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Autore: miss_girl    23/07/2012    1 recensioni
La festa è in pieno svolgimento,ma Isabella Swan,la solare infermiera della cittadina di Forks,preferisce fare ritorno a casa.Sembra che tutti i suoi amici abbiano trovato la felicità...E lei cosa sta cercando?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Isabella fu la prima ad arrivare dai Mccarthy e Rosalie l'accolse con calore,come sempre. Mentre la faceva accomodare nel confortevole salotto,Emmet le mise in mano uno sherry e tutti e tre sedettero a chiacchierare piacevolmente in attesa degli altri invitati.
Quando suonarono alla porta,Isabella dovette nascondere la sua impazienza.Era Edward?,si chiese in preda all'eccitazione mentre Emmet andava ad aprire.
Rimase delusa nel vedere Alice e Jasper,ma non lo diede a vedere.
Gli altri arrivarono alla spicciolata:James,Laurent e Irina,la coppia che aveva acquistato il cottage di Emmet,Adam, il fratello di Rosalie.
Isabella fece del suo meglio per concentrarsi sulla conversazione,ma ogni volta che suonava il campanello, il cuore le dava un balzo in petto.
Venne il momento di spostarsi in sala pranzo e di Edward ancora nessun segno.Una volta che tutti furono seduti a tavola, si rese conto che non c'era un posto vuoto.Cos'era successo?,si domandò allora.Edward aveva deciso di non venire? Ma perchè? Per causa sua,forse?
"Sei l'infermiera del distretto,vero,Isabella?"
Isabella respinse con forza la sgradevole sensazione che Edward volesse evitarla e si voltò verso il fratello di Rosalie, Adam,che sedeva vicino a lei.Era un bell'uomo,con lucenti capelli biondi,vividi occhi blu e un sorriso affascinante. Ciononostante non era lui che Isabella avrebbe voluto vicino.
"Esatto" si affrettò a rispondere prima che il silenzio si protraesse a lungo."Da quattro anni ormai"
"E ti piace sempre?" le chiese Adam sorridendole come se la trovasse attraente.
Era passato tanto tempo dacchè un uomo le aveva riservato quel genere di attenzioni e Isabella arrossì,suo malgrado lusingata."Sì,è un lavoro che adoro.Certo a volte,quando piove a dirotto e affondo nel fango sino alle caviglie mentre avanzo a fatica verso una fattoria sperduta,mi domando chi me lo ha fatto fare di lasciare l' ospedale,ma non dura mai molto" ribattè con una risatina leggera.
"Così hai lavorato in un ospedale prima?" si informò Adam prendendo una forchettata di pasta.
"A Bristol,nei reparti traumatologia e terapia intensiva" rispose Isabella affondando a sua volta la forchetta nelle fettuccine.
"Veramente?" Adam rise allegramente,con una luce divertita nello sguardo mentre scoccava un'occhiata in direzione della sorella."Credo che Rosalie ci abbia fatto sedere vicini di proposito.Abbiamo qualcosa in comune."
"Scusa?"
"Sono specializzato in riabilitazione postraumatica.Tengo conferenze sul tema" spiegò lui.
"Il mio scopo è ottenere che il personale impiegato nei reparti di traumatologia e terapia intensiva abbia a disposizione continui corsi di aggiornamento,ma è una vera battaglia cercare di convincere le autorità sanitarie della necessità di questi corsi"
"Posso immaginarlo.L'endemico problema dei fondi è un fattore determinante,probabilmente."osservò lei in tono forzatamente neutrale.Rosalie aveva davvero inteso a metterli insieme?,si stava chiedendo vagamente a disagio.
"Oh,senza dubbio! Ma stavamo parlando del tuo lavoro,Isabella.Raccontami quello che fai."
Il suo interesse pareva genuino e,a dispetto dell'imbarazzo,Isabella gli parlò del suo lavoro,accantonando per un attimo il tormentoso pensiero di Edward.
"Bene,se avete tutti finito,servo il dolce" annunciò Rosalie al termine della cena,alzandosi.
"Accidenti,ho dimenticato di stappare il vino da accompagnare al pudding"disse Emmet affrettandosi in cucina.
Anche Isabella si alzò."Ti aiuto a portar via i piatti,Rosalie."
Entrarono in cucina mentre Emmet ne usciva con le bottiglie stappate.
"Allora,che ne pensi di Adam?" le domandò Rosalie tirando fuori dal frigo il dolce."Pensavo aveste qualcosa in comune,per questo vi ho messo vicino."
"E' piacevole conversare con lui..."
