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Autore: marmelade    24/07/2012    5 recensioni
Spin-off della fanfiction "I would love you better now" sulla coppia Lole, alias Louis e Nicole.
**
E non si era reso minimamente conto, di tutte le lacrime che avevo versato per lui sul cuscino, durante la notte,e nemmeno di quelle che versavo ancora.
[...]
Perché mi sembrava impossibile, che una ragazza come Nicole, potesse essere innamorata di un coglione come me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I would love you better now.'
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Now, I can make you mine
 

 

  
Louis.

   
“Eleonor, ti devo parlare”.
Lei si voltò verso di me, lasciando passare il suo sguardo dal televisore al mio, puntandomi i suoi occhi da cerbiatta nei miei.
Mi guardò confusa, stoppando il litigio tra Noah ed Allie, quello dove lui le dice di essere una gran rompicoglioni.
Ecco, è stato proprio quel discorso di Noah, a farmi prendere coraggio e dire tutto ad Eleonor.
“Cosa c’è, amore?” chiese, con un’espressione preoccupata sul volto.
Sospirai, chiudendo gli occhi. Improvvisamente, l’unica rompicoglioni che avrei voluto accanto a me, la ritrovai proprio davanti ai miei occhi.
E forse, è stata proprio lei a farmi parlare.
“Eleonor, io devo dirti la verità. Non riesco più a mentirti ogni giorno, non è giusto per te...” le dissi, aprendo gli occhi.
Lei corrugò la fronte, aggrottando leggermente le sopracciglia e poggiando il telecomando sul mobiletto lì vicino. Improvvisamente, il suo viso si rilassò, e lei sospirò scuotendo il capo.
“Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato...” disse, e io sgranai gli occhi.
Come aveva fatto a capire che volevo lasciarla e che ero innamorato di un’altra?!
“T-tu... tu come hai...?”
“Beh, è evidente Louis... non fate altro che stare insieme, scherzare, ridere, stuzzicarvi a vicenda... e poi, da come lo guardi, insomma...”
“Aspetta, frena Eleonor...!” dissi, bloccando il suo discorso con un gesto della mano. “Comelo guardo?”
Lei annuì col capo, con uno sguardo confuso sul volto, peggio del mio.
“Come guardi Harry, no?” disse, alzando le spalle.
Scoppiai a ridere fragorosamente, e lei mi guardò ancora più stranita. Pensava davvero che io fossi gay e che la stessi lasciando per Harry?!
“Cosa ho detto di male?” chiese lei, alterando leggermente il tono di voce.
Cercai di recuperare fiato e smisi di ridere, asciugandomi le lacrime e guardandola negli occhi.
“Eleonor, io non sono gay” dissi, facendole un mezzo sorriso. Mi veniva ancora da ridere.
Lei aggrottò nuovamente le sopracciglia, guardandomi ancora più confusa di quanto non lo fosse già.
“No?! Beh, io pensavo...”
“Pensavi male. Io non sono gay e non sono innamorato di Harry... e non voglio lasciarti per questo...”.
Quelle ultime parole mi uscirono tutto d’un fiato, senza che io me ne rendessi conto. Eppure, l’avevo detto davvero.
Gli occhi di Eleonor si spalancarono immediatamente, così come la sua bocca.
“Tu... tu vorresti... tu...?”
“Si, El, io voglio lasciarti. Ma non voglio passare per il bastardo, dicendotelo così e andandomene via, perché quello che dovevo fare l’ho fatto. No, tu hai il diritto di ricevere delle motivazioni valide, e io ce le ho. Non voglio poggiare la testa sul cuscino stanotte e addormentarmi con i sensi di colpa perché ti ho lasciata senza dirti nulla...”
