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Autore: Bruyere    25/07/2012    2 recensioni
-6 Giugno 1940..
-6 Giugno millenovecento-che?- chiese innocentemente la bimba dagli occhi vedi seduta in braccio all’amorevole madre.
-Millenovecentoquaranta- scandì dolcemente- tesoro. E’ il giorno in cui si sono incontrati.-
-Chi, mami?- interruppe la bimba.
-Mi hai chiesto una storia, piccola. E’ la storia di un amore dolce, complicato ma anche proibito. Ed è anche una storia che voglio raccontarti pian piano in modo che tu la capisca meglio...-
-Hai intenzione di cantargliela?- chiese la donna seduta dall’altra parte del letto con voce sarcastica.
-Non ho intenzione di cedere alle tue provocazioni, tesoro. – rispose l’altra con fare superiore- comunque- riprese la prima- non parla delle tue mamme, come ci siamo conosciute te l’abbiamo raccontato un miliardo di volte…- [...] Questa volta la storia è diversa, parla di un ragazzo, Kurt Hummel, e di come ha conosciuto il suo primo amore, Sebastian Smythe.-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: Cross-overLemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

6 Giugno 1940.

“Era la sera del Luna Park, Sebastian c’era andato con il suo amico Finn e la sua amica Sugar, la sera del 6 Giugno 1940, Kurt aveva 17 anni.”

 

Quel giorno Sebastian sentiva come se non facesse parte del mondo, il lavoro era stata la parte più brutta della giornata ma in quel momento preferiva non pensarci, dopotutto, nonostante fosse abbastanza deprimente essere in un posto con Finn Hudson, allo stesso tempo era divertente vedere come era capace di umiliarsi per potersi tenere stretta la tenera-se così si poteva definire- Sugar. In un momento non ben definito di quella serata, si era trovato a far compagnia a quel tontolone al “Ring Dong” e si era quasi accasciato dalle risate quando il suo amico aveva vinto una piccola pecora di peluches per la sua donna poiché –era evidente- non era abbastanza forte. Chiaramente, Finn aveva tirato fuori la scusa “I giochi sono tutti truccati” e quando poi si era girato ed aveva notato tre belle ragazze che passeggiavano, aveva sicuramente pensato meritassero molto più la sua attenzione di quel gioco. Sebastian camminava senza guardare, guidato dal suo amico. Quando finalmente raggiunsero Sugar, la trovarono sugli Autoscontri, l’attenzione di Sebastian fu colpita da un qualcosa-o meglio qualcuno-intento a sbattere sulla macchina guidata da questa.
 “Chi è il ragazzo con Sugar?” chiese istintivamente.
 “Si chiama Kurt Hummel, passa l’estate qua con la sua famiglia. I genitori sono pieni di soldi, pare  che il padre sia un pezzo grosso del governo.”
 In quel momento, la piccola Sugar iniziò a guidare-se così si può descrivere il modo in cui avanzava con la piccola auto- verso di loro “Ciao, Finn!!” .
“Ehi tesoro, ho vinto un premio per te.” concluse lui con un sorriso da ebete, che ormai stava più che bene con il suo volto.

 

Sebastian osservava quel ragazzo che sembrava essere la persona più tranquilla del mondo sorridere e quando per un secondo i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurri e luccicanti di quella splendida creatura, che sembrava fosse un angelo, capì che la sua vita in quel momento stava per cambiare, per sempre.

