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Autore: bluebox    23/07/2012    6 recensioni
“So che è difficile da credere ora, ma parlerai con noi. Crollerai e ci dirai tutto quello che sai su John il Rosso… canterai come un uccellino.”
“No amore, non lo farò.”
Le stampò un bacio sul capo e uscì dalla sala interrogatori lasciando un alone di mistero su quanto era appena successo.
Questa è la mia prima fanfiction su The Mentalist, spero che vi piaccia, mi raccomando recensite, si accettano critiche e complimenti. Buona lettura. Emy
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avevano lasciato l’abitazione subito dopo quella scoperta. Van Pelt da brava agente e da donna aveva cercato di tranquillizzare l’uomo nonostante a Jane sembrasse una cosa del tutto inutile. In realtà vedeva quell’inutilità a causa dalla paura che aveva delle sue stesse azioni, perché la vita di Angelica dipendeva da lui, dalle sue scelte. La sua vita era appesa ad un filo quanto la lettera che aveva appena ritrovato.
Il silenzio più totale era sceso nell’abitacolo del SUV nero. La donna non osava fare domande poiché sapeva che in qui momenti Jane si rinchiudeva nei suoi pensieri a cercare qualche pista, tuttavia la sua curiosità si destò quando il consulente estrasse dalla tasca della sua giacca la lettera.
“E quella cos’è?”
“L’ho trovata sotto lo smile, è per me”
“E allora cosa aspetti ad aprirla?”
Jane esitava a farlo poiché in un certo senso aveva paura, le parole di quell’uomo riuscivano sempre a ferirlo, tuttavia esortato da Van Pelt aprì la lettera e iniziò a leggere a voce alta il suo contenuto:
 
Caro Patrick,
non credevo fossi un uomo così forte e risoluto. A giudicare dalla persona che eri in quella clinica psichiatrica non avrei mai potuto immaginare che mi avresti dato la caccia con così tanta passione. Bravo. Ti ammiro. Dopo quella bella chiacchierata in macchina però mi hai deluso, sai? Mi avevi quasi convinto ad ucciderti. Ma poiché io sono un uomo di gran cuore, nonostante tu non lo creda, ho deciso di darti un’altra possibilità, una possibilità che non potrai mai rifiutare. Ho deciso di ridarti quello che più ti manca: una figlia, è tua se la accetterai. Non ho fatto un bel lavoro a trovarla identica alla tua Charlotte? Una bambola perfetta da sostituire a quella rotta. Pensaci Patrick, fallo molto attentamente, altrimenti non saprò più che farmene di lei e sarò costretto ad ucciderla.
Dimenticavo, voglio che tu sappia che c’è una persona che mi è già inutile: Lorelai.
 
                                                                                                                                              Il tuo amico, John il Rosso”
 
Van Pelt cercava di fissare il più possibile la strada, lanciava delle lunghe occhiate alla lettera e quando Jane aprì anche l’ultimo lembo ripiegato non poté far altro che notare quello che per un agente era una prova.  
“Jane quelli sono capelli?”
“Si, esattamente”
“Appena arriviamo al CBI li mando subito alla scientifica”
“Non ce ne bisogno… appartengono ad Angelica, vuole solo dimostrarmi che ha veramente lui la bambina”
La donna non obbiettò oltre, era troppo risoluto per iniziare una discussone persa in partenza “Va bene… avviso gli altri di quello che abbiamo trovato”
Prese il cellulare dalla tasca ma non ebbe neanche il tempo di scorrere i numeri in rubrica che l’apparecchio iniziò a suonare.
“Cho, stavo giusto per chiamarti”
“Io e Rigsby siamo andati alla McClatchy High School, abbiamo parlato con il preside, dice che la donna gli aveva confidato che un
nuovo insegnante la stava infastidendo negli ultimi giorni, un certo John
RoodCosi era andato a controllare il suo fascicolo ma sotto quel nome non aveva trovato nulla, nel frattempo dell’uomo non vi era più traccia”
“Cho quell’uomo era John il Rosso!”
“Cosa? Jane aveva ragione allora?
“Si, siamo andati a casa dei Morgan e abbiamo trovato nella camera della bambina…”
Fu interrotta dal frastuono che si propagò nei suoi orecchi, urla e rumori di passi affrettati rimbombavano attraverso gli altoparlanti del cellulare. Si poteva riconoscere chiaramente anche la voce di Lisbon “Fermatela, fermatela subito! Non deve lasciare la sede!”
“Cho! Cho cosa succede?”
Jane fissava Van Pelt con aria tesa. Cho riprese il cellulare e con tono affannato rispose “Lorelai non è più nella sala interrogatori!”
 
