Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Morgana_94    26/07/2012    8 recensioni
Salve a tutti! Sono venuta a rompere un'altra volta su EFP con un'altra storia diversa dalle altre.
Nella mia storia sono tutti umani, nessuno è un essere soprannaturale. Non esistono doppelganger, vampiri, Originali, licantropi ecc..
Nella mia fic ci saranno persone comuni che affrontano i naturali problemi quotidiani.
Il pairing che ho scelto è la coppia Delena.
Trama: Elena a un anno del diploma trova lavoro a New York, in un'importante azienda. Sarà la segretaria del capo, il bellissimo e stronzo Damon Salavtore.
All'inizio darà filo da torcere all'ingenua Elena, la umilierà davanti a tutti come fanno tutti i capi del resto, ma poi scoccherà la scintilla. Spero che vi piaccia baci Morgana^^
[Storia momentaneamente sospesa]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elijah, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capo7


7.Rebekah


Damon sembrava preoccupato e arrabbiato per l'ultima chiamata ricevuta.

-Perché quella chiamata ti ha turbato tanto?- gli chiesi dolcemente accarezzandogli una guancia. Lui parve distendersi a quel contatto.
Si sedette sul letto e mi invitò a fare lo stesso.
-Vedi, prima al telefono era la mia ex: Rebekah-
A quella frase mi turbai io. Forse amava ancora la sua ex? Mi sentìì improvvisamente triste, non mi andava di essere scaricata per un ex.
-Tranquilla tra me e lei è tutto finito- mi rassicurò, forse aveva intuito i miei pensieri. Gli sorrisi e mi risollevai.
-Io ho amato molto Rebekah, siamo stati insieme per due anni. Ma lei non mi aveva mai amato, mi aveva solo usato per i miei soldi. Lei mi abbindolava e io ci ero caduto. La credevo un angelo, ma poi in una fredda sera di Dicembre si rivelò per quello che era: una stronza doppiogiochista e approfittatrice. Mi scaricò per un miliardario francese e partì con lui-
Si vedeva che per lui quella storia non era abbastanza facile da raccontare. Gli accarezzai una guancia, non sapendo cosa dire. Non ero brava a dire qualcosa in quelle situazioni, avevo paura di dire qualcosa di sbagliato. La mia mano scese sulla sua e gliela strinsi, per fargli capire che io c'ero, e non avrei fatto la stessa cosa della sua ex.
-Ma allora perché ti ha chiamato? Cosa vuole?-
-Lei è qui. E' tornata, e dice che mi vuole, ma lei ha sempre un tornaconto personale. Elena lei è pericolosa farà di tutto per farci dividere-
Si posizionò meglio sul letto e mi prese il viso tra le sue mani avvicinandosi di più.
-Ma io Elena, non lo permetterò. Stai diventando troppo importante per me e non voglio perderti. Quindi se ti dovesse contattare tu non starla a sentire sono solo bugie per farti allontanare da me capito?-
Io annuìì e lo abbracciai forte. -Tranquillo io non mi spavento di nessuno!- esclamai determinata.
-E poi neanche io voglio perderti...-ammisi arrossendo. Lui mi sorrise e mi baciò. Si mise su di me e mi accarezzò i fianchi, l'atmosfera si stava surriscaldando troppo. Ma io ancora non ero pronta, non ero vergine, ma ancora non me la sentivo.
-Damon..è tardi forse è meglio che scendiamo a cena- mormorai schiarendomi la voce. Lui si bloccò e si alzò.
-Ok, scendiamo-
Mi sorrideva, ma sapevo che un po' ci era rimasto male. Andammo nel ristorante dell'hotel. Damon scelse il tavolo più appartato che c'era.
-Peccato che piove, non abbiamo potuto visitare nulla- esclamai delusa.
-Tranquilla ci verremo di nuovo qui e potremmo visitare tutta l'isola- mi rassicurò facendomi un occhiolino.
-Martedì si ritorna al lavoro!- esclamai entusiasta. -Così potrai rivedere Elizabeth..-commentai acida.
No, Elena non è il momento di fare la gelosa. Lui non prova nulla per quell'oca in calore. Però non potevo fare a meno di pensare gli sguardi epliciti che gli lanciava ogni santo minuto della giornata.
Lui si accorse del mio sguardo omicida.
-Elena, sei gelosa?- mi chiese divertito.
-Sì! Ehm..no!-
-Sei gelosa- affermò lui.
-Io gelosa di quella? Figurati!- esclamai addentando un pezzo di pane.
-Ehi per me lei è stata solo una delle ragazze con cui andavo a letto, nulla di più-
-Ora sì che mi tranquillizzo- risposi sarcastica.
-Ma hai capito? Una delle tante, Elena. Tu invece sei una cosa seria, sei stata una cosa imprevista che mi ha travolto completamente. Quando mi darai l'onore di conderti a me, io non farò sesso con te. Faremo l'amore Elena- esclamò con una dolcezza capace di farmi sciogliere. Ero stata una stupida, mi ero fatta prendere dall'impulsività.
-Scusa, sono stata troppo impulsiva..-mormorai imbarazzata.
-No, vuol dire che tieni a me piccola-  sussurrò stringendomi la mano e facendomi un occhiolino.
"In this California king bed we're ten miles apart..." Il suono della suoneria del mio cellulare interruppe la magia che si era creata, sbuffando guardai chi era. Vichy.
-Pronto?-
Ehiii! Allora come va? Com'è Manhattan? E con il tuo sexy capo??
-Beh non abbiamo potuto vedere molto visto che qui si sta abbattendo un temporale con i fiocchi- risposi lasciando la parte del "sexy capo"
Un temporale? Beh allora stasera ti avvinghierai a lui con la scusa del temporale e...e vi mettete a scop..
-NO!- la bloccai un po' troppo forte attirando gli sguardi dei clienti su di me. Damon aveva intuito qualcosa perché aveva visto il rossore sulle mie guancie.
Vichy era sempre la solita. Pensava solo al sesso!
Oh andiamo Elena. Tu e quel gran figone soli nella stanza, vuoi dirmi che non ci farai nulla?
La sua voce era scettica e scandalizzata allo stesso tempo. Sospirai. -Proprio così-
Elena. Elena. Appena torni devo darti un paio di lezioni sulla vita. Adesso ti lascio che devo uscire con un ragazzo. Ciao ciao.
Chiusi la chiamata, Damon fece finta di nulla ma aveva sentito tutto, infatti si stava trattenendo le risate.

