Parte 08
Aveva corso come un pazzo, ripercorrendo a ritroso la
strada che aveva fatto, ormai quattro giorni prima, e ora che era arrivato,
aveva il fiatone. Dopo aver minacciato di ucciderli di morte violenta, se non
avessero parlato, aveva lasciato gli avvocati della W&H ed era uscito dal
bar di corsa, seguendo le tracce del sangue di Angel. Adesso si ritrovava
esattamente al punto di partenza. Beh,
non esattamente. Pensò fra sé. Era perfettamente conscio che nulla era come
prima e che non lo sarebbe stato mai più. Tutto era cambiato. Lui era il figlio di Angel, come mai
aveva pensato di esserlo prima d’ora e si sentiva davvero bene dentro la sua
nuova pelle.
“Per fortuna nessuno ha notato l’auto ferma qua da
quattro giorni” disse a sé stesso mentre scaldava il motore. L’auto era il
regalo di laurea dei Reilly, ma il regalo più bello lo ricevette proprio
stamattina all’alba. Era racchiuso nell’abbraccio di Angel, quando gli recitò a
memoria, la frase che Connor lesse l’anno prima, davanti a docenti, studenti e
familiari presenti nell’aula Magna. Scrisse quella frase nella prima pagina
della tesi, mentre aspettava di vedere l’arrivo di Angel. Era una frase dedicata
all’unica persona che meritava di essere lì in quel
momento.
Dedico
la mia tesi all’unica persona che ha veramente creduto in me, anche quando io
stesso avevo smesso di crederci. Mi ha sostenuto spronandomi a non arrendermi,
mostrandomi che era possibile rinascere a nuova vita. Se oggi sono qua, lo devo
a lui. Solo a lui. A Mio Padre.
Angel la ricordava anche dopo un anno e quando Connor
confermò, inequivocabilmente, che quel A
Mio Padre, era riferito a lui, le sue lacrime e il suo abbraccio furono il
più bel regalo che potesse fargli. Rise ricordando cosa gli avesse chiesto prima
di uscire. “Davvero un bel regalo di laurea ..un microonde. Accidenti papà, ma
dove lo trovo un microonde adesso?”
Si chiedeva anche se avesse fatto bene a rispondere
all’sms di Buffy in quel modo, infondo lei era una perfetta sconosciuta, ma non
aveva saputo resistere. Quel messaggio era così buffo che non poteva risponderle
che in quel modo.
-Non mi aspettavo certo la guardia nazionale ad
accogliermi, ma anche niente è un po’
troppo-
-Sto arrivando. Non appena finisco di preparare lo striscione di
benvenuto, ovviamente-
Per questo aveva riso davanti ad Angel, rischiando di
mandare tutto all’aria. Lui aveva una specie di sesto senso per le cose che
riguardavano suo figlio e non era per il fatto di essere un vampiro. No, lui era
solo un padre con i sensi iper amplificati, come fossero antenne radar. Connor
sospettò che con Buffy nelle vicinanze, quel sesto senso fosse mille volte più
potente.
Pigiò sull’acceleratore e accese la radio. Preferiva
ascoltare musica piuttosto che i suoi pensieri, ma non era facile. Il messaggio
di Buffy l’aveva divertito ma anche stupito. Aveva immaginato una persona
completamente diversa e pensò che lei e suo padre, insieme formavano davvero una
strana bizzarra coppia. Lei una slayer e lui un vampiro. O per meglio dire, lei
LA Slayer e lui IL Vampiro con l’anima. Lei solare ed estroversa e lui oscuro,
taciturno e malinconico. Non avevano niente in comune. Avrebbero dovuto essere
nemici mortali ..e invece loro si amavano.
Gli
opposti si attraggono
pensò, mentre parcheggiava nella zona riservata ai voli
internazionali.
Intanto Buffy aveva dovuto ingaggiare una furibonda
lotta contro un poliziotto particolarmente zelante. “Le assicuro che non è un
arma. Si, d’accordo è una spada.. ma non è come sembra. Senta, a Londra nessuno
ha fatto storie. Ora, perché lei non capisce la differenza tra un arma e un
oggetto d’antiquariato? Le pare che qualcuno possa andare in giro ad uccidere la
gente, con un oggetto simile? Sono una cittadina Americana, ma devo ammettere
che a Londra sono più tolleranti” Ovviamente evitò di dire che Faith l’aveva
aiutata ad eludere la sorveglianza, ed era anche meglio non dire come vi fosse
riuscita. Alla fine riuscì comunque a
spuntarla.
