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Autore: xdreamscometrue    22/07/2012    6 recensioni
'Chi non voglio rivedere? Zayn Malik. Quello stronzo sempre pronto a farci saltare in aria da un momento all'altro.'
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ripresi lentamente coscienza e ugualmente lentamente riaprii gli occhi e la prima cosa che vidi, fu la prima cosa che non avrei mai voluto vedere. Abbassai lo sguardo sul mio corpo e la mia mente cominciò improvvisamente a porsi delle domande.
Perchè c'era Malik? Perchè ero bendata? E dove cazzo ero? 
Cercavo di capire dove mi trovavo e capii che quella, era la camera di quel coglione.
E perchè cazzo ero sul suo letto?
-Che cazzo è successo?- espressi i miei pensieri ad alta voce. Cercai di rialzare il busto aiutandomi con i gomiti, ma una fitta alla vita mi costrinse a bloccarmi e risdraiarmi. Chiudendo gli occhi emanai un verso strozzato di dolore e immediatamente sentii una mano grande e calda sulla mia schiena.
-Ma che sei scema?! Non ti puoi muovere!- esclamò quel babbuino senza cervello, cominciando a risistemarmi le bende che si erano slegate dalla vita. Osservavo ogni suo movimento con gli occhi spalancati ed ero certa che se fosse possibile, mi sarebbe arrivata la mascella a terra. Analizzavo qualsiasi sua espressione in viso. Aveva le sopracciglia corrugate, si mordeva il labbro inferiore e aveva un'espressione molto concentrata in quella cazzo di faccia, che per una volta non sembrava tale. Fece un fiocchetto alla benda, all'altezza dell'anca destra e lentamente cominciò ad alzare lo sguardo. Prima di arrivare ad incrociare i miei occhi, risalì con lo sgaurdo su tutto il mio corpo e si fermò sulle mie labbra, fino a quandò incrociai i suoi occhi. Occhi che mi avevano sempre trasmesso odio. Occhi che mi avevano sempre trasmesso paura, pericolo e che ora, non trasmettevano niente di tutto ciò. Mi erano sempre sembrati neri, come due pozzi senza fondo. Neri, senza sfumature, non tralasciavano nessuna emozione, freddi e impassibili. Ora, erano diventati più chiari. Avevano una sfumatura di un marrone molto chiaro, come il cioccolato al latte. Erano profondi, belli e sembravano sinceri. Non trasmettevano più paura, ne odio, ne pericolo. Potevo vedere della leggera preoccupazione nei suoi occhi e del dubbio. Non sapeva cosa fare e questo si vedeva, ma di sicuro, io non ero più organizzata. Ero immobile, con gli occhi puntati sui suoi, la mia mano che sfiorava ancora il suo braccio e la sua mano, ancora sul mio bacino. Riuscì ad interrompere quel contatto visivo e spostai lo sguardo sulla sua mano, che aveva iniziato a muoversi con movimenti circolari sul mio bacino. Poco dopo lui seguì la linea dei miei occhi e non appena si capacitò di ciò che stava facendo, ritirò subito la mano e con uno movimento fulmineo andò a risedersi sulla sedia posizionata accanto al letto. Si passò più volte la mano sui capelli con sguardo basso e sembrava..impacciato. Girovagai con lo sguardo per la stanza, passandomi più volte la mano dietro il collo fino a quando il silenzio creatosi tra quelle quattro mura venne spezzato.
-Ti fa male? Quello..- e saettando con gli occhi indicò insicuro con la mano, quello che doveva essere il mio fianco. Mi schiarì la voce e con voce flebile sussurrai un misero 'un pò' torturandomi le mani. 
Ma che sta succedendo? 
Mi chiesi, ed improvvisamente un flash-back invase la mia mente.
 
