Libertà di scelte
“Non sarà facile. Lo
sai vero?” Emily pronunciò queste parole con tutta la sincerità e l’onestà che
possedeva nel suo fragile e minuto corpo.
“Lo so, ma insieme ce
la possiamo fare. Penso che tu sia perfettamente a conoscenza che due persone
sono più forti di una sola.” Mark era veramente convinto di quello che diceva:
la malattia della sua Emily non era stata facile da superare e qualche volta
aveva pensato che non ci fosse via d’uscita, nessun lieto fine per loro.
“Ma questa situazione è
diversa. È una nostra, una tua scelta. E io non so se da sola ce la posso fare.
Se… se scoprissi di avere di nuovo qualcosa che non va, come farei a
sopportarlo da sola?” Emily non era mai stata brava a mostrare sicurezza, era
abituata a nascondersi dietro i suoi lunghi capelli castani come se fossero una
corazza e aveva imparato a mascherare dietro ai suoi occhi da cerbiatto tutte
le sue emozioni.
“Tesoro, ho già scelto
la carriera militare, non mi posso tirare indietro. Parto per l’Iraq tra una
settimana e voglio godermi tutto il tempo che mi rimane con te.” Non era un
ragazzo sdolcinato Mark, non lo era mai stato; d’altronde un eccesso di
romanticismo sarebbe risultato piuttosto strano per un uomo alto quasi due
metri con le spalle da nuotatore professionista, ma avrebbe sentito realmente
la mancanza di Emily.
“Vorrei solo avere
anch’io la possibilità di essere libera di fare le mie scelte, non voglio
essere relegata in un destino che non mi appartiene senza combattere ed è
quello che in qualche modo tu mi stai imponendo: restare qui ad aspettarti fino
a Natale, sposarti e poi vederti andare via da me di nuovo.” Lei era una
sognatrice e voleva per sé il futuro che aveva sempre immaginato: una famiglia
felice, stabile, con un marito presente e forse, in futuro, dei bambini.
“Io non ti sto
chiedendo di rinunciare a nulla; potrai fare qualsiasi cosa vorrai, in città ci
sono delle ottime opportunità per te” Mark non riusciva a capire cosa non
andasse, la maggior parte della gente lo guardava e ammirava con rispetto da
quando aveva scelto questo pericoloso incarico.
“In città? E dove sono
finiti tutti quei piani che abbiamo progettato per noi due? Viaggiare,
esplorare, imparare e crescere insieme, questo doveva essere il nostro futuro
insieme! E tu stai mettendo fine a tutto questo. Mi stai chiedendo di non
vedere te, il mio ragazzo, per undici mesi all’anno, di accontentarmi di vivere
qui tranquilla, probabilmente con dei bambini da crescere sola! Ti rendi conto
del sacrificio che comporta?” Emily era sempre più esasperata da quella
conversazione e le lacrime stavano per invadere il castano delle sue iridi;
sapeva che stava per arrivare il culmine del discorso.
“E cosa avresti
intenzione di fare invece? Legarmi qui per sempre?” Mark si stava arrabbiando,
le sue gote diventavano sempre più rosse e il suo tono di voce si alzava sempre
di più. Se qualcuno l’avesse visto per la prima volta probabilmente di sarebbe
spaventato.
“No, voglio lasciarti
libero di prendere le tue decisioni, ma desidero essere anch’io libera di fare
quello che ho sempre sognato. Quindi penso che per il momento sia meglio
dividere le nostre strade.” Emily stava aspettando la reazione di Mark che
sicuramente non sarebbe stata tranquilla ed equilibrata; cercò di apparire
risoluta, ma le lacrime iniziavano già a rigarle il volto ancora da bambina.
“Hai intenzione di
lasciarmi?” urlò Mark, i bicchieri di cristallo tremarono sulla mensola e il
vicino bussò con la scopa contro il muro in modo da far capire alla coppia che
stavano esagerando.
“Sì, spero solo che tu
mi capisca. La casa è tua, ho già preparato le valige, torno dai miei genitori
per il momento” quelle furono le ultime parole di Emily, andò in camera da
letto, prese il suo bagaglio, decisamente troppo pesante per le sue braccia
magre e uscì da quell’appartamento, ma, prima di chiudere per sempre la porta
blindata, riuscì a sentire Mark che con disperazione sussurrava a se stesso più
che a lei: “Dopo tutto quello che ho fatto per te…” E come faceva Emily a
biasimarlo? Il suo ragazzo aveva veramente compiuto di tutto per lei. Uscì in
strada lasciandosi alle spalle il portone di Renner Road numero 104. Appena
entrò in macchina scoppiò in un pianto liberatorio e si preparò, per la prima
volta dopo cinque anni, a un nuovo capitolo della sua vita.