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Autore: Bellini_Elison    26/07/2012    5 recensioni
Questa storia la avevo gia scritta, ma ora la ho migliorata e.....Bè....spero vi piaccia!
DAL PRIMO CAPITOLO:
"Io sono James, James Potter!!" disse con un filo di orgoglio nella voce "Sirius" risposi io "Sirius Black!"
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 1

Il Binario 9 ¾

 
Al binario 9 ¾ nella stazione di King’ s cross a Londra cera una grande agitazione quel primo settembre del ’71.
Una locomotiva scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente, un cartello alla testa del treno diceva  < Espresso per Hogwarts ore 11>
Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva, si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumorosa, mentre gatti di ogni colore correvano in mezzo alle gambe della gente alla ricerca dei propri padroni, e gufi e civette si chiamavano con il loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastando il cicaleccio e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati.
Le prime due carrozze erano già piene di studenti, alcuno sporgevano la testa fuori dai finestrini per parlare con i famigliari, altri litigavano per avere un buon posto.
In un angolo un uomo alto, con corti capelli neri pettinati a dovere affiancava una donna alta poco meno di lui con lunghi capelli neri e sguardo severo.
Portavano abiti dall’ aria costosi: La signora aveva una lunga veste color verde sbiadito, l’uomo portava un lungo mantello nero con cappuccio rivestito dal pelo di qualche animale.
Stavano  parlando con un ragazzino sugli undici anni, con lunghi capelli neri e mossi che gli arrivavano alla spalla e grandi occhi grigi, dall’ aria annoiata, che portava appresso a se un grosso baule e una gabbia contenente un giovane gufo color nero.
Aveva addosso già la divisa della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: Mantello nero, scarpe chiuse del medesimo colore, camicia bianca e maglioncino grigio scuro.
La divisa comprendeva anche la cravatta, che avrebbe avuto solo dopo lo smistamento, quando avrebbe saputo a quale casa sarebbe stato messo: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso o Corvonero.
Rannicchiato sotto il mantello dell’ uomo alto, stava un secondo bambino, più piccolo, con i capelli più corti, ma con gli stessi occhi grigi del primo.
Aveva addosso un completino stile ragazzo perbene con tanto di cravatta
“ Allora Sirius ora devi andare” disse la donna al bambino più grande. Usava un tono molto serio “ E ricorda tu sei un Black!  Comportati da tale e quando sarai smistato in Serpeverde segui tua cucina Narcissa e non combinare guai.
“ E non fare amicizia con qualche sangue sporco o persone di quel rango capito? Stai con tua cugina!” sbottò e indico un punto davanti a se: Cerano una ragazza dai lunghi capelli  biondi accompagnata da un ragazzo alto, biondo anch’ egli che aveva un aria seccata. Indossavano anche loro la divisa , i color delle loro cravatte erano il verde e l’ argento: Serpeverdi.
“ …. Capito? “ “ Si madre capito! Ciao“ gli rispose in tono sbrigativo, e gli scoccò un veloce bacio sulla guancia
“ Scrivici appena puoi “ gli disse l’uomo “ Si padre, promesso!”
Il ragazzo rivolse il suo sguardo al bambino rannicchiato sotto il mantello che era immerso in un pianto silenzioso “ Reg non fare così, l’ anno prossimo verrai con me!” Il bambino alzò lo sguardo sul fratello maggiore “ Mi scriverai non è vero? “ chiese a bassa voce “ Certo! Tutti i giorno promesso!” poi gli scompigliò i capelli e iniziò ad allontanarsi quando senti il bambino urlargli un ultimo “Ciao Siri!” allora li si voltò e disse “Ciao Reg fai il bravo!” e poi si diresse verso il treno. Venne inghiottito dalla nube di fumo e dalla confusione generale. Avanzava lentamente cercando di non far sbattere la gabbia del suo gufo contro le altre persone, e cercava anche di non far cadere il suo baule, che per lui era molto pesante. Era quasi arrivato al treno quando si fermò: davanti a lui cera uno strano gruppetto: un signore alto che indossava un lungo mantello color porpora, una signora grassottella dall’ aria trasandata e un ragazzino dall’ aspetto comico.
 
“Mamma lasciami!!! Lasciami!” urlava il ragazzino dai capelli neri e sparati in tutte le direzioni. Quando riuscì a liberarsi dall’ abbraccio soffocante di sua madre , il ragazzino si risistemò i rotondi occhiali da vista sul naso. Aveva due occhi color nocciola e il fisico mingherlino. Portava un paio di vecchi jeans a sigaretta e una felpa di un giallo sbiadito.
