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Autore: SabryKagamine    23/07/2012    3 recensioni
Lei è una geisha perennemente triste al servizio di un padrone gentile e crudele allo stesso tempo;
Lui è il servo di una principessina viziata la quale è innamorata pazzamente di lui;
Come si intreccieranno le storie di questi due ragazzi??
Oddio...E' la mia prima fanfiction e sono felicissima che sia proprio una RINXLEN (come poteva non esserlo??!?!) anche se non a base di incesto D: Però una delle prossima sarà un bel Twincest sui Kagamine,lo posso assicurare!(Kagamincest for ever!)
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kaito Shion, Miku Hatsune, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“She was beautiful like a dea...”
 
 
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“Ohayoo Gozaimasu, irasshaimase*” disse Rin ancora con gli occhi chiusi. Appena li aprì si ritrovò davanti due figure: una ragazza molto giovane con un vestito appariscente e un ragazzo.
Quest’ultimo sgarrò gli occhi e disse con un filo di voce: “Rin…?”
Ella rimase impassabile, con la solita espressione triste e seria. Non importava il fatto che quello era proprio Len.
Lui al contrario rimase molto sorpreso di vederla e, diciamolo, anche felice. Non si aspettava di incontrarla ancora dopo la mattinata precedente, trascorsa magnificamente secondo il ragazzo.
Però qualcosa non andava. C’era qualcosa in Rin di diverso rispetto al giorno prima: l’aspetto?
Bhe, certo, per un ricevimento importante, chi non si agghinda come meglio crede…o come gli altri meglio credono?
In ogni caso, l’aspetto fisico non c’entrava nulla…il solito e magnifico kimono rosso le donava come quando l’aveva conosciuta e i suoi capelli, raccolti in quella strana pettinatura, facevano risaltare il suo viso, dove Len soffermò particolarmente il suo sguardo. Eccola là, quella stranezza tanto sentita!

Il suo sorriso, il suo meraviglioso sorriso, non c’era più. Al suo posto un’espressione malinconica e triste era posata in quelle labbra sottili e rosee cosi invitanti.
Comunque anche Rin era rimasta un po’ sorpresa di quella visione, senza darlo a vedere naturalmente.
Era quasi certa che Len avesse una fidanzata o una compagna, troppo bello per non averne.

Infatti la ragazza che era davanti alla porta teneva sottobraccio il giovane che invece puntava proprio a lei.
Due codini color verde-acqua, legati con due nastri bianchi, un vestito molto vistoso bianco e corto,tanto da far notare le sue mutandine a righe azzurre e bianche, sbrilluccicante da ogni singola parte e smanicato, che assomigliava quasi a un kimono solo per il fatto che portava in vita una cintura legata da un grande fiocco, un paio di guanti bianchi uguali al vestito, un paio di calze a rete e un paio di stivali non molto alti bianchi ornavano la figura della giovane. Alta pochi centimetri più della geisha, magra e con occhi verdi che sembravano seguire ogni movimento della geisha e penetrarle gli occhi freddi.

