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Autore: Yukotan    26/07/2012    1 recensioni
'Kai' è diverso da tutti: per qualche strana ragione è stato scelto come 'guardiano' di qualcosa (gli dicono della Terra stessa) e adesso ha dovuto abbandonare tutto e tutti per stare con altri 11 ragazzi che hanno delle capacità particolari come le sue.
Ha appena iniziato questa nuova vita, si sente solo, ha bisogno di ritornare indietro.
Solo gli altri 'guardiani' possono aiutarlo, e trova supporto in uno di loro in particolare.
[Tao/Kai, accennato HunHan, Baekyeol]
[Ispirato all'mv 'MAMA']
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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6.


Si risvegliò su un letto. Si sedette in fretta e notò di essere pulito, con nuovi vestiti. Stava bene, ma le sue preoccupazioni erano altre, molto più importanti di se stesso.
Si voltò e accanto a lui trovò Tao, che lo guardava pacifico.
Con un sorriso e nuove lacrime che gli scendevano dagli occhi, si gettò su di lui e lo strinse con forza, nascondendo il viso vicino al suo collo.
"Ho avuto così tanta paura…!"
Sentì Tao ricambiare la stretta e lasciargli un bacio sulla fronte.
"Kai, Kai, non ti preoccupare, non ti lascio…"
Il più giovane alzò il viso e lo baciò con leggerezza sulle labbra. "Pensavamo che saresti morto! Cosa ti è saltato in mente, di prendere quel colpo al posto di me e Sehun…"
Tao allargò di poco il sorriso e si chinò per baciarlo, sostando più a lungo sulla sua bocca.
"Kai, il tempo non può morire."
L'altro non gli rispose e si limitò a dargli un altro bacio, stringendolo con forza per paura che sparisse da un momento all'altro.
Improvvisamente, si ritrovò schiacciato sul materasso, e sopra di lui c'era Tao che lo guardava con intensità.
"Con delle ferite del genere, sarei dovuto morire sul colpo, non ti pare?" Mormorò quello avvicinandosi al ragazzo e mordendogli distrattamente il labbro inferiore. Kai tremò e mugugnò sentendo le mani di Tao accarezzargli la pelle sotto la maglia.
"E allora perché…?" Sussurrò stringendo la stoffa sulla schiena del guardiano del tempo.
Quello si chinò e gli catturò di nuovo la bocca, sospirando appena quando si allontanò di poco.
"Io penso che sia stata Mama." Spiegò con il tono della voce sempre più basso. "Perché ho pregato perché mi aiutasse salvarti, e forse ha voluto salvare anche me."
Jong In sorrise appena e lo attirò a sé, sospirando di piacere sulle sue labbra.
"Ormai non ha più importanza, Tao." Mugugnò tra un bacio e l'altro. "Non ha importanza, perché ormai siamo vivi."
Tao gli accarezzò distrattamente la schiena e lo guardò, incredibilmente serio. "Ma Kai, adesso devi svegliarti." Il più giovane non capì, ma iniziò a preoccuparsi quando la sua vista si fece offuscata e Tao sembrò sparire dalle sue braccia.
"Devi svegliarti. Hai capito quanto è importante la tua vita e quella degli altri, Jong In?"
Kai si sentì la gola bruciare e il respiro si fece pesante. "S-sì… però ho paura." Riuscì a balbettare mentre il corpo si faceva stranamente pesante. Non capiva cosa stesse succedendo, però sapeva che quando si sarebbe risvegliato non avrebbe rivisto Tao per molto tempo.
"Jong In, non puoi continuare a scappare… svegliati."
Il giovane chiuse gli occhi e sentì un enorme calore partire dal cuore.
"Va bene."
Tutto terminò nel buio più assoluto.
 
Kai rimase a fluttuare nell'oscurità per giorni e giorni.
Si sentiva solo, e piangeva in silenzio. La solitudine gli aveva sempre fatto paura.
Dopo interminabili ore, riuscì a vedere una luce fioca, che raggiunse dopo molta fatica. Dovette chiudere gli occhi, perché la luce si era fatta troppo forte, e quando li riaprì, vide un soffitto bianco sporco.
Sentì un continuo bip alla sua sinistra e voltandosi, notò che c'era uno di quei macchinoni che facevano vedere il battito cardiaco.
Iniziò a riaquistare lentamente ogni senso, e si accorse che aveva tubi attaccati ovunque; quindi capì che era in un ospedale.
Era solo e non c'era nessuno, e non trovava la forza nemmeno di parlare. Non sapeva perché era lì. Un'infermiera entrò e vide che era sveglio solo quando Jong In riuscì a fare un colpetto di tosse. "Dottore! Si è svegliato!" Esclamò quella sorpresa.
Chissà da quanto tempo era disteso su quel letto… ma cosa era successo?
Il dottore gli fece alcuni controlli e gli sorrise. "Con la fisioterapia potrai ricominciare a camminare, vedrai." Jong In si sentì improvvisamente abbandonato. "I miei genitori…" Riuscì a gracchiare. L'uomo annuì e continuò a sorridere pacifico. "Li abbiamo chiamati, stanno arrivando."
Al loro arrivo, il ragazzo desiderò di non essersi mai risvegliato, come gli aveva chiesto di fare Tao. Per qualcunque motivo fosse entrato in coma, adesso sapeva perché il guardiano del tempo aveva detto che stesse scappando.
I suoi genitori lo degnarono appena di uno sguardo e per la maggior parte del tempo che rimasero con lui, parlarono al telefono.
Solo quando fu buio, dopo che lo spostarono in un'altra ala dell'ospedale, Jong In si lasciò andare ad un pianto silenzioso.
 
