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Autore: xbiebection    26/07/2012    1 recensioni
'Perchè baby quando sei con me
è come se un angelo venisse e mi portasse in paradiso.
perchè quando guardo nei tuoi occhi
non potrebbe andare meglio."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Sorseggiavo una cioccolata calda, con la panna. Aveva iniziato a piovere, e per essere a metà marzo faceva un freddo esagerato. Eravamo in un piccolo bar del centro, quasi del tutto desolato. Davanti a me avevo il mio salvatore, con una tazza di cappuccino in mano.

"Perchè fai tutto questo?"

"A che ti riferisci?"

"A come ti sei comportato con me... a come mi hai protetta. Insomma, neanche mi conosci. Io non l'avrei mai fatto per te."

"Bell'amica che sei!"

Sorrisi sarcastica.

"L'altruismo non è il mio forte."

"Però metterti nei pasticci con i ragazzacci si!" Mi sorrise dolcemente.

"Non so che vuole da me. Me ne sta facendo passare di tutti i colori. E lo conosco solo da due giorni..."

"Che è successo ieri?"

Mi faceva male ricordare l'accaduto. Ma magari mi avrebbe fatto bene raccontarlo a qualcuno, e visto che l'unica persona che mi rivolgeva la parola oltre a lui era mia madre, decisi di aprirmi.

"Beh, diciamo che mi ha rovesciato lo yogurt addosso, solo perchè ho avuto il coraggio di rispondergli con tono."

"Tipico di Justin."

Non sembrava sorpreso.

"Cioè? Rovescia a tutti yogurt addosso?"

Se fosse stato così mi sarei sentita un po' meglio. Un po' più 'normale' fra questa gente.
Eric mi guardò, e scoppiò a ridere. Aveva proprio un bel sorriso.

"No scema! Prende di mira tutti i nuovi arrivati da quando siamo alle medie. Li mette in imbarazzo, cercando di spaventarli e fargli vedere chi comanda. E' il suo “Benvenuto”. E' il tipico bulletto. Lo conoscono tutti."

Questo mi sollevava. Quindi non ero io l'eccezione. Lo faceva con tutti. Non ce l'aveva con me. Ero solo l'ultima arrivata.

"Ma non capisco perchè sei scoppiata così... mi sembravi davvero sconvolta. Ti giuro che mi sono preoccupato seriamente."

Si fece serio. Era sincero.

"Non so, credo sia tutto quello che mi sta capitando in questo periodo. Il divorzio dei miei, trasferirmi qui da Milano, lasciare tutti i miei amici, il mio ragazzo, mio padre, la mia vita.... e poi questo ragazzo, che non mi lascia stare e cerca in tutti i modi di mettermi in difficoltà. Capisci? È tutto l'insieme. E' la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non sono riuscita a trattenermi. Anche se avrei voluto farlo."

Sembrava dispiaciuto. Mi guardava come un fratello maggiore guarda la propria sorellina di cinque anni lamentarsi perchè vuole la madre.

"Hey, mi dispiace. Non credevo che..."

"E' tutto okay adesso."

Mi accorsi che mi stava stringendo la mano. Era così carino con me. Forse neanche me lo meritavo.

"Mi dispiace averti fatto saltare il tuo secondo giorno di scuola. " mi disse, facendomi l'occhiolino.

"Non avrei desiderato di meglio!"

"E' ancora presto per tornare a casa e per non far insospettire tua madre è meglio che io e te ce ne andiamo a fare un giretto in centro. Ti va?"

"Certo, non vedo l'ora!"

E sfoderai il mio sorriso da 32 denti. Ero sicura che mi avrebbe rimesso di buon umore svagarmi un po' con lui.

"MAMMA, SONO A CASA!"

Gridai dalla porta d'entrata. Ero tornata a casa in autobus da sola perchè Eric doveva andare all'allenamento di football, e non mi sembrava il caso fargli saltare anche quello. Mia madre sbucò fuori dalla cucina, saltellando. Era di ottimo umore e non capivo per quale motivo.

"Come è andata tesoro?"

Aspettava una mia risposta.

"Bene."

"Tutto qui? Non è successo nient'altro?"

Sembrava impaziente di sapere altro. Non mi era difficile mentirgli, lo facevo da quando avevo 8 anni. Con la mia vita ero sempre stata costretta a farlo. Ma forse ora non ce ne era più bisogno.

"Mami è la solita palla. E' sempre scuola. Cosa vuoi che ti dica?"

"Boh, non so... Che materie hai avuto stamattina?"

Non avevo ancora guardato l'orario scolastico da quando me l'avevano consegnato il primo giorno, quindi decisi di improvvisare. Il fatto che mi stavo strafogando di brownies mi aiutò a prendere tempo.

