rex di Una Notte al Museo e basta.
Blair sospira, lasciandogliela vinta. Con Nate era cominciata che erano praticamente all'asilo, e Chuck...beh, Chuck era Chuck...quei popolari incontri era la cosa più vicina ad un appuntamento che Blair avesse mai avuto in vita sua. Prova un po' di pena per sé stessa, quando si vede salire le scale accanto a Dan, riflessa nella porta a vetri dell'ingresso del Museo.
Prima di, letteralmente, correre fuori, ragazzo e ragazza rimangono dieci secondi davanti a quell'enorme scheletro.
– Non è bellissimo?
Blair annuisce, senza togliere gli occhi di dosso dal dinosauro. Era davvero, davvero enorme.
– Blair?
– Sì, Humphrey?
– Ce ne andiamo? Inizia ad agitarmi, pensare che quel coso mastodontico un tempo era in grado di respirare, muoversi e...nutrirsi.
E la ragazza era scappata via senza farselo ripetere due volte.
– Maledetti piccoli demoni, come fanno a trovare divertente un posto simile?
– Avranno visto Jurassic Park!
– Jurassic Park non è divertente...
– Non ho ben chiaro che film una Waldorf possa trovare divertente...
– Uhm...Nastro Rosso a New York?
Il ragazzo ride – Era così semplice!
– Ed è istruttivo...credo che potrei farne la mia filosofia di vita... – rincara la dose lei.
– Ok...allora, cosa ne pensi di...Via col vento.
– Sopravvalutato.
– La capanna dello zio Tom?
– Gran bel...romanzo.
– Matrix...
– Per carità!
– Moulen Rouge!
– La Kidman...divina, ma il povero scrittore romantico...davvero? E poi, dopo quanto tempo si giurano amore eterno?
– Assolutamente ridicolo.
– Ridicolo, esatto.
– Kill Bill...
– Come puoi chiamarla trama quando è solo succo di pomodoro e colorante rosso?
Dan sorride – L'hai almeno visto?
– Ho visto il trailer. Non fa per me.
– Eppure, secondo me, ti piacerebbe...amori malsani, tradimenti...vendetta...se c'è un film che fa per te, è quello.
***
– Non
mi va di andare da nessuna parte oggi, Cabbage-Patch...
– Non ti
sei ancora ripresa dal finale alternativo di Freaks,
vero? Te
l'avevo detto che era troppo crudo per te!
– No, non è quello.
Ho una teoria da confutare, ma non posso dirti di più. Se
vuoi puoi
rimanere qui, a patto di non interferire.
– Uhm, dipende:
possiamo ordinare libanese?
– Tu puoi ordinare il tuo falafel
disgustosamente aromatizzato – e tenere il tuo alito a debita
distanza da me – e io prenderò del sushi.
– E potremmo vedere
E morì con un Felafel in mano così
puoi immaginarti la mia
faccia al posto di quella di Brett Stewart[4]!
– Appassionante. Ma
no, niente film.
– Perché?
– Te l'ho detto, sto preparando
quest'esperimento. Anzi, perché non chiami e ti metti buono
buono ad
aspettare, mentre io svolgo il mio lavoro?
A volte
Dan rinuncia a capirla, e obbedisce. È incerto se sia una
prima
acerba forma di fiducia nei suoi confronti, o se abbia solo fatto
pace con la consapevolezza che non c'è un filo logico in
quello che
Blair Waldorf fa. La ragazza sembra soddisfatta dal suo ubbidiente
visitatore, che si accuccia sulla poltrona e prende a sfogliare le
riviste sul comodino – Così ora ti interessi anche
di moda
maschile? Buon Dio, non so perché, ma sento che
pagherò le
conseguenze di questo tuo nuovo hobby...
– Frena la lingua, Humprey, ci sono alcune cause che perfino io non posso vincere...sto solo
cercando il completo perfetto da far indossare a Chuck durante la
nostra nuova prima uscita pubblica.
Già, Chuck. Blair non ne parlava da così tanto, che se n'era quasi dimenticato. Chiaramente, lei no.
– Oh, ha tutto così senso...
– Se dovesse mai
esserci una prossima prima uscita pubblica...non dovrei farmi trovare
impreparata. Ho già scelto il mio vestito, purtroppo devo ancora
trovare il completo che gli si abbini perfettamente...non sottovalutare mai
l'importanza del vestirsi in coordinato in coppia, Humphrey, dice molte
più cose di quello che immagini...
– Non è un po' troppo casual?
E poi
credevo avessi detto che il bordeaux fosse per i
mori...
–
E io credevo di averti detto di non disturbarmi.
