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Autore: IBelieveInYou    24/07/2012    15 recensioni
-ehy!-
Una sola parola che la fece voltare di scatto preoccupata. Aveva paura di trovarsi davanti a uno dei tre ragazzi che ogni giorno le davano il tormento o a qualsiasi altra persona che avrebbe potuto farle del male. Era spaventata da chiunque ormai.
-che vuoi fare?-
Chiese ancora la voce, maschile, ma non famigliare. Shery non aveva la più pallida idea di chi si sarebbe trovata davanti non appena la persona in questione si sarebbe avvicinata abbastanza da essere illuminata dal bagliore del lampione distante qualche metro da loro.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2:
Don't do it.
 
Shery quella notte non riusciva a chiudere occhio. Era seduta a gambe incrociate sul materasso, avvolta dalla sua coperta sporca. C'erano dei ragazzi poco lontano da dove era lei, forse sbronzi. Poteva ascoltare tranquillamente le loro discussioni talmente urlavano. Decisero di andare via solo quando uno dei ragazzi annunciò l'orario: le 4.30. 
Appena furono lontani da lei, decise che era ora di andare sul suo abituale muretto, ma questa volta non era sicura di tornare al suo nascondiglio.
Si alzò dal materasso e lasciò la coperta a terra. Uscì dal 'rifugio' e iniziò a camminare per le strade di Londra, completamente deserte. Non c'era una sola macchina in movimento, nessuna persona camminava per le strade. Era sola, come sempre da quattro anni ormai. Guardava i suoi piedi mentre camminava. Non osava mai muovere un passo a testa alta, non aveva nulla per cui andare fiera a tal punto da tenere la testa sollevata. Preferiva nascondersi da tutti, in modo che nessuno avrebbe potuto farle del male.
Arrivò al Tower Bridge in nemmeno 15 minuti e si sedette sul suo ormai famigliare muretto, lasciando penzolare i suoi piedi nel vuoto. Il Tamigi scorreva fluido, nulla impediva il suo corso.
Shery guardò verso il basso, l'altezza la fece rabbrividire. Era davvero tentata di mettersi in piedi sul muretto e prendere il volo. Un breve salto, che l'avrebbe portata a volare davvero, indipendentemente se verso il paradiso o se verso l'inferno, ma avrebbe volato lontano da quel mondo che la stava facendo a pezzi giorno dopo giorno.
Come sua abitudine sollevò le maniche dell'enorme felpa che la ricopriva. I tagli e i lividi viola ricoprivano quasi tutta la superfice della pelle. Chiudendo per un attimo gli occhi riusciva a ricordare perfettamente ogni singola ferita, ogni singolo calcio o pugno, ogni singola volta in cui per 'giocare' i tre ragazzi, Josh, Derek e Kevin, le avevano tagliato la pelle con il loro coltellino, ogni singolo attimo di dolore vissuto in quattro anni della sua esistenza. Quattro anni, in cui la sua permanenza a Londra non poteva essere chiamata vita. 
Shery era dell'opinione che vivere significasse sorridere, ma il sorriso sul suo volto era sparito da anni. Non sapeva più neanche che cosa si provasse nell'essere felici. Non riusciva a ricordare come si ci sentisse ad essere stretti nell'abbraccio di una persona cara. Voleva essere amata, non conosceva più quelle sensazioni.
Quella notte, nonostante cercasse di sforzare la sua mente, non riusciva a trovare degli aspetti positivi nel restare in vita. A differenza di tutte le altre sere passate su quel ponte, non riusciva più a pensare che la vita le avrebbe portato qualcosa di buono per cui vivere. Era certa che la vita le sarebbe stata tolta presto da qualcun'altro, e preferiva porre fine alla sua esistenza da sola. Preferiva morire per sua volontà, non per volontà di qualcun'altro.
Una lacrima solcò il suo viso. La lasciò scorrere fino al mento per poi vederla cadere nel vuoto. Era di certo finita nel fiume, e lei avrebbe presto fatto la stessa fine. Da un momento all'altro si sarebbe messa in piedi su quel muretto e avrebbe spiccato il volo che l'avrebbe portata verso un altro mondo. In una realtà totalmente opposta a quella in cui si trovava in quel momento. Stava raccogliendo il coraggio necessario per lanciarsi, per godersi gli ultimi attimi della sua vita sospesa nel vuoto, con l'adrenalina al massimo.
