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Autore: Strega_Mogana    07/02/2007    5 recensioni
Questo é quello che succede quando si mangia troppa torta di zucca prima di andare a letto. "FF scritta per il concorso sul sito hpquiz -Scridi una FunFiction-"
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prima che iniziate a leggere tengo a precisare che la FF non é molto lunga e con molte descrizioni perché per il concorso la storia non doveva superare le 1500 parole. Così ho dovuto ridurre tutto all'essenziale. Bene... buona lettura.




L’indigestione

Gli studenti del primo anno stavano davanti al lungo tavolo degli insegnanti in attesa di esser smistati. Il giovane Severus Piton spostava il suo sguardo sul viso di ogni mago accanto a lui immaginando il loro futuro in quella scuola.
Il suo futuro non era certo da immaginare, fin da quando aveva scoperto di esser un mago, fin dalla sua prima magia in quella vecchia casa diroccata, sapeva, lo sentiva, che il suo futuro era tra i Serpeverde. Suo nonno era prefetto della Casa di Salazar, tutta la sua famiglia aveva indossato la divisa nera con il serpente sul taschino e anche sua mamma, che si era innamorata di un babbano, aveva passato i suoi anni a Hogwarts, nei sotterrai.
La professoressa McGranitt entrò con il suo passo austero e sicuro.
Silente fissava tutti con un’aria fastidiosamente amichevole, aveva le labbra lievemente incurvate in un sorriso.
Già odiava quel sorriso con tutto se stesso.
La McGranitt poggiò il Cappello Parlante sullo sgabello traballante e srotolò la lunga pergamena con i nomi degli studenti del primo anno. Uno per uno i piccoli maghi undicenni vennero smistati nelle rispettive case. Mentre il primo studente veniva smistato al tavolo dei Serpeverde, Severus lanciò uno sguardo agli studenti più grandi che, presto, avrebbe conosciuto come suoi compagni. Lucius Malfoy spiccava tra tutti, bellissimo anche se aveva solo tredici anni, più alto rispetto ai suoi coetanei, la folta chioma bionda scendeva lungo le sue spalle andando in netto contrasto con la divisa nera.
- Severus Piton!
Con quell’andatura che l’avrebbe reso famoso durate i suoi sedici anni di insegnamento, il piccolo Piton si avvicinò alla professoressa, si mise a sedere sullo sgabello in attesa del verdetto che avrebbe segnato la sua vita in maniera radicale.
Il Cappello fu calato sulla sua testa scivolando poco sopra il suo naso adunco, dopo qualche attimo di silenzio sentì una strana vocina nell’orecchio:
- E così tu se il famoso Piton.. hai la stessa anima nera di tuo nonno.
Piton sogghignò orgoglioso, ma il Cappello non si fermò lì:
- Ma… vedo che, a differenza di tuo nonno, hai una scintilla di bontà che illumina il tuo cuore nero.
Severus sgranò gli occhi, impallidì presumendo il seguito, era come uno dei tanti incubi che lo tormentavano in questi giorni prima dello smistamento. Il cuore gli martellava nelle tempie mentre sentiva il sudore scendergli lungo la spina dorsale.
- Perciò sarà meglio…
- No!- mormorò il maghetto in preda al panico – Ti prego! Tutto ma non lì!
- GRIFONDORO!
Hogwarts si ammutolì all’istante come se un incantesimo avesse colpito anche i fantasmi.
Tutti conoscevano la fama della famiglia Prince nella Casa dei Serpeverde.
Avvolto ancora nel buio del Cappello Parlante, Severus sentì un fragoroso applauso provenire dalla sua destra mentre una scia di fischi dalla parte sinistra.
Le tenebre che l’avevano avvolto si diradarono, il capello fu alzato dal capo del ragazzo che, totalmente frastornato, incredulo e con il morale a terra, si avvicinava al tavolo dei suoi nuovi compagni di scuola. Aveva il capo chino e non vedeva chi aveva di fronte, camminava lentamente, mentre quelli che dovevano essere i suoi compagni continuavano a ridere e fischiare.
Non avrebbe mai potuto tornare a casa con la divisa di Grifondoro.
Improvvisamente sentì una voce a lui famigliare e qualcuno che lo abbracciava energicamente.
- Benvenuto! – fece il ragazzo con gli occhiali e i capelli tutti spettinati – Io sono James e loro sono Remus, Peter e Sirius, miei migliori amici. Scommetto che anche tu farai parte della squadra dei malandrini! – continuò entusiasta Potter – Sai noi stiamo progettando di diventare animagi! E sono sicuro che tu sarai perfetto come pettirosso!
Severus si fece ancora più pallido… stava per piangere o per urlare…
- Sì!- squittì Peter battendo le mani come un ragazzino di cinque anni che ha ricevuto il regalo di natale che tanto desiderava – Rosso come la nostra Casa!
- E il tuo nome in codice sarà… Affilabecco! – echeggiò Remus.
- E poi potrai unirti a noi per tutti gli scherzi che abbiamo intenzione di fare. Vero Sirius?
- Non solo per quello!- sorrise Black mellifluo – Ma anche per altri giochetti tutti maschili! – sbatté un poco le ciglia e fece l’occhiolino a Severus.
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