 

Una volta scesa da quelle macchine terrificanti, Sugar prese a braccetto il piccolo Kurt e insieme si incamminarono verso qualche altro gioco che magari avrebbe potuto soddisfarli quasi quanto il primo. Con gli occhi era in cerca di Finn, quando una ragazza si avvicinò a lei e Kurt.
“Vuoi un po’ di zucchero filato?” chiese questa, evidentemente non imbarazzata.
“Ehm, si grazie.” Si ritrovò a rispondere Kurt mentre guardava Sugar.
“Ti fa la corte, eh Kurtie?” Disse Sugar mentre sorrideva.
Ovviamente, lei e Kurt non si conoscevano da molto ma sembrava che con Kurt fosse tutto così perfetto, così…speciale da farla arrivare al punto di credere di aver per la prima volta in vita sua trovato un amico. Perché si, era vero che lei, se avesse voluto, avrebbe avuto tutti i pretendenti di Lima ai suoi piedi, o tutte le figlie della buona società come amiche, ma anche una ragazza come Sugar si rendeva conto che le amicizie non erano sicuramente quelle, anzi. Quindi, in quel momento, Kurt poteva essere definito come il suo migliore amico. E con i migliori amici non si hanno segreti. Nemmeno quelli che non si possono svelare a nessuno, perché è il mondo stesso a rifiutarli.

Sebastian camminava in cerca di quel ragazzo dagli occhi blu che l’avevano così tanto colpito, quando se lo ritrovò davanti che camminava con Sugar. Il suo istinto, per l’ennesima volta, lo tradì. Ma fu un tradimento che, con il passare del tempo, sarebbe stato la cosa migliore della sua vita.
“Vuoi ballare con me?” chiese Sebastian, guardando Kurt dritto negli occhi.
“No” rispose quest’ultimo, mettendosi subito sulla difensiva. Cos’era, una specie di scherzo di cattivo gusto? Come si permetteva quel sudicio ragazzo di avvicinarsi così al figlio di Burt Hummel? Era certamente un bellissimo ragazzo e i suoi occhi erano la cosa migliore che avesse mai visto ma, ecco, lui non poteva, né li, né davanti a tutta quella gente.
“Perché no?”
“Perché non ne ho voglia, ecco. “  Eppure, qualcosa non andava. Si che ne aveva voglia, eccome.
“Seb, lui sta con noi.” disse Sam. Sam non era figlio di uno dei ricchi proprietari delle case che stavano al centro di Lima, i suoi genitori avevano un negozio di alimentari che, però, gli consentiva di far parte di un ceto in qualche modo agiato. E lui non si faceva mai mancare l’occasione per ricordare a quale classe sociale apparteneva.
Mentre parlava, Mercedes, che aveva portato lo zucchero filato promesso a Kurt si sporse verso di lui ed a fior di labbra gli disse “Hey Kurt, ti va di fare un giro sulla ruota panoramica?”
“Mi sembra un ottima idea.” rispose quest’ultimo, prendendo la mano della ragazza. Mentre diceva questo, però, non aveva interrotto il contatto visivo con Sebastian che si era spostato per fargli passare ed aveva indossato un ghigno alquanto sospetto.
Sugar, si sporse in avanti per sussurrare all’orecchio di Kurt “Sebastian Smythe, lavora al deposito di legname con Finn. Mi stupisce che si sia avvicinato a te, devi di sicuro piacergli un sacco.”
L’unica cosa che Kurt poté fare fu sorridere, perché infondo avrebbe voluto davvero ballare con quel ragazzo, forse anche per tutta la notte.

 

Sebastian era sconvolto dalla piega che la situazione aveva preso. Lui era un gay dichiarato, nonostante si rendesse conto che non rendeva sicuramente onore né a suo padre, né tantomeno a sé stesso. Il problema era che pensava di interessare a quel ragazzo. O perlomeno, pensava gli sarebbe interessato. Dopotutto, lui era Sebastian Smythe. Kurt rideva con i suoi amici e lui si stava facendo mille torture mentali per capire se quella risata non fosse riferita a lui. Lui, che si era appena umiliato davanti a tantissime persone. Lui, che stava iniziando a correre per afferrarsi al sedile della ruota panoramica in cui era seduto Kurt.