''-Malik, ridammi il cellulare!-gridai ormai sfiatata continuando a correrli dietro. Era ormai da circa mezz'ora che continuavo a rincorrerlo per tutto il parco, cercando di riprendermi quel mio fottuto cellulare. Ma no, ovviamente lui doveva essere di poco più veloce! 
-Ti ho detto di ridarmelo, idiota!- Allungai la mano verso di lui, cercando in qualche di fermarlo per la maglietta e non appena ci riuscì, Malik si fermò di colpo. Io andai a sbattere contro la sua schiena e dal forte impatto finì a terra, essendomi sbilanciata un pò troppo. Emanai un lamento di dolore, percependo una piccola fitta alla schiena. Lo guardai in cagnesco e lui con un ghigno soddisfatto su quella faccia di merda, mi gettò il cellulare accanto, provocando la sua immediata frattura.
-Tieni.- ghignò ancora divertito e se ne andò. ''
 
Immediatamente cominciarono a passarmi per la testa, tutti gli avvenimenti. Tuttò ciò che avevo passato per colpa sua. Tutte le sofferenze causate per colpa sua. Tutti i dolori passati per colpa sua. Parte della mia vita, rovinata da lui. Altri flash-back si raffiorirono nella mia memoria.
 
''-Cinquantasei, cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove..Sesanta! Eccolo!- sorrisi soddisfatta ad Abigail, una mia amica che frequentava il mio stesso corso di biologia. Una ragazza per bene. Capelli di color amaranto, due bei occhi grandi e azzurri, un fisico slanciato con delle curve giuste e di una statura media. Una bella ragazza, proprio bella. Ci siamo conosciute il primo giorno di scuola, del terzo anno, durante l'ora di biologia. Scarabocchiavo distrattamente sul mio quaderno prima dell'inizio delle lezioni. Come sempre al mio ultimo banco, in fondo alla classe fino a quando senti un tonfo leggero provenire dalla mia destra. Girai svogliatamente la testa ed incontrai un paio di occhi azzurri ed immediatamente capii, che saremmo diventate grandi amiche dal modo in cui mi sorrise. Un sorriso così radioso, capace di trasmetterti felicità. Lo aprì e ci infilai i libri, pronta a doverlo utilizzare per tutto il seguente anno. Lo richiusi e con un sorriso stampato in faccia ci dirigemmo verso il suo, il numero ottantacinque. Un pò lontano dal mio, ma fa niente. Mancavano pochi numeri al suo, quando all'improvviso sentì un bruciore lacerarmi il braccio sinistro. Portai immediatamente la mano sul braccio ed istintivamente guardai cos'era successo. Vi era una bruciatura che ormai aveva iniziato anche a sanguinare interrotamente. Bruciava. Mai avevo provato un bruciore tale. Con gli occhi colmi di lacrime agli occhi, mi guardai in giro tentanto di capire chi fosse stato e a pochi metri di distanza intravidi Malik e compagnia bella ridere sguaiatamente. Il pakistano mi indicò una sua mano, dove reggeva una sigaretta fumante. 
Bastardo.
Intanto Abigail si era coperta la bocca e delicatamente mi aveva portata per mano, in infermeria per farmi medicare e pulire il sangue che ormai aveva macchiato tutto il braccio.''
 
