Ecco la
seconda parte! Ho fatto veloce.
E con questa si conclude l'anno 2006.
Ringrazio KiaraKH e Mistake per averla messa tra le seguite!^^
Che altro dire...Spero vi piaccia questo capitolo e spero in almeno una recensione...
Davvero sono stata così pessima al capitolo prima??
Mi sembrava una fic...Carina. Nonostante sia la prima in questo fandom.
Va bhè. Non si può aver tutto
A presto!
E con questa si conclude l'anno 2006.
Ringrazio KiaraKH e Mistake per averla messa tra le seguite!^^
Che altro dire...Spero vi piaccia questo capitolo e spero in almeno una recensione...
Davvero sono stata così pessima al capitolo prima??
Mi sembrava una fic...Carina. Nonostante sia la prima in questo fandom.
Va bhè. Non si può aver tutto
A presto!
13 Ottobre 2006
-Seconda Parte-
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Mai si sarebbe aspettato di finire nei guai in così poco tempo, soprattutto dopo essere stato “minacciato di morte” qualche minuti prima.
La bibita gli scivolò tra le mani,
forse troppo distratto dalla presenza di Axel, o forse
perché in
cuor suo, desiderava che quel ragazzo avesse una sonora (per non dire
appiccicosa) lezione di vita.
Ma perché proprio in quel momento,
perché durante il film, perché a lui?
La banda al completo alzò lo sguardo,
incavolati come delle bisce, soprattutto Axel fissava il biondino con
stupore, stringendo i pugni con forza.
Roxas si sfiorò il collo,
immaginandosi quelle mani stritolarlo più forte possibile.
E tutto solo per una cazzo di
recita! Avrebbe volentieri dato un pugno all’inventore dei
Musical
solo per questa faccenda.
«TU»
Sibilò Axel, non si riusciva
a distinguere il rosso dei suoi capelli al viso.
Questa volta era davvero
incazzato.
Non bastò neanche un secondo che Roxas
corse immediatamente via, prendendo l’uscita di emergenza e
scappando il più veloce possibile.
Affrontare Axel era una cosa, ma sfidare l’intera squadra completamente soli era da suicidio.
Affrontare Axel era una cosa, ma sfidare l’intera squadra completamente soli era da suicidio.
La marmaglia tentò di corrergli dietro
ma verso la fermata dell’autobus molti si arresero
all’evidenza,
Roxas correva veloce
come un fulmine.
La sua professoressa di ginnastica
sarebbe stata fiera di lui. In quel momento il biondo benedì
quelle
dure ore di corsa campestre che gli avevano fatto fare nei primi anni
delle medie.
Si fermò vicino al fiume per
riprendere fiato, stanco per la corsa, ma sollevato di essersi
guadagnato almeno un giorno di vita in più.
Ora capiva cosa provano le gazzelle
quando fuggono dai leoni affamati.
Capiva cosa significasse la parola
sopravvivenza.
Si complimentò con sé
stesso per le
sue grandi dote atletiche, anche se doveva ammetterlo, il merito
verso l’ultimo tragitto andava tutto al suo skateboard di
fiducia.
Per fortuna che se l’era portato
dietro, di solito dopo il cinema, insieme agli altri raggiungevano il
parco per fare qualche acrobazia.
«Questa
volta..»
Oh no quella voce, quella maledetta
voce che lo avrebbe di sicuro tormentato per giorni, notti.
Roxas si irrigidì, facendo cadere il
suo skateboard per terra.
Cominciava a sentirsi come la povera
vittima del film Shining.
Con la differenza che non si trovava in
un hotel e non si vedeva la neve dall’anno scorso.
Ah sì…La vittima era anche
una
donna. Mentre Axel era lo psicopatico assassino, ma almeno non aveva
l’ascia…
Forse poteva ancora salvarsi.
«Questa
volta…Sei morto!»
Il
rosso lo raggiunse, afferrandolo per un braccio, mentre porta una
mano al petto per riprendere fiato «Certo
che corri veloce,
nanerottolo…»
«Lasciami
immediatamente, Axel»
«Guarda
un po’, ti è ritornato il
coraggio allora»
Lo attirò verso di sé, appoggiando la fronte
sulla sua, Roxas non riuscì a fare a meno di avvampare per
l’estrema
vicinanza.
Questa volta non si sarebbe preoccupato
minimamente se lo avesse notato.
Che differenza avrebbe fatto? Tanto
sarebbe morto.
«E
pensare che ti trovavo anche
simpatico…»
Giustamente glielo veniva a dire adesso
che lo voleva ammazzare. Giustamente.
«Ma
sappi che hai commesso l’errore
più grande della tua vita!»
Lo lasciò di getto, facendolo
allontanare da lui per permettergli nuovamente di riprendere fiato.