Una seconda lacrima iniziò a scorrere sulla sua guancia, ma venne immediatamente bloccata dalla mano di Shery che la pulì via dopo aver sentito una voce che la richiamava.
-Ehy!-
Una sola parola che la fece voltare di scatto preoccupata. Aveva paura di trovarsi davanti a uno dei tre ragazzi che ogni giorno le davano il tormento o a qualsiasi altra persona che avrebbe potuto farle del male. Era spaventata da chiunque ormai.
-Che vuoi fare?-
Chiese ancora la voce, maschile, ma non famigliare. Shery non aveva la più pallida idea di chi si sarebbe trovata davanti non appena la persona in questione si sarebbe avvicinata abbastanza da essere illuminata dal bagliore del lampione distante pochi metri da loro.
Sentì i suoi passi, poi lentamente la sagoma oscura prese forma. Shery si trovava davanti a un ragazzo mai visto prima. Molto più alto di lei, magro, capelli castano scuro ricci, senza una vera e propria forma. Occhi verdi, erano quelli che avevano lasciato Shery senza il coraggio di dire una sola parola. Degli immensi occhi verdi da cui non riusciva a distogliere lo sguardo. Era come paralizzata da quella vista, non era capace di muoversi o di interloquire con il ragazzo davanti a lei che, visibilmente preoccupato, aspettava una risposta.
 
Harry continuava a guardare la ragazza, seriamente in ansia. Temeva che quella si sarebbe gettata in un solo attimo, senza dargli il tempo di provare in qualche modo a farle cambiare idea. 
Gli altri ragazzi erano tornati a casa in macchina, sbronzi tutti eccetto Liam che avrebbe guidato, ma Harry insistette per il tornare a casa a piedi in modo da poter fare un giro prima di tornare alla villa, ma non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione del genere.
Non gli era mai capitato di avere davanti agli occhi una ragazza in bilico tra la vita e la morte. Non avrebbe mai permesso di vederla lanciarsi nel vuoto, questo era certo, ma non aveva la più pallida idea di come comportarsi. Non sapeva cosa dire, come fare per provare a convincerla. Non sapeva nulla di lei, non sapeva con quali argomenti farle capire che valeva la pena continuare a vivere.
Harry provò a muovere un altro passo verso la ragazza che, vedendo quel gesto, sussultò quasi impercettibilmente, forse per la paura, pensò lui.
-Non farlo.- sussurrò in ansia -Ti prego.- continuò non ricevendo una risposta.
La ragazza lo fissò ancora, poi distolse lo sguardo e lo voltò verso il vuoto. Tremava come una foglia e una lacrima le stava rigando il viso. Harry era completamente in panico, non sapeva cosa fare e cosa dirle, ma non poteva andarsene come se nulla fosse e lasciarla lì.
Fece un altro passo. Ormai era a meno di mezzo metro da lei, che non lo degnava di uno sguardo.
-Posso sedermi?-
Chiese quasi sussurrando Harry. La ragazza non si degnò di muovere un muscolo, quasi paralizzata tra paura e timore. Il riccio non aspettò oltre qualche secondo una risposta che sapeva non sarebbe arrivata. Mise le mani sul muretto e con una leggera spinta si sedette lasciando penzolare i suoi piedi a qualche decina di centimetri da terra.
-Perchè vuoi farlo?- chiese con un filo di voce. 
Non si aspettava  davvero una risposta, era praticamente certo che non gli avrebbe rivolto la parola. Guardò il profilo di quella ragazza, quei lineamenti delicati avevano rapito la sua attenzione non appena l'aveva vista. Decise dopo un po' di continuare a parlare. 
-Non ne vale la pena, credimi.- provò a dirle, sperando di non commettere errori e di non sbagliare nell'uso delle parole.
La ragazza voltò leggermente il viso verso di lui. Quegli occhi verdi brillavano e le lacrime continuavano a scendere. Scosse leggermente la testa da sinistra verso destra, guardandolo con aria delusa, amareggiata. Aveva degli occhi penetranti, ma sofferenti. Si vedeva a kilometri di distanza che non aveva avuto di certo vita facile.
