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Autore: Sara Izzie    23/07/2012    4 recensioni
AU: Richard Castle è un giornalista di cronaca nera con una figlia adolescente e in piena crisi matrimoniale. Kate Beckett è una determinata detective del 12th Precinct con un passato doloroso, incapace di ritrovare l'equilibrio.
Due incontri casuali, prima sulla scena di un crimine e poi a Remy’s, segnano l’inizio di un rapporto di amicizia e di fiducia che li condurrà verso ciò che entrambi stanno cercando: la felicità.
(Rating verde per ora, cambierà nel corso della storia)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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CHAPTER 3: IN WHICH KATE TRIES TO FORGET 




Beckett, oggi hai il giorno libero. Vai a casa”

Ma.. signore..-”

Niente ma, Kate”

Ho bisogno di concentrarmi signore, non può-”

Posso e voglio. Sappiamo tutti e due che hai bisogno di stare per conto tuo oggi”

La discussione con il Capitano Montgomery continuò a rimbombare nelle orecchie di Kate per tutto il tragitto verso casa. Quando aprì la porta dell'appartamento, ritrovandosi per l'ennesima volta sola, Kate si lasciò cadere sul divano, non riuscendo a scacciare via dalla mente il ricordo di quella notte di tre anni prima, il 23 settembre 2006..

Passò un braccio intorno alle spalle del padre, ridendo ad una sua battuta. Avevano trascorso una serata bellissima con alcuni amici di famiglia; Johanna, purtroppo, non era potuta esserci. Lavoro urgente da finire-aveva detto a Kate. E dopo aver congedato con un abbraccio la figlia e un bacio carico d'amore il marito Jim, si era ritirata nel suo studio, immersa nei suoi doveri d'avvocato.

Mi dispiace che tua madre non sia venuta” esordì Jim mentre percorrevano a piedi il vicinato “Le ripeto continuamente che dovrebbe staccare un po' dal lavoro, in questi ultimi tempi è davvero sotto stress..”.

Conosci la mamma” rispose Kate stringendosi al padre “Quando si mette in testa una cosa è impossibile farle cambiare idea”.

Un po' come te” sorrise lui accarezzandole i capelli. Percorsero qualche metro in silenzio, poi Jim parlò di nuovo: “Katie sei sicura di voler continuare per diventare Detective? Perdonami, ma ho sempre creduto che volessi studiare letteratura..”.

Te l'ho già detto papà, sento che questa è la mia strada. Lo so che non credi che nel destino e in quel genere di cose, ma te lo assicuro, non potrei esserne più certa”

Jim sospirò e annuì: “Va bene Katie, cercherò di darti retta”

Ti ringrazio” rise lei.

Avevano appena svoltato l'angolo, a una cinquantina di metri da casa, quando videro in lontananza due macchine della polizia e il gran vociare dei vicini che erano accorsi per vedere cosa fosse accaduto. Entrambi si arrestarono. La polizia era proprio di fronte a casa loro, cosa..?
E la vicina, la signora Davis, si avvicinò a loro di corsa, con gli occhi lucidi, la voce tremante, prendendo la mano di Jim. “Oh Jimmy.. Katie.. mi dispiace.. mi dispiace..”. Per un momento rimasero lì, confusi, incapaci di dare un senso alle sue parole. Poi anche un uomo si avvicinò; Kate lo conosceva molto bene, era il Capitano Roy Montgomery, un caro amico di famiglia, oltre che il suo capo. Non l'aveva mai visto così, aveva l'aria affranta. La mente di Kate lavorava febbrile.

Cosa era successo? Perché il Capitano era lì?

Jim..” mormorò lentamente, con una voce profonda e incredibilmente delicata “Jim ho ricevuto una chiamata dalla signora Davis mezz'ora fa..”. 

C'era qualcosa di strano nella sua voce: tristezza, sgomento. Il sangue nelle vene di Kate si gelò all'improvviso.

E' andata a casa vostra per chiedere un favore a Johanna, ma giunta sul pianerottolo, la porta era già aperta..” continuò il Capitano con la voce strozzata. Evitò di incontrare lo sguardo della ragazza, e il cuore di Kate si fermò. “Che.. che significa? Cosa..-?” balbettò Jim confuso, guardando verso la casa e poi di nuovo lui “Roy..?”