Severus Piton, quello adulto, quello con il Marchio Nero tatuato sul braccio si svegliò di soprassalto urlando nella notte. Sentiva la sua pelle sudata e appiccicosa, le lenzuola si erano come incollate al suo corpo nudo come i capelli avevano fatto lungo il suo viso scarno, reso ancora più pallido dalla guerra. Aveva freddo e voleva solo voglia di un sorso d’acqua o di una birra forte.
Optò per la prima scelta e scese dal letto. Il contatto con il freddo pavimento di pietra lo fece tornare lievemente in sé facendolo quasi ridere per quello strano sogno che aveva fatto. Afferrò la vestaglia grigia appoggiata mollemente sulla poltrona accanto al camino e la indossò.
Come ogni volta che si alzava di notte svegliato dai suoi incubi, che di solito erano ben più crudi di questo ma, anche con tutto quel sangue, molto meno spaventosi, iniziò a muoversi alla cieca nella sua stanza. Conosceva ogni mobile, ogni pietra di quel posto e gli era facile orientarsi al buio.
Fece solo qualche passo in avanti che il suo alluce destro urtò in maniera violenta qualcosa.
- Ahi!- gridò portandosi le mani al piede saltellando sul posto – Per tutte le lucertole in salamoia! Chi diavolo ha spostato il comodino?
Altri due saltelli e…
- Ahi!!!! – questa volta era stato il mignolino del piede sinistro ad urtare qualcosa che sembrava una cassapanca – Per tutte le pulci di un Troll! – gridò con le lacrime agli occhi per il dolore – Chi si è divertito a spostare i mobili di notte? Pix.. sei stato tu?
Senza ottenere nessun tipo di risposta Severus si voltò verso il camino spento.
- Incendio! – una vampata rossa e arancione illuminò la stanza e subito notò qualcosa che non quadrava.
La sua stanza non aveva i soliti mobili essenziali per i suoi studi, l’enorme libreria dietro la scrivania era più piccola almeno della metà, e tutti i compiti che aveva lasciato sulla scrivania da correggere non c’erano più. In compenso aveva un armadio grande il doppio con un letto a baldacchino che non aveva mai posseduto e uno specchio sul soffitto che centrava interamente il materasso.
Un sopracciglio fine si alzò dubbioso.
Qualcuno avrebbe pagato per quello stupido scherzo.
Si guardò ancora un po’ attorno cercando la firma di quel burlone che aveva stravolto la sua stanza ma non c’erano segni o strane firme.
Si avvicinò alla credenza dove c’erano molto cornici con delle foto, ne prese una a caso e sbiancò immediatamente.
Ritraeva lui e Sirius.
Lui indossava un vestito da cerimonia nero, mentre Sirius un completo da uomo completamente bianco.
Deglutì rumorosamente, la foto si animò subito, lui e Sirius salutavano felici, sorridenti e poi Siuris lo afferrava per il bavero della giacca e lo baciava.
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
Un urlo agghiacciante uscì dalla bocca del mago, la cornice gli scivolò tra le dita, cadde a terra e si ruppe il vetro che proteggeva la foto ma i due, troppo occupati per accorgersi di esser finiti sul pavimento, continuavano nelle loro effusioni amorose.
- Non è divertente!- gridò guardandosi attorno aspettando da un momento all’altro le risate di alcuni studenti che, certamente, avevano deciso di morire prima di ricevere i M.A.G.O.
Passi.
Qualcuno stava camminando verso la sua stanza, anzi no. Ora che sentiva bene qualcuno stava correndo verso la sua stanza.
La porta si spalancò di botto e un Harry Potter trafelato e solo con un paio di boxer rossi ed oro addosso fece il suo ingresso con il fiatone.
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! – Harry gridò a sua volta mettendosi le mani tra i capelli spettinati e guardandosi attorno, il leone dorato cucito sui boxer ruggì per tutto quel baccano – C’è Voldemort!!!!
Severus riprese il controllo delle sue azioni e cercò di assumere un’aria truce.
- Potter!- gridò furioso– Cosa ci fai conciato così in camera mia? E perché questo posto è ridotto in questo stato?
Harry sembrava disorientato.
- Potter?- ripeté corrugando la fronte – E da quando mi chiami Potter? Lo sai che, da quando ti sei sposato con Sirius, ho preso il tuo cognome papà. Severus.
- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
Severus Piton, quello adulto, il professore di Hogwarts, il mago oscuro che molti temono si svegliò di soprassalto in un lago di sudore. Per prima cosa controllò di stare nel suo letto ad una piazza. Quando constatò che non c’era nessun letto matrimoniale, illuminò la stanza con un po’ di timore. Il cuore gli martellava nel petto, preoccupato di ricevere altre sorprese sgradite. Quando constatò che tutto era nella norma e che, finalmente, si era svegliato da quella serie di incubi sospirò sollevato e guardò il piatto posato sulla sua scrivania.
- Lo giuro su tutti i calderoni bollenti. – mormorò passandosi una mano sulla fronte sudata – Basta torta di zucca prima di andare a letto.
FINE
   
 
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