Harry giurò di non aver mai visto sguardo più triste prima di allora. Gli occhi di quella ragazza erano belli quanto dolorosi, in grado di distruggere il tuo buon umore in un attimo e in grado di farti capire quanto una persona possa realmente stare male nella sua vita.
-Posso immaginare che tu abbia sofferto davvero tanto per arrivare a questo punto, ma c'è sempre qualcosa per cui andare avanti. La vita è un dono prezioso, sprecarla così sarebbe un peccato- tentò ancora di convincerla. 
Provava a conquistare la sua fiducia, stava tentando di farsi affidare la sua vita tra le mani per poi salvarla, e sperava di riuscirci. La ragazza continuò a fissarlo negli occhi, perplessa, confusa e terrorizzata. Le si leggeva la paura negli occhi, anche se Harry non riusciva a capire a che cosa fosse dovuta, era al sicuro finchè ci sarebbe stato lui. Non avrebbe mai potuto farle del male.
-Ti va di girarti da questa parte?- disse sperando di farle cambiare idea. La ragazza abbassò lo sguardo, puntandolo verso i suoi piedi immobili sospesi nel vuoto. 
-Per favore...- sussurrò poco dopo.
Ci furono diversi attimi di silenzio, in cui Harry continuava a fissare il suo profilo, e lei continuava a fissare il vuoto.
Appena la ragazza mosse un muscolo il riccio tremò all'idea che volesse gettarsi, ma notando che tirava i piedi indietro si sentì sollevato. Lentamente la mora si voltò, dando le spalle al vuoto e trovandosi a pochi centimetri da terra.
-Grazie, mi sento sollevato- disse lui rivolgendole un sorriso dolcissimo, che la ragazza guardò perplessa.
 
Chi era? Cosa voleva da lei? Perchè ci teneva a non vederla lanciarsi dal ponte? Nemmeno la conosceva. Cosa poteva guadagnarci lui?
Queste domande vagavano e si ripetevano con un fastidioso eco nella testa di Shery. Aveva paura di quello che aveva appena fatto. Aveva paura di continuare a vivere solo perchè glielo aveva chiesto un ragazzo che neanche conosceva. Decidendo di restare in vita continuava a pensare che avrebbe fatto solo del male a se stessa. Quella notte aveva finalemente deciso di mettere un punto alla sua storia, poi arrivò quel ragazzo e rovinò i suoi piani. Aveva deciso di non gettarsi, non tanto perchè lui non voleva, ma perchè non voleva lasciarlo traumatizzato dalla scena cruda.
Senza pensarci due volte Shery rivolse un ultimo sguardo al ragazzo dagli occhi bellissimi e si alzò dal muretto, iniziando a camminare verso il suo rifugio, ma dopo aver percorso nemmeno cinque metri sentì dei passi avvicinarsi nella sua direzione correndo e poi una mano calda toccarle il braccio. Il dolore del contatto sui tagli e sui lividi la fece quasi urlare. Il ragazzo immediatamente ritrasse la mano vedendola chinarsi a terra cercando di abbracciarsi il braccio dolorante con quello libero.
-Io non volevo... Mi dispiace, scusami- sussurrò con voce tremante il riccio, spaventanto dall'accaduto e visibilmente pentito di aver provato ad afferrarle il braccio.
Si chinò accanto a lei e preoccupato come non mai e provò a rimediare.
-Posso?- chiese porgendole una mano, facendole capire che voleva vederle il braccio. Ma Shery lo guardò per un attimo prima di abbassarsi la manica dell'enorme felpa e rialzarsi.
Harry ebbe il tempo di vedere solo per qualche secondo il braccio violaceo e pieno di graffi e tagli, ma quell'immagine gli rimase ben impressa nella mente.
-Cosa ti hanno fatto?- chiese alzandosi anche lui e fissandola negli occhi. Shery abbassò lo sguardo e Harry vide una lacrima scivolare giù dal suo viso prima di ricominciare a camminare lontano da lui.
