Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: Come What Klaine    26/07/2012    4 recensioni
Storia scritta a quattro mani :)
Dalla storia:
" Succede ogni volta che ti penso, ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti ho accanto, ogni volta che ti accarezzo, che ti stringo.. ". Darren era davvero un bravo attore, ma stavolta non stava fingendo. Sentiva tutto quello che sentiva Blaine. E quelle parole erano così naturali da dire, così sentite.
" .. Ogni volta che ti bacio " concluse, mettendo una mano dietro la nuca di Chris per avvicinarlo. Questi restò un attimo spiazzato, ma fu soltanto un momento. Poi si avvicinò e fece unire la fronte sua a quella di Darren, il quale sollevò di poco il volto, facendo sfiorare le loro labbra.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Durante gran parte del tragitto stettero in silenzio, lanciandosi qualche sguardo di tanto in tanto. E anche se le volte in cui i loro occhi si incrociarono furono tre, entrambi si sentivano gli occhi dell’altro addosso. 

«Mi dispiace…» sussurrò Darren, tanto che Chris lo sentì a stento. 
«Non ti preoccupare, non è un problema accompagnarti» rispose sinceramente l’altro, tenendo lo sguardo fisso sulla strada. 
«N… non mi riferisco a questo…»
«E a cosa ti riferisci?» gli chiese, posando un attimo lo sguardo su di lui. 

Darren teneva la testa china e giocava nervosamente con le mani.
«A tutto, Chris. Oggi hai anche dovuto subire il rimprovero di Ryan a causa mia. Sono io quello che sbagliava ogni cosa, non tu. Eppure ti ho trascinato in una situazione spiacevole anche a lavoro... Come se non bastasse tutto il resto».

Per Chris fu impossibile trattenersi. Il gesto della sua mano che si spostava dal cambio alle mani intrecciate di Darren, fu spontaneo. Non gli disse nulla, si limitò soltanto a tenere la sua mano sulle sue, lasciandole solo quando doveva cambiare marcia.  Problema che si risolse quando Darren portò una mano sul cambio, in modo da non dover rinunciare  neanche un attimo al contatto rassicurante della stretta di Chris. 

Dopo un quarto d’ora furono sotto casa di Darren. Una volta che Chris posteggiò, nessuno dei due fece o disse niente. L’unica fonte di rumore era lo stereo. In quel momento c’era “Without you” nella versione di Lea. Sì, Chris ascoltava le canzoni cantate da lui e dai suoi colleghi. Era un modo per sentirli sempre vicini. 
 
I am lost, I am vain
I will never be the same, 
without you, withot you.
 
Canticchiò Darren a labbra strette. 
 
I won’t run, I won’t fly
I will never make it by
Without you, without you.
 
Stavolta alzò timidamente il volto, puntando gli occhi su quelli di Chris. 
 
I can’t rest, I can’t fight,
All I need is you and I..
Without you, without you
 
Cantarono insieme, alzando un po’ di più il tono di voce, mantenendo il contatto visivo. 
Chris riprese le mani di Darren, continuando a cantare. Le loro voci, al solito, si univano alla perfezione. E in quel momento non esisteva altro che loro due voci e la voce di Lea che presto venne sopraffatta dalla loro.
Sentivano ogni parola che stavano cantando. Quella canzone era per loro, parlava di loro. 
 
I can’t look, I’m so blind,
I lost my heart, I lost my mind 
Without you, without you.
 
I loro occhi, ormai umidi, continuavano a guardarsi costantemente, tranne nei momenti in cui le palpebre si chiudevano per un millesimo di secondo. Le loro mani erano ancora unite e le loro voci più che dalla gola, sembrava provenissero dal cuore.
 
I am lost, I am vain
I will never be the same
Without you, without you..
WITHOUT YOU
 
Finirono di cantare, staccandosi lentamente. Entrambi guardarono verso la strada e Darren deglutì chiudendo gli occhi e portando una mano sulla maniglia. Chris capì e scese dall’auto per accompagnarlo in casa. 

«Vieni» gli disse, prendendolo per mano e chiudendo la macchina. 
«Grazie» rispose semplicemente l’altro.

