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Autore: Ely_CurlyHair    22/07/2012    9 recensioni
L'amore è amore.
Ragazza+Ragazzo = AMORE
Ragazzo+Ragazzo = AMORE
Ragazza+Ragazza = AMORE
Perché essere gay sembra essere un reato? Perché è così complicato? Perché mi sento diverso? Perché non posso amare un ragazzo apertamente? Una risposta ce l'ho!
E' tutta colpa di quella gente ignorante, omofobica, razzista, con vecchi ideali che non accetta il diverso, che crede si saper qual'è la verità sulla vita e invece non sa un emerito niente, che crede che l'amore esista solo tra maschio e femmina. Ma non è così. L'amore tra i gay esiste ed è più solido degli altri.
Questa è la storia di Harry e Louis due semplici ragazzi all'apparenza ma con un grande segreto dentro e che hanno tanto amore da donarsi.
SE SEI OMOFOBICO GIRA A LARGO. NO ALL'OMOFOBIA.
PEACE AND LOVE .
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Ti avverto, non è davvero interessante. Sono un ragazzo ordinario, come tutti gli altri. - dissi timidamente, arrossendo leggermente. Avevo la tendenza a farlo ogni volta che non gli dicevo niente. Probabilmente avevo una paura costante di dire qualcosa di sbagliato.
- Non fa niente, voglio sapere. - disse di nuovo. Sospirai e mi appoggiai allo schienale. Eravamo entrambi nella stessa posizione, gambe distese sul pavimento, braccia incrociate al petto, fissando il soffitto. Notai che fuori diluviava, e l'interno della libreria era ormai illuminato dal bagliore artificiale delle plafoniere. 
- Ok, se insisti. - dissi arrendendomi. Non sapevo perché ero così riluttante a dirglielo. Forse, perché la mia vita era come quella degli altri, non c'era nulla di diverso o di speciale in me. Era noiosa e l'ultima cosa che volevo era farlo annoiare.  - Beh, ho vissuto qui tutta la mia vita. A mio parere, questa è la città più noiosa sulla faccia della Terra, e non ho idea del perché i miei genitori hanno deciso di vivere qui tra tutti i bei paesi che potevano scegliere. -
Ridacchiò, e sentii le sue spalle muoversi contro le mie perché eravamo appiccicati.
- Uhm, vivo con mia madre e il mio patrigno, che ho già detto, sono ridicolmente iperprotettivi. Anche quando esco con i miei amici, devono avere quasi una mappa dettagliata su quello che farò e così via. - dissi, sentendo il fastidio crescere. - Non fraintendermi, amo i miei genitori. Mi trattano bene, è solo che questa loro iperprotezione mi fa arrabbiare -.
- Beh, è ​​meglio avere due genitori attenti che due a cui non gli frega nulla.- costatò.  
-Sì, penso di sì. E' solo faticoso sopportarli. - dissi, osservando il soffitto.
Lui non disse nulla per esortarmi a continuare.
- Ho una sorella, Gemma, ma non la vedo spesso perché frequenta l’università e qualche volta viene a trovarci per il week end o per le festività. Spesso sono solo a casa poiché i miei genitori lavorano, ma ho i miei gatti che adoro. - dissi.
- Ci sono sempre io, Harry. Potrei starti vicino quando avrai bisogno di un amico.- disse abbozzando un sorriso.
Lo guardai incantato. Mi considerava suo amico? Io, il ragazzo più noioso della scuola, ero amico di Mr. Popolare. Ma continuai, come se non avesse parlato. - Ho
il mio piccolo gruppo di amici a scuola. Siamo considerati i ‘solitari’ e capisco perché. Noi non siamo vittime di bullismo e la gente non parla con noi. - dissi sospirando.