"Storia dell'arte, Matematica, Inglese, Lettere, Discipline plastiche e scultoree" azzardai.

"Ma discipline sculturee e.. si insomma, quella materia, non la fai nei corsi pomeridiani?

Oh perfetto.

"Si ma all'ultima ora avevamo una supplenza e la professoressa non voleva farci perdere tempo... Sai come sono, a quelle pare sempre di essere all'ultimo mese di scuola e di dover fare tutto il programma."

La storia reggeva.

Mia madre annuì e non mi chiese altre spiegazioni.

Io approfittai del suo momento di distrazione per salire dalle scale e scappare da quell'interrogatorio e rifugiarmi in camera mia.

Buttai lo zaino sul letto, afferrai il mio MacBook e lo accesi. Non avevo la più pallida idea di come avrei fatto a recuperare il lavoro fatto in classe e nemmeno mi interessava in questo momento, così aprii la mia pagina Facebook. Era l'unico modo per restare più vicina ai miei amici, e a mio padre. Mi trovai 87 richieste di amicizia. Perfetto. In due giorni ero già riuscita a farmi conoscere da tutti in questa fottuta cittadina. Sì, ma non per una buona causa, visto gli episodi successi a scuola. Metà istituto sapeva il mio nome, e tanti di quei ragazzi avevano provveduto a mandarmi la richiesta di amicizia semplicemente per farsi i cazzi miei, e tanti di loro avrebbero fatto lo stesso più tardi, appena avrebbero trovato il tempo di connettersi. Decisi di lasciar perdere, e declinarle tutte. Tra quei profili c'era anche JUSTIN BIEBER. 'Fottuto stronzo, pure qui ti devo trovare' pensai.
Ma mi accorsi che Glenda, la mia migliore amica era in linea. Cavolo, era da tre giorni che non la sentivo e con tutto quello che era successo non avevo neanche avuto il tempo di prendere il cellulare in mano e chiamarla. Appena lo afferrai dalla borsa mi accorsi di avere una decina di messaggi in segreteria, tutti suoi. Povera Glee. Non le avevo fatto sapere niente, e conoscendola avrà già pensato che fossi morta, oppure fossi stata rapita.

"Glenda!"

"Alicia se non sei di ritorno entro 5 minuti con il mio vestito, sei licenziata!"

"Sei scema? Sono Sharon!"

"Ah Shar! Scusami, non aspettavo una tua chiamata. Il telefono prende anche in Africa?"

Come sospettavo. Se l'era presa perchè non mi ero fatta più viva, e come era ben solita fare, cercava di nasconderlo con l'ironia.

"AH-AH-AH. Sono in Sardegna, ed è ancora in Italia. Scusami se non ho risposto ai tuoi messaggi e se non ti ho chiamata, ma qui è un casino, sono successe tante cose e ho conosciuto nuove pers..."

"COME SI CHIAMA?"

Rimasi perplessa per qualche istante. Non capivo a chi si riferiva. "Il ragazzo, come si chiama?" Ah.

"Non è come credi."

"Andiamo, sono la tua migliore amica! A me puoi dir tutto, lo sai."

Non sapevo se tacere, o confessarle tutto.

"Glenda, non mi piace, anzi lo detesto."

Non sembrava badare alla mie parole.

"Come si chiama?"

"Justin Bieber."

"Aspetta un attimo... Okay, tu continua a raccontarmi..."

Lo stava cercando, stava cercando il suo profilo. Era proprio quello che temevo. Non volevo che lo vedesse perchè lei si sarebbe fermata solo all'apparenza. Mi avrebbe dato della pazza, avrebbe detto che mi stavo già rincoglionendo in questa nuova città, e avrebbe chiamato mio padre implorandolo di riportarmi a casa. Come biasimarla, tutte rimanevano incantate davanti al dolce viso di Justin. Lei non lo conosceva e non avrebbe capito tutto quello che mi stava facendo passare.

"Glenda ci sei ancora?"

"Sono quasi morta.. Okay, Glenda riprenditi, non è da te un comportamento simile"
alle sue parole mi misi a ridere.

"Castelli, cogli la palla al balzo!"

"Ma che cavolo dici? Tu non sai NIENTE."

"Forse no, ma uno così non capita tutti i giorni, nemmeno a una come me."

"Mi odia."

"Portatelo a letto. Certamente smetterà di odiarti."

Sbuffai, e alzai gli occhi al cielo. Mi buttai sul letto e affondai il viso nel cuscino, com'ero solita fare. Non era la risposta che volevo sentire quella, e lei lo sapeva bene.

"Okay, scusami, questo è quello che farei io"

"Già." Per un solo istante provai ad immaginare me e Justin, nello stesso letto, abbracciati, coperti solo dalle lenzuola e non potei fare a meno di sussultare al sol pensiero che potesse succedere una cosa del genere con LUI.

