Fanfic su attori > Logan Lerman
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Autore: MouMollelingua    24/07/2012    5 recensioni
Bonnie Orlando, una normale adolescente di sedici anni, conosce Thomas, un nuovo compagno di classe.
I due faranno amicizia fino a che... Be' non vi resta che leggere!
-
Dalla storia:
«Hai presente il tuo attore preferito? Quello di cui mi hai parlato quel giorno a Central Park, al nostro primo appuntamento?»chiese.
«Sì» confermai, dubbiosa.
«Ecco. E se fosse più vicino di quanto pensi?»
«Stai per caso cercando di illudermi?"
«No»
«E allora perchè mi fai queste domande? Logan Lerman è un attore, una piccola cotta che ho da sempre! Lui è una persona importante, in confronto io sono una merda»
«A dirla tutta, sei la sua ragazza»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un attore per amico.

Chapter nine.


Era l'utlimo giorno di vacanza, e io e Logan eravamo in spiaggia.
Quella sera non c'era nessuno, il tramonto era come una coperta color fuoco che ricopriva il cielo, il mare calmo, la sabbia era morbida e sottile, bianca.
«C'è una domanda che non ti ho ancora fatto» mi ricordai.
«Quale sarebbe?» talmente fu sorpreso e interessato che si alzò a sedere e mi studiò attentamente, posando il suo block-notes interrompendo il disegno che stava facendo.
«Perchè mi hai portata qui? Non che non mi facesse piacere, ma volevo sapere il motivo preciso» spiegai.
Ci riflettè un po' prima di darmi una risposta.
«Be' ecco, non ci eravamo visti da molto tempo per colpa del mio lavoro, quindi volevo rimediare e non sapevo come fare; così ti ho portato a Los Angeles per passare un po' di tempo in intimità» mi disse con un sorriso.
Mi alzai dal telo mare e lo abbracciai.
«Sei stato magnifico grazie, davvero; non dovevi» poi lo tirai su per le braccia «Ora faresti un bagno con me?»
«Non ho voglia» rispose con voce annoiata.
Roteai gli occhi al cielo.
«Sei bianco come una mozzarella! Dai vieni, non hai ancora fatto un bagno da quando siamo arrivati!» esclamai.
Cercai di sollevarlo, ma invano.
«Eddai, per una volta!» lo supplicai con un tono un po' più alto del solito. Sembravo una bambina, ma non mi arresi.
«Va bene! Ma finiscila di piagnucolare!» accettò spazientito, prima di prendermi in braccio e mi gettarmi in acqua come un sacco di patate.
«Cosa..?» feci disorientata bevendo un po' d'acqua salata.
Logan era tornato a sedersi sull'asciugamano, con la penna in mano e continuò a scarabocchiare.
Nuotai in mezzo alle bolle che avvolgevano il mio corpo.
Adoravo nuotare.
Stare in mezzo all'acqua era l'unico mio momento in cui riuscivo a non pensare a nulla.
Cercai di andare oltre le mie aspettative, e proseguire fin dove non toccavo.
La pressione era sempre più alta.
Poi una presa forte ma nello stesso tempo delicata intrappolò i miei fianchi.
Aprii le paplebre nonostante gli occhi al contatto con il sale bruciassero, e incontrai due zaffiri azzurri che si mimetizzavano con la tonalità del mare.
Tornai in superficie.
Sputtacchiai.
«Contenta adesso?» vidi Logan assumere un'espressione da mammina arrabbiata.
«Mi vizi troppo» risposi soddisfatta.

Quando ritirammo tutto per cena e stavamo per raggiungere il nostro bungalow, rubai dalle mani il quadernetto di Logan.
«Ehi! Ridammelo!» fece.
Lo sfogliai e vidi un ritratto fantastico.
Aprì la bocca per lo stupore.
«Lei è...»
«Mia madre, sì» concluse al posto mio.
«Ma disegni benissimo!»
I lineamenti del viso, gli occhi, la bocca, tutto coincideva nella realtà. Era identica!
Mi feci distrarre per lo stupore e l'ammirazione così lui si riprese l'album.
Stavamo ancora passeggiando sul lungomare quando una ragazza bruna, non molto magra, ma nemmeno tanto grassa si avvicinò a noi e toccò dolcemente la spalla di Logan.
Quel gesto mi fece irritare. E non poco.
Poi riconobbi il volto della giovane.
Era Jennifer.
«Ciao, che ci fai qui?» dissi, scorbutica.
La vidi sorridere.
«Volevo parlare, con lui» disse, indicando Logan.
«E di cosa volete parlare, di grazia?» chiesi, la mia pazienza sempre a diminuire.
Quella che voleva dialogare con qualcuno?! Credevo fosse capace di usare solo la vagina invece che la lingua!
«Non sono affari tuoi» rispose acida per poi tornare a sorridere.
Gli porse un foglio, passarono due minuti, il tempo di leggerlo e poi, Logan sbiancò.