- Vorrei essere anch’io un solitario. - esclamò Louis.
- Perché vuoi che la gente non ti parli? - chiesi a voce alta.
Il bibliotecario mi guardò rabbioso. Non pensavo che il bibliotecario s’irritasse per così poco. Focalizzai la mia attenzione su Louis, che mi osservava attentamente. Sentii il mio viso accaldarsi, per la miliardesima volta da quando avevamo iniziato a parlare. Era così imbarazzante.
- Perché tutto quello che faccio a scuola è parlare con la gente. Beh, loro vogliono parlare con me. Soprattutto le ragazze sembra che trovino tutto di me interessante. Sono insopportabili. - disse, sospirando frustrato.
Scossi la testa. - Vorrei che le ragazze mi dessero tante attenzioni come fanno con te -. Quello che avrei voluto dire era che volevo che i ragazzi mi dessero tante attenzioni. Ma lo avevo appena conosciuto, non gli avrei svelato il mio segreto.
Sentii Louis irrigidirsi. Era stato impercettibile, ma riuscii a notarlo. Lo guardai interrogativo ma non mi vide. Fissava il soffitto.
- Quindi, ehm, a scuola non vado né bene né male. L'unica materia che mi piace è lingua artistica. Amo leggere e scrivere. E questo è il posto perfetto per farlo. - dissi.
- Anch’io amo leggere. Sennò, perché sono qui?- aggiunse con una risata. Mi misi a ridere con lui. - Questo è tutto credo. - dissi infine, guardando di nuovo il soffitto. In quel silenzio, mi sembrava la cosa più interessante da guardare.
- Fico. - disse dopo un po'.
- Hai appena detto fico? Spero che tu stia scherzando. - dissi incredulo.
- Beh, non è poi così fico ma non è neanche noioso. - affermò. Mi strinsi nelle spalle. - Se lo dici tu. - dissi. Un altro silenzio scese tra noi. Mi aspettavo che fosse un silenzio imbarazzante, considerando che c’eravamo appena conosciuti. Ma non lo era. Era confortevole, come se fossimo stati amici per lungo tempo.
Mi alzai, sentendo il bisogno di fare qualcosa. Camminai intorno al divano, e mi diressi verso la finestra enorme che occupava tutta la parete della biblioteca.
Pioveva a dirotto fuori e sentii un rombo di tuono, ma non un fulmine. Proveniva da lontano.
- Incredibile, non è vero? - disse Louis alle mie spalle. Mi voltai di scatto, non lo avevo sentito avvicinarsi. Sospirai, e tornai a guardare fuori.
- Sì. - ammisi. La natura mi affascinava. Era così potente che avrebbe potuto distruggere una città intera.
Rimanemmo lì insieme per non so quanto tempo, ammirando la bellezza della pioggia. Anche se poteva sembrare deprimente, la pioggia in realtà mi rilassava.
- Beh, penso che sia meglio tornare a casa. - disse Louis, guardando l'orologio sul muro. Feci la stessa cosa, e notai erano già le 17:30. I miei genitori mi avrebbero ucciso.
- Oh, cavolo, devo andare anch'io. - dissi nel panico. Se ne accorse, e mi posò una mano sulla spalla.
- Andrà tutto bene. Non ti preoccupare. - disse con un sorriso incoraggiante. 
Mi limitai ad annuire. - Bene. Ci vediamo domani, Harry. - disse con un sorriso smagliante.
Se ne andò mentre io rimasi fermo nella stessa posizione. Stavo sorridendo come un idiota, nonostante sapessi che se non fossi tornato a casa in tempo i miei genitori mi avrebbero sgridato. Me ne sarei pentito in seguito, ne ero sicuro. Ma non m’importava, ero felice perché LUI aveva parlato con me. Louis Tomlinson mi aveva parlato e mi considerava un amico.