I piedi di Kate si mossero di loro iniziativa, e lei prese a correre, incapace di pensare, di ragionare..

Mamma, mamma...

Si era precipitata dentro, evitando l'ufficiale di polizia che le voleva impedire l'ingresso, verso lo studio della madre, nel quale si trovavano il medico legale e il suo compagno di squadra, Xavier Esposito.

Kate.. mi dispiace..”.

Aveva posato gli occhi sulla figura della madre, che giaceva a terra ricoperta di sangue, sulla moquette accanto alla scrivania.

La voce di Esposito era ormai diventata un sussurro lontano anni luce.

Kate si alzò dal divano e si passò una mano fra i capelli. Si tolse le scarpe e le posò per terra, si avvicinò ad un mobiletto del salotto ed afferrò la bottiglia di whisky sopra di esso, prima di lasciarsi cadere di nuovo sul divano.

Era seduta sul marciapiede di fronte a casa, la testa fra le mani, incapace di piangere ancora. Esposito era seduto accanto a lei e teneva una mano sulla sua spalla. Dall'interno si potevano udire i singhiozzi di Jim e la voce di Montgomery, che non riusciva a trovare le parole adatte a consolarlo. Un uomo stava correndo verso di loro. Aveva i capelli neri e indossava una divisa ospedaliera. “Kate! Kate sono riuscito a liberarmi solo ora!”. Kate alzò gli occhi: era Josh Davidson, il suo fidanzato. Si era a malapena alzata in piedi, che lui l'aveva già stretta a sé.

Ora singhiozzava anche lei. “Josh..”

Aprì la bottiglia e cominciò a bere, gli occhi già pieni di lacrime. La scena nella sua mente era cambiata..

Era la voce di Roy: Josh Davidson, ti dichiaro in arresto per l'omicidio di Johanna Beckett”. Non respirava, non riusciva a respirare. Aveva finito le lacrime, la disperazione la opprimeva come un grosso macigno. Non poteva essere vero.. Josh..

Il whisky le faceva bruciare la gola, ma non riusciva a smettere. Ne prese un altro sorso, e gli occhi caddero su quella foto incorniciata accanto alla porta, che la ritraeva con la sua famiglia. La scena cambiò di nuovo..

Una bottiglia di vodka e una decina di birre vuote giacevano sul pavimento accanto al divano dove Jim Beckett era sdraiato, la testa pericolosamente inclinata all'indietro. L'odore di alcool era chiaramente percepibile dalla porta d'ingresso..

La porta.. qualcuno stava bussando, ma Kate non riusciva a mettere a fuoco nulla. Senza pensarci vuotò la bottiglia di whisky e si appoggiò ai cuscini, mormorando un confuso: “Avanti”.


---


Erano già quasi le due del pomeriggio, ma di Kate non vi era nessuna traccia. Rick si guardò intorno nervosamente, lanciando un'altra rapida occhiata all'orologio. Forse è impegnata- pensò. Ma in qualche modo lo avrebbe contattato per farglielo sapere, avrebbe chiamato in ufficio e la chiamata sarebbe stata deviata al suo cellulare. Decise di andare direttamente al Distretto, per verificare di persona che Kate avesse ricevuto il suo messaggio: forse il Detective Esposito era geloso, e non le aveva detto nulla? Sei un idiota Richard Castle, stai decisamente esagerando, i problemi a casa ti stanno dando alla testa. Dopo la notizia che Meredith gli aveva dato, l'aveva pregata di pensare alle conseguenze e l'aveva poi congedata andandosene a trascorrere un'altra notte -l'ennesima- nel suo studio, finendo l'articolo che aveva consegnato proprio quella mattina.

Ripensando a tutto quello che era successo negli ultimi giorni, si era ritrovato all'ingresso del Dodicesimo Distretto. Un'uniforme era davanti all'ascensore, e lo guardava incuriosita. “Posso aiutarla?”

Castle si infilò le mani nelle tasche. “Si.. uh.. dove posso trovare il Detective Esposito, della Omicidi?”.

Esposito? Vada al terzo piano, lo troverà lì”

Grazie”.