Al suo fianco l’ uomo alto, con gli stessi capelli neri del ragazzo, rideva per quella scena cosi comica.
“ Dorea lascia il ragazzo!” riuscì a dire tra un singhiozzo e una risata “ Sennò lo fai fuori prima che possa salire sul treno!”
La signora grassottella dai capelli disordinati color rosso sbiadito non trovò per niente comica la battuta del marito quanto il ragazzino occhialuto che ora rideva con suo padre.
La donna guardò tutti e due con un sorriso esasperato e alzò occhi al cielo.
Poi diede un ultimo bacio sulla fronte al figlio e disse “Fai il bravo James, e niente scherzi!”  “ Non contarci troppo mamma!  ” rispose il ragazzo con un ghigno divertito. 
La madre, dopo quello che sembrò un lungo silenzio, scoppiò a piangere. “Strana reazione!” pensò Sirius “ Mia mamma se gli avessi risposto cosi, mi avrebbe tirato un ceffone, ma non si sarebbe messa a piangere!!”
“ O no mamma ti prego! Non un'altra volta!” esclamò con tono esasperato James, mentre suo padre consolava sua madre “ No e che….soltanto…Sei cresciuto così in fretta!” disse lei tra le lacrime.
Quando si riprese, aiutò James a prendere un baule e una gabbia che conteneva un piccolo gufo color miele con le penne arruffate e gli occhi vispi.
Saltellava per tutta la gabbia, che per le sue dimensione era enorme, tutto eccitato per la nuova imminente avventura.
La signora lanciò uno sguardo di rimprovero alla gabbia “ James ma dovevi scegliere proprio quello? Cerano così tanti gufi al negozio…” disse rivolta al figlio.
Il ragazzo sbuffò “ Ma mamma lui mi rappresenta!” e detto ciò salutò i suoi genitori e si diresse verso il treno.
Sirius era meravigliato da quella scenetta: I suoi genitori non erano mai stati così dolci, ne con lui ne con suo fratello Regulus…..
Visto che il ragazzino di nome James si stava avviando verso il treno, il piccolo Black decise di seguirlo. Lo rincorse fino al treno e gli afferrò il braccio “ Ciao!” gli disse. James non sembrava stupito “ Ciao! Tu sei quello che ci guardava prima vero? “ chiese il sistemandosi per l’ ennesima volta gli occhiali sul naso. Sirius divenne tutto rosso “ Io…be io ….Simidispiacetanto!” rispose il giovane Black tutto in un fiato, abbassando lo sguardo. Ma James non sembrava arrabbiato, anzi sembrava divertito! “ Ma scusarti di cosa?” chiese con un sorriso a Sirius. Questo ultimo era allibito “Io vi ho spiati!!!” rispose “ Non dovevo scusarmi?” chiese.
 James gli sorrise “ No! Non è successo nulla tranquillo! Io sono James Potter” disse con un filo di orgoglio nella voce. “ Potter……E un purasangue anche lui” pensò Sirius. “ E tu sei….?” “Sirius” rispose “ Sirius Black!”
I bambini si strinsero la mano.
“Bene, Sirius, ti va di cercare uno scompartimento con me?” chiese Potter
“ Certo!” gli rispose Black, cosi contento di aver trovato un amico.
Salirono sul treno e, trovato uno scompartimento libero e mentre Sirius cercava di mettere a posto il suo baule (cosa molto difficile visto che era due volte più grande di lui) James aveva buttato sul sedile il suo baule e la gabbia con il piccolo gufo, aveva aperto la finestra e aveva urlato “ Mamma sono qui! Guarda: ho già trovato un amico! “ e indicò Sirius che era di nuovo tutto rosso. Si affacciò anche lui alla finestra e salutò i genitori di James con un sorriso timido. La signora Potter lo salutò con un enorme sorriso, il signor Potter scoppiò a ridere e si rivolse alla moglie “ Visto amore mio? James starà benissimo a scuola, a già trovato un amico!”
La moglie sbuffò e poi si rivolse ai due bambini “ Fate i bravi ragazzi, soprattutto tu James!” disse loro mettendosi le mani sui fianchi rotondetti.