Un’altra bella ragazza sprecata, ecco.
“Oh ma che bella ragazzina abbiamo qui! Len la conosci?” disse lei,sfoggiando un sorriso derisorio e toccando il naso di Rin,visibilmente irritata.
<< Toh’, n’altra puttana, che bello!>> pensò la bionda mentre non mostrava nessun tipo di reazione al gesto dell’altra. Già le stava antipatica.
Len intanto fece finta di non sentire le parole che quella gli rivolse e continuò a guardare il viso spento di Rin: ne era attratto come un magnete anche in quel caso.
“Vi prego di seguirmi nell’altra stanza dove il mio master è pronto a ricevervi” annunciò improvvisamente dopo aver fatto entrare gli ospiti e aver richiuso la porta.
Attraversarono un lungo corridoio abbastanza largo, decorato da quadri di grande valore rappresentanti tutti una figura femminile in varie pose e paesaggi, una geisha.
Da questo corridoio si arrivava alla maggior parte delle stanze del piano terra della residenza mentre alla fine di esso si trovavano le scale per raggiungere il primo dove vi era anche la stanza di Rin con il suo bagno personale.
Rin guidò i suoi ospiti silenziosamente da Kaito che fu ben felice di vedere la ragazza dai capelli verdi.
“Master, gli ospiti sono qui”
“Ottimo Rin!”, le schioccò un bacio sulla guancia, “ Ehilà Miku! Quanto tempo che non ci si vede eh? Indossi ancori questi abitini succinti come una volta a quanto vedo, accomodatevi pure, te e il tuo amichetto” disse Kaito abbracciando l’ospite.
<< Ma questo chi è..?>> fu l’unico pensiero di Rin dopo aver assistito alla scena che le si era presentata davanti. Il suo padrone non era mai stato cosi felice. Quello non era lui!
<<Lo avranno rapito gli alieni. Si, è cosi, non mi spiego questo cambiamento .>>
Intanto tutti presero posto intorno al tavolo su cui erano riposte delle tazzine contenenti del thè.
Il padrone di casa iniziò a parlare mentre sorseggiava la bevanda:
“Allora Hatsune, sono felice che te abbia accettato il mio invito. E’ da quando ti sei ritirata dal liceo che non ci vediamo, è un sacco di tempo! Come vanno i tuoi studi privati? E la tua famiglia?”
<<Ritirata dal liceo!? Ma se avrà la mia stessa età, gia è tanto se lo ha iniziato questa…>> pensò Rin.
Miku portò alla bocca una tazzina e dopo averne bevuto gran parte del contenuto rispose:
“Già, va tutto a meraviglia. Sto studiando un po’ di politica e mi sto addentrando nel settore finanziario.
Per quanto riguarda la mia famiglia, mio padre è morto da non molto, ormai sono rimasta solo io.”
Lo disse così, tranquillamente e facilmente, come se ne fosse felice e la bionda giurò di aver visto un sorriso spuntarle in volto. Dopo questo breve dialogo il silenzio calò e l’aria si fece improvvisamente tesa e imbarazzata.
La situazione era questa: Rin guardava malissimo Miku che guardava Kaito che la guardava a sua volta mentre Len osservava la geisha. I loro pensieri?
Rin: << Questa la dà a tutti
>>, solito sguardo serio;
Kaito: << Questa me la dà>>, solito sguardo pervertito;
Miku: <<A questo non la do eheh  >>, sguardo divertito di chi si vuole far desiderare;
Len: << Rin…sorridi!>>, sguardo preoccupato. (ndA. Santo Len, l’unico che non pensa a robba sconcia, per ora..XD)
E mentre venivano scambiati sguardi strani, Rin venne chiamata da Kaito che la fece accomodare a cavalcioni sulle sue gambe.
“Sai piccola Rin-Chan, lei è una delle persone piu potenti del paese come me …quando eravamo piu piccoli abbiamo frequentato le medie e i primi anni del liceo insieme…devi trattarla bene e essere gentile con lei visto che è una mia amica…ok?” disse lui mentre baciava leggermente il collo della fanciulla e mordicchiava le sue orecchie.
“Da quando ti sei dato alle puttanelle, Kaito?” disse Miku guardando con uno strano sorriso Master e geisha.
“Mi dispiace ma io non ti assomiglio nemmeno vagamente, non sono un’oiran* e almeno a me non si vedono le mutande” rispose Rin gustando la faccia stranita di Miku che si sistemava il vestito dopo la sua risposta.
L’unico che rimaneva in disparte sembrava Len che continuava a fissare la bionda e l’altro ragazzo che la baciava. Era geloso e si vedeva anche molto dalla sua espressione, un misto tra “arrabbiato” e “deluso”. Ma perché era geloso se quella ragazza nemmeno la conosceva in fin dei conti?

 
 
 
 
                                                                           ***
 
 
 
L’aria di sfida che si era creata poco prima era ormai svanita dopo che Kaito aveva chiesto a Rin di esibirsi per una piccola dimostrazione di danza.
“Certo Master.”
Ella salì sul basso tavolino e aprì lo spacco del kimono per tirare fuori dalle sue calze un velo rosso.
Len andò in visibilio solo guardando le cosce della bionda ma poi quando ella ne accarezzò una per prendere il velo non riuscì a trattenersi e guardò incantato la scena mentre diventava color del velo.

Poco dopo la geisha iniziò a danzare come se non fosse in quella stanza con tre persone che la guardavano.
Dava quasi l’idea di una fatina che va di fiore in fiore a sistemare i petali per renderli perfetti se qualcuno dovesse vederli con i suoi movimenti leggiadri ed eleganti mentre faceva volteggiare il velo che teneva ad entrambi i lembi. Magari invece stava combattendo contro qualcosa o qualcuno che le aveva fatto un torto e voleva vendicarsi, con il suo animo che non teme né la morte né ogni altra cosa.