Il poliziotto aveva chiamato rinforzi ma quando entrò
il suo collega, vedendo la spada si scusò. “Quella è la spada di Angel” Buffy lo
guardò incredula. “Come scusi?” Mortificato, il poliziotto si scusò ancora. “Può
andare signorina. Chiedo scusa per il contrattempo, evidentemente il mio collega
ignora che quella spada è un imitazione. È ovvio che è finta. La vendono in
molti negozi di souvenir, da quattro anni” Poi disse con enfasi. “Quella è la
spada che ha ucciso il drago”
Buffy uscì subito per evitare di ridere davanti a loro
e prima che si accorgessero che la spada era autentica. Questa è la spada di Angel, non una volgare
imitazione pensò, sedendosi nella sala d’aspetto. Guardò le valigie e si
rese conto solo in quel momento di quanta roba si fosse portata dietro ..oltre
allo zainetto che aveva tenuto come bagaglio a mano. Lì c’era qualcosa che non
poteva permettersi di perdere e da cui non voleva separarsi. Il suo diario, il libro di poesie ..e tutto
ciò che riguardava Angel. Toccò la croce d’argento che teneva al collo e
sentì, ancora una volta, la cicatrice sul collo che pulsava come a ricordarle
l’urgenza della situazione. “Avanti Connor.. quanto ci metti.. Angel sta male.
Non abbiamo tutto questo tempo”
Si guardò attorno ma non vedeva nessuno che
corrispondesse alla descrizione di Faith. O per meglio dire, c’erano parecchi
ragazzi là intorno e molti di loro potevano assomigliare a lui. Non sapeva
neppure quanti anni avesse esattamente. Ma non appena guardò in direzione della
grande vetrata, e vide le porte scorrevoli aprirsi, capì subito che il ragazzo
che stava entrando in quel momento, era Connor. “Certo Faith, come no.. non ha nulla di Angel, vero?” disse fra
sé “Quel ragazzo è la copia sputata di suo padre. È molto Angel invece. Si muove come lui.
Osserva la gente con diffidenza come lui. Stringe i pugni come lui ..ed è molto
solo come lui”
Si alzò e gli andò incontro. Connor spostava lo
sguardo nervosamente, cercando di abbracciare la visione dell’intera sala per
riuscire ad individuare Buffy tra la folla, ma si fermò quando vide una ragazza
minuta, dai capelli biondi che lo guardava intensamente, studiandolo con molta
attenzione. Buffy. Lui aveva un
vantaggio rispetto a lei. L’aveva vista nei ritratti di Angel e la riconobbe
subito. Sorrise e lei pensò che sul sorriso, Faith aveva ragione. Sorride come
Angel.
“A questo punto, nei film d’azione, quando ci si
incontra così, uno chiede la parola d’ordine” disse Buffy tentando di scherzare,
per evitare di mostrare l’emozione. “Come? ah si, per essere certi di aver
davanti la persona giusta.. ovvio..” disse Connor sperando che lei avesse
sentito.
Aveva parlato con voce così bassa che lui stesso quasi
non la sentì. Si morse nervosamente le labbra, abbassando lo sguardo. Davvero
non sapeva cosa dire o fare, tranne che non riusciva a credere di essere
realmente davanti a Buffy. Poteva stringerle la mano e dire, Piacere, Connor. Oppure poteva dire, È meglio andare, il parcheggio scade fra un
minuto, invece disse “Angel” e Buffy annuì commossa. “Si, credo che sia
quella la nostra parola magica. Angel.”
Connor si chinò a prendere le valige. Non rispose
perché non avrebbe potuto dire nulla di sensato in quel momento. Era commosso.
