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Autore: Nini91    19/07/2012    3 recensioni
E' la mia prima storia, abbiate pietà e dateci un'occhiata xD
Non ve ne pentirete!
«Quel che voglio fare con la fotografia, è quello di catturare quel minuto esatto, parte della realtà»
Chi l'avrebbe mai pensato che quel misero minuto, avrebbe riscosso un ruolo così importante nella mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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one day

Ed eccomi spuntare anche nel Fandom di Kingdom Hearts!
Inoltre è la prima volta che mi dedico ad una FanFiction yaoi.

Quindi, che dire...Spero vivamente che la fic vi piaccia.
I commenti sono sempre ben accettati. Spero di non risultare noiosa o rendere i personaggi OOC.
Ma tutto sommato, penso di aver fatto un lavoro...Ehm...Discreto? Bhò...Si vedrà.



PS: 1) E' probabile che il titolo lo cambierò, se me ne verrà in mente uno più decente. Sfortunatamente non sono mai stata brava con i titoli...Preferisco la sceneggiatura.
2) Ho utilizzato il 13 perchè è il mio numero fortunato. Solo ora, guardando su facebook vedo che è anche l'AkuRoku Day... Lol! xD

Buona lettura!^^











13 Ottobre 2006

"Scatti a sorpresa"



«Quel che voglio fare con la fotografia, è quello di catturare quel minuto, parte della realtà»
Chi l'avrebbe mai pensato che quel misero minuto, avrebbe riscosso un ruolo così importante nella mia vita.





