Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Averyn    26/07/2012    7 recensioni
COSA SAREBBE SUCCESSO SE HARRY POTTER AVESSE SCELTO DI MORIRE?
Harry avrebbe preso un treno, e si sarebbe ritrovato in una dimesione parallela, all'età di undici anni, con una vita e dei genitori, dei nuovi amici, delle altre abitudini.
E Neville Paciock sarebbe stato il Prescelto.
O forse no?
SECONDO EPISODIO DELLA SAGA 'CICATRICE'.
P.S lo so avevo promesso di pubblicarlo ad agosto, e di sicuro le pubblicazion saranno più lente, ma l'ho finito di scrivere in un mese e non ce l'ho fatta! buona lettura!
PS.PS. Grazie a Marty_Chick del suggerimento del titolo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cicatrice'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
 
 LA COSA GIUSTA DA FARE
 
Anche se Percy Weasley, il prefetto di Grifondoro, aveva fatto in modo che la sala comune fosse sgomberata per l’arrivo di Neville e Ron, secondo gli ordini della McGrannitt, i ragazzi del secondo anno decisero di rimanere svegli per aspettare i loro compagni; si chiedevano tutti, Harry compreso, come avessero fatto ad arrivare a Hogwarts senza treno.
Quando i due salirono nel dormitorio, i loro compagni li sovraccaricarono di domande, eccitati.
Persino Frank, Richard e John, che non erano amici di Ron né in modo particolare di Neville, erano rimasti colpiti da ciò che era avvenuto in Sala Grande e furono i primi a volere i dettagli di tutta la vicenda.
I due ragazzi, che da una parte si erano trovati imbarazzati da quelle improvvise attenzioni, dall’altra si sentirono stimolati, e raccontarono tutto.
Harry seguì con attenzione la storia, in particolar modo il momento in cui lui e Neville si erano separati e Harry era andato avanti con i suoi genitori insieme a  Frank e gli altri: Neville e Ron  avevano continuato a chiacchierare lasciando passare anche altri maghi, e quando Neville aveva provato ad attraversare il passaggio, quello si era chiuso a lui e a Ron.
Così, Ron aveva provveduto alla macchina volante che possedeva suo padre e con cui erano venuti fino a King’s Cross, e con quella erano volati fino a Hogwarts; accidentalmente, però, erano finiti fra i rami del Platano Picchiatore e avevano perso la macchina che, a quanto pareva, aveva sviluppato una propria personalità, ed era fuggita infuriata nella foresta, dopo aver lasciato tutti i loro bagagli sparsi per i giardini di Hogwarts.
Tutti erano rimasti rapiti dal racconto, e forse Harry lo era stato più degli altri; perché era successo di nuovo, senza che lui potesse fare nulla….
Nuove immagini gli erano venute alla mente, e lui era con Ron, nella macchina proprio sopra il treno, ed ebbe un balzo al cuore quando si vide scivolare via, e Ron l’aveva afferrato mentre era sull’orlo del precipizio….
Forse i suoi compagni, al termine del racconto, avevano festeggiato Ron e Neville per la gran faccia tosta, Harry queste cose non se le ricordò: si era ritrovato al buio, ficcato fra le lenzuola, immerso fra i suoi pensieri e le sue più profonde paure, chiedendosi perché gli fosse capitato di nuovo di avere quelle…visioni. Una cosa era certa: doveva parlare con Hermione.
Successe quel primo pomeriggio dopo le lezioni; aveva notato che la ragazza aveva capito che qualcosa lo turbava durante l’ora di Incantesimi (che si teneva con i Corvonero) ma non si era avvicinata per indagare oltre.
Harry comunque sapeva che l’avrebbe trovata sicuramente in biblioteca, se mai avesse avuto bisogno di parlarle.
Mentre stava per attraversare il buco del ritratto, una voce sognante lo chiamò alle sue spalle.
“Aspetta, Harry!” disse Luna, con sorriso amichevole e la sua immancabile aria stralunata, “Vengo con te!”
“Oh, io…” fece Harry, un po’ sorpreso. “Va bene”.
Così prese ad attraversare il buco del ritratto, seguito da Luna.
“Che hai, Harry?” chiese lei, quando furono nel corridoio.
“Io….nulla” finse lui, sbrigativo; ma l’altra sembrò non lasciarsi ingannare.
“Io non direi. Sei pensieroso. Cosa ti affligge?” domandò, con il suo tono innocente.