Darren cercò di tenere lo sguardo basso sul marciapiede. Non riusciva a guardare l’altro lato della strada e non era mai in grado di percorrere quel vialetto da solo. Ogni volta che i suoi occhi si posavano su quella strada, vedeva Mia che veniva lanciata sull’asfalto totalmente priva di sensi. E ogni volta il suo corpo veniva percorso da brividi di puro terrore. 
Senza neanche essersene accorto si era fermato e teneva lo sguardo fisso sul cemento di fronte a lui. Il suo sguardo era assente e vuoto. Il bagliore dorato che lo caratterizzava sembrava essersi spento e Chris non desiderava altro che poter rivedere quel luccichio che tanto amava e rendeva Darren ancora più bello e particolare di quanto non fosse già.
Gli occhi spenti di Darren si annebbiarono di lacrime e Chris lo strinse a se in un abbraccio. 

La verità è che Darren era stanco. Stanco dei sensi di colpa che lo stavano divorando, che lo facevano svegliare nel cuore della notte e non lo lasciavano in pace neanche un attimo; stanco di essere guardato da tutti con compassione, quando nessuno, o quasi, sapeva quello che stava passando; stanco di tutte quelle persone che gli dicevano la solita frase di circostanza: “sei forte, ce la farai”; stanco dei giornalisti privi di tatto che si piazzavano sotto casa sua, cercando di  intervistarlo e fotografarlo ogni volta che potevano; stanco di voltarsi verso Chris e non vedere i suoi scintillanti occhi azzurri risplendere, stanco di stare lontano da lui e stanco di stare senza lui. 
Darren si lasciò andare ad un pianto liberatorio, mentre Chris lo stringeva a sé e gli accarezzava dolcemente la schiena. Dopo qualche minuto, il moro si staccò da quell’abbraccio, continuando a camminare verso il portone di casa. 

«Ti va di salire?» gli chiese Darren, una volta arrivati. 
Chris annuì. 
 
-
 
«Dar, stavo pensando che forse potremmo provare. Così domani sapremo più o meno cosa ci aspetta ed eviteremo quello che è successo oggi. Va bene?» propose Chris, una volta che finirono di mangiare.
«Sì, credo che sia una buona idea…»
 
 
«Vieni qui» Darren allungò una mano verso Chris, il quale l’afferrò e si avvicinò a lui.
«Ascolta…» gli disse, portando le loro mani unite sul suo petto. 
«Lo senti,  Kurt?» domandò, riferendosi al battito accelerato che doveva fingere di avere, ma che aveva per davvero. 
Il suo cuore batteva veramente all’impazzata. E Chris, avendo la mano poggiata su esso, se ne accorse. 

«Succede ogni volta che ti penso, ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti ho accanto, ogni volta che ti accarezzo, che ti stringo…». 
Darren era davvero un bravo attore, ma stavolta non stava fingendo. Sentiva tutto quello che sentiva Blaine. E quelle parole erano così naturali da dire, così sentite. 
«… Ogni volta che ti bacio» concluse, mettendo una mano dietro la nuca di Chris per avvicinarlo. 
Questi restò un attimo spiazzato, ma fu soltanto un momento. Poi si avvicinò e fece unire la fronte sua a quella di Darren, il quale sollevò di poco  il volto, facendo sfiorare le loro labbra.

Chris si sorprese del fatto che Darren stesse eseguendo anche quella parte del copione e voleva dirgli che non era obbligato, ma aveva un nodo alla gola troppo difficile da mandare giù. 
Incapace di tirarsi indietro, fece un’ultima mossa. Fece unire completamente le loro labbra, iniziando a muoverle dolcemente, portando il braccio libero al collo di Darren. 

Il bacio continuò ad essere lento e dolce, come doveva essere per Kurt e Blaine. Ma presto non furono più Kurt e Blaine a baciarsi, ma Darren e Chris. E il bacio non fu più lento e dolce, ma intenso e disperato. 
Le mani del più grande si spostarono sui fianchi del più piccolo, il quale gli cinse il collo.
Darren premette la lingua sulle labbra di Chris, facendola poi scivolare al loro interno. 
Le sue mani salirono dai fianchi su tutta la schiena, per poi riscendere e continuare lo stesso percorso un paio di volte. 
Chris intrecciò le dita fra i capelli ricci e setosi di Darren, mordendogli il labbro inferiore. 
Si staccarono per prendere fiato e, dopo essersi guardati negli occhi, si ributtarono uno fra le braccia dell’altro, riprendendo a baciarsi.  