Profondamente commosso. Non tanto per quello che aveva detto lei, ma per come
l’aveva detto e per quel suo gesto casuale, che aveva fatto quando pronunciò il
nome di suo padre. Gli aveva accarezzato il viso, sistemandogli i capelli dietro
le orecchie e Connor pensò che mai aveva provato un emozione così forte. Mamma
Reilly era sempre molta affettuosa con lui, ma non come lo era stata Buffy in
quel momento. Poi lo sorprese ancora perché l’attimo dopo lo abbracciò. “Era da
tanto che volevo conoscerti”
Si incamminarono verso l’uscita e caricarono le valige
in macchina. Connor non disse una sola parola, ma sorrideva quando incrociava il
suo sguardo. Buffy aveva mille cose da chiedergli, vedeva però che era turbato e
aspettò che fosse lui a parlare. È
taciturno come Angel, pensò ancora Buffy. Solo quando imboccarono
l’autostrada e la guida cominciò ad andare ad una velocità costante, Connor
ruppe il silenzio e le parole divennero un fiume di
informazioni.
“Non mangia da giorni. È molto debole. A lui non ho
detto nulla, ma c’è qualcosa che non va. Ha una brutta ferita al braccio e non
accenna a guarire. Febbre altissima, non fa che dormire. Sonni agitati, deliri e
allucinazioni e non riesce a muoversi. So che sono i sintomi del veleno, ma
forse c’è dell’altro che io non riesco a vedere. Credo che se si nutrisse di
sangue umano..”
“..Lo aiuterebbe a rimettersi in piedi più
velocemente” disse Buffy “ma.. fammi indovinare.. lui non vuole, giusto?” Connor
annuì “Quando gli ho parlato di questo, sembrava una tigre ferita, pronta ad
azzannare chiunque si avvicinasse, tanto era arrabbiato. Era.. era
furioso..”
Buffy sapeva bene a cosa si riferisse “Serve del
sangue umano? Allora lo avrà, questo è sicuro” La guardò chiedendosi cosa
intendesse dire “Hai modo di procurarlo?” chiese ancora Buffy. “Si. So dove
trovarlo” Vedendo lo sguardo di Buffy, chiarì meglio “All’emoteca
dell’ospedale”
“A parte questo.. come sta?” chiese ancora Buffy
“Voglio dire.. prima di essere ferito da quel demone, come stava? L’ho cercato
ovunque ma era come.. scomparso nel nulla.. nessuno sapeva niente, come se non
fosse mai esistito. Come ha vissuto in questi ultimi quattro
anni?”
Notò che Connor strinse il volante più forte e non gli
sfuggì lo sguardo triste di quegli occhi che sembravano aver visto fin troppi
orrori. “Come ha vissuto? Lui non ha vissuto, Buffy. Lui si è nascosto. Si è
difeso. Lui ha sventato gli infiniti attacchi che arrivano da.. solo dio sa da
dove.. Vive come vive un animale braccato.. ecco come vive. È solo come un
cane.. ha questa.. questa specie di stanza, dove si rifugia quando è a Los
Angeles.. Non ha nessun contatto con gli umani.. Non ha amici.. niente di
niente. Solo la missione.. la lotta.. i demoni da cacciare.. ecco come ha
vissuto per quattro anni ..e non credo possa continuare così ancora per
molto”
“Conosco la sensazione” disse Buffy sottovoce “La
missione è importante, Connor. Per gli altri è difficile da comprendere, me ne
rendo conto.. ma a volte, la missione è tutto ciò che ci resta. Per quelli come
noi.. per quelli come me e tuo padre.. tal volta il cuore è
d’intralcio..”
Connor fermò l’auto nel parcheggio dell’ospedale. Non
poté non notare l’amarezza nelle parole di Buffy e pensò che prima si era
sbagliato. Lei e Angel avevano tanto in comune, anche le parole erano le stesse.
“Ma perché scegliere la solitudine? Io non capisco. Nella vita ci sono anche
altre cose oltre alla missione e sono altrettanto importanti. L’ho imparato da
mio padre”
“Non scegliamo la solitudine, Connor. È la solitudine
che sceglie noi” Sorrise ma c’era tristezza nei suoi occhi “Lui non è solo, lui
ha te.. tu sei importante per lui” Connor annuì “Lo so. Ma non importante
abbastanza da poterlo aiutare. Non come vorrei. Io non posso essere tutto per
lui. Lui adesso ha bisogno soprattutto di te ..e credo che.. che anche tu hai
bisogno di lui”
Lo scambio di sguardi era più eloquente di mille
parole. Fra loro si instaurò una comprensione profonda. Connor era felice che
lei fosse lì. Era la prima volta, dopo quattro anni, che poteva parlare di Angel
con qualcuno, senza aver paura di sbagliare, e poteva farlo sapendo che lei
capiva anche ciò che non diceva con le parole. Sorrise mentre chiamava l’amico
al cellulare.