Kurt stava ridendo di gusto per la battuta appena fatta da Mercedes, ma non riusciva a smettere di guardare quel ragazzo che poco prima gli aveva fatto la proposta più interessante della sua vita. Ad un tratto, quest’ultimo iniziò a correre verso di lui, si infilò tra lui e una Mercedes urlante e gli porse la mano.
“Mi chiamo Sebastian Smythe.”
“E allora?” rispose Kurt in preda ad un attacco di panico. Veramente un ragazzo era disposto a tanto pur di metterlo in difficoltà? O era davvero interessato a lui, come Sugar gli aveva accennato?
“E allora piacere di conoscerti, no? Mi piacerebbe uscire con te.” disse Sebastian, tutto d’un fiato.
“Ehi, bello, ti dispiacerebbe piantarla?” si intromise Mercedes, dopo aver colpito Sebastian in testa.
In quel momento, la ruota panoramica si bloccò. Il ragazzo che la comandava continuava a ripetere a Sebastian di scendere, che il sedile non avrebbe retto il peso dei tre ragazzi. In quel momento, egli sorrise, rendendosi conto dello stato fisico di Mercedes e si sporse in avanti, afferrando il ferro davanti al sedile, per poi restare appeso senza nessun sostegno.
“Vuoi uscire con me?” chiese ancora.
“Cosa? No!” rispose Kurt. Gli sembrava di essere sempre allo stesso punto, di ripetere sempre la stessa scena, ma questa volta Sebastian era appeso come una scimmia a quel ferro e poteva cadere. In un attimo, il suo cervello smise di funzionare. Non poteva essere vero.
“No?”
“No!”
“No.” disse infine Sebastian, palesemente deluso dalla decisione presa da Kurt.
“Senti, caro, te l’ha già detto che non vuole uscire con te. Lui, beh, non è malato come te. “


Dopo aver preso un respiro profondo, Sebastian guardò di nuovo Kurt, notando con piacere che non smetteva di fissare le sue mani che fingevano di perdere il controllo.
“Perché no?”
“Non lo so, perché non ne ho voglia ti ho detto. E te l’ho detto circa 30 volte da quando ci siamo conosciuti, e sono più o meno 5 minuti quindi per favore- Ah! Che stai facendo??!?”
Sebastian aveva appena mollato il ferro con una mano ed era rimasto attaccato soltanto con l’aiuto di una. Un ghigno beffardo si impadronì del suo viso, pensava sarebbe stato molto più difficile far cadere Kurt in quel tranello. “Non mi lasci altra scelta. Per l’ultima volta, vuoi o non vuoi uscire con me?”

 
Sotto il sedile di Kurt e Mercedes, c’era quello di Finn e Sugar. Quest’ultima, continuava ad urlare a Sebastian di tenersi e di non fare sciocchezze mentre il suo ragazzo continuava a ridere divertito. Era chiaro che Sebastian non si sarebbe mai realmente mollato e, per quanto lo conosceva, sapeva anche che aveva tutte le forze necessarie per stare lì appeso. Era così fiero di avere un amico del genere, e non si vergognava affatto del fatto che lui fosse gay, anzi.
“Dai, Seb, finiscila.” disse infine, visibilmente non interessato.
“Non posso Finn, non finchè lui non accetta.” Sebastian aveva capito che Finn sapeva. Ed ora il teatrino era retto anche da lui.
“Accetta, Kurt!” disse Finn.

“D’accordo, d’accordo! Va bene! Esco con te.” Kurt non poteva credere di aver detto quelle parole. Chissà cosa avrebbe pensato la gente importante a sentirlo cedere per un ragazzo qualunque, per uno che non conta, che potrebbe benissimo essere uno schiavo. E quel ragazzo lo stupì ancora “Non devi farmi un favore.”
“Ne ho voglia invece, Dio Sebastian attaccati alla sbarra!!”
“Dillo.”
“Ho voglia di uscire con te!!”
Mercedes si girò sbigottita “Ne hai voglia?”
“Si-rispose sottovoce-Ho voglia di uscire con te.”
“Non ti sento, mi sta scivolando la mano.”
“Ho voglia di uscire con te!” urlò infine Kurt, completamente rosso per l’umiliazione.
“Ok, ok tesoro. Esco con te, rilassati.” disse Sebastian, riprendendo la sbarra con l’altra mano e indossando il suo solito ghigno.