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, ma le trattenne, strizzando gli occhi e annuendo col capo.
“Bene, allora... dimmi tutto quello che c’è da sapere...” disse con un filo di voce, quasi rotto dal pianto.
Mi faceva male vederla così. Non volevo farla soffrire, eppure ci stavo riuscendo. Ma dovevo dirle la verità, continuare a mentire l’avrebbe fatta soffrire ancor di più.
Sospirai, come per prendere coraggio, e poi la guardai negli occhi lucidi.
“El, sono due anni che io sono innamorato di un’altra ragazza. Ero invaghito di te quando ci siamo messi insieme, ma quello che provo per questa ragazza è amore... sono due anni che cerco di farla mia, due anni che cerco di capire tutti i suoi stati d’animo tramite i suoi occhi, due anni che la amo da lontano...”
Eleonor aprì gli occhi e abbassò lo sguardo, ma potei notare una lacrima che scese tenera e dolorosa dai suoi occhi.
“Continua...” sussurrò con un filo di voce.
“Io... mi dispiace, El, ma dovevo dirtelo...” sussurrai anche io, cercando di prenderle una mano, ma lei si scansò.
“E’ Nicole, vero?” disse improvvisamente, e ormai le lacrime non furono più un segreto.
Abbassai lo sguardo, troppo debole per guardarla negli occhi pieni di lacrime che scorrevano sul suo viso, e annuii col capo.
“Si, è Nicole...” sussurrai, e lei sospirò.
“Dovevo immaginarlo...” disse, tirando su col naso, e io alzai lo sguardo per guardarla.
Eleonor si voltò verso di me e fece un mezzo sorriso tra le lacrime.
“Forse sarebbe stato meglio se mi avessi rivelato di essere gay…” disse, facendo una piccola risatina, che si trasformò in un singhiozzo.
Ridacchiai anche io, per poi poggiarle una mano sulla spalla, e lei non si scansò.
Tirò nuovamente su col naso, guardandomi negli occhi e facendo un altro piccolo sorriso, che però si trasformò in una buffa smorfia.
“Che aspetti, allora? Vai a prendertela!” disse, e io le accarezzai una guancia.
“Eleonor...”
“Louis...” disse decisa, guardandomi negli occhi e prendendomi le mani “va da lei e dille tutto. Sono due anni che la desideri, e i sogni vanno inseguiti. Non preoccuparti per me, io... andrò avanti...”
Le lasciai le mani e le accarezzai un’ultima volta la guancia, ormai bagnata dalle lacrime, asciugandogliene qualcuna.
“Grazie” le dissi, alzandomi dal divano, e lei si limitò ad inclinare il capo verso destra, senza dirmi nulla.
Aprii la porta di casa sua e uscii, chiudendola dietro le mie spalle, e scendendo velocemente le scale. Mi sembrava quasi impossibile di avercela fatta.
Forse era stato davvero tutto merito di quel film, di quel discorso, di lei che gli da dell’arrogante, figlio di puttana e di lui che le da della gran rompicoglioni e poi le dice di voler tutto di lei, per sempre.
Ed è questo che voglio io di Nicole.
E’ una gran rompicoglioni e – citando le parole di Noah, che sono perfette per Nicole – le bastano due secondi di recupero per passare alla rottura di coglioni successiva.
Nicole è fatta così.
Rompicoglioni, testarda, orgogliosa, permalosa... ma come avrei fatto a vivere senza le sue rotture di coglioni, senza la sua testardaggine, il suo orgoglio, il suo essere permalosa?!
Aprii la portiera della macchina, sedendomi sul sediolino e mettendo in moto velocemente.
Adesso, potevo finalmente farla mia.
Adesso, dovevo conquistare la mia Allie.