"Molto diplomatico" commentò Rosalie."In altre parole,non è amore a prima vista quindi non aspettarti troppo...giusto?"
"Non essere sciocca.Sono sicura che non avevi intenzione di..." Isabella gemette quando vide l'espressione dell'amica. "C'è l'avevi davvero!"
"Naturalmente.Di certo Adam l'ha già capito perchè mi conosce.E poi da quando è arrivato non ho fatto che tessere le tue lodi."
"Vorrei che non l'avessi fatto.Io...non sono interessata ad alcun coinvolgimento emotivo al momento" asserì Isabella pacatamente.
"Sbagli nello scartarne la possibilità.Hai molto amore da dare,Isabella.Potresti render felice un uomo."
Senza aggiungere altro,Rosalie si avviò col dolceverso la sala da pranzo.Isabella la seguì pensierosa. Era una sciocchezza escludere la possibilità di un'altra relazione?,si chiedeva.Forse sì,ma di certo non sarebbbe stato saggio buttarsi a capo fitto in una storia per le ragioni sbagliate.Se e quando si fosse impegnata di nuovo,sarebbe stato con un uomo che amava.Non si sarebbe accontentata di meno!
Nonostante tutto fu una serata gradevolissima e Isabella fu contenta di avervi preso parte.Quando Adam si offrì di accompagnarla a casa,accettò perchè non vi era ragione che rifiutasse.
Era una notte limpida,con un cielo blu come il velluto trapuntato di stelle.Non faceva nemmeno freddo perciò il breve tragitto verso casa sua si rivolse in una piacevole passeggiata.
Stavano percorrendo un bel viale alberato quando Isabella,gettando un'occhiata alla strada,scorse Edward al volante della sua auto.Le passò accanto senza nemmeno accennare un saluto,eppure era sicura che l'avesse vista.Una morsa di dolore le serrò il petto al pensiero che le sue congetture erano fondate.Edward non era venuto alla cena perchè voleva evitarla...
"Tutto bene,Isabella?"
Stava ancora fissando la strada ormai deserta e,rendendosene conto,si riscosse di colpo."Sì" rispose stampandosi un sorriso sulle labbra."Scusa,ero sovrappensiero."
Raggiunsero il portoncino di casa sua e Isabella tese la mano ad Adam."Grazie per avermi accompagnata.Sei stato molto gentile."
"E' stato un piacere.Mi trovo bene in tua compagnia,Isabella.Magari potremmo andare a bere qualcosa una di queste sere.Resto in zona per un paio di settimane.Ti chiamo,d'accordo?"
"Perchè no?Grazie,Adam"
"Ci sentiamo allora" ribattè lui con una cordiale stretta di mano e dopo un ultimo sorriso,si avviò lungo il marciapiede.
Una volta in casa,Isabella entrò in salotto e andò alla finestra a fissare vacua l'oscurità della notte. Lo sguardo freddo che Edward le avevaa rivolto si era impresso a fuoco nella sua mente.Niente l'aveva mai ferita tanto...
La mattina seguente,all'uscita dalla chiesa,Isabella venne fermata dalla signora Cullen.Esme le disse che Edward aveva avuto dei crampi terribili il giorno prima.Ne era rimasto così spossato che non se l'era sentita di andare a cena da Emmet.Edward aveva una piscina disposizione adesso e avrebbe potuto fare un pò di eserizio, cosa che certamente avrebbe aiutato,ma a quanto pareva,sinora non era mai entrato in acqua una sola volta.
"Forse se tu gliene volessi parlare,cara Isabella..."concluse speranzosa Esme.
"Non sono certa che mi darebbe retta"ribattè lei dubbiosa.
Esme rise allegramente."Sei l'unica cui presta attenzione,credimi.E' bastato un breve scambio di battute con te perchè cambiasse la sua visione delle cose.Ora è molto più positivo."
Isabella arrossì al ricordo della conversazione cui la signora Cullen aveva involontariamente assistito."Bè,posso provarci" promise in fretta,per coprire la sua confusione.
"Grazie.Io e mio marito siamo stati invitati a casa di amici questo pomeriggio,quindi direi che l'occasione è perfetta.Avrete un paio d'ore tutte per voi,senza rischio di interruzioni.Intorno alle tre,allora?"
Se n'era andata prima che Isabella avesse avuto tempo di battere ciglio,lasciandola lì a meditare sulla sua avventatezza.Aveva infatti la sgradevole sensazione che Edward non sarebbe stato per nulla contento di vederla, specie quando avesse scoperto le ragioni che l'avevano portata da lui.
  
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