Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Severa Crouch    25/07/2012    3 recensioni
Il primo bacio viene vissuto diversamente nell'adolescenza: è atteso, sognato, a volte rubato, altre volte è perfetto, in altre ancora estremamente deludente. In questa raccolta vorrei provare a raccontare alcuni primi baci dei personaggi della saga.
1 - Percy Weasley/Penelope Light
2 - Rabastan Lestrange/Rita Skeeter
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pairing: Rita Skeeter/Rabastan Lestrange

Di Piume magiche e cliché sull'amore

 

A Stateless, per il suo compleanno, che mi ha ispirato questo pairing meravigliosamente cinico.

 

Rita amava le Piume con cui scriveva, fin dal primo momento in cui ne aveva presa una in mano. Le amava forse più della sua bacchetta magica, perché le Piume avevano un potere incredibile, che neanche la bacchetta più forte del mondo aveva: le Piume potevano creare nuovi mondi, regalare gioia, sofferenze indicibili, e potevano aprire gli spazi dell'immaginazione.

Le Piume potevano raccontare il mondo e descrivere la realtà, come null'altro era in grado di fare.

Rita amava i racconti, amava i libri, ma ancor più amava la vita vera; amava osservare il mondo che la circondava, studiare le persone e vedere il modo in cui interagiscono tra loro. Le Piume avevano anche il potere di alterare i rapporti tra le persone: quante volte aveva visto le sue compagne di dormitorio piangere per un biglietto anonimo, in cui si diceva che il ragazzo per cui avevano una cotta era stato visto con un'altra ragazza? Quanti fiumi di lacrime versati per una lettera d'amore commovente?

Fu proprio mentre acquistava una Piuma a Diagon Alley, nei giorni precedenti l'inizio del suo settimo anno ad Hogwarts, che il suo sguardo si posò su colui che le avrebbe insegnato i limiti del potere che hanno le Piume.

Rabastan Lestrange era un Serpeverde del suo stesso anno; suo fratello Rodolphus si era diplomato l'anno prima e fino ad allora i due erano stati inseparabili, e con Bellatrix Black avevano formato un trio piuttosto chiuso. Forse, la condizione di solitudine aveva reso Rabastan libero di guardarsi intorno per la prima volta e di accorgersi dei boccoli biondi di Rita.

“Cosa si prova ad essere soli?”, esordì Rita, da perfetta direttrice del giornale dei Serpeverde “La voce di Salazar”, un sorriso ironico le curvava le labbra carnose.

Rabastan le rispose con un sorriso altrettanto ironico: “La solitudine non è una condizione permanente, può essere sintomo di libertà. Vedo che anche tu sei sola.”

La voce di Rabastan era morbida e vellutata, i suoi occhi verdi la scrutavano con interesse.

“Non si sta parlando di me, Lestrange. La ricerca di notizie non è un'attività di gruppo,” rispose divertita Rita, che voleva avere il controllo della situazione.

“È un vero peccato che ti sia votata alla solitudine,” replicò Rabastan, mentre continuava a fissare Rita, senza esserne minimamente intimorito, ma con la sfrontatezza tipica di chi è sicuro di non essere vulnerabile.

“Non si vive di solo lavoro, Lestrange. Lo sai meglio di me,” osservò Rita. Se lui cercava di intimorirla giocando la parte del seduttore, si sarebbe sbagliato di grosso: lei manteneva il controllo, sempre. Conosceva abbastanza i ragazzi per non cedere minimamente alle loro lusinghe, e da un Lestrange non si sarebbe aspettata nulla di più che un gioco.

Rabastan era il tipico Purosangue tradizionalista, che giocava a fare il seduttore e che avrebbe finito per sposare qualche rampolla dell'alta società; quel tipo di ragazze su cui Rita avrebbe finito per scrivere nelle cronache mondane. Girò i tacchi ed uscì dal negozio, con la sua piuma nuova di zecca, senza curarsi ulteriormente di Rabastan.

 

Il primo settembre, sul treno per Hogwarts, Rita ebbe un altro incontro ravvicinato con Rabastan. Lui le si era seduto accanto, mentre lei continuava a leggere l'ultima edizione della Gazzetta del Profeta, memorizzando i nomi delle firme del giornale per il quale avrebbe voluto lavorare.

Rabastan osservava i lineamenti sensuali di Rita: non aveva mai fatto caso a lei negli anni passati, pensava che fosse una strega di talento, piuttosto bella, ma soprattutto iniziava ad apprezzare il suo cinismo e le smorfie che faceva quando osservava le altre ragazze, che apparivano banali in confronto a lei.

Durante quel viaggio, Rabastan decise che Rita sarebbe stata sua, in un modo o in un altro.

 

Tutto avvenne qualche giorno dopo, in uno degli ultimi pomeriggi estivi di Hogwarts, prima che la frescura autunnale iniziasse a divenire pungente.