Il ragazzo era rimasto quasi traumatizzato dalla scena, tremava per lei. Non osava immaginare chi o che cosa avesse provocato tutti quei segni sul suo corpo.
Non l'avrebbe lasciata andare via in quel modo, temeva che potesse accaderle qualcosa. Avrebbe almeno voluto accompagnarla a casa. Sempre se ce l'aveva, una casa.
Riprese a correre verso Shery fino ad affiancarsi a lei, per poi adeguarsi alla velocità del suo passo.
-Hai un posto dove stare? Lontano dai pericoli?- nessuna risposta lo rassicurò, così decise di insistere -Ti prego rispondimi-Ancora nulla. Shery non voleva coinvolgerlo nella sua storia. Era stato gentile nel preoccuparsi per lei, non voleva in alcun modo potesse entrare in contatto con quella che era la sua vita, piena di pericoli e di gente poco affidabile. Quella vita piena di fame e violenza che lei era costretta a vivere ogni giorno. Lui poteva benissimo 'salvarsi' e tornare alla sua vita di tutti i giorni, sicuramente migliore di quella di Shery.
Harry continuò a camminare al fianco di lei per tutto il resto del tragitto senza dire una sola parola, ma una volta arrivati Shery fu costretta a mandarlo via.
-Addio- sussurrò prima di sparire dietro il palazzo, lasciando Harry da solo, in mezzo alla strada, pieno di dubbi e con quella parola che gli risuonava in testa. 
Il ragazzo non ci pensò due volte prima di correrle dietro, ma appena svoltò l'angolo di lei non c'era nemmeno l'ombra. Era come scomparsa nel nulla, non si sentivano nemmeno i passi in lontanaza, non c'era traccia di quella ragazza che aveva segnato la serata di Harry, in modo non molto felice.
Provò più volte a guardarsi intorno, cercando i suoi occhi verdi disperatamente, ma non vedendoli più si demoralizzò. Non si sarebbe comunque rassegnato, non in quel modo. Voleva sapere più cose su di lei. Conosceva solo i lineamenti del suo viso e le sue profonde iridi verdi segnate dal dolore. Avrebbe voluto sapere almeno il suo nome, o la sua età. Era quasi certo che non avrebbe potuto avere più di quindici o sedici anni. Era troppo esile per essere una diciassettenne o addirittura un diciottenne.
Si incamminò verso casa, continuando a pensare a quegli occhi, a tutti quei tagli e quei lividi sulla sua pelle e quell'unica parola che gli aveva detto prima di sparire nel nulla. 
-Addio- sussurrò a se stesso Harry, ma era più che consapevole che l'avrebbe rivista, e se non fosse accaduto per volere del destino sarebbe andato lui stesso a cercarla. Non era un addio, era solo un ciao, per lui.
 
Shery si buttò a sedere sul suo materasso sbuffando. Per colpa di quello stupido ragazzo avrebbe dovuto vivere un altro straziante giorno della sua vita, sempre più in pericolo di essere ammazzata da qualcuno. Continuava a pensare che quel riccio era stato davvero impertinente a farsi gli affari di una persona che nemmeno conosceva, gli stava antipatico. A primo impatto, per quello che aveva fatto le stava davvero antipatico. Era stato sfacciato e stupido, continuava a riflettere Shery, eppure, non riusciva a togliere dalla testa la gentilezza con cui l'aveva convinta a non buttarsi e la dolce insistenza per non farla andare via da sola.
L'immagine dei suoi occhi continuava ad aleggiarle in testa e questa cosa non le piaceva. Non avrebbe dovuto farsi false speranze su un suo futuro ritorno. Era stata solo una coincidenza di una notte, tutto sarebbe iniziato e finito lì. Non si aspettava assolutamente nulla. Le esperienze passate le avevano insegnato a non fidarsi di nessuno e a mantenere le distanza da tutti, e così avrebbe fatto.
 
Entrando in casa Harry fece attenzione a non disturbare gli altri. Di certo dopo la sbronza stavano già dormendo tutti.
Entrò in cucina senza accendere le luci e andò ad aprire il frigo per poi togliere il cartone del latte e versarne un po' in un bicchiere, e quando la luce della cucina si accese Harry non abbe bisogno di girarsi per capire chi fosse.