Arrivarono di corsa, lo si poteva vedere dai segni di frenata che si era lasciato dietro il SUV. Dal cortile il CBI sembrava una roccaforte presa in attacco: più di una ventina di pattuglie erano parcheggiate intorno al perimetro dell’edificio formando una compatta barriera, altrettanti agenti erano posti sulle balconate e sui tetti dei cecchini tenevano d’occhio le strade. Era un inferno di schiamazzi e sirene venute solo ad “onorare” la signorina Martins, un bel riconoscimento alla sua fuga.
Jane si precipitò all’interno dell’edificio seguito da Van Pelt. Non riuscì nemmeno a prendere l’ascensore, salì le scale a tre a tre pur di non rimanere fermo in un abitacolo. Arrivati al piano scorse le figure di Rigsby e Cho che lo attendevano mentre Lisbon impartiva ordini ad un’intera squadra.
“Allora com’è successo?”
“Eravamo appena rientrati, siamo passati davanti alla sala interrogatori e abbiamo notato che non era più li” rispose Rigsby.
Jane camminava avanti e indietro palesemente nervoso “Ah! ma com’è possibile!... come… ma non c’erano due agenti a sorvegliarla?!”
Lisbon si avvicinò sentendo le urla del consulente “Pare che stessero facendo una pausa, si erano allontanati da pochi minuti”
“Tutto è successo in pochi minuti?”
Lisbon abbassò il capo, sapeva che il consulente aveva ragione “Si, in pochi minuti”
Un agente arrivò trafelato e si avvicinò alla donna “Signora, non ha ancora lasciato l’edificio, la nostra squadra la sta inseguendo nel parcheggio interrato”
 
Correvano armati di pistole e giubbotti antiproiettile, Jane testardo com’era aveva scelto di non indossarlo e invece di seguire i suoi amici come faceva sempre, li capeggiava non ascoltando le insistenti richieste di Lisbon di farsi da parte. L’avevano individuata tramite le telecamere di sicurezza, si muoveva lentamente dietro le auto parcheggiate. Era impossibile sentirla, non produceva alcun rumore, proprio come l’orda di agenti che la stavano inseguendo. Jane capì che quell’inseguimento non avrebbe portato a niente di buono così si sollevò del suo cantuccio e si pose al centro della stanza.
 “Lorelai! Mi senti? Sono io, Patrick”
“Jane cosa stai facendo? Torna qui!” le ammonizioni di Lisbon non avevano alcun effetto sulla fermezza dell’uomo.
“Lo so che mi senti… puoi fuggire se vuoi, ma voglio solo dirti che John non ti vuole più, sei solo un peso per lui, quindi dove andrai adesso?
Lorelai ascoltava quelle parole senza fiatare. “Ti ucciderà, e poi farà recapitare il tuo corpo a noi. È questo che vuoi?”
Improvvisamente una sagoma femminile emerse da dietro una Chevrolet grigia. Gli agenti puntarono contro di essa le loro armi. Fece pochi passi verso l’uomo mantenendosi a debita distanza. Aveva un volto sereno nonostante quelle parole, non mostrava alcun sentimento.
“Amore, davvero credi che John possa non amarmi più?”
“È così”
“No amore, ti sbagli. Tu non sai proprio niente di John, sei ossessionato da lui ma non riusciresti mai a immaginare quanto buono e compassionevole può essere”
“È un pluriomicida, non c’è niente di buono in lui!”
“Dici così solo perché ti fai ingannare dai tuoi occhi, io invece no, John mi ha insegnato a fidarmi solo delle mie percezioni. Io riesco a vederlo per com’è!”
 Esibì un enorme sorriso ed estrasse la mano da dietro la schiena mostrando un coltello. Ma dove era riuscito a trovarlo?
“Non mi pento di nulla, amore.”
 Il suono prodotto da quella lama fu secco, preciso. Tutti gli agenti e il personale venuto a curiosare erano rimasti senza parole, stavano abbassando adagio le armi. Si era tagliata la gola con un unico gesto freddo. Lo aveva fatto per amore di John il Rosso e adesso le speranze di ottenere indizi su di lui erano svanite. Si accasciò al suolo in una pozza di sangue.
“NO!” Jane corse verso di lei, la osservò dall’alto con gli occhi pieni di rabbia ma allo stesso tempo anche di pietà. Non era ancora morta, sputava sangue e il corpo fremeva di spasmi. La guardò negli occhi per l’ultima volta mentre spirava.
Lisbon si avvicinò a Jane seguita dagli altri agenti. Gli pose una mano sulla spalla, e con un gesto di affetto dopo tanto tempo gli disse “ Mi dispiace, non potevamo fare niente”
“Già… niente”
 