 
 
 
 

Nicole.

 
“Hai preso la mostarda?”
Sbuffai nuovamente all’ennesima domanda di Alan che, mentre io ero seduta sul divano, metteva a posto la spesa che avevo appena fatto nei vari mobiletti.
Feci mente locale, tornando indietro di una mezz’oretta, per ricordarmi se avevo preso o no l’adorata mostarda di Alan.
Mi rividi prendere i sottaceti e avviarmi verso il reparto dei vari bagnoschiumi, e prendere quello alla vaniglia. Morale della favola? Avevo dimenticato la mostarda.
“No” risposi, torturandomi le punte ricce dei miei capelli.
Sentii Alan chiudere di scatto l’anta del mobiletto, facendo rumore, e poggiarsi allo stipite della porta.
“Ma come non l’hai presa? Te l’avevo anche scritto!” esclamò lui, sbuffando.
Ed ecco che perdevo la pazienza. S’incazzava sempre per le cose più impossibili, che lui credeva futili. Come la mostarda.
“Metti la maionese sull’hamburger, no?” dissi, guardandolo e alzando le spalle.
Insomma, poteva accontentarsi per una volta.
Alan sgranò gli occhi e spalancò la bocca, alzando le braccia al cielo per poi battere le mani sulle gambe, tutto con fare incredulo e quasi sarcastico.
“Nicole! Se ti avevo chiesto di comprarlo, ci sarà un motivo, no?!” esclamò, scuotendo il capo ancora incredulo.
Sapevo che la mia pazienza non avrebbe retto per troppo tempo. Quando mai io avevo avuto tanta pazienza?!
“Si, ma se io me lo sono dimenticato, me lo sarò dimenticato, no?!” risposi, facendogli lo stesso verso e assumendo la sua stessa espressione.
“Beh, non avresti dovuto!” esclamò lui, aprendo nuovamente le braccia.
Ed ecco che non ci vidi più.
“Certo! Non avrei dovuto perché io ho una memoria di ferro, vero Alan?! Tu non credi che io possa avere altro da fare, che comprarti quella cavolo di mostarda, che a me fa anche schifo?!” urlai, alzandomi dal divano e puntando i piedi a terra.
“Non avresti dovuto perché te l’ho scritto, Nicole! Ma tu sei talmente distratta, che non ti accorgeresti nemmeno che il mondo sotto i tuoi piedi, sta finendo!” urlò lui in risposta.
E tu sei talmente deficiente, che non ti sei nemmeno accorto che non ti amo!”.
Portai le mani alla bocca dopo che quella frase fuoriuscì dalle mie labbra. Spalancai gli occhi, e mi ritrovai dinnanzi l’espressione confusa e sconcertata di Alan.
“Che cosai hai detto?” sibilò confuso.
Lasciai che le mie mani abbandonassero le mie labbra e chiusi gli occhi, sospirando.
Ormai, avevo combinato un bel casino.
‘Bella merda, Nicole!’ disse quella stupida me coscienziosa dentro la mia anima.
Cercai di spegnerla mentalmente, ma quella continuava a ripetermi di quanto fossi nella merda, aggravando la situazione.
Sospirai ancora, aprendo gli occhi e incontrando nuovamente il viso di Alan, che attendeva una mia risposta.
“Alan, io...”
“Ho capito che non mi ami” disse, chiudendo le mani in due pugni “dimmi almeno il perché...”
‘Perché ami un altro, Nicole, diglielo!’ continuò la vocina alterata di una piccola e minuscola me.
Sempre a dirmi cosa devo fare o non fare. Tanto, mica sono problemi suoi? Lei sta dentro di me, mica affronta lei la situazione che devo affrontare io, eh no! Sta semplicemente lì, a dare ordini e consigli insensati.
“Perché... perché...” tentennai, e lui incrociò le braccia al petto.
‘Diglielo, avanti! Sei una codarda, se non glielo dici, una che non sa affrontare le situazioni, una che...’
Perché sono innamorata di un altro! Contenta, adesso?!” urlai, rivolgendomi sia ad Alan che alla vocina fastidiosa.
‘Molto di più, grazie’
“Oh, ma prego!” risposi, e Alan mi guardò ancora più confuso.
Cosa poteva capirne lui, di quello che stava accadendo nel mio contorto cervello?
Scossi il capo, per togliermi dalla mente la vocina e quello che avevo appena detto ad alta voce.
“E... io lo conosco?” chiese lui, avvicinandosi più a me.
‘Oh, certo che vi siete apparati tutti e due, eh! Certo che lo conosci, idiota, ti è anche simpatico!’
Davvero, in quel momento stava dando prova di quanto fosse idiota. Ma non se n’era mai accorto?
Nsi” dissi, tutto d’un fiato, mordendomi il labbro inferiore.
“Si o no?” domandò ancora, appoggiando una mano sul tavolo del salotto.
Torturai nuovamente il labbro inferiore, per poi abbassare lo sguardo e puntarlo sulle dita dei miei piedi nudi, fermi sul pavimento.
“Si, lo conosci...” dissi con un filo di voce.
Sentii lo sguardo di Alan puntato su di me, ma finalmente avevo tolto un peso enorme dalla mia coscienza.
Avevo detto ad Alan di non amarlo. E, finalmente, mi sentivo più libera e meno in colpa con me stessa.
“E... adesso cosa dovrei fare, io?” domandò, e io alzai lo sguardo.
Era dispiaciuto, lo vedevo dai suoi occhi, ma non potevo continuare a fingere.
Ormai, avevo iniziato a dirgli tutta la verità, e adesso dovevo continuare.
Feci un lungo sospiro, immaginando davanti gli occhi azzurri che mi avrebbero dato tutto il coraggio di questo mondo.
“E adesso, devi andare via...” dissi, con una sicurezza che pensavo mi sarebbe mancata in quel momento.
Alan sospirò, allontanandosi dal tavolo e andando in cucina, prendendo le chiavi della sua macchina e il giubbino di pelle dal salotto.
Aprì la porta d’ingresso, ma mentre stava per uscire, si voltò nuovamente verso di me.
“E’ Louis, vero?” domandò, e io deglutii.
Allora non era così stupido come pensavo.
Sorrisi, mentre la figura di quel coglione dagli occhi azzurri appariva davanti ai miei.
“Si, è Louis...” dissi, e lui fece un mezzo sorriso.
“Avrei dovuto immaginarlo...” rispose, per poi chiudersi la porta dietro le sue spalle e uscire definitivamente dalla mia vita.
Mi sentii finalmente libera da ogni complicazione.
Adesso, avrei potuto finalmente farlo mio.
Adesso, avrei avuto tutto lo spazio possibile nel mio cuore per fare entrare solo quei due occhi azzurri.
Anche se, quegli occhi azzurri, avevano già occupato completamente il mio cuore.