Ero disteso sul letto. Guardai fuori dalla finestra, quando si metteva a piovere in quella città non la smetteva più.
Elena era in bagno che si stava cambiando. Delena dormiva comodamente sopra una sedia. Infondo non era male quella gattina, guardandola adesso mi sarebbe dispiaciuto lasciarla lì sotto quel violento temporale. La porta del bagno di aprì ed uscì Elena coperta da una maglietta nera e dei pantaloncini rossi. Appena mi vide si bloccò.
-Tu..tu dormi così?- chiese facendo scorrere i suoi occhi sul mio corpo.
-Io dormo sempre in boxer- dissi con un sorrisetto. La vidi deglutire, e avvicinarsi lentamente al letto. Un lampo illuminò tutta la stanza e al rumore di un tuono Elena si fiondò sul letto a velocità supersonica si infilò sotto le coperte e mi abbracciò. Io scoppiai a ridere.
-Sei proprio buffa- esclamai facendo una dolce carezza sulla sua guancia. Senza dire nulla costrinse anche me a coprirmi, così potei abbracciarla meglio.
Strinsi il suo esile corpo mentre lei mi lasciava piccolo baci sulla guancia. Anche se sapevo che non si sarebbe concessa a me, mi sentivo completo lì con lei.
La tenevo stretta a me, come se da un momento all'altro dovesse scappare via.
-Buona notte Damon- mormorò dandomi un dolce bacio.
-Notte mia piccola imbranata-

