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Autore: heysprouse    26/07/2012    1 recensioni
-‘sorellina!’ appunto. Quando Doug la chiamava così, poi, April sapeva che il suo fratellastro aveva bisogno di un favore. [..] ‘Andresti dagli Sprouse, al dormitorio dell’Uni a consegnargli questa chiavetta usb?’ ‘e tu non lo puoi fare perché..?’ sbuffò la ragazza. ‘oh, andiamo, non lo vedi questo?’ il biondo indicò il gesso che gli avvolgeva la gamba e il piede dal ginocchio in giù, piccolo ricordo lasciato dalla caduta in moto. ‘d’accordo, okay.’ Borbottò la mora. April era l’esatto contrario di Doug: carnagione scura, occhi cioccolato e una chioma corvina che era motivo di invidia per gran parte delle altre ragazze, al liceo. ‘chiedi di Cole, è lui che sta lavorando a questo progetto con me. La stanza è la 110!’
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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April era rimasta un po’ stranita, dopo l’incontro con Dylan Sprouse. Stava camminando sotto le prime gocce di pioggia verso la stazione della metropolitana, per tornare a casa, quando un acquazzone le impedì di continuare: a malapena vedeva a due spanne dal suo naso. La mora decise quindi di tornare ai dormitori di corsa, e cercare una biblioteca o una caffetteria per ripararsi. Mentre correva si scontrò –di nuovo- con qualcuno, che poi scoprì essere Nathan. “dove vai così di corsa, con questa pioggia?” “sai, potrei farti la stessa domanda” April sorrise. “sto cercando di tornare al campus, ho bisogno di ripararmi” ammise. “vieni da me, io devo solo prendere un cappuccino da Starbucks, poi torno nella stanza.” La mora ci pensò su: Nathan non sembrava male, ma non voleva approfittarsi della sua gentilezza. Passò il peso da una gamba all’altra, mordendosi il labbro come faceva sempre quando esitava. “non esitare, puoi fidarti di me.” Il ragazzo le sorrise dolcemente. April acconsentì, e mezz’ora dopo si trovavano davanti a due cappuccini fumanti e due enormi biscotti tempestati di gocce di cioccolato, appena sfornati. “ti devo una merenda ora” Nathan scacciò quella frase con un cenno della mano “non dirlo neanche, April.” Rimasero in silenzio per un po’, poi Nathan pagò e tornarono di corsa sotto la pioggia newyorkese. “è strano- April interruppe il silenzio, rotto solo dallo scroscio della pioggia- non avevo mai preso così tanta pioggia.” “siamo quasi arrivati.” Disse solo lui. Sembrava pensieroso. “a cosa pensi?” chiese la ragazza, prima di potersi trattenere. Il moro le sorrise, piacevolmente sorpreso da quella confidenza che si era creata. “stavo pensando che potresti stare da me fino a quando non smette di piovere, che dici?” April annuì soltanto, pensando al casino in cui si stava cacciando. “hai il cellulare?” “sì, appena entriamo chiamo mia madre e le spiego tutto. Magari ci rimedio pure un passaggio in auto.” Si tastò le tasche, cercando il telefono. “cerchi il cellulare?” Nathan la stava fissando. “non riesco a trovarlo, è strano..” arrivarono nella stanza del ragazzo poco dopo, e del telefono nemmeno l’ombra. “puoi usare il mio per chiamare i tuoi, non è un problema.” I tuoi. April si soffermò su quelle parole con un sorriso amaro: quel giorno tutto le ricordava suo padre. “certo, grazie.”

Mentre Nathan cercava dei vestiti asciutti per entrambi, la ragazza chiamò sua madre. “un attimo tesoro, Doug vuole parlarti.” April sbuffò. “ehi, Ap, mi ha chiamato Dylan. Ha detto che hai lasciato il cellulare là a casa sua. Dev’esserti caduto dalla borsa.” Il rumore della pacca in fronte che si diede la mora arrivò fino a casa, attraverso il telefono di Nathan, facendo ridere il suo fratellastro. “ti veniamo a prendere appena possiamo, comunque.” La salutò sua madre. “okay, ti posso dare questa maglia, non ci sono pantaloni che ti vadano bene.” April sospettava che Nathan volesse qualcosa di più dell’amicizia che poteva offrirgli lei, ma in quel momento non le importava più di tanto. “fantastico, il mio cellulare è a casa degli Sprouse.” “posso chiamare Dylan o Cole qui, se vuoi.” “non credo mi convenga uscire in mutande, quindi l’unica alternativa è che tu chiami qualcuno.” “posso uscire io, così non li faccio scomodare, tanto ha smesso di piovere forte, credo.” Nathan uscì di casa pochi minuti dopo, lasciando la mora davanti alla televisione.

Quando suonò il campanello, April andò ad aprire, convinta che fosse Nathan. “ciao, April.” Davanti ai suoi occhi c’era Dylan Sprouse, di nuovo. Solo che quella volta non era lui ad essere svestito, ma lei. Arrossì mentre lo salutava e lo ringraziava per averle portato il telefono. “Nathan sarà ancora in giro a cercarlo.” “Nathan?” la mora descrisse il suo nuovo amico e Dylan decise di aspettare con lei fino a che il padrone della stanza non fosse arrivato.






Giada's corner
ecco il secondo capitolo di questo scempio. Cole non è ancora arrivato ma arriverà, prima o poi lol
è che ho questa mania INSANA per Dylan da quando sono alta un metro e uno sputo, dovevo scrivere su di lui. DOVEVO.
ci tenevo a dirvi che Doug, il fratellastro della mia April, è Doug Brochu -Grady, in Sonny tra le stelle- ed è davvero amico dei gemelli Sprouse, e ha un fratello maggiore che è jfgd.
il capitolo ha ricevuto ventisei visite, dico ventisei o: ma mi fa un po' rabbia il fatto che io non abbia ottenuto nemmeno una recensione, insomma fatemi capire cosa pensate della storia, se vi sembra scontata, se credete che debba ritirarmi e abbandonare l'idea della scrittura.
VI PREGO, DITEMI QUALCOSA AHAHAH anche su twitter, sono @heysprouse
un bacione, Giada.
  
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