Dan vorrebbe concentrarsi su qualcos'altro e smettere di disturbarla, ma il fatto è che Blair non sta facendo assolutamente niente, eccetto passarsi uno smalto color tortora sulle unghie. E pensare macchinosamente, ma questo Humphrey non lo sa.
Non siamo amici, io e lui. Siamo solo ugualmente sfigati. E usciamo insieme, ma non è un grande affare. Ci piacciono le stesse cose, forse, ma non si diventa amici – né altro – solo perché abbiamo gli stessi interessi culturali. Non è così che si sceglie chi avere intorno. Sono sicura, in effetti, che se non parlassimo di questo – nient'altro che tematiche esterne che non hanno niente a che vedere con noi e le nostre vite – torneremmo rapidamente a non sopportarci. Non siamo amici. È ora di dimostrarlo una volta per tutte, empiricamente e senza possibilità di fraintendimenti. È il mio esperimento.
Passata una mezz'oretta, il ragazzo – ormai annoiato
– ci riprova
– Posso parlarti, ora?
Blair è rimasta nella stessa posizione
per tutto il tempo, apparentemente intenta ad elaborare il nulla
–
Certo. Ma niente film, musica o letteratura. Né amori
perduti.
A Dan balena un dubbio in testa – In cosa consiste esattamente esattamente la tua teoria?
–
Oh, niente che coinvolga la tua sfera di interesse. Ovvero –
enumera sulla punta delle dita – Serena, – si concentra
– Serena, e...oh, sì! Serena.
– Mi...mi stai testando, per
caso?
Blair afferma con un po' troppa veemenza – Ridicolo. – Distoglie lo sguardo – Se vuoi parlare, parla. O vattene. È indifferente. – conclude con un tono che sa inequivocabilmente di vittoria.
– Non sarebbe ora di levare le tende, Ragazzo Solitario? Non è mica l'Hotel della Fratellanza, questo!
Dan non si volta a guardarla, recita – ...chi non ha soldi, chi si fissa
Blair conosceva quella poesia [5] –...chi batte contro un muro!
– chi urla...
– chi beve.
Ora, Dan si volta – ...chi non fa niente.
Se Blair fosse stata presa in quel momento esatto e messa sotto tortura... ancora avrebbe giurato che lo sguardo del ragazzo non sia caduto sulle sue labbra, mentre pronunciava quelle parole e tornava a fissare chissà quale pensiero ci fosse appollaiato sul soffitto – Hai barato – lo rimprovera – avevamo detto niente letteratura!
– Sei mai preoccupata per i tuoi genitori?
– Continuamente – risponde Blair, anche se non capisce ancora come funzionino i voli pindarici del ragazzo.
– E non la trovi una cosa innaturale?
Blair fa le spallucce. – È successo qualcosa?
– No, solo pensavo se saremmo stati diversi, a quest'ora...se avessimo avuto dei genitori più felici...
– Loro sono felici. Sono solo un po' incasinati, ma chi non ha mai problemi? Rufus ha Lily, e mia madre ha Cyrus. Anche mio padre ha il suo compagno, da qualche parte in Europa.
– Sai, quando penso al matrimonio fallito dei miei, mi chiedo cosa conti in una relazione. Qual è l'elemento essenziale per non farla andare storta...
– Beh nel caso di mio padre è semplice – ironizza la ragazza – più che dire che mia madre non fosse il suo tipo, direi che non fosse proprio il suo genere.
Dan ride sommessamente – Beh, mia madre è partita alla ricerca del suo talento. E indovina un po'? Alla fine non credo che fosse esattamente la pittura...
Le avrebbero potuto segare un braccio, e ancora non avrebbe ammesso che quel dialogo aveva un ché di leggero e di intimo, nonostante l'argomento.
Dan dice – È stata la prima conversazione che abbiamo avuto, ricordi? Sui nostri genitori...ne è passato di tempo e te lo immaginavi che saremmo finiti così?[5]
Blair si morde le labbra – Nemmeno nel peggiore dei miei incubi. Ma non è stata la prima conversazione che abbiamo avuto. Tecnicamente, la prima è stata quella in cui ti informavo di come il mio ragazzo all'epoca – nonché ora tuo migliore amico – mi avesse tradita con la mia migliore amica – nonché ragazza che frequentavi all'epoca. Paradossale che ora loro stiano insieme mentre noi siamo soli, se ci pensi...forse avrei dovuto fargliela penare maggiormente.
–
Sì,
beh, è solo una conferma in più.
– Di cosa?
– Temo sembri
stupido detto ad alta voce, ma chi se ne frega. Ci sono delle...simmetrie, tra me e te. – Si gira a guardarla, ma lei non
ricambia il contatto visivo.