Roxas
e Sora Collins si trovavano al teatro della scuola, insieme ad una marea di studenti, insegnanti e perfino genitori, tutti ad aspettare il grande evento che da mesi annunciavano su ogni bacheca scolastica, il Musical di inizio ottobre.
«Spero che non sia uno spettacolo piena di drammi noiosi» Disse Sora, tra uno sbadiglio e l’altro.
Roxas sospirò per l’ennesima volta, prendendo in mano la sua macchina fotografica per pulire per con attenzione l’obbiettivo «Vedi di non addormentarti, non ho voglia di ascoltarti russare per tutta la serata e doverti raccontare le parti principali, solo per farti fare bella figura con Kairi».
«Oh andiamo Rox, per chi mi hai preso?» Domandò sorridente il fratello, sedendosi con aria scomposta e disinvolta.
Roxas restò accanto a lui, troppo impegnato a controllare la sua macchina fotografica che prestare attenzione alla quantità di gente che si faceva spazio tra gli spalti.
Dopo il terzo sbadiglio di fila, Sora lanciò una veloce occhiata al fratello «Farai delle foto anche oggi?»
«Certamente»
«Non ti stanchi mai di fare fotografie?»
«Non ti stanchi mai di farmi queste domande inutili?»
Ormai era di routine porgli quella domanda, e Roxas non potè fare a meno di mostrare un piccolo sorriso, forse di rassegnazione più che di conforto.
Suo fratello era sempre stato un tipo molto distratto, non lo faceva apposta ma certe volte lo mandava all’esasperazione. Perfino il nuovo barista dietro casa loro sa quanto la fotografia sia importante per Roxas, per non dire essenziale. Non ha mai avuto molte passioni, se non per lo skateboard che praticava al parco con i suoi amici, un sogno buttato al vento quando non venne scelto per i campionati.
Era talmente distrutto che accettò perfino di passare del tempo con suo padre, un fotografo di professione; mai si sarebbe aspettato di appassionarsene così tanto.
Risparmiò i soldi per comprarsi una macchina fotografica tutta per sé, e non passa giorno che Roxas esca di casa senza portarsela dietro.
Tutti erano a conoscenza della sua passione.
Tutti tranne Sora.
«Terra chiama Roxas! Mi senti?»
Alzò lo sguardo, notando arrivargli incontro i suoi due amici, Hayner e Pence.
«E’ da dieci minuti che cerchiamo di chiamarti»
«Scusatemi, è solo che…»
«Ah, lascia stare» aggiunse Hayner, sedendosi accanto a lui, seguito a ruota da Pence. «Vedo che Sora non vede l’ora che inizi lo spettacolo»
Fu proprio in quel momento che Roxas si voltò, notando il fratello dormire come un bambino.
Almeno questa volta non russa. Meglio così, forse riuscirà a rimanere attento, senza essere continuamente distratto dalle sue stupide domande.
Hayner si lasciò sfuggire una piccola risata, dando una leggera gomitata a Pence «Kairi non ne sarà molto contenta, lei e Olette sono le prime ad andare in scena, se lo vede in queste condizioni è spacciato»
Sarà stato il fatto di immaginarsi il fratello che supplicava perdono a Kairi per essersi addormentato durante tutto lo spettacolo, ma in quel momento Roxas rise.
La prima risata della giornata, ed era solo domenica pomeriggio, un record personale.
Fissò lo specchietto ormai lucente della sua macchina fotografica.
Questo periodo non poteva essere di certo dei migliori, i suoi genitori si erano separati da meno di un anno e già sua madre usciva con un altro uomo, proveniente dall’Inghilterra, Luxord.
Ma che razza di nome è? Scommetto che non è veramente inglese.
Roxas sembrava l’unico a patire davvero la mancanza del padre.
«Hey iniziano!» Annuncia Pence, con uno strano entusiasmo che stupì addirittura Hayner.
Il tendone si alzò e le luci si posizionarono su alcune ragazze che entrarono con timidezza in scena.
Roxas ne approfittò immediatamente per cercare di scattare qualche fotografia, regolandosi al meglio con lo zoom.
«Roxas, posso provarla?» Domandò incuriosito Hayner.
Senza neanche dargli il tempo di obbiettare, l’amico gli sfilò dalle mani l’oggetto, tentando invano di capirci qualcosa.
«Hayner, attento a non romperla però! Fa attenzione! Attento!»
«Sì sì, rilassati è tutto sotto controllo, dov’è il flash? Ah no aspetta, forse l’ho trovato!»
Detto ciò si iniziò a scattare foto a raffica, senza preoccuparsi minimamente della qualità e tanto meno dello zoom che ha utilizzato.
Insomma, Hayner non ha mai avuto buon occhio per queste cose.
Roxas era troppo impegnato a controllare che il suo amico non combinasse casini con la macchina per potersi accorgere dell’incredibile guaio in scena, ma non appena sentì le urla schifate delle ragazze, voltò lo sguardo, notando il palco completamente ricoperto di vernice rossa.
Rimase talmente sorpreso da non riuscire a dire nemmeno una parola.
Il musical, i vestiti, il palco…Era tutto rovinato.
«Ma che cazz..?!»
«Questo sì che è uno spettacolo con effetto a sorpresa!» Puntualizzò Hayner.
Ma chi può essere talmente idiota da fare una cosa simile? Per giunta davanti al preside e il corpo studentesco.
«Ah! Che cosa…Che cosa è successo?»
Buongiorno, bella addormentata.
Avrebbe voluto dirgli Roxas, ma in quel momento era impegnato a guardare altro, invece di prendersela con il fratello.
Mentre tutti si alzarono dai loro posti per andare a controllare lo stato degli studenti, Roxas riuscì a scorgere la visuale di una ragazza che piangeva a diritto, confortata inutilmente dalle sue amiche, anch’elle ricoperte di colorante rosso.
Naminè, era stata lei ad organizzare lo spettacolo, ed era bastato lo scherzo di qualche cretino a rovinare mesi e mesi di duro lavoro.
Non riuscì a scorgere, (forse perché troppo distante), le risate incontrollate di un gruppo di ragazzi che si allontanavano da quella scena con aria soddisfatta.