Con i suoi piccoli passi e i suoi gesti mostrava un eleganza che solamente pochi possedevano, con quelli piu complessi invece era piu aggressiva e seria di una rosa con le sue spine allontana chiunque.
Sembrava presa da una magia che non la faceva fermare, la faceva continuare sempre più velocemente ma mano a mano che andava avanti i movimenti si facevano più taglienti e bruschi, come se fossero guidati da una sorta di melodia malinconica che descriveva i suoi sentimenti ma tutto improvvisamente finì.

Rin teneva ora in mano due katane dal manico rosso con le lame incrociate, puntate una al collo di Miku e una al collo di Kaito i quali,intanto, mostravano un’espressione completamente sconvolta; un solo movimento e si sarebbero tagliati. Gli occhi della geisha semi-chiusi e la sua espressione ancor piu seria facevano intendere che non era un caso la posizione che aveva preso.
Gia…una fatina leggiadra quanto letale che poteva decidere se curare o strappare i petali di ogni fiore su cui posava gli occhi e una guerriera talmente abile da poter uccidere con una sola mossa il suo nemico per non parlare di una rosa che può avvelenare chi osa toccarla con le sue armi.
Tutti erano stupiti e non sapevano che dire chi dalla rabbia come Miku, chi dallo stupore come Len che era rimasto affascinato dai passi leggiadri quanto letali della geisha.
Come avevano fatto a non vedere che quel velo era invece una coppia di katane?!?

Rin invece ripose tranquillamente le due spade sotto il kimono e si riposizionò accanto al suo master.
“E-emh Rin-Chan ora puoi anche andare, io e Miku dovremmo discutere di alcune cose private molto importanti” disse velocemente Kaito balbettando.
“A-anche t-t-u Len, se vuoi andare vai” continuò la ragazza dai capelli verdi.
Rin silenziosamente si alzò e aprì le porte scorrevoli della stanza che permettevano di accedere all’immenso giardino e seguita da Len si avviò verso i tranquilli alberi.
Il giardino della dimora di Kaito era noto a tutti per la sua grande estensione e per le varie specie animali e vegetali che ospitava soprattutto in quella stagione cosi viva e ricca che era la primavera.
I ciliegi in fiore facevano ricadere i loro fiori sui viali in mattonelle che portavano ai vari punti dove rilassarsi come per esempio la “grande piazza” dove vi erano panchine di pietra e un profondo pozzo da dove veniva presa quotidianamente l’acqua.
Gli alberi, con il fruscio delle loro foglie, e l’orchestra delle cicale facevano sembrare quello un posto sacro, dove i piu meritevoli potevano risanare le ferite del loro animo accompagnati da quella splendida melodia quasi religiosa.
Rin si diresse verso lo steccato che separa i prati verdi del giardino dalle sponde di una parte del lago che arriva fino alla città e si appoggiò a esso, chinandosi e mettendo una mano sulla sua guancia, facendole assumere un’espressione annoiata.
Len le si accostò vicino e dopo un breve momento di imbarazzo, parlò.
“Emh…non pensavo di rivederti sinceramente…però come te la passi qui? Insomma è un bel posto alla fine e anche Kaito sembra una brava persona…”
“Si, Kaito è gentilissimo e premuroso con me e con gli altri ma…conosci il detto “Non si giudica un libro dalla copertina”? Ecco, questa è la regola a cui devo sottostare ogni dannatissimo giorno che sto con lui. Si mostra gentile ma è solo crudele, crudele e spietato. In ogni caso non mi pare che anche te stia male con la tua fidanzatina ricca..” disse Rin mantenendo la sua aria annoiata che celava al contrario il suo interesse per la tranquillità del lago.

“Fidanzatina? Ma che vai a pensare! Io sono solo il suo maggiordomo nulla di più… e sinceramente non voglio diventarlo…Miku è solo una ragazzina viziata e capricciosa che vuole essere al centro dell’attenzione…e poi mi sta troppo appiccicata…dimmi una cosa te…perché sei cosi triste? Insomma, ieri non avevi quest’espressione da depressa..” disse il ragazzo.
“Io non sono depressa. Quella che tu hai visto ieri era una Rin che pochi hanno conosciuto, nemmeno Kaito l’ha mai vista. Io sono tutti i giorni come mi vedi ora e poi a te non interessa veramente sapere il perché sono cosi triste..nessuno se lo chiede…” rispose la geisha fredda come non mai.
“Bhe io voglio saperlo invece, me lo sono chiesto appena non ho visto quel tuo bellissimo sorriso che al contrario volevo tanto contemplare…” disse Len, dopo aver preso tra le sue mani quelle della bionda mentre la guardava teneramente arrossire.

