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Autore: ciomez__    23/07/2012    3 recensioni
"Chiedevo solo il tuo aiuto, ricordando la promessa che mi avevi fatto. Non mi avresti mai lasciata sola, ricordi? Invece te ne sei andato."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo che non avevo mai visto aprì la porta.
“scusi professoressa, posso comunicare un avviso alla classe?”.
“si, però si muova” rispose scocciata.
“allora ragazzi, questa sera ci sarà un festa in maschera qui a scuola. Spero di vedervi tutti quanti. L’appuntamento è alle 21:30! Ricordatevi le maschere, mi raccomando!”
Chi esultava, chi si preoccupava per l’abito da indossare e io che ero incantata dalla bellezza di quel ragazzo.
I suoi lineamenti, i capelli di quel biondo e gli occhi che al contatto con la luce diventavano dello stesso colore del miele.
Lo osservai in ogni movimento. Ai miei occhi apparse perfetto.
Si diresse verso l’uscita ringraziando la professoressa per la disponibilità. Stava per chiudere la porta alle sue spalle ma di scatto rientrò. “scusi, posso rubarle un altro minuto?”
“Sbrigati e non entrare più!” rispose scocciata la docente. Si diresse verso di me. Arrivato al mio banco si abbassò e mi sussurrò all’orecchio.
“Spero di vederti stasera, ci tengo molto alla tua presenza” Sorrisi. Lui mi fece un occhiolino.
Il resto della giornata scolastica la passai pensando al fatto che quel ragazzo che non avevo mai visto ci teneva molto a vedermi alla festa. Appena finita l’ultima ora salutai con un forte abbraccio Madison che mi disse di farmi trovare pronta per uscire alle 20:45. Dopodiché mi precipitai a casa, salii le scale di corsa, entrai in camera e mi precipitai a frugare nell’armadio a trovare qualcosa di carino da indossare per quella serata. Prima che potessi afferrare qualsiasi vestito mia madre mi interruppe.
“Che fai?”
“Cerco un vestito bello da indossare stasera” risposi frettolosamente.
“Cosa c’è stasera?” chiese incuriosita appoggiandosi alla porta della camera rimasta aperta.
“La scuola dà una festa in maschera, un ballo credo..”
“Va bene, ma prima vieni a mangiare” Mi diressi verso di lei e insieme andammo in cucina. Lì c’era mio padre in attesa di pranzare.
“Scusa papà se non ti ho salutato prima..”
“Ti ho vista correre come una furia.. che è successo?”
“Deve trovare al più presto un abito da indossare per la festa di stasera” si intromise mia madre.
“che festa?” chiese incuriosito.
“Quella che ci sarà questa sera a scuola, e indovina un po’.. un ragazzo mi ha chiesto di andare perché gli farebbe piacere la mia presenza!” Dissi entusiasta.
“Tu non ci vai.”
“Come? Ti prego papà. Ci tengo molto. Starò anche con Madison visto che abbiamo fatto pace.” Dissi cercando di convincerlo.
“Non ci andrai e basta.” Concluse.
“Ma perché?” replicai. Gli si colmarono gli occhi di lacrime. Provò a dire qualcosa ma emise solo qualche gemito. Lo guardai con sguardo interrogativo.
“Tesoro, no ti prego”. Disse mia madre.
“No Anne, lei deve sapere”.
“Cosa devo sapere?”.
“Emily..” non riusciva a continuare a causa delle lacrime che gli bagnavano il volto.
“Si papà..” lo incitai a continuare.
“Lei non è morta..” Non capivo più nulla.
“Continua papà, ti prego”
“Lei non è morta in un incidente d’auto”. Si mise le mani sul viso e scoppiò in un pianto straziante.
“Quindi la storia dell’incidente non è vera? Vi supplico, ditemi la verità!”
“Era una sera come altre, tua sorella uscì per andare a un ballo, non tornò più a casa.”