La salita con l'ascensore fu in qualche modo esaltante: non era mai stato all'interno del Dodicesimo. Gli sembrava già di sentire la voce di Meredith commentare la sua mossa: peggio di un bambino Ricky!

Quando le porte si aprirono, Rick si trovò improvvisamente sommerso da una moltitudine di poliziotti in divisa che camminavano freneticamente avanti e indietro, parlando l'un con l'altro; alcuni trasportavano altri documenti, altri trascinavano uomini ammanettati nella sala interrogatori. Fece qualche passo avanti, cercando di capire chi potesse essere Esposito. Passò accanto alle scrivanie, finché giunse vicino ad una che esibiva una targa, su cui era scritto “Detective Beckett”; di lei, però, nessuna traccia.

Pochi secondi dopo capì che sarebbe stato più produttivo chiedere a qualcuno.

Hey, scusa..” chiese ad un Detective che passava di lì in quel momento “Sto cercando il Detective Esposito”

Lui lo squadrò da capo a piedi. “E tu chi saresti?”

Richard Castle”

Al sentir pronunciare quel nome, un sorriso malizioso si aprì sul volto dell'uomo. “Ohh quindi è vero..”

Che cosa è vero?”

Si voltò verso un ispanico che era seduto ad una scrivania a pochi metri da loro. “Xavi! Richard Castle vuole parlare con te!”. Poi allungò una mano verso di lui. “Kevin Ryan, collega di Beckett”. E gli rivolse un sorriso malizioso, mentre Esposito si avvicinava. Castle gli strinse la mano, confuso. “Aspetta.. come sai di Ka-.. di Beckett?”

Le notizie volano qui al Distretto” rispose Ryan a braccia conserte, continuando a squadrarlo.

Signor Castle” esclamò Esposito fermandosi di fronte a lui, e osservandolo a sua volta “A cosa dobbiamo questa visita?”

Rick si sentì per un attimo in tremenda soggezione. Era come se quei due lo volessero analizzare da cima a fondo per capire quali fossero le sue intenzioni. Sembravano due avvoltoi.

Sto cercando la Detective Beckett. Dovevamo vederci più di un'ora fa giù al bar ma non è venuta” spiegò lui guardandosi intorno.

Esposito e Ryan si scambiarono un'occhiata eloquente. Che le fosse capitato qualcosa?-aveva subito pensato lui.

Beckett non è di turno oggi. Aveva bisogno di una pausa, è una giornata un po' stressante per lei” spiegò Esposito.

Ti conviene lasciarla stare per oggi, amico” aggiunse Ryan “Ma puoi chiamarla domani, sono sicuro che tornerà presto disponibile”.

Perché avrebbe dovuto lasciarla stare? Era forse malata?

I due Detective parevano estremamente seri, e sicuramente il loro avvertimento non era un modo per allontanarlo. Quel giorno doveva essere terribile per Kate in qualche modo, ma lui non sapeva ancora perché. I suoi occhi caddero improvvisamente su una cartella posta sulla sua scrivania; l'etichetta recitava il nome Johanna Beckett.

Johanna Beckett.. Johanna Beckett.. quel nome gli diceva qualcosa, ma dannazione! Che cosa?!

Schiarì la voce e distolse gli occhi dalla scrivania. I due Detective erano ancora lì, immobili come due statue greche. Erano veramente inquietanti.

Uh.. la richiamerò domani allora” esordì Castle dopo un lungo silenzio “Grazie ragazzi”. Strinse la mano ad entrambi e rivolse loro un sorriso, prima di allontanarsi di nuovo verso l'ascensore.

Esposito si voltò verso Ryan. “Bro.. ma Richard Castle non è sposato?”

---


Sei un uomo sposato, Richard!” aveva esordito Meredith non appena era entrato in casa, spiegandole che aveva trovato in una Detective l'ispirazione per il libro che voleva scrivere. “Si presume che uno scrittore si ispiri alla moglie per questo genere di cose!”. Rick appese la giacca all'attaccapanni vicino alla porta, abbandonò le chiavi della sua auto sul tavolo della cucina e si voltò per fronteggiare Meredith, che era in piedi in fondo alle scale in un accappatoio rosa, con un asciugamano avvolto in testa.

