Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: boreal lele    25/07/2012    2 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le cronache dei mercenari

-12
Chef il traditore

Dawn si risvegliò di soprassalto con il fiatone. La sua camera era avvolta nell’ oscurità più totale. Si sentiva strana, in quel momento. Provò ad alzarsi per aprire la finestra del balcone, ma le forze le mancarono. Cadde dal letto di faccia. Provò a chiamare aiuto ma non riuscì ad emettere che un flebile suono strozzato. Il malessere aumentò. Non riusciva quasi più a respirare, le sembrava che l’ oscurità cercasse di soffocarla e un forte mal di testa le impediva di ragionare. Si trascinò alla ricerca della porta per tentare di nuovo a chiamare aiuto ma in breve perse l’ orientamento e si ritrovò dispersa nel bel mezzo di quell’ enorme camera da letto. Allora si abbandonò a terra, in preda al panico più assoluto. Un forte senso di oppressione le gravava sul petto.
D’ un tratto ogni malessere scomparve, lasciando dentro di lei un vuoto quasi irreale. Non provò alcuna emozione né sensazione di sorta. Si rialzò barcollando. Il mal di testa l’ aveva abbandonata ma i pensieri non erano tornati. Le sembrava di vedere attraverso occhi non suoi. La stessa stanza che fino a qualche attimo prima le era sembrata avvolta da un’ oscurità impenetrabile ora era illuminata come lo sarebbe stata di giorno. Riusciva a distinguere ogni oggetto presente in quella camera senza difficoltà. Improvvisamente la ragazza avvertì una presenza nella stanza di fianco alla sua. Zoey. Sentiva con chiarezza sua sorella aldilà del muro dormire fra le coperte. Praticamente riusciva a vederla, o almeno riusciva a percepirne la sagoma, distesa nel letto. La cosa che più incuriosì la bionda però fu che proprio quella sagoma era avvolta da uno strato di nebbiolina.” Aura gialla, felicità”  le suggerì una voce nella sua testa.
La vista dell’ elfa si annebbiò di colpo, la stanza tornò oscura come avrebbe dovuto essere e lei cadde di nuovo in avanti. I suoi pensieri ritornarono come un fiume in piena, inarrestabili. Questa volta però seppe dove andare. Avanzò a gattoni finchè non avvertì il materasso sotto le sue dita. Si issò con un certo sforzo finchè non fu al sicuro in mezzo al letto, fra le lenzuola. Un pensiero più insistente degli altri le continuava a ronzare in mente. Cosa le era successo?