“ Non combinare guai e non provare neanche per scherzo a far saltare un gabinetto in aria o che so io! “ sbottò rivolta al figlio
“ Far saltare in aria un gabinetto eh mamma? Mmm… Sai non è una brutta idea!” Il padre di James continuava a ridere, sua moglie invece aveva assunto un’ espressione serissima, i suoi occhi erano due fessure e i suoi capelli sembravano ancora più rossi di prima, ci mancava solo il fumo che usciva dalle orecchie e poi sarebbe stata la perfetta copia dell’ Espresso per Hogwarts! “ Sai penso che tu l’ abbia fatta arrabbiare!” disse Sirius all’ orecchio i James. Quest’ ultimo scoppiò a ridere e urlò “ Scherzavo mamma! Tranquilla farò il bravo…. Ora però devo andare! Ci vediamo a Natale!”
Così, con un ultimo saluto ai genitore, James chiuse la finestra.
“ Posso chiederti una cosa? “ domandò  poi a Sirius “ Spara!” rispose Black “ Perché i tuoi genitori non cerano a salutarti?”
Sirius si sentì leggermente in imbarazzo: i suoi genitori lo avevano praticamente mollato li, ma era normale no? Lui era un black e doveva cavarsela da solo, doveva imparare a cavarsela da solo.
“ Mia madre….sai com’ è voleva…. Come si chiama il tuo gufo?” chiese Sirius a James per cambiare argomento. 
Intanto si tolse il mantello e lo ripose nel baule, tanto per avere un aspetto più informale. “ Si chiama Saetta…Sai è piccolo ma va molto veloce…. E il tuo?” domandò  Potter guardando il gufo reale di Sirius addormentato in gabbia
 “ Lui è Caronte!” rispose Black.
Sirius guardò il suo orologio placcato oro con le lancette color verde: segnava le 10. 50, mancavano 10 minuti alla partenza del treno.
“ Sirius mi accompagni in bagno? “ chiese James ad un tratto.
“ Si certo….Andiamo a cercarlo! “ e dicendo questo uscirono dallo scompartimento. Ma ci rientrarono subito: davanti a loro si erano ritrovati una giovane donna che consolava un ragazzino che deve avere la loro stessa età.
Appiccicarono le orecchie alla porta dello scompartimento per ascoltare la conversazione tra i due……
 
“ Mamma ho paura” disse una voce bassa e tremolante. Doveva essere il ragazzino. Sirius si sporse leggermente verso il vetro della porta dello scompartimento (la parte alta) per vedere e sentire meglio. Il ragazzino aveva i capelli color miele , il viso pieno di cicatrici e gli occhi, ora pieni di lacrime, color ambra.
“ Amore mio tranquillo! Ti prometto che andrà tutto bene ok? “
Il bambino smise di singhiozzare e rispose con un semplice “Ok, va bene” poi strinse un’ ultima volta sua mamma e gli scoccò un bacio sulla guancia.
“ Io ora devo andare Remus! ” disse lei alzandosi da terra e rivolgendo un sorriso pieno d’ orgoglio verso il figlio. 
“ Io e tuo padre siamo fieri di te! Ora vai: fai il bravo e divertiti!”
“ Si mamma te lo prometto…..Salutami papà!”
“ Certo amore promesso! Ora torna nello scompartimento dove ti ho messo il baule! “ gli scompigliò i capelli e, prima di scendere gli urlò un ultimo “ Ciao amore!” che il bambino ricambiò.
Poi il ragazzo, Remus, corse via verso quello che doveva essere il suo scompartimento.
“ Poverino! Cosa dici che ha?” chiese James a Sirius “ Non lo so… Ma sono sicuro che si ambienterà presto!” disse per rassicurare James “ Ora…” continuò Sirius “ Tu non dovevi andare in bagno?”
“Si….Andiamo” e si diressero alla fine del treno, verso l’ unico bagno disponibile.
Entrarono nelle toilette del treno e, mentre James era entrato in uno dei gabinetti, Sirius si sciacquò il viso con dell’ acqua fredda. Non ci poteva credere! Stava per andare a Hogwarts! E aveva già un amico!
Un ragazzino normale oltretutto, non uno di quei figli di papà che la sua famiglia gli faceva conoscere perché giocassero insieme durante quelle noiose feste per ricconi. A un certo punto Sirius sentì il rumore dall’ acqua del gabinetto e due secondi dopo uscì James “ Finito!” disse con un sorriso “ Bene! Ora andiamocene di qui! “ Disse Sirius asciugandosi il viso con un asciugamano di quelli messi a disposizione in bagno. Lo ripose e poi aprì la porta.