Il rientro a New York fu leggermente triste, quei giorni erano passati in un lampo. Damon mi accompagnò a casa erano le 21:00, ci saremmo visti la mattina seguente, ma già mi mancava.
Vichy appena aprì la porta fece per abbracciarmi ma quando vide il gattino si fermò.
-E questo?-
-Ti presento Delena!-
Vichy prese in braccio la gattina. Sapevo che lei andava matta per i gatti. -Delena?- chiese inorridita.
-Sì, è l'unione del mio nome e quello di Damon- spiegai entrando in casa.
-Povera cucciola, che nome orribile-
-Ehi!- la rimbeccai, piccata.
-Vabbè passiamo a cose più serie. Avete...?- mi chiese lanciandomi un'occhiata eloquente.
Io la guardai esasperata. -No-
Lei si spalmò una mano sulla fronte. -Ti voglio bene, ma certe volte sei tonta! Elena sei in un albergo di Manhattan soli tu e lui, che tra l'altro è davvero un mandrillone e cosa fai? Ci dormi e basta?!-
-E' una cosa seria Vichy...- le dissi bloccando il suo fiume di parole. La bionda aprì e poi richiuse la bocca.
-Oh, per l'amor del Cielo..ti sei innamorata?-
Io feci di sì con la testa. Mi abbracciò e poi mi disse. -Potevi scopare lo stesso però-
Scossi la testa, la mia coinquilina non sarebbe cambiata mai. Mentre la seguivo in cucina mi arrivò una chiamata: era Damon. Io sorrisi.
-Ehi..-
Ehi, già mi manchi
-Mi manchi anche tu, ma fra meno di dodici ore posso riabbracciarti- esclamo scatenando la sua risata.
Sei impaziente eh?
-Se si tratta di te sì-
Da quando sei diventata così diretta?
-Non lo so- esclamai scoppiando a ridere.
Elena ascoltami, forse è meglio se per adesso non lo diciamo a nessuno, beh solo mio fratello e Caroline
Io annuìì. -Certo hai ragione-
Ci vediamo domani, piccola, sogni d'oro
-A domani, notte-
Vichy se ne spuntò con due vaschette di gelato. -Oh ma come siete sdolcinatamente romantici- disse quasi schifata.
-Quando troverai un ragazzo che ti fa battere il cuore e tremare le gambe e che diventerà un tuo pensiero fisso, mi capirai-
Vichy preferì non rispondermi. -Dai "adorabile imbranata" mangiamoci su-