Il corpo della donna era stato trasportato all’obitorio seguito dallo sciame di poliziotti. Il coltello invece era stato recapitato alla scientifica, sperando di ottenere impronte che non appartenessero alla donna, infondo qualcuno glielo aveva passato e quel qualcuno doveva essere necessariamente all’interno del CBI. Dopo quel terribile avvenimento Cho, Rigsby e Van Pelt erano ritornati ad indagare sul caso Morgan, Lisbon aveva ripreso a compilare le scartoffie affidategli da Minelli e Jane si era rinchiuso nella sua soffitta a rimuginare su quanto accaduto.
Era disteso sul quel letto improvvisato e fissava il soffitto sul quale proiettava come un film l’intera giornata. Tra i mille pensieri che lo tormentavano ricordò improvvisamente un particolare al quale non aveva dato subito una grande importanza: la mano di Lisbon che si posava sulla sua spalla per consolarlo.
“Lisbon! Come ho fatto a dimenticarti?”
Al diavolo tutti quei problemi, potevano aspettare! Si alzò di scatto e si precipitò al piano di sotto. Per tutto il tragitto che lo separava da Teresa non aveva fatto altro che sperare di non ricevere un fermacarte in testa perché questa volta era deciso a riprendersi la sua amicizia. Appoggiò la mano sulla maniglia della porta, poi preso un grande respiro l’aprì. Vide la donna sommersa da fascicoli di ogni genere, alcuni erano precipitati persino al suolo. Jane la guardò intontito poi iniziò a sorridere fino a quando non iniziò a produrre un’intensa risata.
“Cos’ hai da ridere? Non hai mai visto un’agente sgobbare così tanto?”
“Oh no, a dire il vero sono contento che tu lo stia facendo”
“Beh grazie, non credevo ti divertisse tanto vedermi faticare”
“No no Teresa, sono felice perché credevo fosse solo una scusa”
“Una scusa? Ma di cosa stai parlando?... E poi chi ti ha dato il permesso di chiamarmi per nome?” Adesso aveva anche preso a scherzare!
“Meh!” Si avvicinò alla donna e la sollevò delicatamente per un braccio, prese la sua giacca e la trascinò fuori dalla stanza.
“Ehi cosa stai facendo? Devo lavorare!”
Pochi secondi dopo erano già nel cortile del CBI. La catapultò nella sua DS21 e si mise alla guida senza rispondere sul serio alle domande di Lisbon.
“Insomma vuoi dirmi dove mi stai portando?”
“Ehm... che giorno è oggi?”
“12 Marzo, perché?”
“E che ore sono?”
“Le 18.452…ma insomma posso sapere il motivo di queste domande?”
“Perfetto! Giusto in tempo!”
Partì producendo un rombo assordante di cui Lisbon non credeva fosse capace quella “carretta”.
Procedevano a velocità sostenuta attraverso le strade di Sacramento; edifici, parchi ed enormi distese di cielo scorrevano come una pellicola nei finestrini semiaperti mentre alla radio risuonava un motivetto jazz. Era sceso un imbarazzante silenzio all’interno del veicolo. Jane fissava compiaciuto il manto stradale mentre Lisbon gli rivolgeva delle lunghe occhiate continuando a sorridere fra sé e sé.
“Quando avrai intenzione di dirmi dove stiamo andando sarò ben lieta di ascoltarti” disse trattenendo un certo tono di euforia.
“Oh è una sorpresa, anzi mi hai appena ricordato che dovresti coprirti gli occhi con questo” estrasse dalla tasca della giacca un fazzoletto color blu fiordaliso con dei ricami a forma di fiori e glielo sventolò sotto il naso.