Tornati al loro scompartimento notarono che una bella bimba dai lunghi capelli rosso fuoco e grandi occhi verdi era seduta nell’ angolo con il viso attaccato al vetro.
Aveva pianto, secondo Sirius, perché aveva gli occhi rossi e fissava il vuoto.
“ Perché sono tutti tristi oggi?” chiese James in un sussurro a Sirius per non farsi sentire dalla bambina.
Sirius alzò le spalle e si sedette vicino alla porta.
James si sedette davanti a Black e i due iniziarono a parlare.
Si udì un fischio, gli ultimi ritardatari saltarono sul treno, e quest’ ultimo parti a grande velocità.
“ Vuoi una fetta di torta?” gli chiese James che, per nulla allarmato dalla velocità con cui sfrecciava in avanti il treno, aveva tirato fuori dal suo baule  un involucro di carta stagnola.
“ Si……Perché no!” rispose Sirius, un po’ esitante.
 James aprì il pacchetto e tirò fuori due fette di torta al cioccolato.
Ne passò una fetta a Sirius, che subito la addentò.
Era buonissima!! Sirius non aveva mai assaggiato un dolce simile.
James si doveva essere accorto del’ espressione sconvolta di Sirius davanti alla bontà di quella torta e, con una risata disse  “ Lo so, lo so….Mia madre è un’ ottima cuoca!” “ Davvero…A casa mia non avevo mai mangiato una prelibatezza del genere!” bofonchiò Sirius con la bocca piena di torta. James rise di nuovo.
I ragazzini continuarono a parlare e ridere facendo un gran chiasso, e quasi non si accorsero che un ragazzino dall’ aria malandata era entrato nel loro scompartimento: aveva i capelli neri, unti e tagliati male, una divisa di seconda mano già in dosso. Aveva un naso lungo, quasi sproporzionato per il suo piccolo viso da bambino. Si sedette davanti alla bambina con gli occhi verdi.
La bambina gli gettò un’ occhiata e poi tornò a guardare fuori.
“ Non voglio parlare con te!” disse rivolta al bambino
 “ Perché?”
“ Tunia mi…..mi odia. Perché abbiamo letto la lettera di Silente”
“ E allora? “ chiese il ragazzo. La bambina lo guardò con profonda avversione.
“ Allora è mia sorella! “
“ E solo una…” Il ragazzo riuscì a trattenersi e lei, troppo impegnata ad asciugarsi gli occhi senza farsi notare, non lo senti.
“ Ma ci stiamo andando!” esclamò lui, incapace di trattenere la gioia “ Ci siamo! Stiamo andando a Wogwarts!” Lei annuì, stropicciandosi gli occhi, e quasi a suo malgrado sorrise.
“ Speriamo tu sia una Serpeverde” continuò il ragazzo, rinfrancato.
“ Serpevederde??” Per la prima volta James si mostrò interesse alla conversazione dei due.
“ Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?” Chiese Potter a Black, mollemente abbandonato sul sedile davanti al suo, che non sorrise.
“ Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde, e i miei si aspettano lo stesso da me” rispose.
“ O cavolo! “ commentò James “ E dire che mi sembravi uno a posto!”
Sirius ghignò.
“ Forse io andrò contro la tradizione!  Tu dove vorresti finire, se potessi scegliere?”
James alzò una spada invisibile.
“ ‘Grifondoro….culla dei coraggiosi di cuore!’ Come mio padre!”
Il ragazzo con il naso lungo fece un gesto sprezzante. James si girò verso di lui.
“ Qualcosa non va?”
“ No “ rispose il ragazzo, ma il suo lieve ghigno diceva il contrario.
“ Se preferisci i muscoli al cervello…”
“ E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?” intervenne Sirius.
James scoppiò in una fragorosa risata. La bambina si rizzò sul sedile, nervosa.
“Andiamo Severus, cerchiamo un’ altro scompartimento”  disse poi lanciando uno sguardo di rimprovero a James e Sirius.
“Oooooooooooh…”
I due ragazzi imitarono la sua voce altezzosa; James cercò di fare lo sgambetto a Severus.
“ Ci vediamo Mocciosus!” gridò poi mentre lo scompartimento si chiuse.
Sirius scoppiò a ridere.