– Sai, quando ha un'intuizione riguardo a cosa dire e
su cosa tacere per non passare da imbecille...credo che dovresti
seguirla.
***
– Ben
sveglia, Waldorf...Se, per una volta che saltiamo l'appuntamento
mattutino, hai sentito la mia mancanza al punto di telefonarmi,
possiamo
concordare che la situazione ci è sfuggita di mano...
– Obbligo o verità?
– Ma non ti stanchi mai di questo gioco?
– No. Obbligo o verità?
– Verità...– sospira rassegnato il ragazzo.
– Hai mai avuto fantasie su di me?
– Che cosa? Dev'esserci stata un'interferenza
perché
quello che è appena uscito dalla tua bocca non ha assolutamente senso...
– Non temporeggiare, rispondimi. Ho Cedric in ostaggio.
– Cosa? Quando lo avresti...lasciamo perdere, cosa vuoi che ti dica?
– Hai mai pensato di fare l'amore con me e
provare il doppio del piacere nel pensare, in quel momento, al viso
affranto di Serena e alle raccomandazioni di tuo padre, e di tutta la dolcissima, rispettabilissima gente che conosci che ti direbbe con lei? lei non è adatta a te!
– Ma sei ubriaca? Ti hanno...ti hanno drogata?
– Scenderesti nella tana del bianconiglio? Sì o no,
Humphrey? Fino a che punto metteresti in discussione la tua natura, per
scoprire te stesso?
– Noi non...non dovremmo parlare di queste cose...
– E perché mai? Sono solo curiosa...E poi che succederebbe se il te stesso che scopriresti lo trovassi repellente?
– Blair! Finiscila, sono al campus! Davvero non posso
parlare, devo chiudere...
– La ami ancora? – La
ragazza si stende su un letto che non è il suo, rigirandosi
tra
le mani una fotografia e leggendo la scritta pasticciata sul
retro – Essere
amati senza merito è la prova del vero amore...l'hai
scritta tu?[7]
Dev'essere vero, in ogni caso...
– Dove sei?
– Un'informazione per un'altra. Allora, Humphrey, la ami ancora?
– Sei in camera mia? Cosa ci fai in camera
mia?
– Davvero non puoi parlare, Dan, devo chiudere...
– Blair! ...Blair!
***
La prima volta che Rufus vede Blair Waldorf seduta al tavolo della sua cucina, vicina la metà a suo figlio rispetto a quanto lo fosse mai stata in passato, gli prende un accidente.
I due mangiano una pizza, e c'è perfino una bottiglia di vino rosso tra loro. Non fanno altro che tirarsi frecciatine per tutto il tempo, farsi il verso, bisticciare e ridere, nemmeno si accorgono che l'uomo saranno ormai cinque minuti buoni che ha aperto la porta.
Blair
sta interpretando un film adesso, Scandalo
a Filadelfia.
Appoggia i
gomiti sul tavolo chinandosi verso suo figlio e con aria sicura
recita – Tu sei tra quelli della peggior specie: uno snob
intellettuale. Devi esserti formato tremendamente
giovane, mi sembra di capire.
Dan regge la distanza – peggio, la
accorcia – Beh, trent'anni sono più che abbastanza
per formarsi...
– ...Ehilà! Vedo che state cenando! Blair, sono sorpreso di vederti qui...è un po' che non passo dal loft, è...è diventata un'abitudine? Perché sembrate abbastanza a vostro agio insieme, rispetto a come ricordavo – non volevo dire questo – volevo dire che c'è un'aria abbastanza...figliolo, posso parlarti un momento?
Mentre Blair tenta di trovare un modo per liquefarsi all'istante, Dan e Rufus hanno una conversazione nell'altra stanza, a torno molto basso, perché sì sa che nel loft gli spazi sono quelli che sono.
–
Blair
Waldorf? Fai sul serio?
– No, no, no, non è come pensi...
–
No figliolo, forse non è come pensi tu!
– Papà, te lo
assicuro...lei sta solo passando un periodo difficile...
– E
allora? Quella ragazza passa sempre periodi difficili, non te
n'è
mai importato prima!
– Chi sei? Dove hai nascosto il vero Rufus
Humphrey? Ricordi? L'uomo che mi avrebbe detto che è
più importante
fare la cosa giusta, che farsi prendere dal proprio egoismo... l'uomo
che sostiene che nessuno possa essere così cattivo, neanche
Blair
Waldorf...
– Prima cosa, quello te l'ho detto prima di conoscerla!