Non pensarci nemmeno Meredith! Non provare a giudicare le mie scelte lavorative!” sbottò lui all'improvviso “Tu sei quella che sbaglia! Quella che ha bisogno di tempo per riflettere se vuole ricostruire la nostra famiglia oppure no! Che razza di persona fatica a scegliere fra la propria figlia e il lavoro Meredith!?”.

Il lavoro è importante per me Richard!” replicò lei alzando a sua volta il volume della voce e facendo qualche passo avanti verso di lui.

Più importante della tua famiglia?!” urlò lui incredulo “Meredith, a questo punto io non ti chiedo più di farlo per noi, ti chiedo di farlo per Alexis! Per tua figlia!”

Alexis ha quindici anni Richard! E sa perfettamente che a volte il dovere chiama! Sono sua madre e sa che la amo e la amerò sempre con tutto il mio cuore, anche se dovrò andarmene per alcuni mesi” ribatté nuovamente Meredith afferrandolo per il polso, ma lui indietreggiò. Le tempie gli pulsavano forte, e le mani gli tremavano.

Ieri non scherzavo Meredith. Se accetti quel lavoro è finita. Chiederò il divorzio”

La guardò negli occhi e non impiegò molto a capire quello che stava per accadere.

L'ho già accettato Richard. Parto domani sera per Los Angeles”.


---


Era sconvolto. Digitava sulla tastiera del portatile distrattamente, cercando di distogliere la sua mente dal pensiero di ciò che avrebbe dovuto affrontare nei giorni seguenti.

Stava per divorziare.

Stava per divorziare.

Meredith se ne sarebbe andata, e non sapeva come Alexis avrebbe reagito.

Giunto alle ultime righe dell'articolo che stava scrivendo, un nome rimbombò nelle sue orecchie.

Johanna Beckett.

E capì.

Afferrò il telefono.

Michael? Sono Rick. Ho bisogno di avere alcuni articoli di qualche tempo fa.."

---


Lanie le accarezzava la testa appoggiata sul suo grembo, continuando a ripeterle che avrebbe dovuto chiamarla molte ore prima, quando Montgomery l'aveva costretta ad andare a casa. E diamine, non sarebbe dovuta rimanere da sola..!

La bottiglia di whisky giaceva vuota sul pavimento del salotto; Kate aveva finalmente smesso di singhiozzare. Non stava dormendo, ma le pareva che la testa le stesse per esplodere, quindi teneva gli occhi chiusi e respirava profondamente. Erano rimaste in quella posizione da ben tre ore e mezza, e Kate era grata che Lanie fosse con lei. Non aveva battuto ciglio e aveva continuato ad accarezzarle i capelli in silenzio, tenendo la televisione a basso volume e abbassando di tanto in tanto lo sguardo per capire se Kate stesse dormendo.

Tesoro, mi alzo solo un attimo per sgranchirmi le gambe, mi sta venendo una paralisi” disse Lanie spostandole delicatamente la testa dalle gambe.

Vai a casa..” mormorò Kate sempre ad occhi chiusi, ma Lanie scosse la testa.

Te lo puoi scordare. Io rimango qui finché non ti sei ripresa. Hai chiamato tuo padre?”

Mpff..” grugnì lei.

Mpff si o mpff no?” domandò Lanie andando a prendere il telefono.

No” rispose Kate, aprendo finalmente gli occhi. Dopo aver trascorso tutte quelle ore ad occhi chiusi, e con l'alcool che ancora la teneva saldamente in possesso, l'intera stanza le appariva sfocata.

Non chiamava suo padre da settimane. L'ultima volta che l'aveva visto era stato il giorno del suo compleanno; era andata da lui per portarlo fuori a pranzo, sperando di distrarlo un po', ma l'aveva trovato nuovamente disteso sul letto, circondato da lattine di birra vuote, mezzo sbronzo.

Non ci aveva più visto. Gli aveva detto che si vergognava di lui, che aveva imboccato la via più rapida per il suicidio e che lei non sarebbe stata lì ad osservarlo mentre si lasciava andare. Gli aveva dato appena il tempo di registrare quello che gli aveva gridato in faccia, che se n'era andata sbattendo la porta ed era tornata a casa in lacrime. Nelle settimane seguenti aveva continuato a ricevere chiamate da suo padre, a cui però si era categoricamente rifiutata di rispondere. Era sbagliato, e lo sapeva. Sarebbe dovuta rimanergli accanto in ogni caso, ma era tutto troppo opprimente.