Rabastan vide Rita nei giardini, seminascosta dal tronco di un albero, mentre era intenta a prendere appunti ridacchiando, dopo aver assistito all'ennesima lite tra Grifondoro e Serpeverde. Decise che quello sarebbe stato il momento adatto: la luce del sole colorava con i suoi toni caldi i boccoli biondi di Rita ed il modo in cui si mordeva il labbro mentre la piuma scorreva veloce sul taccuino la rendeva irresistibile.

“Abbiamo del materiale, vedo,” esordì Rabastan, avvicinandosi a lei.

“Non mi posso lamentare, il prossimo numero de “La Voce di Salazar” sarà esplosivo, lo sento,” rispose, con la solita maestria nel creare suspance per i lettori. Guardò Rabastan sottecchi e gli domandò: “Cosa vuoi, Lestrange?”

Lui sorrise, con il suo fare sfrontato e sicuro di sé.

“Sei molto bella, Skeeter. Voglio baciarti” disse, mentre continuava ad osservarne le reazioni, cercando invano una sfumatura di rossore.

“Sei sempre così diretto, Lestrange?” chiese Rita, che iniziava a trovare divertente l'interesse che Rabastan sembrava mostrare nei suoi riguardi.

“Mi sembra di capire che nessuno dei due abbia tempo da perdere. Ti ho offesa?” domandò, mantenendo la padronanza di sé, mentre gli occhi si illuminavano come quelli di chi sta per mettere le mani sulla sua preda.

“La tua sicurezza è una maschera, cosa nascondi Lestrange?” continuò a domandare Rita, che da brava giornalista rispondeva solo con altre domande: restare sull'obiettivo e non lasciarsi sviare, era la prima regola per una buona reporter.

“Vieni a scoprirlo, Skeeter,” disse lui sorridendo.

L'invito di Rabastan era troppo interessante per non coglierlo. Rita sorrise e sussurrò: “Sarà un vero piacere, Lestrange.”

Rabastan le mise una mano dietro la nuca, sentendo i boccoli morbidi affondare tra le sue dita, si avvicinò a lei, avvertendo il suo profumo di rosa, la immaginò rossa, come le labbra che stava desiderando da giorni. La baciò con passione, con l'ansia di non voler lasciare più quelle labbra, con il desiderio di averla con sé per sempre, perché Rita aveva il suo stesso cinismo e lei sarebbe stata l'unica donna in grado di tenere a bada il suo lato oscuro.

Rita sentì le braccia forti di Rabastan cingerla, si sorprese nel sentire la passione del ragazzo mentre la baciava e lentamente sentì crescere dentro di sé il desiderio di non separarsi più da lui, perché quello che c'era dietro la maschera le stava piacendo.

Si accarezzarono appassionatamente, e quando lui le morse il labbro, lei sentì le gambe cederle, e per la prima volta “l'incrollabile Rita Skeeter” pensò che non avrebbe retto a lungo. Si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero dietro di lei, mentre Rabastan continuava a baciarla e stringerle i fianchi.

Furono delle voci in lontananza, di altri studenti in arrivo, ad interromperli e indurli a riprendere più tardi.

Rita in quel momento iniziò a non sentirsi poi così incrollabile. Comprese che c'erano cose che neanche le sue amate Piume potevano descrivere, perché non esistevano aggettivi adatti per descrivere con sufficiente precisione tutte le sensazioni che aveva provato nei cinque minuti precedenti. Forse, il detto “avere le farfalle nello stomaco” era quello più adatto a descrivere lo stato in cui si trovava.

Sorrise, mentre tornava al dormitorio, riflettendo su quanto fosse ironico che i cliché sull'amore finissero per risultare così veri.


N.d.A.: Non so che cosa ho scritto. Una voce dentro di me urla "fyccina, fyccina!", posso dire che è tutto il pomeriggio che cerco di studiare, ma ho in mente Rita e Rabastan che si sbaciucchiano ad Hogwarts ed ho ceduto alla mia ispirazione tirannica. ç___ç 
Spero che Stateless non mi picchi, perché voleva essere un regalo per il suo compleanno, ed invece mi sa che le ho rovinato Rita Skeeter, che lei adora.
Il giornale dei Serpeverde è una mia invenzione, così come la collocazione di Rita in quella Casa. Non ho la più pallida idea di dove sia stata Smistata Rita, però lei è cinica, ambiziosa, senza scrupoli, non può non essere una Serpeverde! 
Rita è del 1951 come Bellatrix, io ho deciso di farla nascere dopo il primo settembre così è nella classe di quelli nati nel 1952 con Rabastan, visto che mi serviva Rabastan libero da Rodolphus. Non so perché ma io i fratelli Lestrange li immagino molto uniti, al contrario dei fratelli Black.
Spero che vi piaccia!
Sev

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Severa Crouch