Writer's Corner! :)
Hii people! 
Avete visto, sto diventando puntuale anche con lo spin-off! asdfg *-*
più o meno so anche cosa succederà nei prossimi capitoli, quiiindi.. spero di essere ancora più veloce! :D
anyway, non ho molto da dire, sinceramente u.u
il capitolo l'ho appena finito e... *-*
HAHAHAH, so che molte di voi si sono chieste che fine abbia fatto Alan, perchè nella FF non lo dico, ma avevo già in mente di metterla nello spin-off, questa parte, soo... adesso sapete che fine fa Alan! :D
Mi è dispiaciuto un po', sinceramente... cioè, più per Eleonor, però anche per Alan... popeeeeri! ç_ç
Ma i LOLE sono i LOLE! E ai LOLE tutto è concesso, anche lasciare i loro fidanzati! u.u 
SSSSo, credo di aver finito... credo...

Mmmh, ppoi.. ho avuto un dubbio, mentre scrivevo... non sapevo se mettere apparare perchè pensavo fosse solo una cosa dialettale, e invece sono andata a controllare ed esiste sul serio! 
Quiiindi, apparare esiste come verbo e significa anche accoppiare, che deriva da paro u.u 
Okaaaaaaaay, stop.

Chi volesse passare dalla mia FF, perchè è passato qui senza sapere nulla di questa coppia, allora eccovi il link! :D
I would love you better now.

AAAAAAAAH, e guardate qua... 


picasion
picasion

Indovinate chi l'ha fatta? *rulloditamburitamburidirullo* IO! :D
aww, mi sento abbastanza soddisfatta u.u 

Okaaay, io credo di aver finito davvero!
Se volete seguirmi su twittah sono: @Marypuuff :)

besitooooss! *u* 
(alla Maya proprio, insomma v.v)

 

  
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