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Autore: mescheea    26/07/2012    2 recensioni
Eleonora,ragazza che da sei anni cerca di essere forte,per se stessa ma anche per la sua famiglia.
Con l'appoggio della sua migliore amica e dei suoi idoli,riuscirà ad andare avanti per vivere al meglio la propria vita!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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<< E dai mamma! Il viaggio lo paghiamo noi e anche l’albergo! >> stavo cercando di convincerla, ma lei sembrava impassibile. La nostra discussione venne interrotta dalla suoneria del mio cell, era Sofi << Kat! Sono riuscita a convincere mia madre, perché a Londra ci lavora un mio zio e quindi non siamo sole teoricamente >> esclamò tutta esaltata.
Bene, tra meno di due ore io e la mia migliore amica partiremo, Londra mi aspetta! Eh si, mia mamma si era convinta a lasciarmi partire a condizione che la chiami ogni due ore.  Saranno i tre mesi più belli della mia vita. Stavo cercando di ricordarmi se avevo messo tutto in valigia mentre le mie dita scorrevano veloci nei tasti della tastiera del pc. Mentre lo spegnevo il mio sguardo si posa su una scatola che fuoriusciva da sotto il letto. La apro e addio mascara, le lacrime iniziarono a rigarmi il volto e non accennavano a diminuire. All’interno di quella scatola erano rinchiusi tutti i miei ricordi, i più importanti, i ricordi che avevo vissuto con l’uomo più importante della mia vita.  Infondo alla scatola c’era una lettera, scritta con una calligrafia ordinata e chiara. Racchiudeva poche parole ma con un significato ben chiaro e profondo! “Non smettere mai di credere nei tuoi sogni! Sono i tuoi sogni e le tue esperienze per cercare di avverarli che ti rendono e ti renderanno una persona con un cuore grande.. E io sarò lì, affianco a te, ad appoggiarti in ogni tua scelta e a guidarti!”
“ Ma adesso non sei più con me ” pensai! Riposi con rabbia la scatola sotto il letto, ma decisi di conservare la lettera. La misi in tasca, mi risistemai il trucco per non far capire a nessuno quello che era successo e uscii di casa per dirigermi con mia mamma in aereoporto dove mi aspettava la mia migliore amica e l’inizio di un’avventura.
In macchina mia madre non faceva altro che parlare e parlare di quello che dovevo e che non dovevo fare, smisi quasi subito di ascoltarla perdendomi tra le note di More than this. Dopo quindici minuti di strada arrivammo in aereoporto  e appena scesi dalla macchina vidi una ragazza corrermi incontro, Sof J
Dopo un’ora salimmo sull’aereo, un mix di emozioni attraversarono il mio corpo: eccitazione, gioia e soprattutto tristezza. Tristezza per i ricordi racchiusi in quella scatola sotto al letto. Indossai le cuffie e ne porsi una a Sof, i suoi occhi brillavano, in quel momento era la ragazza più felice del mondo. Approfittati di quella situazione e decisi di selezionare tuutte le canzoni dei 1D a sua insaputa ;). Sorpresa delle soprese si era innamorata di quelle canzoni << Ehi El, ma chi sono? >> mi chiese a un certo punto, un sorriso mi si stampò sulle labbra << I miei idoli! >> Sof iniziò a ridere come una sclerata facendo rivolgere l’attenzione di tutti i passeggeri su di noi..(che figura di BIIIIIP). << Sof! Zitta! Smettila di ridere!!! >>  tra una risata e l’altra quella matta riuscì solo a dirmi << Me l’hai fatta!! >> e poi riinizio a ridere per tutto il viaggio. “ Bene l’ho persa “ pensai.
Appena atterrammo fummo investite dall’aria frizzantina londinese. Uscite dall’aereoporto un folla di ragazzine urlanti cercava di attirare l’attenzione di qualcosa o meglio qualcuno. Mentre Sof cercava di chiamare un taxi vidi in mezzo a quel caos una testa riccioluta che cercavo di farsi spazio per passare. Questa testa(?) era seguita da altre quattro. Quando riuscii finalmente a metterle a fuoco sentii mancarmi l’aria, le mani iniziarono a tremare e il mio cuore batteva all’impazzata. Clove non capendo cosa mi stesse succedendo cercò di chiamare aiuto, ormai non connettevo più, le urla mi arrivavano distanti era come se tutti fossero spariti e c’era spazio solo per me e quelle cinque carote. Però caso volle che a soccorrere me e la mia amica furono proprio loro. Li vidi avvicinarsi correndo e parlare con Sofia, i loro volti erano non so come definirli se spaventati o preoccupati, forse un misto tra le due cose. Pian piano stavo riprendendo il controllo di me stessa o almeno così pensavo perché tutt’un tratto scoppiai a piangere e vi assicuro quelle erano lacrime di gioia!
  
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