“Tommy, sono io, non fare domande, ok? Ascoltami e
basta.. sono qua fuori.. e devo chiederti di fare una cosa. NO, non sono a New
York. Tommy.. abbiamo detto niente domande,
giusto?”
Spiegò all’amico ciò di cui aveva bisogno e spense il
cellulare ridendo “Che scemo..” poi disse “Era Tommy.. ci procurerà il sang..”
Perché Buffy lo guardava in quel modo strano? Quando comprese si affrettò a
spiegare “Oh.. Ok, io lavoro qui.. cioè.. più o meno ..e Tommy è..” Buffy annuì
ridendo “..un amico, ho capito.. tu lavori qui? sei un medico o che altro? non
posso crederci.. hai un lavoro.. guidi l’auto.. ti pensavo più piccolo.. quanti
anni hai esattamente?”
“Ventitre ..più o meno.. dovrei essere un quasi medico, ma ancora non.. cioè.. più
o meno..” Rise a disagio e Buffy capì che quel più o meno, doveva essere una costante
nella sua vita. “Hai la stessa età di Dawn. Più o meno. Ha ventidue anni e anche
con lei, il ‘più o meno’ ci sta”
Connor sperò che Tommy arrivasse subito. Avrebbe
preferito non parlare di quella che pensava fosse sua sorella. Non ora. Sentendo
il suo nome, provò un inspiegabile moto di gelosia, ma vide che Buffy lo
scrutava con attenzione e suo malgrado chiese “Anche lei è cresciuta in una
dimensione infernale?” Buffy percepì disagio nella sua voce. Senza rendersene
conto, pensò che dovesse rassicurarlo. “Dawn è mia sorella. La sua è una lunga
storia..” Buffy vide tornare il suo sorriso e gli occhi diventare più luminosi.
“Tua sorella? Dawn è tua sorella? Davvero?”
Vedendo arrivare l’amico, scese dall’auto e gli andò
incontro. Si chiese perché fosse così sollevato dal sapere che continuava ad
essere l’unico figlio di Angel, ma la voce di Tommy interruppe i suoi pensieri.
“Ti rendi conto che questo è un reato?” Connor lo sapeva bene ma non aveva
scelta “Ok, non voglio sapere niente.. ma è meglio se per un po’ non ti fai
vedere da Tracy, è furibonda” Connor si rese conto che aveva dimenticato
l’esistenza della sua ragazza in questi quattro giorni. Salutò l’amico. “Grazie
..e non dire a Tracy che mi hai visto..”
Durante il tragitto verso casa, Buffy concentrò tutta la sua
attenzione verso Angel. “Connor, dimmi di questo demone.. tutto quello che
sai..” Lui annuì “È un Selmunth.. non è originario di questa dimensione..”
Raccontò tutto ciò che sapeva e lei ascoltava con attenzione, ma quando Connor
parcheggiò l’auto davanti ad una massiccia porta di
legno..
..ancor
prima di scendere,
Buffy percepì un formicolio familiare, che non sentiva da tanto, troppo tempo.
Aprì la portiera lentamente, senza mai distogliere lo sguardo da quella porta
che la separava da Angel. Lui era là, poteva quasi sentire la sua voce che la
chiamava. A piccoli passi raggiunse la porta e poggiò la mano sulla maniglia,
tentando di aprirla. Voleva correre subito da lui. “Nooooo. Ferma” Sentendo
l’urlo di Connor, si spostò subito.. “Buffy
NO”
“Allontanati” disse ancora Connor. L’attimo dopo la
raggiunse con in mano un asta di legno e tendendosi a debita distanza dalla
porta, con l’asta fece leva sulla maniglia, facendo scattare un complicato
meccanismo di corde, funi e cinghie “..cos’è questo?” chiese lei allibita.