“Un fazzoletto?... ah non avrei mai dovuto assumerti nel team quando me lo chiesero sette anni fa!” prese la stoffa con delicatezza e si accinse a fare ciò che gli aveva chiesto il consulente. Jane rise per quella frase e tornò a concentrasi sull’asfalto infuocato.
Passarono così trenta minuti prima che l’auto si fermasse all’improvviso. Lisbon si era chiesta più volte dove la stesse portando ma i restanti quattro sensi attivi non le davano alcun indizio tangibile, solo quando mise piede fuori dall’auto si rese conto di dove fosse; il sole non carezzava più la sua pelle, era coperto da qualcosa di ampio e frusciante. Il leggero venticello trasportava un profumo di terra fresca e foglie di quercia, il polline sfiorava le sue narici pizzicandole… non poteva che essere: “Siamo nel boschetto di Sacramento!” Jane la fissò in volto, annuì con la testa nonostante non potesse vederlo. Lisbon non udì alcuna risposta quindi dedusse che ci aveva azzeccato. Caspita si sentiva una mentalista!
“Ora posso togliermi questo fazzoletto?”
“E no cara Lisbon, non è mica questa la sorpresa” afferrò la sua mano e la guidò lungo un sentiero in salita. Per fortuna aveva il viso coperto, o si sarebbe sicuramente accorto di quanto fosse diventata paonazza.
Dopo una lunga e faticosa arrampicata finalmente Jane si fermò e staccò la sua mano da quella della donna. In un certo senso le dispiacque un po’, ma quella sensazione svanì non appena le scoprì con delicatezza gli occhi: “Ta-dah!” esclamò con fare soddisfatto.
“O – mio - Dio!” sillabò stupefatta. Erano in cima ad una collinetta proprio in direzione del tramonto e dagli alberi che contornavano come una cornice quel panorama delle luci di colori sgargianti si stagliavano tutt’attorno. Jane fece sedere Lisbon a una panchina poi si sedette accanto a lei mostrando uno dei suoi sorrisi a trentadue denti:
“Allora ti piace?”
“C-certo che mi piace! È meraviglioso! Ma che posto è questo? Non lo avevo mai visto”
“Lo chiamano “La Finestra sull’Arcobaleno”. Le coppie di innamorati sono solite venire qui per dichiararsi i loro sentimenti, poi per sigillare il loro amore appendono ai rami di questi alberi dei pezzi di vetro colorati. L’angolazione di questa collinetta combacia esattamente con l’altezza del sole quando questo tramonta, così quando gli ultimi raggi di sole colpiscono i pezzi di vetro, i loro colori sono proiettati in tutte le direzioni. Si dice che le coppie che visitano questo posto rimangono insieme in eterno, anche dopo la morte”
Lisbon lo fissava estasiata, aveva ascoltato ogni parola assaporando il tono della sua voce suadente e tutto ciò che riuscì a dire fu solo:
“È davvero romantico…”
“Già… ah devo scusarmi con te Lisbon”
“Per cosa?”
“Avrei potuto rompere una di quelle belle bottiglie verdi nella dispensa del CBI, ma avevo paura di tagliarmi…” trattenne a stento una risata.
Lisbon assunse un’espressione divertita “Oh ma guarda… beh ti do una bella notizia: noi non siamo una coppietta!” terminò la frase ridacchiando.
“Oh Lisbon… tu infrangi le mie speranze” la canzonò. La donna si limitò a dargli un pizzicotto sul braccio sinistro e a sorridere di rimando. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato di mostrare i denti così tanto dopo quella terribile giornata.