 

                                                                                     **************

Louis’s Pov

La mattina, mi svegliai con un gran sorriso in viso. Avevo dormito bene, sapendo che avrei rivisto Harry. Era l’unica persona che mi trattava normalmente. I ragazzi cercavano di essere miei amici mentre le ragazze flirtavano. Se avessi avuto un altro orientamento, sarei stato felice ma considerando il mio “problema” mi facevano sentire a disagio. Mi alzai dal letto sbadigliando, mi strofinai gli occhi e mi trascinai verso il bagno. Camminai con gli occhi socchiusi fino al lavandino, una volta davanti allo specchio spalancai gli occhi. I miei capelli erano sparati all’aria come se avessi preso una scossa. Aprii il rubinetto e mi lavai il viso, presi un asciugamano e mi asciugai. Sbattei le palpebre sentendomi più sveglio. Presi la piastra per sistemare i capelli e intanto che si riscaldava, tornai in camera per vestirmi. Maglietta blu a righe bianche, jeans neri e scarpe bianche. Tornai in bagno e controllai che la piastra fosse abbastanza calda. La presi e sistemai i capelli, ciocca per ciocca. Volevo fare bella figura con Harry. Quando finii sorrisi al mio riflesso. Andai a controllare l’orario, 07:55, la scuola iniziava alle 09:00, avevo ancora tempo. Afferrai lo zaino dal pavimento, dove l’avevo lasciato la sera prima e scesi fischiettando al piano inferiore. Gettai lo zaino vicino al divano nel salotto e andai in cucina per fare colazione.
- Buongiorno mamma, come stai? - le chiesi, dandole un bacio sulla guancia.
Presi una tazza e ci versai del latte e del caffè. Mi sedetti a tavola bevendo un sorso dalla tazza.
- Sto bene, e tu? - disse, versando dei cereali nella ciotola.
- Bene. Dove sono Lottie e le altre piccole pesti? - domandai sorseggiando il caffelatte.
- Oggi lei e Fizzy entravano prima a scuola. Daisy e Phoebe sono rimaste a dormire da una loro compagna. -
- Ho incontrato qualcuno ieri. - dissi, sorridendo al pensiero di Harry.
Mi aveva fatto sentire come una persona normale. Quando gli avevo raccontato la mia storia tutto quello che fece, fu ascoltare. Era simpatico e speciale.
- Chi è la fortunata? - mi chiese mamma con un sorriso malizioso.
Ridacchiai. - Non è una ragazza, mamma. E’ un ragazzo e siamo amici. -
- Sono contenta per te. Come si chiama? - mi chiese mangiando i cereali.
- Harry. - risposi.
Amavo il modo in cui il suo nome usciva dalle mie labbra … Harry … Harry … Harry.
- Se vuoi, potrebbe venire qualche volta. -
Annuii e guardai l’orologio appeso al muro, 08:15. - Mamma, oggi vado a piedi per prendere una boccata d’aria. -
Di solito mi accompagnava lei a scuola perché era la strada che faceva per andare al lavoro ma volevo andare a piedi, era una così bella giornata dopo il maltempo del giorno precedente, volevo schiarirmi le idee.
- Stai attento. - mi raccomandò.
- Ciao mamma, ti voglio bene. - dissi, uscendo dalla cucina.
- Ti voglio bene anch’io. - urlò.
Andai in salotto per prendere lo zaino, controllai che nella tasca dei pantaloni ci fossero cellulare e portafoglio. Mi diressi verso la porta e uscii. Sospirai felicemente respirando a piani polmoni. Attraversai il vialetto e cominciai a camminare sul marciapiede. Ripensai a Harry. Era così adorabile. Il modo in cui arrossiva quando lo guardavo, il suo modo di diventar timido quando gli stavo vicino. Sapevo che si comportava in quel modo perché non ci conoscevamo abbastanza bene, ma avevo intenzione di cambiare la situazione. Gli avrei parlato, sarei entrato a far parte del suo gruppo e sarei uscito con lui. Ma lui aveva una fidanzata. Perché quelli che attiravano la mia attenzione erano etero? Peccato, comunque l’importante era essergli amico. Troppo immerso nei miei pensieri non mi accorsi che si erano fatte le 08:45. Affrettai il passo, non volevo arrivare in ritardo o sarebbero stati guai seri. Era l’ultima cosa di cui mia madre aveva bisogno, finire nei guai solo il secondo giorno di scuola. Raggiunsi i cancelli e attraversai il cortile. Il cortile e il parcheggio erano affollati da studenti anche il retro della scuola. Mi guardai intorno alla ricerca di Harry, ma non lo vidi, mi diressi verso il portone principale con l’intenzione di cercarlo all’interno dell’istituto. Mancavano pochi metri per raggiungere il portone quando una voce stridula urlò il mio nome. - Louis! -
Gemetti voltandomi e vidi la bruna che mi aveva importunato il giorno prima in mensa.
- Che vuoi? - le chiesi in modo scortese.
Notò che non ero tanto contento di vederla ma fece finta di niente sorridendo. - Mi chiedevo se oggi a pranzo potremmo uscire. - disse arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita.
La guardai con sguardo annoiato sperando che potesse capire che non ne avevo voglia. - Ehm, ho già degli impegni. Magari un’altra volta. - dissi tanto per togliermela dalle scatole. Non avevo intenzione di uscire con lei.

Le diedi le spalle e tornai sui miei passi. Dovevo assolutamente parlare con Harry. Anche se ero nervoso.

 

                         

 

                                   My Space

Scusate dovevo pubblicare ieri ma ho avuto un contrattempo di nome: bambino simile a Bart Simpson con cui condivido la stanza. E’ iperattivo, non so come faccia, io adoro i bambini ma lui quando lo vedo ho istinti omicidi … sono disperata quest’ospedale è una gabbia di matti, AIUTO!! E’ una noia non succede niente, niente storie amorose come in Grey’s Anatomy, niente dottori o infermieri sexy su cui sbavare … ehm sto divagando meglio tornare sul tema principale. Che ne pensate del capitolo? E' corto lo so, ma ho dovuto tagliarlo così per lasciare un po' di suspance :), è un po’ moscio forse perché il meglio deve ancora venire … oh sapeste cosa accadrà, ma non ve lo dico ù.ù Mi piace fare la sadica. Chiudendo NVU ho dimenticato di salvare il primo capitolo della storia Un Amore Cieco quindi lo dovrò riscrive è.è, fortuna che dei passaggi me li ricordo. Bene, il mio lavoro per ora l’ho finito, io vado.

Bye, Bye :*

 

 

 

 

 

 

  
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