Lei qualche secondo dopo aver scrutato i meravigliosi occhi azzurri del ragazzo, si staccò da lui e tornò ad avere il volto triste e annoiato di prima, contemplando il lago.
“ Da piccola…a cinque anni..i miei genitori mi hanno abbandonato in una delle tante okiya* del paese dove fui ospitata fino a che Kaito non mi comprò un anno fa…in quel posto vi erano cosi tante ragazze di ogni età che venivano affittate da maniaci o simili che rimasi scioccata appena arrivata. Nessuna di quelle voleva avvicinarsi a me perché ero considerata aggressiva, strana…  però una ragazza dai capelli dorati e dagli occhi azzurri cosi dolci mi si avvicinò dicendo…
*(inizio flashback narrativo)
“Ehi, te devi essere Rin e da quanto so sei arrivata da un mese, giusto? Perché sei qui tutta sola!?”
“I-i-io…nessuno vuole avvicinarsi a me perché sono pazza…”
“Che?!? Ma quale pazza! Non starle a sentire quelle galline, te non sei pazza, vieni con me, da ora in avanti staremo sempre insieme! Uhuh sei cosi carina invecee! Comunque, io sono Lily, piacere di conoscerti!” *

Ella diventò una sorella per me, eravamo sempre insieme con i nostri piccoli kimono coloratissimi e tutti ci conoscevano come le due bionde inseparabili. Aveva i capelli molto lunghi e un ciuffo le divideva la faccia a metà, quasi arrivando a coprire uno dei suoi magnifici occhi azzurri. Era sempre allegra, vivace ma anche molto saggia e la cosa che ammirava di più di lei era la sua forza; era dannatamente forte, anche dopo aver visto i suoi genitori morire davanti a sè. Però lei aveva tre anni in più di me e perciò quando io ero solo una shikomi*, lei era già una minarai* e imparava velocemente tutto dalla sua onee-san Meiko un’altra delle ragazze piu forti e belle che abbia mai visto, che era già una maiko*. Quando a tredici anni divenne una maiko e Meiko di conseguenza una geisha , era cosi felice di poter insegnare a me, una minarai, tutti i segreti per poter migliorare mentre lei lo faceva sotto la guida di Meiko.
A quattordici divenne una tra le geishe più belle dell’istituto tanto che in molti litigavano per affittarla anche solo un giorno e per questo non la vidi piu molto e mentre lei era con qualche cliente,

Meiko divenne la mia insegnante, anche se pure lei aveva il suo da fare. Il giorno dei suoi sedici anni venne da me e mi disse:
*“Riiiin, uno degli uomini piu ricchi del paese mi ha comprata e ora andrò a vivere da lui! Ma ci credi!? Sarà bellissimo e poi lo conosco già essendo un mio cliente, è veramente gentile! Mi dispiace ma non ci vedremo piu per un po’ di tempo però sta’ certa che io ti verrò a trovare e un giorno ti porterò via da questo posto orribile…”*
 Iniziò la frase entusiasta e la finì in lacrime come molte volte l’avevo vista mentre era presa da una delle sue crisi. Anche lei odiava quel posto, come tutte noi d’altronde, essendo il negozio in cui venivamo vendute, comprate e affittate da uomini ricchi e pervertiti o poveri ubriaconi, come se fossimo oggetti e dove per anni eravamo trattate come schiave e molte tra cui anche me, lei e Meiko, venivano picchiate anche per cose inutili. In ogni caso era bellissima anche quando piangeva lei.
Dopo che lei partì, io continuai a vivere felice insieme a Meiko che si prendeva cura di me come aveva fatto con Lily e l’unica volta che seppi qualcosa da quest’ultima fu per il mio quattordicesimo compleanno, quando mi spedì questo kimono rosso che il suo Master, che mi rivelò voleva sposarla, le aveva regalato.
Un giorno però una delle macchine dell’istituto partì e riportò una ragazza…nessuna era interessata a scoprire chi fosse e non so quale forza misteriosa mi spinse ad andare…giuro che un giorno la ucciderò quella forza. Il corpo che mi si presentò davanti era quello della mia amata sorellona..in un bagno di sangue…il suo collo per gran parte staccato reggeva a stenti la sua testa…sul suo volto ancora il sorriso che le donava tanto…scoppiai a piangere mentre guardavo il suo corpo ridotto cosi male…Meiko appena la vide urlò, prese una pistola e si suicidò, non reggendo il dolore per la morte della anche sua sorellina che aveva accudito da sempre. In ogni caso lei era lì, attraente come ogni giorno, bella come una dea..Avevo perso le due uniche persone che si erano prese cura di me in un solo giorno, le uniche che amavo! Gli assistenti dissero che era stato il suo padrone a ucciderla, gia, proprio il suo padrone che di lì a poco l’avrebbe sposata. Ecco perché odio questo kimono, donatole da quel bastardo che spero vivamente sia morto. Anzi spero che non sia morto, cosi potrò ucciderlo io con le mie stesse mani prima di fare la stessa fine. Ed ecco anche il motivo della mia tristezza, io odio la mia vita, questa vita che ha gia un finale prestabilito e che è immersa nel dolore da quando avevo tre anni. Ogni giorno io ripenso a quella ragazza che mi accudì e a sua “sorella” che mi amavano tanto ma ormai niente e nessuno potrà portarle indietro…nulla le riporterà indietro Len!”

