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Autore: Cassandra caligaria    26/07/2012    4 recensioni
“Io non so come definire quello che provo per te, non riesco a dargli un nome. Forse perché non ho termini di paragone. E’ tutto così nuovo per me … ma questo non vuol dire che sia dispiaciuta o pentita. Anzi … anche tu mi piaci molto Edward.”
“Ti va di scoprirlo insieme, allora? Hai voglia di cercare con me un nome da dare a queste sensazioni?”
“Sì”, affermò decisa, prima di ricominciare a giocare con le mie labbra.
“Ci sono solo quattro domande che contano nella vita. Cosa è sacro? Di cosa è fatto lo spirito? Per cosa vale la pena vivere? E per cosa vale la pena morire? La risposta a ognuna è la stessa: solo l'amore.” Mi chiamo Isabella Swan e questa è la mia storia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 CAPITOLO 41 - PLAN OF ACTION (PIANO D'AZIONE)

 



 

“Gatto del Cheshire - chiese Alice - mi diresti per favore che strada devo prendere per andarmene di qui?"
"Dipende molto da dove vuoi andare" rispose il Gatto.
"Non mi importa molto il dove", disse Alice.
"Allora non mi importa quale strada prendi" disse il Gatto.


[Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, 1865]

 








POV EDWARD


 

Il mio cuore, se fosse stato ancora vivo, probabilmente al sentire quelle parole, avrebbe cominciato a battere velocemente, proprio come stava facendo quello di Bella in quel momento.
“Ne sei sicura? Perché…”, mi zittì con un bacio.
“Sì, Edward. Non sono mai stata più sicura di una scelta in tutta la mia vita. Sai bene che nella mia vita non sono mai stata sicura di niente… - fece una pausa - Ti amo e voglio stare con te. Questa è la mia unica certezza. So che sarà dura dover dire addio alla mia famiglia, ma dire addio a te sarebbe impensabile.”, chiuse gli occhi e rabbrividì al pensiero.
La capivo, perché per me valeva la stessa cosa, anzi probabilmente era peggio: lei era un’umana e avrebbe potuto innamorarsi ancora e vivere una vita serena, magari si sarebbe dimenticata di me. La natura di vampiro non contemplava l’oblio e io sarei stato costretto a trascorrere l’eternità come il più infelice e il più sfortunato degli esseri. Le avevo giurato che le sarei stato accanto qualunque decisione avesse preso: ma ero certo che la fine della sua vita umana avrebbe inevitabilmente coinciso con la mia fine. Come avrei potuto vivere senza di lei? Sarei andato a cercare la morte dai Volturi, non avrei avuto altra scelta.
Non le palesai i miei pensieri, perché non volevo turbarla e soprattutto perché non volevo rovinare un momento così bello: la fermezza nelle sue parole, la decisione del suo sguardo, la limpidezza dei suoi pensieri che, nonostante fossero oscurati dal suo scudo, erano chiari nei suoi occhi.
Mi avvicinai ancora di più al suo volto e la baciai. Le sussurrai che l’amavo, facendola rabbrividire, e quando sentii i pensieri di mio padre in lontananza, mi alzai malvolentieri dal letto, con lei fra le mie braccia e corsi in bagno.
Sul suo viso si disegnò un buffo punto interrogativo: era bellissima, con le guance arrossate per la temperatura evidentemente elevata della stanza, i capelli arruffati per… beh, per colpa mia, e il corpo ricoperto solo da una vestaglietta molto corta e decisamente scollata: un regalo di mia sorella per Bella, senza dubbio. Non potei fare altro che ringraziare mentalmente Alice e avvicinarmi a Bella per privarla di quel misero indumento.
“Edward?”, tentò di articolare mentre la spogliavo.
“Stanno arrivando i miei, per risparmiare tempo, ho pensato che potremmo fare la doccia insieme… se non hai nulla in contrario…”, sussurrai malizioso.
“Oh”, disse soltanto e arrossì.
“Va bene, però… certe cose si fanno ad armi pari!”, e così dicendo mi abbassò velocemente i boxer e corse ad infilarsi nel box doccia lasciandomi inebetito con la sua vestaglietta in mano.
“Piccola peste umana!”, mi fiondai nella doccia e soffocai le sue risate con un bacio.
Artigliò i miei capelli tra le dita e la presi in braccio per poterla baciare meglio.
“Bella”, sussurrai mentre continuava a baciarmi. Non ce la facevo più, sembrava che lo scorrere dell’acqua sui nostri corpi amplificasse le mie emozioni. E in effetti era alquanto eccitante pensare di fare l’amore nella doccia.
“Vuoi proprio farmi impazzire?”, le domandai quando iniziò a muovere il suo bacino, strofinandolo contro il mio.
“Armi pari, ricordi mio bel vampiro?! Non hai idea di quanto mi faccia impazzire tu!”, sorrisi pensando a quanto fosse cambiata nel giro di poco tempo e a quanto mi piacesse ogni giorno di più. La misi seduta sul ripiano che conteneva i flaconi dei vari bagnoschiuma e shampoo che mia sorella aveva provveduto a rifornire con cura. Alcuni dei flaconi caddero sul piatto doccia, ma non me ne curai.
Ero troppo impegnato in quel momento per pensare all’ordine maniacale con cui Alice aveva sistemato quei flaconi.
Scesi con le labbra sul suo seno e poi sempre più in basso, fino alla sua intimità. La contemplai, la venerai a la portai al culmine. Quando mi resi conto che era ormai pronta per riprendere e io non ce la facevo più a resistere, entrai nella sua calda e accogliente urna.
L’amore con Bella era una continua sorpresa: avevo avuto molte donne, ma con lei c’era sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da provare. Era un’amante molto devota e il suo pudore e le sue guance che arrossivano ogni volta che cercava di fare qualcosa di nuovo mi facevano impazzire.
Ci lavammo a vicenda come due bambini, quasi dimentichi di quello che avevamo combinato in quel box doccia qualche istante prima. Quando vidi la sua faccia mutare espressione per la sorpresa di fronte al disastro dei flaconi sparsi sul piatto doccia, scoppiai a ridere.
“Alice ci ucciderà!”, esordii facendola sorridere.
“Potremmo cercare di sistemare un po’…”, tentò lei.
“Se ne accorgerebbe comunque, tanto vale che lo faccia lei!”