“Cosa è successo a Emily?” Iniziai a piangere.
“E’ stata rapita. Il suo rapitore ci chiamò. Ci disse di non cercarla”
“E voi l’avete ascoltato?” Non smettevo di urlare.
“Disse che se noi avessimo provato a rintracciarla lui ti avrebbe uccisa”. Non credetti alle parole che uscirono dalle labbra di mia madre. Buttai il piatto per terra e corsi in camera. Vidi il suo letto e mi ci sdraiai sopra. Mi avvolsi tra le coperte che portavano il suo profumo di vaniglia.
“Emily, dove sei? Perché è successo a te? Perché?” Iniziai a imprecare. Mio padre entrò in camera sbattendo la porta. Corse verso di me e mi abbracciò.
“La ritroveremo, lo prometto. Io e te Hope riusciremo a trovare Emily”. Ricambiai l’abbraccio e mi asciugai le lacrime.
“E’ una promessa Emily, noi ti porteremo a casa” Dissi guardando la foto sul comodino che ci ritraeva. I miei genitori mi lasciarono da sola in camera. Rimasi nel letto per qualche ora, poi mi alzai e mi diressi verso la finestra guardando il cielo. Iniziai a pensare a dove potesse essere mia sorella, a cosa stava facendo. Volevo sapere se era felice. Dopo un po’ il mio occhio cadde sulla casa di fronte la mia finestra. C’era un trasloco e non me ne ero mai accorta. Uscii dalla camera per andare a fare una passeggiata ma mio padre mi bloccò.
“Tu andrai a quella festa. Fallo per Emily. Lei ne sarebbe felice.” Guardai mio padre e non potei fare altro che ripetere le parole che ci eravamo scambiati prima.
“è una promessa” ribadii.
“Si Hope, è una promessa”. Avevamo entrambi gli occhi lucidi. Stavo per abbracciarlo quando mia madre ci interruppe.
“Hope, stai ancora così? Muoviti che tra mezz’ora passa Madison a prenderti”
“Si giusto”. Entrai in camera vidi qualcosa appoggiato alla sedia ma non ci feci molto caso. Aprii l’armadio ma di colpo mi girai e vidi che sulla sedia c’era un vestito color lilla che arrivava fino a terra con una maschera attaccata. C’era un bigliettino. “Divertiti stasera, mamma”. Sorrisi. Guardai l’orologio e mi accorsi di quanto fosse tardi. Mancavano solo dieci minuti. Indossai il vestito, era bellissimo.
Mia madre passò davanti la mia camera in quel momento.
“Amore, ti sta d’incanto”.
“Grazie mamma, anche per il vestito”. Subito dopo slegai i capelli che avevo raccolto in una coda. Appena tolsi l’elastico e una marea di capelli castani mi ricaddero gentilmente sulle spalle per poi allungarsi fino a raggiungere il fondo schiena. Volevo lisciarli ma li lasciai mossi visto il poco tempo. Trovai giusto il tempo di truccarmi almeno un pochino. Afferrai la maschera e mi precipitai al piano di sotto.
“Ciao mamma, ciao papà! Torno presto!” Uscii di corsa di casa e proprio in quell’istante vidi Madison arrivare.
“Pronta per la serata?”
“Non proprio..” risposi.
“Che c’è?”
“ho un po’ di mal di testa” Ok, non era vero. Ma ci eravamo riavvicinate solo oggi e non me la sentivo di parlarle di mia sorella.
Girammo l’angolo e tornai a fissare la casa dove stava avvenendo il trasloco.
“Tutto apposto?” Chiese Madison.
Scossi la testa per tornare alla realtà. “si, certo.”
Ci incamminammo verso la scuola, con la sensazione di passare una fantastica serata.






Ciao! Ho pubblicato subito il secondo capitolo perché spero di finire la storia prima di partire, sarebbe un sogno *-*
E' un po' "triste", ma spero possa piacervi ugualmente :)

Lia J. Marie (su Facebook) e @dieinhisarms: (su Twitter)
  
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