“Nulla” ripeté ancora Harry, anche se non era vero; stava ripensando a tutto quello che gli era capitato durante l’estate, fino a quando non si era visto nella macchina con Ron.
“Non credo proprio” disse Luna, “ma sono affari tuoi. Penso che tu faccia bene a dirlo a Hermione Granger. È da lei che stai andando, no?”
“Io…cosa?” fece Harry, colto di sorpresa. “Come fai a saperlo?”
Luna strinse le spalle. “Beh, in realtà non è molto difficile. Quando parli con Neville la nominate spesso, dite che dovete tenerla informata su tutto…e poi è tua amica”.
“Sì, lo è” affermò Harry, guardandola per la prima volta incuriosito: allora non era vero che era così distratta, in fondo. Tuttavia, non poté fare a meno di…
“Ti stai chiedendo perché io sia finita a Grifondoro e non a Corvonero?” gli domandò lei, con tono annoiato.
“Io…beh, veramente sì” rispose Harry.
Luna accennò a un sorriso. “Beh, non mi sorprende. Mi guardano tutti come se non appartenessi proprio alla vostra casata…ma non importa…si abitueranno all’idea… il Cappello era indeciso, sai, tra mettermi a Grifondoro o a Corvonero…io volevo fortemente che mi mettesse a Corvonero, ma gli ho chiesto di smistarmi a Grifondoro.”
Harry si bloccò, così fece lei. Non poteva evitare di ammettere di essere sbalordito.
Le rivolse un’occhiata, accigliato. “Tu cosa?” chiese Harry. “Scusami tanto, ma a me pare un po’ un controsenso.”
“Forse lo è” disse Luna tranquilla, “ma sai, quello che senti a volte è…è diverso da quello che sei. Hai presente quando senti che devi fare delle scelte perché sai che in qualche modo serviranno a qualcosa? O comunque, hai delle strane sensazioni, che sai che ti guideranno sulla giusta strada? Beh…io l’ho fatto”.
Harry e Luna si guardarono intorno: si erano fermati a metà del corridoio del settimo piano, e presto lui sarebbe arrivato alle scale.
Luna gli regalò un largo sorriso. “Beh, io devo andare” disse, “però è stato carino chiacchierare ancora con te….e, oh, attento ai Gorgosprizzi!”
Harry avrebbe tanto voluto sapere che cos’erano i Gorgosprizzi, ma in quel momento non gli venne di chiederlo.
Le parole di Luna l’avevano fatto riflettere, e continuarono a tartassargli la mente mentre scendeva la scalinata di marmo.
Sangue….sento odore di sangue….”  Harry sentì una voce serpentesca attraversare i muri.
O era solo nella sua testa? Preso da un attacco di terrore, si mise a correre finché non arrivò in biblioteca.
E Hermione era lì, come suo solito: immersa e circondata da libri.
Preso coraggio, già immaginandosi le sue reazioni preoccupate, Harry andò avanti e si forzò di sedersi davanti al muro di libri che isolava la ragazza dal mondo.
“Ciao, Hermione” salutò.
 “Harry?” sollevò improvvisamente il testone l’amica, sorridergli.
“Ciao! Cosa ti porta qui?” chiese, allegra, cercando di scansare il mare di libri intorno a lei, cosicché potesse vederlo più chiaramente.
 “Beh…ehm…hai sentito di Neville?” chiese Harry.
Hermione lo guardò. “Sì, certo, tutta la scuola sa della sua famosa macchina volante. Lo è venuto a sapere persino la Gazzetta del Profeta!”
Harry sgranò gli occhi, preoccupato. “Non dirai sul serio!”
“Sono serissima” rispose Hermione, tingendo la sua piuma d’inchiostro e scrivendo l’ultima riga del suo compito.
“Hai una copia qui con te?” chiese Harry, ancora più in tensione; quella voce tra le mura…gli aveva messo i brividi.
“Purtroppo no” rispose Hermione, “ho lasciato la copia della Gazzetta su nella mia sala comune. Immagino che la tua amica Lupin l’avrà presa per farsi quattro risate”.
Lei non lo guardava, ma Harry notò con quanta forza avesse premuto il punto sulla pergamena, tanto da forarla.
A Harry sfuggì un sorriso. “Immagino di sì.”
“Beh, cos’era che dovevi dirmi?” chiese Hermione, cambiando volutamente discorso e arrotolando il compito, aggiungendolo al mucchio di pergamene che i libri avevano nascosto alla vista.