Quello che non si aspettava era però la reazione di Kurt a quella presa in giro.
“Credi di essere molto furbo, eh?” sibilò.
Sugar, sotto di loro si fece sentire “Non sei stato divertente, Seb. Sei uno stupido.”
“Non importa, honey, ci penso io.” disse Kurt, sporgendosi in avanti e per sbottonare i pantaloni di Sebastian e buttarli giù. 
“Che stai-No, Kurt! Ascoltami-Kurt!”
Kurt rise di gusto, tutto il Luna Park li stava guardando e la sua piccola vendetta era ormai completa.
“Non sei così sicuro di te ora, vero?” Lo sbeffeggiò Kurt, ridendo seguito da tutti i ragazzi sulla ruota panoramica. Compresi Finn e Sugar.
“Me la paghi questa.” disse infine Sebastian, completamente mortificato.
“Mmmh, può essere di si o può essere di no, vedremo.”

Quello che entrambi non sapevano era che, con il passare degli anni, quella notte sarebbe stata il più grande regalo che avessero mai potuto avere.

 

“Mamma, ma perché quella ragazza, Mercedes, ha chiamato Sebby malato? L’amore non è mica una malattia, voi non siete malate.” chiese la piccola Charlie.

“Il punto è che prima, nel 1940, non si viveva come si vive oggi. Prima non si poteva amare chiunque si volesse perché la gente aveva dei pregiudizi.” Rispose Rachel.

“Li ha anche ora, Charlie. Ma è diverso, il mondo si sta evolvendo e sono sorti altri problemi, pare che ora si possa amare chiunque si voglia, che sia maschio, femmina, grasso, magro, alto, basso, ricco o povero.” Si intromise Quinn, sorridendo alle sue due donne.

“Ed è una cosa bellissima, non è vero?” chiese ancora la bimba.

“Noi viviamo nel 2017 e, se pensi che le cose in 77 anni sono cambiate così radicalmente-la mentalità, intendo- si, tesoro, è una cosa bellissima. Sai, quando nel 2011 io mi sono dichiarata a tua madre le cose non erano ancora a questo punto.” Riprese Quinn.

“Ma quindi, Kurt e Sebastian avranno delle difficoltà vero?”

“Si, bambina mia.- Riprese Rachel-  Ma continuiamo domani, dopo aver visto Funny Girl, va bene? Si è fatto tardi e tu dovresti dormire da un pezzo. Perciò dai un bacio alle mamme e dormi, cucciola.”

La piccola sorrise e si lasciò rimboccare le coperte dalla sua mamma per poi dare un bacio ad entrambe le donne "buonanotte" disse chiudendo gli occhi.

"buonanotte" sussurrarono le due madri prima di uscire dalla camera e chiudere silenziosamente la porta.

"E a me non dai la buonanotte?" domandò con un broncio la bionda che nel frattempo si era appoggiata allo stipite della porta della loro camera.

"Quella è la parte che preferisco della giornata" disse l'altra raggiungendola e chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

E il primo capitolo è andato anche se con un leggero ritardo- ma meglio tardi che mai no?- Anyway grazie a tutti quelli che hanno letto\dato un’occhiata\messo tra le ricordate, le seguite e le preferite questa storia\ e soprattutto a chi ha sprecato un po’ di tempo per una recensione *w*

Fateci sapere con un commento che ve ne pare di questo primo vero capitolo, se vi aggrada uù

Ps CHI VUOLE UN PO’ DI HOT FABERRY? IO SI!(quello Kurtbastian è già incluso nella storia e in quel momento faremo tappare le orecchie a Charlie lol)

 

Alla settimana prossima

XO

  
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