Sì sì sì, ha detto di sì! Hai visto Edward? Avevo ragione io! Come sono felice!
Sorrisi ai pensieri di Alice, Bella mi lanciò uno sguardo interrogativo.
Appena varcammo la soglia del salotto, l’uragano Alice travolse la mia povera Bella e la stritolò in un abbraccio.
“Alice”, la rimproverai bonariamente.
“Bella Bella Bella! Saremo sorelle! Non sai quanto sono felice!”
“Oh Alice! Anch’io sono molto felice!”, Bella era commossa e mi lanciò uno sguardo carico di significato.
Mi avvicinai a lei e le baciai una tempia, poi riuscii a sottrarla dalle esili ma forti braccia di mia sorella e ci accomodammo sul divano.
Mia madre comparve in salotto portando un vassoio.
Lo pose sul tavolo basso, di fronte a Bella, e le accarezzò una guancia.
“Tesoro, sarai affamata. Da umana ero una brava cuoca, spero ti piacciano le mie omelette.”
“Grazie Esme”, sussurrò Bella, mentre un leggero rossore faceva capolino sulle sue guance.
Non era abituata a ricevere molte attenzioni, ma le avrei fatto cambiare presto prospettiva. Sorrisi ai miei stessi pensieri, fantasticando sulle attenzioni che le avrei riservato io… in privato!
“Buongiorno ragazzi!”, mio padre si sedette accanto a mia madre, prendendole una mano.
“Papà, Bella ha preso una decisione. Ma sono certo che desideri comunicarvela lei stessa”, le sorrisi. Alice era il ritratto della gioia. Jasper era in estasi: tutta la nostra felicità era benefica per il suo ego empatico.
“Signori Cullen… - mio padre le rivolse un divertito sguardo ammonitore – ehm… volevo dire, Carlisle, Esme… ho preso una decisione. Voglio diventare una vampira per poter vivere accanto a Edward per sempre. Sempre che voi non abbiate nulla in contrario…”, Bella iniziò a torturarsi una pellicina sull’indice sinistro con l’altra mano.
Mia madre si alzò e la avvolse in un delicato abbraccio.
“Benvenuta in famiglia, Bella. Non avresti potuto darci una notizia più bella!”
Anche mio padre la abbracciò e finalmente vidi un sorriso rilassato comparire sul suo volto: era davvero importante l’opinione dei miei genitori per lei!
Jasper le strizzò un occhio e le sussurrò: ”Ottima scelta, sorellina!”.
“Bene, bene. Edward, Bella, dobbiamo decidere quando. Se voi siete d’accordo potremmo anche prolungare il nostro soggiorno qui da Willie e trasformare Bella domani… Così appena Bella sarà pronta, potremo andare in Italia a….”
“Domani?”, Bella mi rivolse uno sguardo impaurito.
“No, amore. Se domani è troppo presto, possiamo rimandare. Decidi tu quando. Ti ho già spiegato che non dobbiamo preoccuparci eccessivamente dei Volturi…”
“Edward. Samantha è pericolosa.”, intervenne Willie.
“Bella, non voglio spaventarti. Ma, in tutta la mia lunga vita di vampiro – e ti assicuro che è davvero molto lunga! – non ho mai incontrato un vampiro così pericoloso. Riesce a nascondersi e a passare inosservata persino ai nostri sviluppatissimi sensi. Edward è uno dei vampiri più sensibili e dotati che esistano, eppure non ha captato la sua presenza, né qui, né evidentemente a Seattle, quando vi spiava. Non possiamo rimandare troppo.”
“Willie ha ragione, Edward. Bella, tesoro, quando vorresti essere trasformata? Suppongo tu voglia trascorrere un po’ di tempo con la tua famiglia… perdonami se ti sono sembrato insensibile e affrettato.”, Carlisle le sorrise.
“Vorrei almeno poter regalare ai miei genitori la gioia di vedermi laureata…”, Bella strinse più forte la mia mano e in risposta al suo bisogno di sentirmi accanto, la feci sedere sulle mie ginocchia e la strinsi forte a me.
“Dopo la tua laurea, quando vorrai tu. Solo quando tu sarai pronta.”, la rassicurai incatenando il mio sguardo nei suoi occhi profondi e meravigliosi.
Annuì con il capo e si rilassò, posando la testa nell’incavo del mio collo.




