E se …
Ritorniamo
un po’ indietro, prima delle nozze.
Il giorno
del fatidico momento, il principe era vestito con smoking e papillon.
Sembrava
un pinguino. Nello stesso istante, in un’altra stanza, la
futura sposa cercava
di entrare nel proprio abito. Era bianco, come tutti gli altri, ma un
velo rosa
cucito all’estremità del corsetto era stato
lasciato scivolare sulla gonna e
fermato da qualche rosellina. I capelli, sciolti e lisci, ricadevano
morbidi
sotto uno splendido cappello bianco con tre roselline rosse riprese
dall’abito.
i due piccioncini fremevano all’idea della luna di miele e,
una ballonzolando
per far entrare i rotolini di ciccia accumulati per l’ansia
nel vestito e
l’altro sudando come un porco dentro al suo costume da
pinguino, si aprirono le
porte che davano all’ingresso, dove un ricco buffet aspettava
di essere
mangiato.
La cerimonia
si svolse dentro al castello della famiglia del principe. La sala era
stata
decorata dai servi con stelle filanti, palloncini e addobbi di Natale,
tra cui
un presunto Babbo Natale il quale dondolava felice su e giù
da un filo
attaccato chi sa dove urlando a tutti “Buon
Natale!”.
Dopo che il
prete chiese a tutti gli invitati di sedersi, iniziarono finalmente le
nozze.
Il cuore del principe stava per squartare il torace dell’uomo
tanto era
emozionato. La principessa mancò poco allo svenimento, ma,
con grande coraggio,
uscì dalla porta della stanza che la separava da quella del
principe. Senza
farsi vedere da esso, andò in sala per controllare se tutti
gli invitati ci
fossero. Tra le persone sedute, c’erano delle ragazze. Chiese
alla dama di
corte i nomi delle donzelle. Erano le principesse che il principe aveva
incontrato prima della loro storia d’amore: Pollicina, la
più grassottella,
Lillà, alta ma con i piedi e gli occhi sbilenchi, e
Merlé, con il confondibile
cappello a cilindro color pece.
Finalmente
le trombe squillarono e il principe prese posto davanti al prete.
Era pronta ad entrare accompagnata dal re (padre del principe) e dalle
dame che
tenevano il velo candido. La sala era piena di gente, amici di
famiglia,
nobili, altri principi e amici di Cinerì.
Le trombe stavano suonando e la gente aveva già iniziato a
commentare il
bellissimo abito con lunghi “OooooH!”,
“Waooo!” e “Com’è
bella!!”.
Dopo istanti interminabili, la futura regina andò di fianco
al suo cavaliere
per recitare alcune parole, le quali lodavano le doti del principe.
Quando
riuscì ad arrivare all’altare, il prete aveva
già iniziato a parlare senza
lasciare spazio agli altri di dire niente e come non detto la sposa
alla solita
domanda “Vuoi tu Cinerì sposare
quest’uomo?” aveva già risposto di si.
Ora
toccava al principe: “Vuoi tu principe sposare
Cinerì?” quando
… un bellissimo ragazzo spuntò
all’improvviso.
Il principe rimase a fissarlo. Poi un fulmine lo travolse e lui non
vide più
niente.
Il matrimonio non era all’aperto … quindi i
fulmini era impossibile che
potessero scagliarsi … e poi fuori c’era un sole
che spaccava le pietre.
Va beh … tornando a noi. Il principe si svegliò
in un letto d’ospedale un po’
bruciacchiato. Quando aperse gli occhi c’era a fissarlo quel
bellissimo
ragazzo, anche lui un principe, ricco, moro, con dei muscoli da far
paura, uno
scimmione in pratica.
La prima cosa che fece il nostro principe fu arrossire e poi dire
timidamente
“Ciao”.
Ed “A
quel
paese la Regina”!
FINE
Angolo
delle Autrici
Ed ecco l'ultimo
capitolo!!! Vorremmo sapere se vi è piaciuto!!! Un grazie a
tutti quelli che hanno commentato questa storia, a chi è
piaciuta e chi ha letto in silenzio.