Chris lo trascinò con lui sul divano, facendolo stendere sotto di lui. Gli si mise a cavalcioni, continuando a baciarlo impetuosamente. Dalle labbra si spostò al mento, tracciando poi con la lingua tutta la linea della mascella, e soffermandosi poi sul collo e sull‘incavo fra collo e spalla. Succhiò varie piccole porzioni di pelle, lasciando segni un po’ ovunque. 
Darren gli sollevò la maglietta, cominciando ad accarezzargli la schiena nuda e i fianchi, scendendo poi verso il basso e fermandosi sul lieve rigonfiamento dei  suoi pantaloni. 
Chris trattenne un attimo il respiro, sospirando appena Darren mosse piano la sua mano da sopra la stoffa. Cominciò a toccarlo con un’inaspettata sicurezza, mentre l’altro continuava a baciarlo o morderlo. 
Andarono avanti così ancora per un po’ e ormai le erezioni di entrambi erano bisognose di attenzioni. Attenzioni che probabilmente sarebbero state date se non fosse stato per lo squillare di un cellulare.

Si staccarono l’uno dall’altro lentamente. Era come se fossero stati in un mondo tutto loro, lontani da quella spiacevole realtà e solo adesso che si erano staccati ed erano tornati coi piedi per terra stavano realizzando quello che era successo. Non poterono evitare di arrossire. Poi Darren farneticò qualcosa, alzandosi e andando a prendere il cellulare e rispondere. 

Chris rimase seduto sul divano, ancora leggermente scosso da quanto era successo. Stava perdendo ogni controllo, ma quando c’era Darren di mezzo non c’era da sorprendersi. 

Poco dopo tornò Darren, con un’espressione che Chris non seppe decifrare. 
«Ci sono novità?» gli chiese, immaginando che la telefonata riguardasse Mia.
«No. Erano i genitori di Mia. Mi hanno chiamato per dirmi che stavano andando a casa sua e che tornavano in ospedale domattina» spiegò, sedendosi anche lui sul divano. 

Chris si limitò ad annuire. 

Per un po’ nessuno dei due parlò, non sapendo cosa dire. Ma entrambi sentivano il bisogno di continuare quello che era stato interrotto. Per questo motivo, Chris gli si avvicinò, prendendogli il mento fra le dita, facendolo girare verso di lui e baciandolo. 

Darren restò sorpreso, ma si lasciò trasportare da quel bacio. 

Ripresero a baciarsi con la stessa foga di prima, ma dopo un po’ Darren si staccò e non per prendere fiato.

«Chris no, non possiamo. Scusami, non dovevo» farfugliò, allontanandosi da lui.
«Dar… lasciati andare» gli sussurrò, avvicinandosi a lui.
«Chris, ti prego! No. Non capisci che tutto questo è sbagliato? Non capisci che questo è… è la causa di tutto? Dio, se non ti avessi conosciuto a quest’ora tutto questo non sarebbe successo!» disse, frustato Darren.
«S… se non mi avessi conosciuto…» ribadì incredulo Chris. «Ora sarebbe colpa mia?»  disse, alzando un po’ il tono di voce.
«E’ anche colpa tua… Non direttamente, ma c’entri anche tu in tutto questo». 

«Non pensavo che amarti fosse una colpa!» sbottò Chris, con le lacrime agli occhi. 

E prima che Darren potesse rispondere in qualche modo, lui prese le chiavi della macchina e scappò via. 
 
Darren rimase imbambolato nel salotto di casa sua, con le parole di Chris che gli rimbombavano nella testa… Non pensavo che amarti fosse una colpa.
Il suo cervello aveva impiegato un po’ ad elaborare quello che aveva appena sentito. 

... Amarti. 

Chris lo amava. E lui l’aveva lasciato andare. 
Dannazione! Possibile che non ne combinasse mai una giusta? 
Chris era tutto quello che voleva, ma non poteva stare con lui. 
Prese il cellulare, scrivendo un messaggio alla sua amica.
 
Chloe, lo so che sei con Andrew (salutamelo a proposito), ma ho bisogno di parlarti. Domani mattina vado in ospedale. Dopo ci possiamo vedere? -
 
Certo. Suppongo sia successo qualcosa con Chris...  rispose subito la ragazza.
 