Assaporarono per un po’ l’aria dolce in silenzio. La quiete di quel luogo riusciva a distaccare le loro menti da tutti i problemi che li affliggevano. Era come se esistessero solo loro due al mondo, niente lavoro, niente piani poco etici, niente John il Rosso. Lisbon non sapeva se anche Jane si sentisse così, per lui dimenticare non era facile, anzi basava la sua vita sulla vendetta quindi si poteva dire che dimenticare non era certo la sua intenzione; guardava lo splendido spettacolo di fronte a sé e ogni tanto volgeva il suo sguardo a quell’uomo con gli occhi chiusi e i boccoli dorati che si muovevano leggeri nell’aria. Tutto fu statico fino a quando Jane non interruppe quel momento.
“Senti Teresa, c’è una cosa per cui devo realmente scusarmi con te” aveva assunto un tono serio che catturò subito l’attenzione di Lisbon.
“Oggi ho pensato che tu mi stessi evitando con la scusa del troppo lavoro. Ne ero proprio convinto e tu sai che quando mi metto in testa qualcosa è difficile che cambi idea”
“Oh, è una sciocchezza…”
Proseguì interrompendola “Ma soprattutto ammetto di averti fatta soffrire negli ultimi sei mesi e che non sarei mai dovuto andare a letto con Lorelai. Ti prego, perdonami”
“Non devi scusarti di niente… dico solo che avrei gradito una chiamata, tutto qui. E poi per quanto riguarda Lorelai… è la tua vita, decidi tu cosa farne, io non c’entro con essa”
“No Teresa, ne fai parte più di quanto tu immagini! Sei l’unica persona che mi tiene in vita giorno per giorno, che mi motiva, che mi aiuta a non crollare quando John sembra essere un passo avanti a me…”
Gli occhi di Lisbon iniziarono a luccicare e la luce del sole, ormai quasi del tutto sparito, li faceva risplendere come delle piccole stelle. Jane pose la sua mano su quella della donna stringendola e la fissò negli occhi “Voglio che tu sappia che da questo momento qualunque stupido piano o decisione importante attuerò ne farai sempre parte, sarai al centro della mia vita”
Non riusciva a rispondere a quelle parole dette col cuore, si limitò ad annuire con la testa. Inutile dire che per l’ennesima volta aveva assunto un evidentissimo colore rosso cremisi. Si fissarono per qualche secondo tenendosi per mano proprio come avevano fatto su quella duna di sabbia, poi improvvisamente Lisbon balzò in piedi “Accidenti, è tardissimo! Devo finire di stilare i referti che mi ha affidato Minelli entro domani, altrimenti m’incenerirà!” Si sganciò poco graziosamente dall’uomo e iniziò a correre come una matta verso l’automobile incurante della ripida discesa. Jane alzò gli occhi al cielo:
“Ben tornata Lisbon!”
Si alzò a malincuore e iniziò a seguire la donna divertito dalle “quasi cadute” che riusciva sempre ad evitare.

 
 
 



Rood in Olandese significa rosso
Jane chiede che giorno sia a Lisbon perché l’11 Marzo 2012 inizia l’ora legale in America, l’ora invece poiché il sole a Sacramento tramonta alle 19.10


Ed ecco il terzo capitolo. Credo che molti saranno contenti dell' "uscita di scena" di Lorelai (io per prima XD). Finalmente Jane e Lisbon si sono riappacificati e tutto sembra più romantico, ma per quanto ancora? Spero di avervi interessato anche questa volta. Un bacio, Emy.
P.S ho alzato un pò il rating in vista dei prossimi capitoli. Niente di perverso, don't worry :)
  
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