Connor rispose serio “A te che sembra?” Buffy aveva gli occhi spalancati per lo
stupore e Connor rise “Beh, diciamo che prima di uscire di casa, ho.. inserito
l’antifurto”
Buffy non sapeva se ridere o prenderlo a pugni. Aveva
rischiato di essere presa al laccio da questo strano marchingegno “..Connor,
questa è una trappola mortale..” Lui annuì “Lo so. Angel non può difendersi ora,
non sapevo quanto sarei stato via, quindi mi sono assicurato che nessuno
entrasse. Se un demone avesse tentato di forzare la serratura..” Buffy non
riuscì a rimanere seria “..si sarebbe ritrovato a gambe all’aria e a testa in
giù. È questo lo striscione di benvenuto che stavi preparando per me? Posso
entrare adesso? ..o ci sono altre sorprese?”
Rise pensando all’sms. La invitò ad entrare, ma lui
rimase fuori “adesso devo andare..”
Buffy lo bloccò “..tu adesso resti
con me..” Lo guardò dritto negli occhi. Lo sguardo era ancora dolce, ma Connor
vi lesse anche molta fermezza, e notò che somigliava allo sguardo di Angel.
“Potrei aver bisogno del tuo aiuto, Connor” Lui era a disagio, voleva lasciarli
soli “Non sarebbe meglio se..?” Buffy insistette “..sarebbe meglio se tu
portassi dentro le valigie e mettessi in frigo il sangue..” Lui annuì sconfitto,
ma fece un altro tentativo “Angel avrebbe bisogno di un microonde, davvero..
l’ha chiesto lui..” Buffy cominciò a scendere i gradini che portavano verso la
stanza e senza voltarsi a guardarlo, parlò con un tono di voce che non ammetteva
repliche “Il sangue in frigo, Connor. Non possiamo rischiare che si coaguli,
potrebbe servirci subito”
Buffy.. non riesco a vederti.. sei vicina.. io.. ti
sento così vicina.. ma non riesco a
vederti..
“Angel” Corse precipitandosi da lui e le si gelò il
sangue nelle vene quando vide lo spettacolo terrificante che si presentò davanti
ai suoi occhi. Lui stava immobile con lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi
erano vitrei e solcati da profonde striature bluastre. Era magrissimo e pareva
che la febbre lo stesso divorando da dentro. Di Angel sembrava non essere
rimasto più nulla. Era irriconoscibile. Il lenzuolo completamente intriso di
sudore e una gigantesca macchia di sangue era visibile sotto la fasciatura del
braccio ferito. Tutto il corpo tremava convulsamente, la muscolatura del viso
era scossa da brividi sussultori. I gemiti erano strazianti. Ma ciò che
maggiormente ferì Buffy, furono le sue lacrime. Era un pianto sommesso e
silenzioso, come se avesse paura di disturbare, ma Buffy riuscì a sentire la sua
profonda disperazione. La sentì tutta. Penetrò dentro la sua anima e pianse con
lui, sperando di alleggerire il suo peso.
“Angel”
Non
era certo così che aveva sognato di rincontrarlo. In tutti questi anni, aveva
immaginato un infinità di modi possibili, ma sembrava che il destino si fosse
accanito contro loro, e ogni volta potessero incontrarsi solo nel dolore. Si
chinò a baciarlo. Poggiò delicatamente le labbra sulle sue, poi lo baciò sugli
occhi e sulla fronte, mentre insieme continuavano a piangere, ma Angel non
poteva vederla. “Angel, sono qui.. andrà tutto bene, ti porterò fuori da lì..
ovunque tu sia”
“Non è possibile. Non può essere peggiorato così tanto
in sole tre ore.. il sangue non c’era quando sono uscito.. la ferita aveva
smesso di sanguinare.. gli occhi non erano così.. non aveva quello sguardo.. lui
mi rispondeva.. mi parlava.. lui parlava con me.. abbiamo parlato un sacco noi
due ..anche della torta ..e della pizza ..ha recitato a memoria la mia dedica
per lui..”