Darren non si meravigliò che Chloe l’avesse capito.
 
Sì.  A domani, notte.
 
Mentre andava in camera il telefono suonò ancora. 
 
Buona notte scricciolo  <3
P.S.: Andrew ricambia i saluti!
 
 
Si sentì una chiave girare nella toppa e poco dopo Elise entrò nell’appartamento di Chris. La ragazza attraversò l’ingresso per raggiungere il salone dicendo: «Chris, sono venuta a prendere…», ma si  bloccò all’improvviso quando lanciò un’occhiata verso il divano. 
Chris era seduto a gambe incrociate e osservava un punto fisso davanti a lui con espressione vuota.
«Chris?» chiamò Elise, ma non accadde niente. «Chris!» ripeté a voce più alta e il ragazzo si voltò, continuando a mantenere quella strana espressione.
«Ehi Elise» rispose, accennando un triste sorriso, prima che il viso tornasse buio.
«Chris, cosa succede?» chiese l’amica, avvicinandosi, buttando la borsa su una poltrona e sedendosi vicino a Chris. 
«Secondo te?» sbottò il ragazzo. 
Scese le gambe, toccando a terra, e poi posò il gomito sulle ginocchia e mise la testa tra le mani.
«Darren» mormorò poco dopo. 
«Oh, Chris» sussurrò Elise, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo. «Sono qui, se vuoi puoi sfogarti».
Chris alzò la testa e si voltò verso l’amica, buttandosi poi tra le sue braccia. Elise lo abbracciò e Chris posò la testa sulla spalla dell’amica. Poco dopo Elise sentì il ragazzo tremare leggermente e poi udì dei lievi singhiozzi e capì che Chris stava piangendo. 

«Ehi» disse Elise, stringendo l’amico ancora più stretto tra le sue braccia.

«Gli ho detto che lo amo…» balbettò Chris e quasi Elise non lo sentì. 
Ma ebbe un’idea di ciò che aveva detto, così la ragazza lasciò la presa e Chris si alzò. I suoi occhi cristallini erano arrossati e inondati di lacrime.

«Gli ho detto che lo amo, capisci?» ripeté. «Perché l’ho capito, lo amo».
«E lui?» domandò Elise. 
«Lui… non lo so. Me ne sono andato prima che potesse reagire» rispose Chris, mettendo nuovamente la testa tra le mani.
«Sono uno stupido. Tutto questo tempo a crearmi una struttura su cui basare il mio rapporto con Darren, per poi vederla crollare in un istante. Non so come reagirei a trovarmelo nuovamente davanti. Non so come farò a lavoro» commentò, con voce strozzata. 

«Chris, la struttura si può ricostruire con un po’ di lavoro e sacrificio. Ma alcune volte è meglio non farlo. E’ meglio camminare attraverso i detriti e vedere cosa c’è oltre» disse saggiamente Elise. 
Chris alzò la testa, ma non disse niente. 

«Dovrai parlargli. Chiarire una volta per tutte la situazione o starai peggio. E per quanto riguarda il lavoro mi spiace, ma dovrai cercare di essere professionale. Dimenticati di Chris e di Darren, pensa solo a Kurt e Blaine. Anche se la loro storia può in qualche modo intrecciarsi con la vostra, pensa che stai solo recitando» consigliò la ragazza. «So che è un consiglio abbastanza inutile, ma non so cos’altro dirti» aggiunse, tristemente.

Chris le sorrise amaramente.

«Non è inutile, fidati. Qualsiasi cosa mi dà una speranza» l’assicurò, tornando poi ad incupirsi. 
«Mi fa male vederti così» commentò Elise tristemente poco dopo, prendendo la mano di Chris. «So io come distrarti ora. Fa sempre bene, lo dite anche in Glee! O meglio, lo dice Santana, 2x22, New York. Quello che ci vuole è un taglio di capelli. O anche solo una visitina dal parrucchiere» tentò. «Non puoi rimanere chiuso qui a pensarci» chiarì con forza. «Ora tu vieni con me» disse dolcemente.

Chris non fece resistenza ad Elise che lo aiutò ad alzarsi. Poi andrò in bagno e si sciacquò la faccia, per riprendersi. Dopo raggiunse l’amica e i due ragazzi uscirono di casa.
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: Come What Klaine