Era troppo per lei.

Troppo.

L'anniversario della morte di Johanna era il giorno peggiore anche per lui, e sapeva che avrebbe fatto bene a chiamarlo, ma non ne aveva la forza.

Lanie afferrò il telefono e lo passò a Kate. “Chiamalo”.

Non ora Lanie..” rispose lei cercando di mettersi seduta “Non sono nelle condizioni più adatte..”

Come vuoi. Lo chiamerai più tardi. Ora tu cerchi di dormire un po', io mi leggo un libro e appena ti sarai svegliata ti preparerò qualcosa da mangiare. D'accordo?”

Kate annuì. Erano le tre e mezzo del pomeriggio; avrebbe dormito un paio d'ore e poi si sarebbe fatta accompagnare da Lanie al cimitero, come faceva ogni anno. E il giorno dopo, forse, sarebbe stata di nuovo bene, al sicuro, dietro al muro che si era costruita.

Il telefono squillò all'improvviso. Kate lo posò sul tavolo da caffè e fece segno a Lanie di lasciarlo stare. “Non rispondere, partirà la segreteria”.

Qui è Kate Beckett, non sono in casa al momento ma se lasciate un messaggio vi richiamerò. Parlate dopo il segnale acustico. BIP!

.. uhm.. Kate? Sono Rick Castle

Il cuore di Kate ebbe un sussulto; Lanie spalancò gli occhi e si avvicinò al telefono per ascoltare meglio.

Ti sto chiamando perché avevamo un appuntamento oggi a pranzo, ma non sei venuta..

Kate emise un grugnito. Dannazione, se n'era completamente scordata..! Lanie la guardava con un'aria terribilmente maliziosa.

Probabilmente ti sembrerò un idiota stalker che cerca i numeri della gente sulla guida telefonica..” -Lanie stava facendo del suo meglio per non gridare, e Kate continuava a fissare il telefono inebetita- “In realtà volevo solo dirti che spero tu stia bene e non sia successo nulla di grave. Ci tengo a questo incontro quindi.. ehm.. quando sei libera potresti chiamarmi e farmi sapere se possiamo vederci un'altra volta? Il mio numero è 212-346-4413. A presto”.

Non appena ebbe riattaccato, l'urlo di Lanie si liberò nell'appartamento peggiorando ulteriormente il mal di testa di Kate. “Lanie, per favore

Perché non mi hai detto di avere un altro appuntamento con Castle?!” squittì lei.

Perché non era un appuntamento, doveva parlarmi di.. uh.. un libro che intende scrivere..” mormorò Kate in risposta, passandosi una mano tra i capelli e alzandosi lentamente in cerca di un bicchiere d'acqua; la testa le girava pericolosamente. “Ti prego Lanie, non è il momento adatto per parlarne..” aggiunse, troncando ogni sua chance di tornare sull'argomento Castle. “Ti va di accompagnarmi al cimitero più tardi?”

Lanie le sorrise e annuì. “Ma certo tesoro. Ora vai a dormire, ti sveglio più tardi”.

Kate si trascinò a stento in camera, chiudendo la porta e lasciandosi cadere sul letto.

L'anello di sua madre era appoggiato sopra il comodino.

Mi manchi mamma..

Chiuse gli occhi e pianse, fino ad addormentarsi.




~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

Angolo dell'autore:

Eccomi qui! Non ho niente da dire se non ringraziare nuovamente chi ha recensito e chi continua a seguire la storia. Sto facendo del mio meglio, spero vi piaccia! Il nuovo capitolo arriverà nel fine settimana, poiché in questi giorni sarò un po' impegnata! Ma sono fiduciosa, ho un sacco di nuove idee su come far continuare questa fanfiction, speriamo non mi abbandonino! Posterò anche la traduzione di una one-shot che ho preparato tempo fa, e ovviamente continuerò a tradurre Of Finding Innocence ;) 

Buon inizio settimana a tutti!

Sara

  
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