Connor era sotto shock. Le sue parole la spaventarono
ancora di più, ma le permisero di razionalizzare. In lei, come sempre accadeva
nei momenti difficili, prevalse la slayer. Se Angel stava peggiorando così
velocemente, non era un buon segno. Aveva però bisogno di tutto l’aiuto
possibile e non poteva permettere che Connor crollasse, non ora. Scandì ogni
singola parola, impartendo ordini secchi e precisi. “Connor. Ora fa come ti
dico. Prendi degli asciugami bagnati e mettili in frigo, dobbiamo far abbassare
la temperatura ad ogni costo. Sta bruciando. Il ghiaccio andrebbe meglio, ma
dobbiamo cavarcela con ciò che abbiamo. Muoviti,
Connor”
Per almeno un ora, Connor fece la spola tra il letto e
la cucina. Porgeva a Buffy gli asciugamani ghiacciati e lei restituiva quelli
ormai asciutti. Per tutto il tempo, Buffy continuò a parlare con Angel, certa
che lui potesse sentirla. Tentò di farlo mangiare, ma pareva che anche il sangue
umano servisse a ben poco. Non lasciò mai la sua mano. La stringeva forte per
fargli capire che lei era lì e sembrava che Angel, in qualche modo, percepisse
la sua presenza. Il suo pianto sommesso si calmava per un po’, per poi
riprendere non appena Buffy si spostava anche solo di poco. Quando tolse la
fasciatura dalla ferita, non riuscì a trattenere le lacrime e riconobbe subito
l’odore del veleno. Era stampato a fuoco nel suo Dna, mai avrebbe potuto
dimenticarlo.
“È del tipo non
morti.. o qualcosa del genere. Questo odore acre è indimenticabile”
Connor non capì e lei spiegò “Il veleno è L’Assassino dei morti.” Lui scosse la
testa “Io non lo so, non credo.. è veleno Selmunth, non è mortale” Buffy si
guardò attorno, cercando qualcosa. “Su gli umani non è mortale. Sui vampiri, L’Assassino dei morti è letale..”
Continuò a guardare in giro per la stanza “Connor, sei in grado di fare una
ricerca?” lui scosse ancora la testa “La ricerca non è il mio forte, ma comunque
Angel non ha più quel genere di libri qui”
“Col cellulare puoi entrare in rete?” – “Si” – “Nelle
mie borse c’è un portatile ed una webcam..” Connor annuì “Dove esattamente?”
Buffy non lo ricordava “No so dove l’ha infilato Faith.. è lì da qualche parte..
fruga finché non lo trovi..” Vedendo lo sguardo di Connor quasi rise “Hai il mio
permesso, Connor.. fruga pure.. io non voglio spostarmi da qui” ..e Connor
frugò. Ormai sono esperto, pensò fra
sé. In questi quattro giorni, pareva non avesse fatto altro che frugare nella vita altrui, compresa la
sua. Notò subito la spada di Angel e fu tentato di chiedere come facesse ad
averla, ma non era il momento adesso. Trovò il computer e la webcam.
“Trovato”
“Connor, qui.. C’è una presa.. poggia il pc sul letto
e la webcam nel comodino.. ho bisogno di vedere anche loro mentre parlate
insieme ..non voglio lasciare la sua mano.. devo mantenere un contatto con lui.
So che devo farlo” Connor annuì in silenzio. Capiva cosa intendesse
dire.
Buffy chiamò Dawn col suo cell, mentre Connor, seduto
sull’altro lato del letto, effettuava la connessione. “Dawn? accendi la webcam e
chiama gli altri. Dovete fare una ricerca incrociata. Ora parlerai con Connor
che ti dirà esattamente cosa devi cercare. Si, è il figlio di Angel.. dai una
mano a Giles coi libri e Willow deve cominciare a cercare L’Assassino dei morti. Qualunque cosa
stiate facendo, interrompetela. Questo ha la priorità assoluta su
tutto.”
Mentre aspettavano che si attivasse la connessione,
non poté non notare il silenzio di Connor. Da quando era entrata in quella
stanza, lui aveva parlato pochissimo. Vedere che Angel era peggiorato, lo aveva
messo in una sorta di silente shock lucido. Avrebbe voluto aiutarlo, ma
conosceva così poco di lui. Una cosa però la sapeva, quel ragazzo amava suo
padre, quindi tentò di fare leva su quel sentimento, sperando così di aiutare
anche Angel.