Senti, Dan, qui non si tratta di valutare la percentuale di
umanità
presente in Blair...voglio solo che tu, ci pensi bene. Qualsiasi
persona tu voglia frequentare, sei grande abbastanza da poterlo
fare...quando io e Lily ci siamo conosciuti...
– Ehi, no, questo
non c'entra...io e Blair non...la sto solo aiutando! Lo giuro!
–
Stavate recitando Scandalo
a Filadelfia!
...e, per di più, tu non eri Cary Grant! Hai visto quel
film, quindi sai
come va a finire, vero? Non vorrei che si trattasse di
un'anticipazione sulla piega che prenderà questa storia...
–
Non c'è nessuna storia. Lei ha bisogno di passare un po' di tempo con
qualcuno di normale, io
ho bisogno di trovare nuovi stimoli, di distaccarmi dal mio solito
mondo, per scrivere qualcosa di diverso...tutto qui.
Rufus
annuisce con
poca convinzione. Come poteva pensare che Blair potesse diventare la
sua musa, e al contempo che non si trattasse di niente di che? Ma si
limita a chiedere – Serena cosa ne pensa?
– Serena è troppo impegnata
con Nate,
al momento, per avere un'opinione. Non credo proprio le interessi dei nostri patetici
meeting da cuori infranti...
Tornano
nella cucina, abbozzando un'indifferenza forzata. Nessuno
mente peggio degli Humphrey –
pensa Blair.
Rufus accenna ad andarene, saluta gentilmente. Blair
fa solo un cenno con la testa.
Rimasta sola con il ragazzo,
afferra la sua borsa – Dovrei andare anche io...
–
Ma
non hai nemmeno finito di mangiare!
Blair apre la porta – Ancora
una volta, Humphrey, frena il tuo istinto materno...la prossima volta
prometto di finire il piatto...a condizione che sia un po' meglio degli
spaghetti dell'altra volta...erano così saltati che tanto valeva
bollirli nell'oceano!
– Blair,
Blair, Blair...aspetta un attimo!
– Dimmi.
– Quale...quale
finale preferisci: Colazione
da Tiffany o
Scandalo
a Filadelfia? [8]
Blair
sospira – Onestamente non lo so, sono due lieto-fine
così diversi. Tutti vogliono essere felici, ma quello che ti
rende
felice non è mai trasparente.
*TBC
***1. La Malinconica Morte del Ragazzo Solitario ed altre storie - titolo estrapolato da The Melancholy Death of Oyster Boy & Other Stories, ossia Morte malinconica del Bambino Ostrica e Altre Storie, raccolta di poesie illustrate di Tim Burton.
2. parte 2/3
3. Konrad Lorenz è tuttora riconosciuto come uno dei massimi esperti nel campo dell'etologia (perché sì, se a sette anni mi aveste detto "Ah, ti piacciono gli animali...quindi vuoi fare la veterinaria da grande?" vi avrei risposto "No, il sangue mi fa schifo...voglio fare l'etologa"). Formulò la teoria dell'imprintig basandosi sullo studio comportamentale delle anatre, teoria che gli valse anche il nobel, vinto insieme al suo collega Tinbergen.
4. E morì con un Felafel in mano - film del 2001 diretto da Richard Lowenstein, in cui Brett Stewart interpreta il ruolo di Flip, con la cui morte (soffocato, per l'appunto, a causa della pietanza, davanti alla tv) si apre il film, che prosegue in un lungo flashback.
5. Hotel Fraternité, poesia di Hans Magnus Enzensberger.
6. Che ve lo dico a fare, che ovviamente è un riferimento all'1X04?? E poco dopo si fa riferimento al Pilot, quando Blair si presenta a Dan. In realtà lo sappiamo tutti che il loro vero primo incontro avviene per caso un anno prima nel giorno del ringraziamento, ma mi piace pensare che Blair non se lo ricordi, e Dan avesse involontariamente preso a considerare quello visto nel quarto episodio, il loro primo vero incontro.
7. No, l'ha scritta Kundera.
8. Sì, beh, diciamo che qui il simbolismo è sottile almeno quanto un ippopotamo. Scandalo a Filadelfia è un film del 1940 di George Cukor, con Catherine Hepburn e Cary Grant. Se guardate i finali dei film (o ne spulciate la trama su Wikipedia) va da sé che in Scandalo a Filadelfia, la protagonista trova l'amore nell'ex marito - che ricorda vagamente il personaggio di Chuck - da cui aveva divorziato, dopo varie vicissitudini tra cui un flirt con un giornalista - che ricorda vagamente il personaggio di Dan. Mentre in Colazione da Tiffany la Hepbourn maggiore, dopo aver sposato un uomo ricco si scopre innamorata del povero scrittore Paul, da tempo ormai suo amico.