Bella era in cucina con Alice e mia madre, intente a preparare il suo pranzo e io ne approfittai per raggiungere mio padre e discutere con lui i dettagli della situazione.
“Papà, allora credi che possiamo aspettare la laurea di Bella?”
“Ma certo, va bene. Però… Edward… dobbiamo sbrigarci, quella vampira è pericolosa. Dopo la laurea vi trasferirete qui da Willie, io verrò con voi. Appena Bella sarà in grado di stare in mezzo agli esseri umani senza costituire un pericolo per loro, la porteremo in Italia. Prima sapranno che non è più un’umana vulnerabile, meglio sarà.”
“D’accordo, papà. Hai ragione. Faremo così.”





NOTE

Innanzitutto, grazie a chi legge, segue, preferisce e commenta questa storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto... so che siamo in una fase di passaggio e quindi i capitoli possono risultare un po' privi d'azione.
Volevo avvisarvi che la prossima settimana salterò l'aggiornamento, perché parto. Quindi il prossimo capitolo arriverà intorno al 9 agosto.
Venerdì o sabato aggiornerò anche LA FANCIULLA E LO STRANIERO.


Detto questo, vi lascio uno spoiler del prossimo capitolo per colmare la mia assenza!

“L’ultima volta che ho preso un aereo credevo di averti perso, mi sentivo completamente vuota. Priva di stimoli vitali… l’unica cosa che ha animato il viaggio, oltre alla presenza di Alice e Jasper, è stata la speranza che tu mi amassi… E adesso, guarda! Torno a casa con te, l’amore della mia vita, e la promessa di una vita eterna insieme. Non avrei mai creduto che la vita potesse riservarmi qualcosa di così bello. Pensavo che la felicità non fosse destinata a tutti… non a me, per lo meno…”



Buone vacanze e buona estate, a presto!
 

  
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