“ Ahahhahh Mocciosus?” chiese poi “ Da dove ti è venuto?”
“ Dal profondo del mio cuore!” rispose James con gesto teatrale.
Sirius rise di nuovo.
Intorno alla mezza sentirono un gran frastuono nel corridoi, e una donna sorridente , con due fossette sulle guance chiese: “ Qualcosa dal carrello cari?”
Sirius e James trafficarono nelle tasche e nei bauli in cerca di galeoni, falci e zellini, e quando ebbero formato un piccolo gruzzolo a testa, comprarono un po’ di tutto : Cioccorane, Bacchette Magiche alla liquirizia, Zuccotti di zucca, gelatine Tutti i gusti +1, gomme Bolle bollenti e un’ altra infinità di altre cose dolci e colorate.
Pagarono la donnina e richiusero lo scompartimento.
Mangiarono quasi tutto, compresi i due panini che la signora Black aveva fatto preparare dal loro elfo domestico per il figlio, e altre due fette a testa di torta al cioccolato della signore Potter.
“ Ma quanto cibo ti ha dato tua mamma?” chiese Sirius ridendo verso James che continuava a tirare fuori sacchetti e involucri dal suo zainetto blu riposto nel baule.
Il ragazzo sorrise “ Mia mamma dice che non mangio mai abbastanza..” rispose poi arrossendo.
“ Se ti sconvolge questo…” continuo con l’ intento di fare ridere il suo nuovo amico “ Dovresti vedere i pranzi che prepara per mio papà quando va in missione!”
Sirius sorrise, continuando a scartare le figurine delle Cioccorane: Mangiava allegramente la cioccolata e buttava in un gruppo le figurine che non aveva, e in un secondo gruppo quelle che già aveva. Poi, mentre metteva l’ ennesima “Cliodna la druida” nel gruppo di quelle che già aveva (e questa, per lo sdegno di essere buttata via con così poco riguardo scomparve dalla figurina) chiese “ In missione?”
“ Si!”  rispose James gonfiando il petto orgoglioso “ Il mio papà è un Auror!”
 
Ora, la campagna che sfrecciava sotto i loro occhi si era fatta più selvaggia.
Adesso non cerano più campi pettinati, ma boschi, fiumi tortuosi e colline coperte da una fitta vegetazione color verde scuro.
“ Che ore sono? “ chiese James a Sirius “ Sono le….” Iniziò Sirius che si era messo a contare i numeri sull’ orologio. “…..17.45! “ concluse poi.
“ Wow!” esclamò James “ Siamo quasi arrivati! Siamo quasi a Hogwarts! Meglio che mi infili la divisa…” e senza troppi complimenti, tiro fuori un involucro di vestiti dal baule, e iniziò a spogliarsi davanti a Black.
 “A Hogwarts….” Pensò Sirius: e se non fosse stato smistato a Serpeverde come continuava a dire sua madre? Cosa gli avrebbero detto?
E se invece fosse stato mistato a Serpeverde, come voleva la sua famiglia? Avrebbe perso James, il suo unico amico?
Una voce risuonò per tutto il treno “ Tra cinque minuti saremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il  bagaglio sul treno, sarà portato nell’ ufficio della scuola separatamente”.
James sembrò capire il disagio dell’ amico “ Senti…” Iniziò per distrarlo, dopo che ebbe tirato su la cerniera dei pantaloni “ A te piace il Quidditch?” chiese mentre si infilava la scarpa destra, e sul suo volto nacque un sorriso. Anche Sirius sorrise “ Certo! Mi piace giocare come battitore!” “ Io invece sono bravo nel ruolo di Cacciatore!” esclamò James ormai vestito di tutto punto. James raccontò a Sirius (che si stava rimettendo il mantello) di quando sua madre gli lanciava delle stupide mele e lui le acchiappava a una velocità incredibile. Sirius gli raccontò di quando suo padre lo portò a vedere la sua prima partita di Quidditch.
 “ Avevo otto anni” raccontò “ E l’ unico ricordo felice che ho con mio padre…” raccontò Sirius e si rabbui.
“ Perché dici cosi?” chiese James, con tono molto serio adesso.
“ Perché è vero! Tu non puoi capire!” rispose il giovane Black, i suoi profondi occhi non brillavano più di allegria come poco prima. No, adesso esprimevano dolore.