Axel indicò il suo viso con aria
furiosa, solo allora Roxas si rese conto di come fosse conciato. La
bibita doveva avergli rovinato il trucco che aveva sugli occhi, ora
sembrava aver l’aspetto di un panda.
Un panda rosso che odorava di Coca
Cola.
Il biondino si strinse le spalle,
inarcando un sopraciglio «Truccarsi
è da femminucce»
«Truccarsi
è uno stile di vita, così
come questi capelli!»
Si sfiorò la chioma rossa e
appiccicosa, mostrando uno sguardo palesemente disgustato «Hai
idea
di quanto tempo ci vorrà per sistemarmi?!»
Dopo qualche istante di silenzio, Roxas
non riuscì a fare a meno di tirare fuori una risatina che si
fece
mano a mano sempre più grande.
Axel osservò la scena con occhi
sbarrati, per non dire sconvolti.
Si stava prendendo gioco di
lui?
Odiava i suoi capelli?
Aveva l’aspetto di un pagliaccio?
Odiava i suoi capelli?
Aveva l’aspetto di un pagliaccio?
Forse erano tutte e tre le cose.
«Adesso
basta!»
Quell’urlo bloccò
immediatamente la risata del biondo, preparandolo al peggio.
Fantastico, invece che ridere come un
demente sarebbe dovuto scappare alla stazione e prendere un biglietto
di sola andata per le Isole Destiny, dicono che siano particolarmente
belle in questo periodo dell’anno.
Ma tanto lo avrebbero scovato anche
lì,
se c’era una cosa per cui era famoso Axel era
l’insistenza, non
gli avrebbe dato tregua, finchè non lo vedesse supplicare
perdono.
A quel punto, capì che doveva fare
qualcosa.
«Hayner
ha ragione, sei solo un
codardo»
Il rosso sbuffò «Ma
allora vuoi proprio prenderle»
«Fai
il prepotente solo perché ti è
permesso di farlo, ma scommetto che non riusciresti a reggere neanche
un misero pugno in faccia»
Quanto coraggio, bhè dopotutto, se
proprio doveva morire, tanto valeva essere ricordato perché
si era
fatto valere e non perché era scappato via per non farne
più ritorno.
Axel scosse il capo, cercando di
trattenere una risata, anche se difficilmente «D’accordo»
«D’accordo…C_Cosa?»
«Colpiscimi…
Vediamo se te la cavi
con i fatti e non con le parole. Memorizzato?»
Roxas non riuscì a crederci,
praticamente gli stava chiedendo di tirargli un
pugno. E
quando dicono che i sogni non si avverano.
Ebbe un attimo di
esitazione, ma il solo pensiero di come lo avesse trattato in quei
giorni, del musical rovinato, di averlo praticamente minacciato
all’entrata del cinema, di avergli rubato e distrutto la
macchina
fotografica, Roxas non riuscì a trattenersi oltre,
accettò la
gentile offerta di quello sbruffone e lo
colpì col pugno più
forte che avesse mai dato in vita sua. Talmente forte che si fece
male anche da solo, ma mai quanto Axel, che cadde a terra toccandosi
il viso dolorante, gli aveva perfino fatto uscire il sangue dal
labbro.
Al diavolo la fotografia, Roxas avrebbe
dovuto fare la Boxe.
Ma i bei pensieri furono scacciati
dall’implacabile figura del ragazzo che si rialzò
in piedi, anche se con fatica «Non
male…Roxas, giusto? Ora vedrai cosa sono
capace di fare i…»
Axel non fece caso a dove stava
mettendo i piedi, inciampò proprio sul suo skateboard,
cadendo a terra e scivolando lungo una siepe come un sacco di patate.
«Axel!» Senza
farselo ripetere due
volte, Roxas lo raggiunse per assicurarsi che fosse ancora vivo.
Dovette fare attenzione perché il terreno era parecchio
scivoloso in
quei posti. Vide il ragazzo a terra, immobile.
Il più piccolo sbiancò
completamente.
Perfetto, ora lo avrebbero accusato di
omicidio, lui che era la vittima predestinata, ora si trovava ad
essere un serial killer.
Da un estremo all’altro. In pratica
Roxas era stato salvato dal suo skateboard, e dire che voleva
ritirarsi da questo sport.
Doveva rivalutare parecchie
opportunità
una volta finita questa tragedia.
Ma perfino un
tipo come Axel non si meritava una fine simile.Tirò fuori
dalla
tasca il cellulare, chiamando un’ambulanza.
Questa giornata stava diventando
più
strana del previsto.
*************
Axel si svegliò nel letto di un
ospedale, con una mano si toccò la testa dolorante e coperta
da una
fascia.
Che diamine era successo?
«Finalmente
ti sei svegliato!»