Harry prese un grosso respiro, cercando di fare mente locale e iniziando dal principio.
Il cuore gli batteva forte mentre riferiva tutti i dettagli dall’inizio e, come se non bastasse, riviveva di nuovo quelle immagini, e si sentiva eccitato o accaldato o affaticato mentre raccontava, e non mancò dal dirlo a Hermione, che lo studiava e ascoltava piuttosto attentamente mentre parlava.
Quando Harry ebbe finito di raccontare, Hermione lo guardò con l’espressione più seria che Harry gli avesse mai visto. S’agitò, chiedendosi mai che cosa avesse in serbo in quella testa.
“Non posso non ammettere che non sia interessante” rispose “ e strano”.
“Solo?” si sorprese ancora Harry; si era figurato un’ Hermione isterica, preoccupatissima e che dispensava mille consigli con riferimenti a varie enciclopedie, o organizzava piani per scoprire cosa ci fosse dietro a questo o a quell’avvenimento.
“Interessante” ripeté Hermione, “e molto, molto pericoloso.”
“Che cosa facciamo?” chiese Harry, che sembrava più in pena di lei.
Hermione incrociò i suoi occhi per un po’, e Harry poté vedere quasi i meccanismi del suo cervello che elaboravano teorie o domande o misteri.
“Non lo so” rispose lei, ma era evidente che, da come parlava era più rivolta a se stessa che a lui, “ma al momento non sembra che…beh, dopotutto combacerebbe con quello che mi ha detto Neville…”
“Cosa?” la interruppe Harry, e Hermione lo guardò per la prima, vera volta, sbiancando subito.
“Cosa ha detto Neville, Hermione?” ripeté Harry, guardandola negli occhi e scandendo le parole.
La ragazza si mise un dito sulla bocca, che aprì, ma da cui non uscì alcun suono.
“Ehi, voi? L’avete finita di urlare? Questa è una biblioteca, dannazione, non le cucine!”
li riprese severa Madama Pince, la bibliotecaria.
Quando Harry si girò, Hermione si stava alzando dal tavolo e si stava allontanando dalla biblioteca in tutta fretta, approfittando del momento di distrazione di Harry.
“Hermione, dove vai? Ho bisogno di sapere!” le disse lui, e fece per seguirla.
“Io non so niente, Harry!” le gridò Hermione, fuggendo via.
“Parla con Neville! È lui che te lo vuole dire! Credimi, è la cosa giusta da fare!”
Harry rimase incantato a vedere Hermione che si allontanava sempre più nella vasta biblioteca, senza voltarsi indietro.
 
 
 ECCOMI DI NUOVO QUAAAAA CIURMAAAA :D COME VA??? TUTTO A POSTO????? QUI VI SALUTA CRYSTAL EYE, COMANDANTE IN SECONDA SU QUESTO VASCELLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! VABBE' STI CAVOLI, PASSIAMO ALLA STORIA: PRIMA DI TUTTO VOLEVO RINGRAZIARE TODO EL MUNDO PER AVER AVERMI RECENSITO AVERMI AGGIUNTO 8 FRA LE SEGUITE E SONO SOLO AL TERZO CAPITOLO, 4 FRA LE PREFERITE E 2 FRA LE RICORDATE...I RINGRAZIAMENTI SPECIALI QUINDI VANNO A IL COMANDANTE IN SECONDA CRYSTAL EYE E MASTRO GIBBS (MARTY) E A TUTTI GLI ALTRI FEDELISSIMI TIPO LUNADISTRUGGI (EHI è UN BEL PO' CHE NON TI FAI SENTIRE! MI MANCHI TU SAI?) E  GRAZIE GRAZIE GRAZIE DI SEGUIRMI, SONO FIERA DI ME, DI VOI, DI TUTTI, E MI RACCOMANDO, SE NON VI PIACE QUALCOSA, SE VI PIACE, SE FUNZIONA, SE SIETE CONFUSI RIGUARDO AL RACCONTO (E' IL MIO SCOPO TANTO) FATEMELO SAPERE. NON VEDO L'ORA DI SAPERE CHE NE PENSATE...PER IL RESTO, LEGGETE, MI RENDETE FIERA, SAPETE?
COMUNQUE, ASPETTATE DI LEGGERE IL PROX CAPITOLO, QUESTO E' SOLO DI PREPARAZIONE AGLI EVENTI TERRIBILI DI HOGWARTS!
UN ABBRACCIO A TUTTI VOI! AVERYN
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Averyn