-Ma che fine avevi fatto? Ti avevo già dato per disperso!- disse urlando sottovoce avvicinandosi all'amico.
-Esagerato...- sussurrò Harry.
-Non sto scherzando! Dove sei stato? Ci sarebbero voluti meno di dieci minuti per arrivare a casa, ma sei stato fuori per più di mezz'ora, mi hai fatto preoccupare-
-Ho incontrato una ragazza. Comunque non ho più otto anni Liam, puoi stare tranquillo se non rientro entro il coprifuoco- affermò Harry, tra l'annoiato e il premuroso.
-Una ragazza? A quest'ora non girano ragazze molto affidabili per Londra- lo avvertì Liam alzando un sopracciglio.
-Non è quel tipo di ragazza, idiota! Tutt'altro...-
-Cioè?-
-E' una senza tetto, credo... L'ho trovata mentre stava per gettarsi nel Tamigi e l'ho fermata- sussurrò Harry abbassando lo sguardo. Quell'orribile immagine del corpo di lei che cadeva giù, perdendosi nel vuoto, lo fece rabbrividire.
-Voleva... Voleva suicidarsi?- chiese incredulo Liam
-Già...-
-Mi prendi in giro?-
-Non ti prenderei mai in giro su un argomento del genere!- 
-E adesso lei dov'è?-
-Non ne ho la più pallida idea. Ha voltato l'angolo dietro un palazzo e neanche il tempo di raggiungerla che era scomparsa nel nulla, come se si fosse volatilizzata- disse amareggiato in viso il ragazzo, poi decise di raccontare il resto. 
-Aveva dei lividi e dei tagli su un braccio. Penso che l'abbiano picchiata, o peggio ancora violentata... Non voglio nemmeno pensarla una cosa del genere.- ammise contraendo la mascella.
-Quanti anni ha?- chiese poi Liam. Era visibilmente scosso per le notizie che gli stava dando l'amico.
-Credo intorno ai sedici, se non quindici.-
-Che cosa?! Sedici anni ed è in mezzo a una strada a rischiare di prendere botte? E' orribile.-
-Già... Per un attimo ho pensato di portarla a casa, ma lei non avrebbe collaborato di sicuro. Non mi ha rivolto la parola per tutto il tempo, tranne prima di andare via. Mi ha sussurrato un addio.- Harry strinse le labbra, nel tentativo di sopprimere la tristezza che stava prendendo possesso di lui. 
-Vado a letto. Non voglio pensarci- disse all'amico battendogli una pacca sulla spalla prima di salire le scale.
-Buonanotte, cerca di dormire.- gli consigliò Liam.
-Notte Liam-
Harry era più che consapevole che quella notte non avrebbe chiuso occhio pensando a quella ragazza.
 
 
Spazio autrice
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Eccomi qui con il nuovo capitolo sabvkanfvbg. Tipo che mi aspettavo che massimo 3 o 4 persone cagassero la mia storia invece il primo capitolo è arrivato a 10 recensioni e mi stavo mettendo a piangere kjfbvkanvf, ma sorvoliamo.
Grazie mille per chi mi ha fatto i complimenti per come scrivo nonostante l'età, e grazie a chi mi ha dato dei consigli utili per migliorare, l'ho davvero apprezzato :')
Coooomunque, in questo capitolo si iniziano a formare i tratti dei caratteri dei personaggi;
Harry è il classico ragazzo dolce e premuroso, che ama aiutare gli altri e prende a cuore le situazioni di persone in difficoltà (in questo caso Shery). Si affeziona facilmente alle persone e questo spesso lo fotte, e fa di tutto pur di vedere gli altri sorridere. Macchettenero bfvkanfvfnvjasn
Shery invece è una ragazza che ha avuto un passato difficile alle spalle (che scoprirete più avanti), ed è proprio per via di quello che ha passato che vuole mantenere le distanze con tutti, Harry compreso. Non è perchè se la tira, ma perchè ha paura di soffrire.
Ora la smetto di scrivere altrimenti lo spazio autrice viene più lungo del capitolo (?).
Grazie ancora a tutte, un bacio.
Raffa :)
  
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