“Credo che sentire le nostri voci gli dia sollievo”
Connor annuì in silenzio e lei sottovoce, chiese ancora. “Ha pianto sempre così
in tutti questi giorni?” Lui scosse la testa in segno di diniego. “Rispondi con
la voce, Connor.. Angel ha bisogno di sentire che non è solo” mormorò Buffy
sorridendogli. “No, non sempre. Solo stanotte.. quando sono rientrato dopo aver
chiamato te.. lui piangeva così.. ma poi si è svegliato e abbiamo parlato
molto.. è stato.. è stato bello..”
Buffy accarezzò il viso di Angel, poi strinse la sua
mano e mentre gli parlava, lo guardò con occhi pieni d’amore. “Ovunque tu sia,
non dovresti stare li, qui sei circondato dall’amore.. è tutto intorno a te..
hai sentito tuo figlio? Lui ha bisogno di te..” poi disse ancora a Connor “Sai
cosa gli ha permesso di resistere così a lungo in questi quattro giorni? È stata
la tua presenza. ..è quando ha sentito di essere di nuovo solo che si è arreso.
Anche stamattina era solo.. tu sei venuto a prendermi e lui sentiva il peso
della solitudine.. questo pianto è intriso di
solitudine..”
“Lo so” rispose Connor
Furono interrotti dalla voce di Dawn. “Buffy? si, vi
vedo. Ci ho messo un po’ a connettermi perché.. ok.. lasciamo perdere. Willow
chiede cosa deve cercare esattamente e Giles chiede perché deve cercare?” Dal monitor, la
faccia sorridente di Dawn salutò Connor. “Ciao, sono Dawn” Buffy rispose subito
senza tanti preamboli. “Willow? devi dirmi esattamente quali sono i componenti
del veleno dei Non Morti. Tralascia gli effetti e la cura, perché già li
conosciamo. Voglio sapere se dentro c’è anche sangue di..” guardò Connor e lui
rispose subito “Selmunth”
Connor sollevò la mano per salutare Dawn, e notò il
silenzio degli altri che lo guardavano come fosse uno strano animale o chissà
che altro. Riconobbe Faith e Willow, e vide altre quattro persone alle spalle di
Dawn che stava invece seduta davanti alla tastiera. Il signore più anziano non
gli toglieva gli occhi di dosso e si sentiva a disagio. Ma a quanto pareva non
era il solo ad essere infastidito. “Giles?” disse Buffy con fermezza. “Smetta di
fissare Connor. Lui non è una cavia da laboratorio” Sentì ridere Faith, ma
continuò seria “Vuole sapere perché deve
cercare?” Abbassò il tono e mormorò “Angel sta morendo. Ecco perché. Cerchi
quel maledetto demone nei suoi libri ammuffiti, voglio sapere cosa sta
accadendo.. e non voglio sentire discussioni..”
Smise di parlare. Gli occhi non volevano saperne di
obbedire alla ragione e si riempirono di lacrime. Sentì la mano di Connor
sfiorarle il braccio, come a volerla proteggerla “Buffy”. Lei si ricompose
subito. “Sto bene. Descrivi a Dawn il demone.. tutto quello che sai,
Connor..”
L’attimo dopo, Buffy si estraniò dal mondo intero e
riportò l’attenzione solo ed esclusivamente ad Angel. Gli occhi non erano più
spalancati e vitrei come prima. Ora erano socchiusi e sul suo viso vi era un
espressione di quasi serenità, la muscolatura era rilassata e addolcita da un
mezzo sorriso appena accennato. Prese la sua mano e portandola alla bocca, la
baciò ripetutamente con dolcezza. Poi la tenne appoggiata al petto, proprio
all’altezza del suo cuore. Sapeva che lui amava sentirlo battere. “Non ti
lascerò morire” sussurrò.
I suoi sogni non l’avevano ingannata. Lui stava
morendo di una morte atroce e dolorosa, e lei non poteva permetterlo. Avrebbe
aspettato ancora qualche minuto, poi ricerca o no.. avrebbe nutrito Angel con il
suo sangue. Sapeva che poteva anche morirne, ma non aveva importanza. Lei
sarebbe morta comunque. Se Angel fosse morto, l’avrebbe seguito subito. Gli
accarezzò il viso delicatamente. Aveva dimenticato quanto fosse bello.
Nonostante fosse trasfigurato dall’effetto del veleno, lui era comunque
bellissimo e il suo sorriso la commosse
ancora.
Buffy ..Sei
qui
Sono qui..
Angel