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Autore: Pervinka    24/07/2012    2 recensioni
Un paio di occhiali da sole dimenticati sul tavolo di un bar con vista sul mare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 10

Domani iniziano le riprese per Gary.

Questa mattina abbiamo litigato per la prima volta. Niente di che, solo non vuole che mi trovi un altro lavoro.

Non voglio dipendere da lui, non voglio più dipendere da nessuno. Non ripeterò l'errore che ho fatto in passato, quello di annullarmi completamente per un'altra persona, nemmeno se è Gary.

Oggi è uscito, è andato a fare le prove per il costume. A una condizione: La costumista non deve avere meno di sessantacinque anni. Condizione posta da me, ovvio.

Io sono andata al supermercato, mi servivano alcune spezie, il detersivo per i panni e un bagnoschiuma nuovo. L'ho scelto alla pesca questa volta. A Gary piacerà il suo aroma sulla mia pelle.

Sto scrivendo sul mio diario, smetto e mi rilasso in vasca.

La casa è silenziosa, Gary non tarderà ad arrivare.

Mi addormento.

Circa mezz'ora dopo, mi sveglio di soprassalto, devo preparare la cena. Sono quasi le otto.

Esco in fretta dalla vasca, mi asciugo velocemente e vado in camera a mettermi il pigiama. Non è sexy, lo so, ma se è vero che vuole sposarmi, deve rendersi conto di ciò che lo aspetta.

Mogliettina sexy. Tzè!

Entro in camera, lascio la luce spenta, socchiudo la porta.

AAAAAH!” Faccio un urlo angosciante e mi porto entrambe le mani al cuore.

C'è un'ombra sulla porta.

Da di sotto sento del trambusto, poi qualcuno che sale velocemente le scale. La voce di Gary allarmata che proviene dal bagno. "Rebecca! Sei ferita?"

Non trovandomi arriva subito in camera e accende la luce.

Ho ancora gli occhi spalancati per lo spavento.

"Cos'è successo?"

"Che cacchio è quello?!" Indico la porta.

"Il mio costume, non te lo ricordi? L'ho appeso lì poco fa, quando sono rientrato. Pensavo ti piacesse!"

"O mio Dio... non ti ho sentito arrivare." Riprendo fiato.

"Certo che mi piace, scemo. Però addosso a te, non... non... non impiccato alla porta, ecco!"

Scoppiamo entrambi a ridere.

"Ok, adesso basta. Meglio che io vada a preparare la cena."

"Rimani in accappatoio?"

"Ah, giusto. E' un problema se sto in pigiama? Tanto non usciamo, no? Senti, cosa ti andrebbe per cena? Non ho idee..." Continuo a parlare da dentro l'armadio a muro.

"In realtà non ho tanta fame, cosa ne dici della classica serata, pantofole, divano e barattolone di gelato da condividere?"

Esco. "Ma il barattolone di gelato non lo mangiano solo le adolescenti in crisi, tristi e disperate, perché sedotte e abbandonate?"

Gary scuote la testa. "Donna, tu guardi troppe soap-operas."

"Mi piacciono, che ci posso fare? Quel Kevin poi..." Giungo le mani sotto ilo mento e sbatto velocemente le ciglia.

Continuiamo a parlare scendendo le scale.

"Ti piace Scott?! No, Rebecca, non puoi farmi questo!" Si porta drammaticamente il dorso della mano alla fronte e finge di svenire.

Mi volto e lo punzecchio al centro del petto con l'indice. "Svegliati principessa, ho detto che mi piace Kevin, il tuo caro amico Scott, non ha neanche metà del suo fascino."

"Ma scusa, Scott e Kevin sono la stessa persona, perciò..."

"Perciò niente. A me piace Kevin."

"Cioè cosa vorresti dire, che io ti piaccio di meno di Jared alias 'Lampo di fuoco?'"

"Tu sei un discorso a parte."

Lo raggiungo sul divano, con due vaschette di gelato.

"Variegato all'amarena o panna cotta e cioccolato?"

"Ne bastava una..."

"No, perché tu mangi per due, quindi una a me e una a te."

"Amarena."

"Sì!" Faccio un gesto di vittoria.

"Potevi dirlo subito che volevi tu la panna cotta."

"L'ho avuta comunque, no?"

"E se la sceglievo io?"

"Ti davo l'amarena." Ghigno.

Gary si appropria del telecomando e sceglie un noiosissimo film poliziesco.

Dopo essermi ben rimpinzata di gelato, mi sdraio con la testa sulle sue gambe. Cerco di stare sveglia per un po', ma poi il sonno mi prende mentre Gary giocherella con le ciocche dei miei capelli.

"Potresti farli crescere un po'..."

E' l'ultima cosa che gli sento dire.


 

Il mattino dopo mi sveglio prima dell'alba.

Continuo a girarmi e rigirarmi nel letto, ma non riesco a riprendere sonno.

Scendo, mi preparo una moka di caffè all'italiana. Mentre aspetto che sia pronto, mi affaccio alla porta per vedere se è già passato il ragazzo dei giornali. Piove.

Il giornale è in mezzo al giardino, imbustato per fortuna. Faccio una corsa a piedi nudi sotto la pioggia per prenderlo.

Il caffè è pronto, me ne verso un po' in una tazzina e mi preparo a leggere il giornale.

Lo apro sul tavolo da pranzo, in sala e mi metto in ginocchio su una sedia, con lo schienale rivolto verso il tavolo.

Con un pennarello inizio a circondare tutti gli annunci di lavoro che mi sembrano interessanti.

Gary arriva e mette le sue mani ai lati del giornale accanto alle mie.

Mi volto a dargli un bacio da sopra la spalla.

"Perché mi fai questo?"

"Buongiorno anche a te, amore." Un altro bacio. Questa volta più profondo.

Mi giro di nuovo verso il tavolo.

"Ho pensato che potrei fare la barista."

"Mhm..." Gary mi bacia nella curva fra il collo e la spalla.

"Oppure potrei lavorare in qualche MC Donald's."

Non mi risponde. Invece mi sfila i pantaloni del pigiama, lasciandomeli a metà gamba. Appoggia le mani sui miei fianchi e mi penetra così, da dietro.

Si muove lentamente.

Mi volto di nuovo a guardarlo da sopra la spalla. "Wow, devi essere proprio disperato se arrivi a questo per tentare di convincermi." Dico con un po' di fiatone.

Infila le mani sotto la mia maglia e mi stringe i seni.

"Convincerti di cosa?" Chiede ansimando.

"Non è per convincermi a non cercare un altro lavoro?"

"Non ci stavo pensando, ho altro per la testa in questo momento."

Toglie una mano da sotto la mia maglia e con essa mi gira di nuovo il viso verso il suo per baciarmi ancora...

Lo facciamo in giro per tutta la casa, era da un pò che non succedeva.

Alla fine ci troviamo abbracciati sul divano, stremati.

"Ti prego Gary, lascia che io abbia la mia indipendenza." Gli dico continuando ad accarezzargli il petto.

"Sai, in fondo mi piaci anche per la tua testardaggine."

"Gary..."

"Ok, va bene. Però ad un paio di condizioni."

"E cioè?"

"Lavorerai solo mezza giornata e dovrà essere vicino a casa o almeno facilmente raggiungibile."

"Va bene."

"Un'ultima cosa..."

"Nooo, uffa..."

"Chiederai in tre posti non di più e poi me la darai di vinta."

"Mai."

E lo bacio ancora...


 


 


 


 


 


 


 

  
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