"Comunque.. manchi a tutti da morire tesoro."

Sentivo la sua voce tremare. Anche lei ci stava male. Anche lei non voleva che me ne andassi. Mi ricordavo bene il giorno in cui le avevo dato la notizia. Sapevo quanto bene mi voleva e sapevo che ero unica per lei, come lei lo era per me. La mia migliore amica.

"Ci vedremo nei weekend, vero?"

"Fra tre giorni sono li. Avvisa tutti. S ritorna in città, e chi se lo perde?"

Scoppiammo a ridere. Stavo scherzando, ma entrambe sapevamo che quella frase conteneva della verità.

"Devi ancora raccontarmi cosa ti ha fatto questo ragazzo tanto bello quanto dannatamente bastardo."

Questa volta era pronta ad ascoltarmi col cuore.

"Diciamo che mi ha quasi baciata per due volte. Peccato che la prima volta mi ha buttato uno yogurt addosso e la seconda volta mi ha fatto scoppiare a piangere come una bambinetta davanti a tutta la scuola."

Ora raccontarlo mi faceva sorridere, come capita quando tra amici si ride delle figure di merda fatte in passato. Solo che purtroppo quella era legata ancora al presente.

"Quello con gli smarties? Oddio come hai pianto? Ed eri sola?"

"Sì proprio quello! No beh, ho conosciuto un ragazzo carino, il mio angelo custode direi. Se non ci fosse stato lui credo che Justin mi avrebbe baciata e poi mi avrebbe lasciata lì, di merda, oppure avrebbe colto un'occasione per mettermi in ridicolo davanti a tutti. E' il suo Hobby giocare con le persone."

Ero quasi certa che Glenda fosse con gli occhi fissi sullo schermo del computer, ad analizzare nei minimi dettagli Justin, per scoprirne di più, come solo lei sapeva fare.

"Che cosa orribile.. non è da te."

"Già, lo so."

"E raccontami di questo ragazzo... il tuo angelo custode..."

"Beh, l'ho conosciuto stamattina in autobus. E' dell'ultimo anno del mio liceo, si chiama Eric. E' alto, moro, con gli occhi verdi, capitano della squadra di football... un bel ragazzo insomma. Ma non farti strane idee... Mi considera come la sua sorellina minore. E sinceramente mi va benissimo così."

"Ogni occasione è buona per conoscere un nuovo ragazzo!"

Rise, soddisfatta, e risi anche io, insieme a lei.

"Qua è tutto così diverso dal nostro mondo, G.... Non potresti mai capire come funziona..."

"SHAAAAAAARON VIENI GIU'! E' PRONTA!"

Mia madre urlava dal piano di sotto, cercando di farsi sentire.

"Devo andare. Ma ti prometto che mi farò sentire molto presto! Okay?"

Sbuffò lei dall'altra parte della cornetta. Avrei voluto continuare a parlarle, ma stavo morendo di fame e il mio stomaco si faceva sentire.

"Guarda che ci conto!"

"Certo! Per chi mi hai preso?"

"Ah, aspetta Sharon. Lucas è molto preoccupato perchè non ti fai sentire, sai com'è. Nemmeno io starei tranquilla se fossi in lui. Forse dovresti richiamarlo."

Mi ero completamente scordata del mio ragazzo. Non volevo chiamarlo e il sol pensiero mi faceva venire la nausea.

"Shar. Sono seria. E' un bravo ragazzo. E ti ama. CHIAMALO."

"Okay, Okay te lo prometto! Bellezza, ci sentiamo presto! Ti voglio bene."

"Ti voglio bene anche io scema."

"Ah... e Alicia? E' tornata?"
Alicia era la governate di Glenda. Più che governante sembrava la sua serva, la faceva andare ovunque e sbrigava tutte le sue faccende.

"Sì, con qualche minuto di ritardo, ma tranquilla, non la licenzio. Dove la trovo una come lei?!"

Sorrisi alle sue parole, chiusi la telefonata, buttai il telefono sul letto e chiusi il Mac velocemente, gettandomi di corsa al piano inferiore.

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Cccciao ragazze.
Innanzitutto vi ringrazio per le 'poche ma buone' recensioni che mi 
avete lasciato, e vi ringrazio per i complimenti.
Sono a conoscenza che questo capitolo faccia pietà, ma
l'ho dovuto rinventare all'una di notte perchè non trovo 
più quello che avevo salvato sul pc çç.
Per il resto, spero che continuiate a recensire e a
seguire questa FF, e come potete notare ho cambiato
il titolo, ma il motivo lo potrete capire solo più avanti, ha un legame con la storia.
bbbene, al prossimo capitolo.
-Alessia.


QUESTA E' GLENDA, LA MIGLIORE AMICA DI SHARON.
 

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