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Autore: JulietStarLight96    25/07/2012    1 recensioni
I protagonisti sono Andrew e Maggie, due coinquilini nella Londra moderna. Lei cacciata di casa perchè era troppo sfaticata per l'università, lui troppo squattrinato per averne una, si fanno compagnia a vicenda, si comportano come una coppia sposata senza neppure stare insieme. Hanno una loro routine, una loro combriccola di amici, si aiutano nel momento del bisogno, vanno a letto insieme, ma non si sono mai baciati. E se un giorno si svegliassero e si accorgessero che quello che hanno è più della trama di uno stupido film da quattro soldi? E se lui si trovasse una ragazza e lei iniziasse ad innamorarsi di lei?
Quando ero alle superiori volevo essere una scrittrice, avere la licenza di stare chiusa in casa con il mio gatto e una bottiglia di Vodka, senza uscire o farmi la doccia, mangiando solo pasti pronti perché la mia creatività non poteva essere fermata; solo crescendo ho capito che non avevo un futuro, non ero abbastanza simile alla massa per diventare una foto sul retro di un libro. Tutti i protagonisti delle mie storie, rimaste su una chiavetta abbandonata sul fondo di chissà quale borsetta, si chiamavano Andrew. E avevano i capelli scuri, i ricci, gli occhi verdi e la battuta pronta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ogni libro mi lascia sempre una sensazione differente, una voglia di fare qualcosa, un po’ come quando sei incinta e devi soddisfare ogni tuo desiderio. Ci sono libri che mi fanno venire voglia di fumare, altri di ascoltare una particolare canzone, oppure di bere qualcosa e di ubriacarmi, di guardare la TV, o di aprire Word e mettermi a scrivere senza fermarmi. Ho sempre ammirato gli scrittori, la loro capacità di impilare parole su parole e dargli un senso compiuto, far uscire qualcosa di speciale e bellissimo che emoziona. Quando ero alle superiori volevo essere una di loro, avere la licenza di stare chiusa in casa con il mio gatto e una bottiglia di Vodka, senza uscire o farmi la doccia, mangiando solo pasti pronti perché la mia creatività non poteva essere fermata; solo crescendo ho capito che non avevo un futuro, non ero abbastanza simile alla massa per diventare una foto sul retro di un libro. Tutti i protagonisti delle mie storie, rimaste su una chiavetta abbandonata sul fondo di chissà quale borsetta, si chiamavano Andrew. E avevano i capelli scuri, i ricci, gli occhi verdi e la battuta pronta. Per questo lui non ha mai letto nemmeno una delle cose uscite dalla mia testa.
Mi alzai dal letto, con solo una vecchia maglietta grigia sformata e le mutande, e tirai su la tapparella illuminando la mia piccola, incasinata stanzetta: la scrivania era in condizioni pietose, libri impilati sopra assieme a piatti di plastica, vestiti sparsi sul pavimento e dei ricci neri spettinati appoggiati sul mio cuscino. La sera prima si era infilato nel mio letto senza dire una parola, mi aveva dato un bacio in fronte credendo che dormissi e poi aveva chiuso gli occhi -e russato- per tutta la notte; spesso capitava, avevamo due letti ma quasi sempre uno dei due rimaneva vuoto, ufficialmente perché lui non riesce a “dormire da solo”, anche se io penso che abbia solo bisogno di svegliarsi con qualcuno accanto per non rivivere quella mattina in cui si era alzato e i suoi non c’erano più. Aveva solo quindici anni e tanti sogni in testa. «Buongiorno, dormiglione. Cosa vuoi per colazione?» gli sussurrai nell’orecchio scompigliandogli i capelli, era solo un bambino nel corpo di un adulto, bisognoso di affetto. «Un cappuccino sarebbe gradito» mi disse stiracchiandosi e mettendosi a sedere. Accesi la radio, e insieme ci mettemmo a cantare quello stupido successo dell’estate, tutto uguale ma che ti entrava in testa e non usciva più.