---------------------------------------------------------------------------

Mike venne svegliato la mattina presto da uno dei suoi servitori. Mancavano poche ore alla partenza. Aveva dato ordine che gli uomini della scorta che li avrebbe accompagnati, quindici soldati più il capitano, di farsi trovare nel cortile principale all’ alba. Si vestì in fretta e furia per arrivare per poter arrivare prima di loro. Non voleva dare l’ impressione di essere un ragazzino viziato che se la prendeva comoda sempre e comunque senza rispetto per gli altri. Indossò direttamente il suo mantello grigio e  la sua armatura preferita, quella che usava quando svolgeva la sua “professione”, una sobria corazza argentata senza rifiniture che dava l’ impressione che chi la indossasse fosse più grosso del normale. Nonostante le apparenze era leggera e non lo impacciava nei movimenti. Prima di indossarla diede un’ altra occhiata alla sua ferita nella spalla, ormai quasi cicatrizzata del tutto, decidendo che le bende ormai erano inutili. Si aggirò per i corridoi della fortezza con passo veloce. Tutto lì dentro gli ricordava la sua infanzia.
Quando sbucò nel cortile principale era ancora impegnato a ricordare, tanto che non si accorse dell’ uomo nell’ ombra innanzi a lui. Si diresse fino alla fontana che risiedeva al centro dello spazio, sedendosi sul bordo di essa e attendendo che i suoi soldati si facessero vivi. L’ uomo nell’ ombra avanzò silenzioso portandosi alle sue spalle.
-Mike Enderis?- Chiese una voce profonda e scura con fare deciso. Il moro sobbalzò, voltandosi di scatto verso la direzione da cui veniva la voce. Si trovò davanti un omone a dir poco imponente, ben più alto di lui, dalla pelle scura, ricoperto da un’ armatura dai bagliori verdi con il simbolo degli Enderis inciso sul petto. Era pelato e aveva dei baffetti neri. Mostrava un ghigno irrisorio, probabilmente causato dalla reazione del ragazzo. Mike si accorse che gli mancava un dente. L’ omone gli tese la mano destra. Il moro non poté far altro che ricambiare la stretta.
-Sono Chef Hatchet, capitano della scorta che vi accompagnerà fino alla capitale degli Elfi Madyr. I miei uomini arriveranno tra pochi minuti.- Esordì con fare militare.
-Piacere, capitano. Vedo che mi conoscete già, quindi, non perderò tempo in inutili presentazioni. Volevo parlarle, è una fortuna averla trovata subito.- Disse Mike riassumendo un minimo di contegno. Quell’ uomo lo aveva messo in soggezione fin da subito. Il capitano Liberò accennò un sorriso.
-Non mi dia del lei, signore. Mi fa sentire più vecchio di quel che sono.- Lo interruppe. Mike ricambiò il sorriso.
-Lei deve fare lo stesso con me allora. In fondo sono solo un ragazzo.- Ribatté il moro. Chef gli diede una pacca sulla spalla e liberò una risata  fragorosa, che si addiceva benissimo alla sua figura.
-Affare fatto, allora. Cosa mi volevi chiedere?- Chiese ricomponendosi.
-Volevo sapere se è vero che mi hanno detto su di te. Un tempo eri il capitano delle guardie dell’ ambasciatore Chris McLean degli Elfi Madyr?- L’ omone si fece serio e annuì.
-Sono stato un suo compagno d’ armi, ai miei tempi, e ti assicuro che un combattente come lui è raro da trovare. Era intelligente, forte, onesto e giusto, e agiva sempre per il bene del suo popolo, appoggiando suo fratello maggiore Geoffrey in ogni situazione. Eravamo grandi amici a quel tempo- Rispose.
-E perché hai deciso di andartene per venire a prestar servizio qui?- Chiese di nuovo il ragazzo. Lo sguardo di Chef fu percorso da un lampo di tristezza.
-Perché tanti anni passati nel lusso e nella ricchezza lo hanno rovinato, e l’ elfo che un tempo consideravo mio amico è morto e sepolto. Il suo posto è stato preso da un individuo vanesio ed egocentrico, troppo impegnato a pensare a sé per amministrare la regione assegnatali dal re suo fratello. Non gli interessa nulla all’ infuori dei suoi interessi, si è rammollito tanto da faticar persino a reggere una spada ed è diventato crudele e spietato. Ho preferito andarmene con il ricordo dell’ eroe che era piuttosto che con quello dell’ incapace che è adesso.-
-Come l’ ha presa lui quando glielo hai  detto?-
-Semplicemente non gliel’ ho detto, ho disertato e sono venuto qui. In pratica sono un traditore. Sono Chef il traditore.- Rispose con un ghigno Chef.  L’ omone si voltò verso l’ entrata al cortile, accorgendosi che i suoi uomini stavano arrivando.
-Bene, adesso che sai quello che dovevi sapere, ricomponiamoci. E torniamo a darci del lei in loro presenza, i miei uomini non devono sapere che ho un lato buono. Perderei la loro stima e il loro rispetto, oltre alla mia reputazione.- Disse tornando serio e assumendo un’ aria da duro.
-Per comandare i forti bisogna innanzitutto essere i più forti di loro.- Aggiunse sottovoce a Mike prima che i suoi soldati li raggiungessero facendogli l’ occhiolino. Il moro annuì e si fece a sua volta serio.
Mike dovette ammettere che gli uomini selezionati per la scorta erano davvero impressionanti. Appena arrivati si schierano in fila. Il moro li squadrò da capo a piedi. Nessuno di loro eguagliava fisicamente Chef, ma lo stesso si capiva che erano uomini duri, soldati fino al midollo. Sette di loro erano arcieri e otto erano spadaccini. Chef gli garantì che erano tutti ottimi cavalieri e che ognuno di loro era fedele fino alla morte a chi avevano prestato giuramento. Li aveva selezionati personalmente fra tutti i soldati della città. Sui loro volti non vi era alcuna traccia di qualsiasi sentimento. Li avevano chiamati “uomini di pietra.
Mike e Chef discussero sulla strada da prendere per una buona mezz’ ora. Quando finirono il moro fece un involontario confronto mentale fra il capitano delle guardie e suo padre. Sotto certi aspetti erano simili. Entrambi erano uomini duri e seri, ma in fondo avevano un lato buono. La sera prima aveva salutato i suoi fratelli e i suoi genitori a cena. Non li aveva più rivisti.
Dopo due ore arrivarono anche i suoi compagni di viaggio. Scott indossava la stessa armatura dell’ amico, Cameron portava come al solito la sua tunica nera. Zoey aveva indosso lo stesso vestito rosso che portava nel campo di allenamento quando Mike l’ aveva vista tirare con l’ arco, che attualmente portava a tracolla. Dawn si poteva definire lo sputo della sorella, con gli stessi identici vestiti di color verde foglia. Aveva persino la stessa pettinatura.
In breve giunsero nelle scuderie di quel piano e incominciarono la discesa, che si rivelò molto più veloce della salita. Si lanciarono al galoppo giù per i cunicoli, arrivando al piano terra in meno di due ore. Una volta usciti dalla città seguirono una stradina che si inoltrava nella foresta. Si fermarono solo per mangiare e per far riposare i cavalli. Gli uomini della scorta non erano poi così freddi come volevano far credere. Ogni tanto si scambiavano delle battute tra loro, ridevano e sorridevano proprio come persone normali. Il giorno dopo la partenza arrivarono al limitare della foresta, oltre la quale si ergevano delle colline. Una volta saliti, si trovarono di fronte ad un’ immensa pianura, il cui limitare, delineato da altre colline, si intravedeva a malapena all’ orizzonte. Mike ebbe un brivido, ricordando il suo sogno. Chef sorrise e si volse verso il gruppo.
-Signori, benvenuti nella Piana di Oiran.-

Angolo autore
Salve a tutti! Sono tornato con il nuovo capitolo, come promesso. Vi è piaciuto? Ho fatto errori? Devo migliorare qualcosa? Devo accorciare i capitoli? Fatemelo sapere!Ringrazio e saluto chi continua a seguire la mia storia. Naturalmente ringrazio anche Mike Alterego totaldrama per la bella recensione. Al prossimo capitolo
Boreal Lele

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: boreal lele