E mentre la ragazza in lacrime si girava, Len la strinse a sé fortemente e quando si accorse che le stava facendo male, allentò la presa per paura di rompere quel corpicino fragile e delicato.
Lei, incredula, lo stringeva sempre di più mentre sfociava  in un pianto che non avrebbe mai potuto mostrare a Kaito o Gumi o Luka ma a Len sì. Poteva mostrare i suoi sentimenti a quel ragazza che le ispirava tanta fiducia e che in fondo la faceva stare bene.
“Lei…lei era bella come una dea, Len, come una dea e…e io non la rivedrò più, non ho fatto nulla per lei e per Meiko, solo perché sono tanto fragile e inutile..!” urlò Rin guardando negli occhi il biondo che serio la ascoltava sfogarsi. Quando lei finalmente si calmò Len si avvicinò molto e accarezzò i suoi capelli che ormai si erano sciolti e potevano mostare i loro riflessi e il loro colore simile a quello del grano e arrivò a sfiorare le sue labbra, fissandola negli occhi ma una voce ruppe l’atmosfera.

“LEEEEEEEEEEEEEEEN! VIENI QUI, DOBBIAMO ANDARCENE!” Miku.
Egli si allontanò velocemente dalla geisha senza guardarla in faccia, preso dall’imbarazzo e dopo averla aiutata ad alzarsi, si avviò verso la residenza.

“Tu…hai ancora la mia rosa..?” esordì il biondo all’improvviso.
“Si..”
“Ottimo, allora fai si che non appassisca..ti prego..” disse Len voltandosi a guardare teneramente la ragazza che intanto lo seguiva silenziosamente.
 
 
 
N.d.A.
Ehilà gente! Mi dispiace per il mio ritardo ç____ç Avrei dovuto aggiungere questo quarto capitolo almeno due giorni fa ma visto che una sera sono tornata a casa molto tardi e un’altra è venuta da me un’amica non ho potuto farlo!
Inoltre sono occupatissima con i disegni e i sub delle canzoni…in poche parole scusate!

Mi piace un sacco questo quarto capitolo in cui si parla della storia di Rin e in cuin entra in scena Lily *W* la mia amatissima Lily *la adora*. Sappiate che nella maggior parte delle mie storie sarà presente!
Comunque per la scena di Rin che danza mi sono ispirata a una canzone ossia “Rin to shite saku hana no gotoku” cantata da Rin (http://www.youtube.com/watch?v=j205RzcN6AA) che mi ispirava una Rin combattiva e energetica xd
In ogni caso, molti se ne saranno accorti, ma nello scorso capitolo mi sono dimenticata di mettere le traduzioni alle frasi in giapponese che ho inserito, bhè, eccole qua insieme a quelle aggiunte in questo!

Ohayoo Gozaimasu, irasshaimase  = Buongiorno, benvenuti.
oiran = prostituta in poche parole. Le geisha venivano scambiate molto spesso per prostitute perché il
            loro aspetto era molto simile a quello delle oiran però quest’ultime portavano l’obi nella parte
            davanti, per scioglierlo più facilmente. Ciò viene frainteso soprattutto in Cina perché in cinese
            la parola geisha è tradotta comeyì jì (艺妓), dove  (妓) ha il significato, appunto, di       
            “prostituta”.
okiya =  le “case di geisha” dove esse venivano istruite per diventare vere e proprie geisha.
 
shikomi = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella prima fase di apprendimento delle dove veniva forgiato il loro carattere.
 
minarai = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella seconda fase di apprendimento e dove  facevano esperienza sotto la guida delle loro sorellone.
 
maiko = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella terza fase di apprendimento e dove si imparava dalla onee-san, seguendola in ogni momento, l’arte della conversazione e altre abilità che non apprendevano nella scuola.
 
Recensite in tanti, onegaishimasu! Al prossimo capitolo!
 
                   

 
 
   
 
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