Erano passate quasi due settimane da Brittany e Harry, avevamo trovato qualcun altro, fatto sesso non so quante volte, e io non mi ricordavo nemmeno più il suo viso. Solo che il mio migliore amico era diverso, cambiato quasi, lo vedevo sempre a pensare a qualcosa –o qualcuno-, e aveva sempre il suo iPhone tra le mani, non si staccava mai, nemmeno quando andava in bagno. Avevo una gran voglia di riavere indietro quel burlone che mi aiutava a scegliere i vestiti, ma a quanto pare qualcuno aveva catturato la sua attenzione. Così, dopo due settimane di silenzio nelle questioni ‘amorose’, glielo chiesi mentre beveva il suo cappuccino; era sempre talmente adorabile con la schiuma sul naso, che non resistetti. «Ti vedi con qualcuna?» lui non rispose subito, si limitò a buttare giù l’ultimo sorso di caffè e a guardarmi negli occhi prima di parlare. «Sono uscito con Britt il giorno dopo che era venuta qui, e quello dopo ancora, e tutti i giorni fino ad oggi.» non so se mi dava più fastidio che non me l’avesse detto, che l’avesse chiamata Britt o che stesse uscendo con qualcuna: insomma, se lui trovava la donna della sua vita non l’avrei sposato io e sarei rimasta sola per tutta la vita. Improvvisamente mi sentii vecchissima e sull’orlo di un baratro, in cui dovevo fare una scelta che avrebbe condizionato la vita. «Posso sapere perché cazzo non me l’hai detto prima?» ero calma, almeno in apparenza, ma lui mi conosceva troppo bene e si sarebbe accorto che no, non ero per niente okay. «Pensavo che avresti reagito male: lei è dolce, simpatica e gentile, rappresenta tutto quello che di carino c’è rimasto in questo mondo di merda, e mi fa stare bene. Non è stupida come pensavi, ma non puoi capirlo finché non la conosci.»
Avevo pianto così poche volte nella mia vita che non mi ricordavo nemmeno com’era; ero sempre stata abbastanza forte da evitare le lacrime, e anzi spesso ero io a provocarle, ma il modo ‘freddo’ in cui mi aveva trattato colui che conoscevo da una vita mi aveva completamente spiazzato. Lei lo faceva senitre bene? E io no? E poi scusa, se lei è l’unica cosa carina, allora anch’io facevo parte di quel mondo di merda. «Allora vai a vivere con lei, dato che questo appartamento fa parte di quel mondo di merda che tanto odi, e dato che io giudico le persone senza nemmeno conoscerle!» non riuscii a trattenermi questa volta, il tradimento veniva da troppo vicino per poterci passare sopra. «Hei, Megs, hei, stai calma, non intendevo dire questo! Ti voglio bene e lo sai, questo non cambierà nemmeno se mi sposerò o se avrò dei figli, saremo sempre io e te contro il mondo.» mi sorrise mentre si inginocchiava davanti a me, le lacrime che mi rotolavano sul volto e che probabilmente mi davano l’aspetto di un panda. Perché non mi ero messa il trucco waterproof quella mattina? «Puoi andartene, per favore? Anche solo per un po’.» cercai di respirare, speravo con tutto il cuore che mi dicesse che no, sarebbe restato, che mi avrebbe preparato una cioccolata calda anche se era estate e che ci saremmo sdraiati sul tetto a guardare le stelle fino a quando non mi sarei sentita meglio. Speravo che mi dicesse che mi voleva più bene di quanto teneva a quella Brittany, che mi conosceva e che non voleva lasciarmi in un momento così. Si limitò a prendere il cellulare senza dire niente, probabilmente spedì un messaggino o qualcosa del genere, poi mi prese il viso e mi guardò fisso negli occhi.
«Non ho intenzione di lasciarti in questo casino da sola, per cui adesso ci andiamo a stendere sul letto, parliamo un po’, e sarai libera di fare quello che vorrai di me, okay? Sei la persona più importante della mia vita e non voglio perderti.» impiegai mezzo secondo a decidere cosa fare, e un altro mezzo secondo a raggiungere le sue labbra. Sapevo che era sbagliato, sapevo che aveva una ragazza che gli voleva bene e questo era un po’ come tradirla, ma non sono mai stata la brava bambina che segue le regole, e in questo momento tutto quello di cui avevo bisogno era un po’ di sesso riparatore. Sul pavimento della cucina. E mi scaldò il cuore vedere che lui non si tirava indietro nonostante una bionda la aspettasse dall’altra parte della città, perché –proprio come immaginavo- stando con una vergine tutto quello gli era mancato; e poi eravamo io e lui, semplici amici che si vogliono bene. E che fanno sesso sul pavimento. 



Devo dire che questa storia non sta andando bene cwc Nessuno se la caga, piccina! Non vi ha fatto niente di male però D:
Anyway, spero che questo capitolo vi piaccia, l'ho scritto tutto di getto e spero che si inizi a capire dove voglio andare a parare (?) con Maggie e Drew, non che non fosse stato chiaro fin dall'inizio e.e Grazie a tutti coloro che recensiranno, significate tanto per me :')
   
 
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