I minuti passavano, il tempo trascorreva.
E Logan rimaneva lì, fermo, paralizzato, pietrificato.
«Passami quel foglio» gli ordinai senza molta cortesia.
«No» la voce ferma e decisa.
Glielo presi dalle mani a forza e lessi quel dannato pezzo di carta.

Nome: Jennifer
Cognome: Lee
Età: 18
Altezza: 178 cm
Capelli: castani
Occhi: castani
Residente a: Manhattan (NY).

Risultato gravidanza: positivo.
Note: questa è una copia del documento, per l'originale, contattare Linox Hill Hospital, Manhattan (NY).


«E allora? Che ti devo fare, gli auguri? Auguri! Noi abbiamo una certa fame...» annunciai, cercando di farla breve.
Logan mi bloccò per un braccio.
«No» sibilò.
«Logan, sto perdendo la mia fottuta pazienza. E' mezz'ora che continui a ripetere un cazzo di "No"! Ti decidi a dirmi per quale fottuto motivo non vuoi cenare stasera, ma stare a discutere con questa fottutissima ragazza?» sbraitai.
Jennifer sorrise nuovamente e maliziosamente.
«Tesoro, leggi in basso» mi consigliò.
La guardai in cagnesco per l'uso inappropritato del "Tesoro".
Ricontrollai e lessi con più attenzione.
All'estremità del documento, giaceva una scritta:

DNA appartentente ai due genitori:
Jennifer Lee;
Logan Wade Lerman.

Solo in quel momento capii perchè la pelle di Logan fosse diventata più bianca di quanto già lo fosse.
Impallidii anch'io.
«Cosa..? Tu non puoi... Hai promesso... Avevi detto che...» balbettai, le mie mani tremanti.
Mi cadde il foglio.
Vidi le labbra di Jennifer allargarsi in un ghigno di trionfo.
«Bonnie, ti giuro che...» Logan mi prese le mani, come se dipendesse da quel contatto.
«No, lascia perdere. In fondo, dovevo aspettarmelo: sei un attore! Non è difficile recitare per te con una come me!» esclamai, amareggiata.
«Devi credermi!»
«A cosa? Alle tue fottute promesse? Vai! Vai da lei! Esci dalla mia vita! Sparisci, e non farti più vedere! Anzi... Me ne vado io, così potrete godervi questi ultimi giorni di vacanza in piena serenità, voi con il vostro bambino, okay?»urlai, la gente intorno che mi fissava scioccata.
In quel momento non mi importava.
Mi avvicinai alla strada e presi il primo taxi che mi vide.
Logan con sguardo perso e deluso cercò i miei occhi un'ultima volta, poi chiusi la portiera dell'auto giallo canarino.

«Ciao mamma, scusa se non ti ho risposto, ero ancora arrabbiata per la litigata di due mesi fa...» la voce mia spezzata.
«Amore! E' tantissimo che non ti sento, stai bene?» mia madre era preocupatissima.
«Sto bene, tranquilla»
«Dove sei? A casa di Thomas non ti ho trovata, sono passata da Alex e mi ha detto che nemmeno lui ti ha sentito. E' successo qualcosa di grave?»
«Sono su un taxi, domani mattina sarò di ritorno, mi raccomando: appena arrivo voglio la mia colazione, compresa la mia tazza preferita»
«Di ritorno da dove?» parve non ascoltare l'ultima parte della frase.
«Da Los Angeles Beach» confessai.
«Cosa? E tu non mi dici niente?! Ne riparliamo domani, ciao. Ti voglio bene»
Riattaccai.

Vi ho scioccato vero?
Eh il nostro Loggie se la fa con la Jennifer (?)
Logan è un po' Don Giovanni, c'è da dirlo...
Spero che vi abbia stupito e che vi sia piaciuto lo stesso il capitolo nonostante questo colpo di scena terribilmente figo.
Il mio Twitter è sempre questo: Louie Louie Louieee
   
 
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