Vari giorni più tardi, che aveva passato facendo più esercizio possibile, se ne andò dall'ospedale. Per sua fortuna, Baekhyun e Chanyeol erano venuti a trovarlo ogni giorno dopo scuola.
"Che cosa ti è passato per la mente?" Aveva chiesto il più basso mentre tratteneva a stento le lacrime. "Perché, cosa ho fatto? Non mi ricordo." Jong In davvero non ricordava che cosa fosse successo, e tante memorie erano state cancellate; riusciva solo a riconoscere le persone, ma non sapeva che rapporto aveva con loro, e tutto quello lo faceva sentire a disagio.
"Non ti ricordi? Ti sei riempito di pastiglie e ti hanno trovato in palestra con un barattolo mezzo vuoto." Chanyeol lo aveva guardato con un'aria preoccupata, ma Jong In alzò le spalle e sospirò. "Sì, beh, forse so perché l'ho fatto. Ma adesso sono felice di essere vivo."
Il ritorno a scuola fu difficile, un po' perché era stato in coma per due settimane, un po' perché tutti lo guardavano curiosi o addirittura disgustati. Jong In non aveva proprio idea di come fossero passate due settimane da quel lunghissimo sogno dove poteva teletrasportarsi in giro e dove voleva.
Ma gli mancava molto la presenza di Tao.
"Mi guardano tutti male. Che tipo sono che mi fissano tutti?" Domandò mentre camminava con Baekhyun verso la sua classe. "Uh… famoso. E ogni tanto prendevi in giro qualcuno, ma non hai mai picchiato nessuno." Gli disse guardandosi in giro. "Sanno tutti perché eri in coma, perciò aspettati qualche domanda."
All'arrivo in classe, lo fermò un ragazzo. "Ehi! Come ci si sente ancora in vita? Vattene a piangere in bagno!" Lo derise. Qualcuno ridacchiò, ma Jong In rimase impassibile e crollò su quello che ricordava fosse il suo banco.
"Piantala, è appena tornato." Borbottò una voce conosciuta. Il giovane si voltò e sorrise quando si trovò davanti Sehun. "Oh, ciao!" Lo salutò con un tono felice. L'altro lo guardò sorpreso e fece un cenno con la testa come risposta. "Sehun, oggi vai a fare il corso di danza, vero?" Il più piccolo annuì e lo guardò curioso.
"Ci conosciamo da tanto, ma negli ultimi mesi non ci siamo più visti… che cosa è successo?" Jong In perse lo sguardo nel vuoto e scosse la testa. "Non lo so. Non mi ricordo. Forse sono successe troppe cose."
Sehun gli mise con esitazione una mano sulla schiena, e gli sorrise quando Jong In sospirò pesantemente. "Non ti preoccupare, non ti lascerò solo in un momento simile."
 
Dopo tre settimane dal suo ritorno a scuola, Jong In si era abituato alle frecciatine di qualcuno. Per sua fortuna, poi, riuscì a ricordarsi di molte cose.
Prima di tutte, fu la sera dove si riempì di pastiglie.
Seguita da ricordi di giornate passate a ballare pur di non pensare ai genitori che non lo guardavano, alla sorella che veniva tradita e alla sua relazione segreta con Tao. Poi si ricordò di aver visto Sehun con un ragazzo, Luhan, e quando gli chiese cosa ci fosse tra di loro, il giovane arrossì.
"E poi, come fai a sapere come si chiama?" Ma a quella domanda non sapeva rispondere.
Un giorno interruppe Chanyeol e Baekhyun in una appassionata sessione di baci e tocchi; non lo fece apposta, arrivò in una classe e li trovò avvinghiati e ansimanti.
"I miei occhi vergini!" Urlò decisamente sorpreso. I due si staccarono immediatamente e arrossirono. Ma alla fine scoppiarono tutti e tre a ridere, anche perché sapevano tutti benissimo che gli occhi di Jong In erano tutto tranne che vergini.
Ma in ogni caso, era orrendo sapere che prima di cadere in coma doveva nascondere il fatto di essere fidanzato con Tao. Forse era per questo che nel suo sogno lungo due settimane, aveva sognato di innamorarsi di lui e di poterci stare tranquillamente.
Un altro giorno, mentre si allenava nella palestra, cadde a terra e rimase a respirare pesantemente a terra per molti minuti. Qualcuno entrò ma non ci fece caso.
"Jong In?" Chiese una voce familiare. Il ragazzo si alzò di colpo e vide Tao che gli si stava avvicinando. "Dio, Jong In! Ero così preoccupato…"
Jong In riuscì solo a chiamarlo per nome.
"Tao…" Quello sorrise appena e gli si sedette velocemente vicino. "Ti ho detto di svegliarti e tu l'hai fatto… grazie." Tao lo prese per la nuca e lo avvicinò a sé, per poi catturare le sue labbra.






Note:
Mi dispiace TANTISSIMO per chiunque seguisse la fic! T_T
Purtroppo non sapevo come continuare. Non ho davvero parole per scusarmi! ;W;
Penso proprio che questo sarà il penultimo capitolo. Dopo che avrò terminato questa fic, è probabile che pubblicherò le side stories di Flying.
Grazie per essere così pazienti, vedrete che non dovrete aspettare molto per il prossimo capitolo! T^T
E avevo anche sbagliato il numero del titolo, LOL.
   
 
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