************



Il giorno dopo non si fece altro che parlare del Musical rovinato. Il preside era furioso, aveva interrogato diversi studenti per farsi dire il nome di chi avesse causato quell’atto teppistico.
Molti avevano già dei sospetti, ad esempio, Hayner e gli altri erano sicuri che centrasse la banda dell’ultimo anno, un gruppetto formato da cinque ragazzacci, promossi solo perché la loro presenza risultava fastidiosa perfino per gli insegnanti.
Ma d’altra parte, nessuno avrebbe fatto la spia senza una prova concreta del loto atto vandalico, a meno che quel qualcuno non fosse un aspirante suicida, avrebbe trovato un biglietto di sola andata per l’ospedale, ed ovviamente, quella banda non lo avrebbero più lasciato in pace, sarebbe stata la loro nuova vittima del giorno.
Giorno-dopo-giorno.
Un vero incubo per ogni studente della Traverse Town Hight.
«Vi dico che sono stati loro!» Aggiunse furiosa Olette.
Lei, insieme a Kairi e ad altre ragazze del secondo anno erano state colpite durante lo spettacolo.
Olette aveva persino rinunciato ad uscire i fine settimana per cucire tutti gli abiti di scena, insieme a Naminè.
Roxas intanto guardava le varie foto che aveva scattato quel pomeriggio, concentrandosi su una in particolare.
Erano appena usciti da scuola, finchè il gruppo si fermò, notando l’arrivo di alcuni ragazzi più grandi di loro, ovvero, la banda accusata dell’atto vandalico.
Che coincidenza. Che amara coincidenza.
Ovviamente nessuno aveva prove concrete, per non parlare del coraggio di accusarli e anche solo sperare di passarla liscia.
Hayner scosse il capo, cercando di calmare l’amica, ma non potè evitare di non fare commenti al riguardo.
«Guarda, guarda come ridono! Che razza di idioti, è palese che siano stati loro!»
«Ma perché prendersela con noi?!»
«Non c’è un motivo Olette, sai di che gente stiamo parlando…» Mormorò Roxas, senza distaccare lo sguardo dalla macchina fotografica. «Guardate un po’»
Fece cenno a loro di guardare la foto scattata da Hayner, in un primo momento nessuno notò la differenza, ma dopo che Roxas mise in funzione lo zoom per ingrandire la foto, si riuscì a notare la figura di un ragazzo dai folti capelli rossi, uscire da dietro le quinte con le mani sporche di vernice.
Evidentemente, l’incredibile incapacità di Hayner di fare una foto decente, questa volta si era dimostrata utile per risolvere il mistero. Quella chioma si sarebbe conosciuta tra mille, solo una persona era conciata in quella maniera in tutta la scuola.
Axel Morris, uno della banda, come da sospetto.
Un tipo strano, si capiva già da come si conciasse sia i capelli che il viso.
E pensare che proveniva da una delle famiglie più apprezzate di tutto il paese. Entrambi i suoi genitori sono medici specializzati, mentre suo fratello maggiore studia psicologia in un'altra città.
Strano che una famiglia così per bene sia riuscita a sfornare un tipo del genere.
Olette non potè nascondere il suo entusiasmo nel vedere quella foto «Ma è fantastico! Questa è la prova che ci serviva!»
«Frena Olette, prima di agire pensiamo bene alla sit...»
Ma è inutile fermare un ragazzo impulsivo come Hayner, prima che Roxas potesse anche solo terminare la frase, il biondo era già partito in quarta verso quel gruppo.
«Axel!» Sbraitò, attirando l’attenzione del rosso.
«Mmh?» Si capiva già dal suo sguardo che sarebbero stati guai anche solo aver incrociato la loro strada.
«Sappiamo che siete stati voi a fare quello scherzo idiota al musical»
Axel si strinse le spalle, lanciando uno sguardo annoiato verso il suo gruppo, era appoggiato al muro dell’edificio e con una mano, afferrò un pacchetto di sigarette. Solo a quella vista, Roxas storse il naso, infastidito. Odiava il fumo, gli provocava un senso di nausea anche solo vedere un pacchetto di sigarette, un po’ come quando Luxord veniva a far visita alla famiglia, anche se in quel caso il disgusto era riferito alla persona.
«E anche se fosse, piccoletto? Ma devi ammettere che, chiunque sia stato, ha reso lo spettacolo molto più divertente, non trovate?»
Hayner non fece in tempo a controbattere che Axel si voltò, allontanandosi con gli altri della banda.
Roxas tirò un sospiro di sollievo, forse troppo prematuro, poiché Hayner disse quella frase che non avrebbe mai e poi mai dovuto dire ad un tipo come Axel Morris.
«Sei solo un codardo!»
«…Come?» Domandò, quasi con ironia, forse per dargli tempo di rendersi conto dell’enorme casino in cui si stava cacciando. Ma si sa, Hayner è il classico tipo che prima sbatte la testa e forse, solo forse, dopo capisce di aver fatto un’enorme cazzata.
«Abbiamo le prove che sei stato tu! Roxas ha scattato una foto durante l’ incidente»
Frena un secondo...Roxas ha fatto cosa?
L’amico sgranò gli occhi, maledicendosi il giorno quando, in prima elementare, aveva condiviso con Hayner la sua merenda, iniziando così la loro lunga carriera di “amici per la pelle”.
Al diavolo, la prossima volta i biscotti te li inficco nel…
«Se non vuoi che andiamo dal preside, confessa le tue colpe e consegnati alla polizia»
Sì, decisamente aveva visto troppi film polizieschi.
Axel rispose con una piccola e sonora risata, portando una mano tra i suoi folti capelli rossi e, dirigendosi con disinvoltura verso i due aspiranti eroi.
Tralasciando il fatto che Roxas aveva raggiunto Hayner solo per poterlo trascinare via da quella situazione, non si rese conto dell’incredibile vicinanza di Axel davanti a sé.
Il rosso gli strappò tra le mani la macchina fotografica, dandogli una veloce occhiata «Carina, ma non me ne intendo molto di queste cose…»
«Hey, ridammela!»
Axel lo bloccò con una mano, facendolo indietreggiare di qualche passo, dopodiché gli rivolse un mezzo sorriso.
Chissà il perché ma Roxas temeva che quel sorriso non avrebbe portato a nulla di buono.
«Grazie per il regalo»
E difatti fu così…
Inutile riuscire a fermare un tipo come Axel, soprattutto quando è scortato dall’intera banda.
La macchina fotografica era perduta, e Roxas potè riprendere fiato solo quando si allontanarono del tutto.
«Che razza di cretino!» Sbottò Hayner «Se solo non fosse alto due metri gli avrei già tirato un pugno in faccia»
In tutta risposta, Roxas gli rivolse il commento più naturale e spontaneo possibile.
«Hayner, vaffanculo!»