Una
voce famigliare interruppe tutta quella miscela di domande che si
stava ponendo nella mente.
«Papà?
E tu che ci fai qui?»
«Ci
lavoro»
Rispose schietto
l’uomo, mettendo a posto alcune cartelle in una
borsa «Tu
piuttosto, si può sapere dove hai il cervello? Ti sei di
nuovo
azzuffato con qualche teppista. E guarda il risultato»
Tutto d’un tratto, Axel si
ricordò
perfettamente cosa fosse accaduto, la bibita in testa, la corsa, il
pugno ed infine quella botta per terra.
«Per
fortuna che quel ragazzino ha
chiamato in tempo»
Si voltò di scatto.
Come aveva detto, ragazzino?
«Chi
era?»
«Non
sembra uno dei tuoi soliti amici, ma è stato lui a chiamare
i soccorsi ed è
tutt’ora fuori che sta aspettando che ti svegli»
«Davvero?»
Ancora non riusciva a crederci, quel
nanerottolo che fino ad un ora fa aveva minacciato e tentato di
picchiare, non solo lo aveva soccorso ma addirittura stava aspettando
che stesse meglio?
«Pazzesco»
Mormorò con un lieve
sorriso, alzandosi da quello scomodo lettino e dirigendosi verso
l'uscita. Il ragazzino si trovava seduto in corridoio, con lo sguardo
rivolto verso il basso.
«Siamo pensierosi...Eh?»
Roxas alzò lo sguardo, notando Axel appoggiato al muro del corridoi, istintivamente si alzò, indietreggiando di qualche passo.
«Hey hey, frena. Non mordo mica» Gli fece cenno di seguirlo fuori dall’ospedale. Non gli è mai piaciuto quel posto, c’era nell’aria un odore…Malato, come lo definiva lui.
«Siamo pensierosi...Eh?»
Roxas alzò lo sguardo, notando Axel appoggiato al muro del corridoi, istintivamente si alzò, indietreggiando di qualche passo.
«Hey hey, frena. Non mordo mica» Gli fece cenno di seguirlo fuori dall’ospedale. Non gli è mai piaciuto quel posto, c’era nell’aria un odore…Malato, come lo definiva lui.
Appena furono abbastanza distanti,
Axel gli porse la domanda che si martellò in testa per tutta
la durata di quella camminata.
«Perché
mi hai aiutato?»
Roxas alzò leggermente lo sguardo che,
incrociando il suo lo abbassò, scrollando le spalle
«Non
potevo di
certo lasciarti morire in quel posto, non credi?»
Axel si lasciò sfuggire un piccola
risata «Sei
davvero un tipo strano, Roxas…?»
«Collins»
«Memorizzato»
Concluse il rosso.
Dopo quella breve chiacchierata si creò un enorme silenzio.
Dopo quella breve chiacchierata si creò un enorme silenzio.
Un silenziò che sembrò
durare minuti.
Se c’era una cosa che Axel detestava
era proprio il silenzio, preferiva riempirlo con delle chiacchiere o
della buona musica.
Il silenzio non gli permetteva nemmeno di dormire, per questo si addormentava spesso con le cuffie alle orecchie.
Il silenzio non gli permetteva nemmeno di dormire, per questo si addormentava spesso con le cuffie alle orecchie.
Il più piccolo si strinse le spalle,
allontanandosi di qualche passo «Ora
è meglio che vada»
«Hey
Roxas»
Quest'ultimo voltò leggermente lo
sguardo.
«Teniamoci in contatto»
«Teniamoci in contatto»
Bom.
Parlando di risposte sensate, questa
non lo era di certo.
Il ragazzo arrossì leggermente,
dandogli la schiena e tentando, invano, di fare un altro passo in
avanti, verso la salvezza.
«E perché mai» Disse, con un filo di voce.
«E perché mai» Disse, con un filo di voce.
«Che
ti prende, non mi dirai che hai
paura del lupo cattivo?»
Dietro quella battuta, a Roxas scappò
quasi un sorriso,
voltandosi verso il rosso che lo guardava con un
sorrisetto beffardo, come se si aspettasse una risposta degna del suo
atteggiamento.
«Strano
a dirmelo uno con una faccia
da panda»
In altre circostante Axel se la sarebbe
presa, nessuno era mai riuscito a ridere del suo aspetto e vivere a
lungo per raccontarlo, ma questa volta, si lasciò sfuggire
una
sonora risata, portandosi una mano tra i suoi capelli (ancora
appiccicati).
Per qualche istante, solo pochi
secondi, i loro sguardi si incrociarono, e forse fu in quel momento
che Roxas si rese conto che mai e poi mai si sarebbe liberato di Axel
Morris.
Magari sarebbero potuti davvero andare
d’accordo.