Ah, Abigail. Adoravo quella ragazza ma per mia sfortuna, l'estate seguente si dovette trasferire in Francia. Ci tenevamo in contatto, ma piano  piano, qualsiasi modo per comunicare svanì e da allora, non ho più avuto sue notizie. Mi manca quella ragazza. Mi manca la sua risata. Mi manca il suo sorriso. Mi mancano i suoi occhi. Mi mancano i nostri pomeriggi passati insieme cercando di studiare biologia, ma purtroppo, ogni volta finivamo per fare una battaglia di pop corn. Mi manca tutto di lei, era un'amica fantastica, ma a quanto pare, qualcuno lassù vuole che io rimanga sola in questa benedetta scuola. 
Fissavo con occhi vitrei un punto impreciso e lentamente ritornai alla realtà, lasciando per un'attimo il passato alle mie spalle. Le lacrime continuavano a rigare le mie guancie, senza smettere. Scattai all'indietro, raggomitolandomi su me stessa. Portai le gambe al petto, allacciai le braccia alle gambe ed appoggiai la fronte sulle ginocchia. Nella mia testa vi era il caos completo. Non capivo niente. Non pensavo niente. Non provavo niente. Ero semplicemente stanca di tutto, la mia autodifesa aveva semplicemente scollegato il cervello. Percepì qualcosa sulla mia schiena. Lentamente rincominciai a riacquisire i sensi. Improvvisamente quel qualcosa diventò più caldo e più pesante. Come in lontananza cominciai a sentire dei sussurri, ben distinti.
-Hei..- chi era?
-Hei El..- è lui?
-Eleanor, va tutto bene..- si, era lui. 
Alzai la testa ed incrociai quegli occhi. Era a pochi centimetri dal mio viso e potevo sentire il suo respiro confondersi con il mio. Guardai le sue labbra. Erano belle, carnose e sembravano morbide. 
Non sapevo più che pensare. 
Improvvisamente sentì delle braccia possenti circondarmi il corpo. All'inizio non reagì, ma a distanza di pochi secondi, ricambiai l'abbraccio. Mi alzai  ed allacciai le braccia al suo collo. Mi strinsi forte a lui, come più potevo e sentivo che lui, faceva lo stesso. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di un'abbraccio. Avevo bisogno di sentirmi protetta. Diedi sfogo alle mie lacrime, ormai uscite troppo spesso dai miei occhi. Piansi per tutto il tempo necessario, sempre stretta fra le sue braccia, con la sua mano che continuava ad accarezzarmi la schiena ed i capelli. Non capivo il suo comportamento. Non capivo il mio di comportamento. Non capivo perchè lo stava facendo e perchè aveva fatto tutto quello in precedenza. 
Perchè?
Perchè lo stavo abbracciando, dopo tutto quello che mi ha fatto passare? Insomma, io lo odiavo e dovrei odiarlo ancora, ma su questo improvvisamente non ne fui più sicura.
E' possibile dimenticare tutto l'odio provato verso una persona dopo averla semplicemente abbracciata?
No, è impossibile. L'odio è un sentimento profondo. L'odio non si dimentica o per lo meno non così facilmente
Mi staccai lentamente da lui, nonostante non lo volessi, allontanai le sue mani dal mio corpo e lo guardai dritta negli occhi. 
-Perchè?- ero seria. Mai stata più seria di così. Esigevo una risposta, una spiegazione. Ero sicura che avesse capito cosa intendevo e infatti non mi sbagliavo. Era preoccupato. Era terorizzato. Sembrava confuso. Credo che in quel momento, stesse provando la stessa confusione che avevo provato io pochi attimi prima. Ne ero sicura. 
-Perchè?- ripetei. Gli occhi rincominciarono a riempirsi di lacrime e la vista cominciò ad essere appannata. 
-Perchè?- ripetei ancora, alzando di un'ottava la voce. La mia voce esprimeva disperazione e i suoi occhi lo stesso. Una lacrima rigò la mia guancia destra e immediatamente portò la sua mano su di essa e la asciugò con i pollici. Appoggiò entrambe le mani sulle mie guancie e si avvicinò di poco, cominciò a bocheggiare qualcosa di incomprensibile tra il 'io' ed il 'oh'. Altre lacrime scivolavano come d'abitudine sulle mie gote ormai arrossate e lui prontamente le toglieva delicatamente con le dita. Scrutai i suoi occhi color caramello diventare lucidi. La pupilla si era dilatata a causa dell'occhio inumidito dalle presunte lacrime e la mascella serrata si era 'rilassata', in un'espressione sofferente. Una lacrima solitaria solcò sulla sua guancia sinistra e nella frazione di pochi secondi, mi aveva accarezzato delicatamente le guancie e se ne era andato, lasciandomi sola in quella stanza, con i miei dubbi


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SPAZIO AI POMODORI GENTE!
No vabbè, amatemi, non ho mai fatto un capitolo così lungo AHHAHAHAHA.
wow o:
'LO SAI CHE SE VAI DAVANTI ALLO SPECCHIO ALLE TRE DI NOTTE ED URLI TRE VOLTE 'BLOODY MERY' COMPARE TUA MAMMA DICENDOTI ''CHE CAZZO TI URLI?''
AHHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAAHAHHAHAHA.
Ok, la smetto.
Ma era mitica:'D
Allora. Malik è sdfgfgvdcx uhuhuhuhuh (?) 
BASTA, IO NON CONTINUO SE NON RECENSITE.
Non so neanche se vi piace. Magari io sto continuando e invece voi pensate 'ma quando cazzo se ne va questa?' çç
Ho bisogno di opinioni, anche critiche per sapere che cambiare ):
Ok, vado a mangiarmi uno yogurt al caffè.

ccccccccciao c:

#p
  
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