*************



Il giorno seguente, terminata la scuola, Olette propose di andare al cinema, forse per cercare di calmare l’ira di Roxas verso il suo amico.
Magari era meglio così, durante il film sarebbero stati zitti, in questo modo Roxas si sarebbe rilassato e magari avrebbe potuto perdonare l’impulsività di Hayner, anche se in parte, lo aveva già fatto.
Non era da lui tenere il muso a vita.
E poi la colpa era soprattutto di Axel. Anche se in cuor suo sperava che prima o poi avrebbe rivisto la sua macchina fotografica.
Forse, nei meandri più nascosti della sua, diciamo…Umanità, Axel Morris aveva un cuore, e non avrebbe distrutto i sogni e le speranze di un povero ragazzo di cui la sua unica, vera passione era la fotografia.
«Ma guarda un po’… Il piccolo Peter Parker»
Parli del diavolo…
Axel raggiunse Roxas proprio mentre aveva finito di ordinare pop-corn e bibite per i suoi amici.
Il suo sorriso pareva divertito e per nulla sorpreso, al contrario del biondo.
Ma è possibile che non possa passare un giorno senza finire nei pasticci? Di solito il combina guai della famiglia era Sora.
A questo punto ne aveva la certezza, entrambi attiravano i guai come le api coi fiori.
In conclusione, Axel era un insetto fastidioso e Roxas era il povero fiorellino indifeso.
Doveva assolutamente sfuggire dalla sua mira, doveva andarsene.
Fece qualche passo, dimenticandosi addirittura di prendere i pop-corn, ma Axel lo raggiunse, afferrandolo ad una spalla.
«Stai forse cercando di scappare?»
«N_no…»
Bugiardo.
«Allora mi volevi evitare»
«T_ti sbagli»
Doppio bugiardo.
Axel sospirò, costringendolo a voltarsi, ma Roxas tenne comunque lo sguardo fisso sul pavimento. Cercando di ignorare i suoi continui commenti.
«Non è forse da maleducati rispondere ad una persona senza guardarla negli occhi?»
«Non è forse da ladri rubare qualcosa che non è tuo?» Ribatté, alzando questa volta il viso e incrociando gli occhi verdi del ragazzo. Sembrava, stupito.
Forse perché non si sarebbe aspettato una sua reazione simile, ora, di fronte a tutta quella gente che entrava e usciva nelle varie sale del cinema.
«Ah quella…» Borbottò lui, portando le mani in tasca «Ormai fa compagnia alla discarica»
Per un solo istante, tutti i motivi che gli avevano impedito di rispondergli svanirono completamente.
«Che cosa?!»
Il rosso portò una mano sui capelli biondi del ragazzo, spettinandoli un poco.
Il più piccolo arrossì leggermente a quel contatto, sperando con tutto il cuore che non se ne accorgesse, non voleva dargli vinta neanche questa sua capacità di metterlo in imbarazzo.
Ma d’altra parte si sentiva, confuso. Per quanto di sforzasse, non riusciva a capire se quei gesti erano:
a) Per simpatia.
b) Per pietà.
c) Solo puro divertimento nel vederlo arrabbiarsi inutilmente.
Axel si lasciò sfuggire un innocuo sorrisetto, avvicinando le labbra al suo orecchio.
Quel sorriso cominciava davvero a dargli i brividi.
«Guarda il lato positivo piccoletto. La prossima volta, evita di giocare a fare il detective privato, o la macchina fotografica non sarà l’unica cosa che si romperà…Non so se mi spiego.» Gli sussurrò.
Evidentemente, era la risposta esatta era la c).
In pratica, se avesse continuato a dare retta ad Hayner, quel tizio gli avrebbe spaccato le ossa.
Messaggio ricevuto: Hayner, cavatela da solo.
Dopo la spiacevole chiacchierata, Axel si allontanò sghignazzando.
Roxas potè nuovamente riprendere fiato una volta recuperate le eventuali distanze. Forse c’era davvero un’entità superiore che voleva vederlo morto entro fine settimana.
Se continuava di questo passo, Axel non gli avrebbe lasciato vita facile.