 “Ho visto come si comportano i tuoi genitori, e ti invidio molto….Io non li ho mai visti ridere i miei,  a parte quando leggono dei babbani uccisi sulla Gazzetta del Profeta!” rispose Sirius sfoggiando sorriso amaro. James continuava a fissarlo, senza parlare.
 
Poi d’ un tratto fece per parlare ma si fermò: Un fischio! Avevano appena udito un sonoro fischio e in men che non si dica sentirono migliaia di passi. I vari studenti si affrettarono a scendere dal treno.
Erano arrivati. Erano arrivati a Hogwarts.
I ragazzi balzarono in piedi e si affrettarono a prendere tutta la loro roba: bauli zaini, gufi, figurine e dolci vari.
Infilarono tutto nei rispettivi bauli, e poi, con un po’ di difficoltà, li chiusero.
“ Senti…” mormoro James ma Sirus lo azzitti. “ Probabilmente finirò a Serpeverde, non rovinare gli ultimi istanti della nostra appena nata amicizia”
James stava per ribattere, ma poi ci ripensò. Il treno, dopo aver rallentato, si fermò.
I due ragazzi scesero dal treno spintonati dalla massa, con lo stomaco chiuso per l’ emozione
“ Primo anno!!! Primo anno da questa parte!!” abbaiò una voce grossa e roca.
“ Chi ha parlato? Dove dobbiamo andare?” chiese con voce nervosa Sirius a James.
Ma quest’ ultimo era come pietrificato, guardava in alto con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.
Sirius capì subito quando alzò lo sguardo come James: colui che chiamava i bambini del primo anno era un uomo gigantesco, con il volto coperto quasi del tutto da una criniera lunga e scomposta e da una barba lunga e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come scarafaggi sotto tutto quel pelame. 
I ragazzi si guardarono “Forte!!” conclusero poi, seguendo l’ omone.
“ Seguitemi!” urlava ai bambini del primo anno “ Primo anno da questa parte….Ora fate attenzione a dove mettete i piedi…Manca qualcuno? Primo anno!!!” 
I ragazzi del primo anno si avvicinarono a lui, alcuni con aria sorpresa, altri con aria eccitata.
“ Comunque..” disse volgendo lo sguardo a James e Sirius, e ad un gruppetto di bambini dall’ aria impaurita “Io mi chiamo Hagrid, Rubeus Hagrid! Sono il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts!”
“Forte” ridissero James e Sirius sorridendo ad Hagrid, che scompigliò loro i capelli.
I ragazzi risero. 
Scivolando e incespicando, i bambini seguirono Hagrid per un sentiero ripido e stretto.
“ E molto buio qui!” fece una ragazzina dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri che aveva un’ aria impaurita.
“ Probabilmente questo sentiero è fiancheggiato da molti alberi!” escamò un ragazzino con i  capelli color miele dall’ aria sveglia.
“ Siri! E il bambino che piangeva stamattina…come è che si chiamava? Ramìn?” chiese  James all’ orecchio di Sirius che scoppiò a ridere “ Remus, cretino!” gli sussurro nell’ orecchio Sirius a sua volta.
 James si limitò a fargli una linguaccia.
“ E adesso..” disse Hagrid “ Prima vista panoramica su Hogwarts!”esclamò.
Ci fu un coro di “Oooooh…”di meraviglia.
Il sentiero era sbucato sulle rive di un lago nero, e in lontananza, appollaiato sulla cima di una colina rocciosa , con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, stava un castello con molte torri e torrette.
“ Non più di quattro per battello!” disse poi Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni sulla riva del lago.
James e Sirius si sedettero vicini ad un ragazzino con due grandi occhi marroni e il fisico un po’ tozzo, e alla ragazzina dai capelli biondi.
Nessuno parlò durante il viaggio in barca, perché tutti erano troppo impegnati a guardare il castello, che diventava sempre più vicino.
“Giù la testa” ammonì Hagrid ai ragazzini. Tutti obbedirono e i battelli li trasportarono in una cortina d’ edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera stessa. Poi attraversarono un lungo tunnel buio , che sembrava portare dritto sotto il castello, e infine raggiunsero una specie di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra sassi e scogli.
Infine si arrampicarono lungo un passaggio nella roccia, preceduti dalla lampada di Hagrid, e finalmente emersero sull’ erba morbida e umida, proprio all’ ombra del castello.
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all’ immenso portone di pietra.
Hagrid alzò il pugno gigantesco e bussò tre volte.
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