Quel giorno era un viociare continuo, appena entrai dentro l'edificio vedevo i miei colleghi intenti a spettegolare. Beh non era la prima volta, però in quel momento mi sembrava molto esagerato doveva essere successo qualcosa. Vidi Cody correre da una parte all'altra, decisi di fermarlo.
-Ciao Cody, ma come mai sono tutti così...così?-  gli chiesi non sapendo trovare un termine adatto.
-Oh ciao cara. Vedi nell'ufficio di Stefan c'è il Grande Capo-
-Il grande Capo?-
-Sì, Giuseppe Salvatore il padre di Stefan e Damon e sembrava parecchio incazzato. Noi qui abbiamo tutti paura di lui, è più acido di uno yoghurt scaduto da dieci anni-
-Oh, e come mai è qui?-
-Non lo so, lui non viene mai qui, scusa tesoro ma adesso devo andare a dirigere il lavoro di Elizabeth è una vera incapace quella ragazza- disse sbuffando.
Sorrisi e lo lasciai andare. Chissà che cosa ci faceva il padre di Damon qui. Stavo andando a salutare Caroline ma una voce grezza mi bloccò.
-E' lei la segretaria di Damon?-
Mi voltai e mi ritrovai davanti un uomo con i capelli bianchi e con dei baffoni dello stesso colore, intuìì che era Giuseppe. Io annuìì.
-Bene potrebbe annunciarmi a mio figlio?-
-Certo..ma..non potrebbe andare lei?-
Mi guardò con disappunto. -Io e mio figlio non ci parliamo più da molto ormai. Ma è indispensabile che parli con lui oggi, quindi sarebbe così gentile da accompagnarmi?- disse in tono asciutto e distaccato.
-Ok- Presimo l'ascensore per salire al piano successivo, quello era il piano dove lavoravo io. Più che altro mi occupavo di cose burocratiche assieme a Caroline. Cody e Tyler si occupavano della stampa e coordinavano i lavori.
Finalmente l'ascensore si aprì. Bussai nell'ufficio di Damon ed entrai. I nostri occhi si illuminarono non appena i nostri sguardi si incontrarono, ma dovevo assumere un tono professionale.
-Signor Salvatore. Il signor Salvatore vuole vederla- Lui mi guardò senza capire. "Tuo padre" mimai con le labbra.
-Oh, fallo entrare- esclamò gelido.
Il padre entrò in ufficio io uscìì e chiusi la porta, ma restai lì ad ascoltare.
-A cosa devo questa tua visita. Papà- il tono di Damon era sprezzante.
-Ai guai che combini tu Damon! Stai mandando quest'azienda alla rovina, ho parlato con tuo fratello, perché ti ostini a non vendere una parte?!-
-Io non venderò nè ora e nè mai! La mamma ha creato quest'azienda con tantissimi sacrifici e tu lo sai benissimo! E non li renderò vani! Ma tu non sai cosa vuol dire la parola sacrificio eh? Hai sempre vissuto nel lusso-
-Questo non c'entra nulla! Mi stai facendo perdere molti soldi. Sei un'incapace! Se Stefan fosse stato il fratello maggiore e se  lui fosse stato il titolare tutto questo non sarebbe successo!-
-Stefan..Stefan. Sempre lui! Sai che ti dico? Andate a quel paese tu e lui! E ora esci di qui non voglio più vederti! E sappi che non venderò mai!-
Sentìì  Giuseppe che strisciò la sedia così mi nascosi dietro al muro per non farmi vedere. Non appena lo vidi uscire, entrai nell'ufficio di Damon.
Il ragazzo era di spalle e rivolgeva lo sguardo alla finestra. Non sapevo se avevo fatto bene ad origliare o meno.
-Damon..- lo chiamai avvicinandomi a lui.
Lui si voltò verso di me. -Hai sentito tutto vero?-
Io annuìì. -Mi dispiace- sussurrai abbracciandolo. Lui mi strinse forte e lo sentìì sospirare.
-Troverai una soluzione senza vendere. Capisco che è molto importante per te tutto questo-
-Purtroppo non vedo una via di uscita..-
-C'è sempre una soluzione!- lo incoraggiai. Lui mi accarezzò una guancia e mi baciò.
-Mi sei mancata- sussurrò sorridendo.
-Anche tu-
Stavamo per baciarci di nuovo ma qualcuno entrò nello studio facendoci distaccare. Cody ci fissava a bocca aperta.
-O-mio-Dio-
-Cody quante volte ti ho detto che devi bussare?- lo riprese Damon infastidito per l'interruzione.
-Ma..ma capo io ho bussato, eri troppo impegnato per sentire- rispose ridacchiando. -Ma state insieme?-
-Sì- rispose Damon.
-Ma è fantastico!- urlò. -Shhh- esclamammo io e Damon. -per ora non lo deve sapere nessuno, ok?- spiegai avvicinandomi a lui.
-Oh cari non preoccupatevi il vostro segreto è al sicuro con me!-
Una Caroline sconcertata entrò nello studio di Damon. Più che sconcertata era preoccupata.
-Damon...c'è Rebekah qui-
-Oh, non c'è bisogno che lo avverti!- una voce calda e annoiata nello stesso tempo bloccò la bionda. Nell'ufficio entrò una ragazza bionda anche lei, ma lì erano tutte bionde?!
Molto bella. I suoi occhi verdi scattarono su Damon e le sue labbra colorate di rosso sorrisero maliziosamente.
-Io e Damon ci conosciamo molto bene- continuò ghignando. Poi la bionda mi guardò dalla testa ai piedi.
-Tu devi essere Elena- esclamò.
-Sì- risposi con una punta di acidità.
-Devo parlarti, andiamo nel tuo ufficio-
-No!- intervenne Damon.
-Oh andiamo Damon...voglio solo fare due chiacchiere con lei-
-Ok- Lanciai un'occhiata rassicurante a Damon, e io e la bionda entrammo nel mio ufficio.
-Mollalo- esclamò minacciosa.
-Prego?- dissi facendo finta di non capire. Ma chi si credeva di essere?
-Lo devi lasciare, Damon non fa per te. Credi davvero che ti voglia veramente? Lui ama solo me, non mi ha mai dimenticata fino ad un mese fa mi chiamava. Ti sta usando per dimenticarmi-
Fino a un mese fa la chiamava? Stava mentendo. Damon era sincero con me.
-Non ti credo, mi ha raccontato di come sei-
Lei scoppiò in una fragorosa risata. -Io ti ho avvertita Elena, io adesso non sto più in Francia, sto qui a New York. Damon prima o poi tornerà da me, perché lui è mio-
- Buona fortuna- risposi in tono di sfida.
Il suo sguardo canzonatorio si gelò. -Non provocarmi Elena-
-Ehm...questa è la parte in cui io dovrei avere paura?- chiesi sarcastica.
-Lo vedrai- mi lanciò in sorrisetto (da prendere sicuramente a schiaffi) e se ne andò. Anche se sapevo che mentiva quelle parole mi avevano turbata e mi avevano fatto un po' male.
Damon entrò nel mio ufficio e mi abbracciò. -Ehi stava mentendo io non ti lascerei mai per lei...-
Le sue parole mi avevano rassicurata, io lo strinsi forte a me. Se voleva la guerra Rebekah, l'avrebbe avuta.

Finalmente c'è stato lo scontro frontale tra Rebekah ed Elena, inoltre ho aggiunto Giuseppe Salvatore, personaggio secondario, ma avrà un ruolo importante nella storia (credo xD)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto^^
Ringrazio ancora le persone che hanno recensito =) Ringrazio anche colore che leggono silenziosamente =)
A presto baci Morgana =)
P.S: Il titolo di questo capitolo non  è bello lo so, ma non avevo ispirazione per qusto capitolo xD Vi avviso che dalla fine del prossimo capitolo in poi per Elena ci saranno grossi guai

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Morgana_94