*************



«Era ora!» Commentò Pence, afferrando due bibite per volta «E i pop-corn?»
Merda.
Sapeva di essersi dimenticato qualcosa, ma l’arrivo di Axel lo aveva letteralmente fatto innervosire.
«Scusate, vado subito a prenderli»
«Il film sta per cominciare Roxas, li prendiamo durante l’intervallo»
Anche se Pence non era molto d’accordo, si trovò ad accettare la proposta di Olette, piuttosto che scendere le scale ed andare al bar, avrebbe aspettato ben volentieri.
Sembrerà strano, ma era persino più pigro di Roxas.
Il cinema di Traverse Town era enorme, una delle poche ragioni che spingono una persona a rimanere in città, possiede sette sale, di cui la prima è composta da due piani, Roxas e gli altri cercavano sempre di trovare i posti al piano superiore, ormai il era diventato uno dei loro luoghi preferiti.
Ma bastò solo abbassare lo sguardo qualche secondo, per accorgersi della sua presenza.
Inutile dire che con quello strano colore di capelli non poteva di certo passare inosservato neanche durante la proiezione di un film.
Non-è-possibile.
Con tutte le sale, con tutti i fottuti film in uscita, con tutte le persone che poteva incontrare, proprio Axel?
Il lato positivo? Si trovava al di sotto, almeno non lo avrebbe sentito sghignazzare con i suoi “simpatici” amichetti, vantandosi di quanto fosse tosto e bello.
Frena frena Roxas, evitiamo di fare questi pensieri assai inquietanti. Gli ripeteva la sua vocina interna.
Doveva davvero farsi vedere da uno psicologo, ora parlava addirittura con sé stesso?
Scosse il capo, afferrando una delle bibite che aveva preso per i suoi amici e voltandosi un ultima volta verso quel diavolo dai capelli rossi.
Era tutta colpa di Sora, sì solo sua.
Non sapeva il perché, ma dare la colpa al fratello in un certo senso lo rasserenava.
Finchè non avvenne la tragedia.
Una spintonata, fosse voluta dal destino, o semplicemente perché la sua ora stava per giungere al termine. La bibita gli scivolò tra le mani, prendendo in pieno il gruppetto di Axel.
Oh cazzo…Oh cazzo!
Sentiva già le campane suonare per il suo funerale. Presto sarebbe morto.



Se siete arrivati fin qui...CONGRATULAZIONI! Non vi ho annoiato!^^
Il seguito lo posterò a breve, appena riprenderò possesso del mio computer xD


Adios




  
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