Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Averyn    26/07/2012    6 recensioni
COSA SAREBBE SUCCESSO SE HARRY POTTER AVESSE SCELTO DI MORIRE?
Harry avrebbe preso un treno, e si sarebbe ritrovato in una dimesione parallela, all'età di undici anni, con una vita e dei genitori, dei nuovi amici, delle altre abitudini.
E Neville Paciock sarebbe stato il Prescelto.
O forse no?
SECONDO EPISODIO DELLA SAGA 'CICATRICE'.
P.S lo so avevo promesso di pubblicarlo ad agosto, e di sicuro le pubblicazion saranno più lente, ma l'ho finito di scrivere in un mese e non ce l'ho fatta! buona lettura!
PS.PS. Grazie a Marty_Chick del suggerimento del titolo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cicatrice'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A BELLIIII COME STATE???? VI PIACE QUESTO CAPITOLO? NON SAPETE QUANTE VOLTE  L' HO CORRETTO, MA SE C'E' QUALCHE ERRORE FATEMELO SAPERE! DEVO DIRE CHE E' STATA VERAMENTE TOSTA SIA SCRIVERLO CHE CORREGGERLO...SPERO CHE VI PIACERA' IN OGNI CASO ( A PROPOSITO, COME AL SOLITO RINGRAZIO TUTTI I LETTORI) E BEH...VABBE'...QUANDO AVRO' CORRETTO IL PROSSIMO LO POSTO! BACIONI!


Capitolo 5
 
SCRITTE SUI MURI
 
Harry fu piuttosto impegnato nelle settimane seguenti; avrebbe voluto, con tutto se stesso, parlare con Neville, tanto che cercava di liquidare il più possibile Frank o gli altri quando lo vedeva, ma tutte le volte che ci provava si creava qualche contrattempo.
Si rese conto che parlargli era un’impresa davvero ardua.
La notizia di Neville e Ron con la loro macchina volante fece il giro della scuola, portata avanti, ovviamente, da Malfoy.
Tutte le volte che incrociava Neville o Ron per i corridoi non perdeva occasione di prenderli in giro, sottolineando il fatto ancora più grave di essere stati quasi scoperti dalla comunità non magica, riportato dettagliatamente dalla Gazzetta del Profeta.
Fu per alleanza di casata che tutti i Grifondoro nei paraggi, anche i più grandi, si schierarono contro Malfoy per difendere i compagni dagli insulti, arrivando anche a minacciare i Serpeverde di portarli dal preside.
Questo però non aveva fermato Malfoy e i suoi amici, anche se con il passare del tempo non fecero ridere più nessuno.
Tuttavia Harry scoprì che c’era una persona ancora peggio di Malfoy, e quello era Gilderoy Allock.
Frank e Harry si avviarono piuttosto di malumore quel giovedì mattina a Difesa contro le Arti Oscure, dopo che Louise aveva assicurato loro che le lezioni di Allock erano assolutamente insignificanti; aveva anche aggiunto che non  sarebbe tornata a Hogwarts se il professore fosse rimasto l’anno successivo.
“Secondo te ha ragione?” chiese Frank a Harry, quando ebbero raggiunto l’aula.
“Non lo…” cominciò a rispondere lui, ma non terminò la frase perché sentì di nuovo quella voce:
“Uccidere…è tempo di uccidere….”
Il sangue gli si gelò nelle ossa, e si guardò intorno; fu sollevato che non ci fosse nessuna presenza inquietante attorno a loro, anche se non poteva evitare di essere spaventatissimo.
“Harry” fece Frank, guardandolo preoccupato, “tutto bene?”
Il ragazzo si riscosse. “Sì. Benissimo. Entriamo?” disse con una certa fretta, spingendo Frank nella nuova classe di Difesa contro le Arti Oscure.
La lezione non si teneva più in quella stanza buia nei sotterranei di Raptor, ma era piena di luce e abbastanza ampia. Harry constatò che forse Allock non era il massimo, ma almeno aveva scelto un’aula decente.
“Ti rifarò di nuovo la domanda” disse Frank, che guardava Harry ancora con occhio sospettoso, “come pensi che si comporterà Allock?”
“Secondo me? In realtà, non saprei….Louise esagera sempre quando deve raccontare qualcosa…ma non dimentichiamoci che è un cialtrone!” rispose Harry, distraendosi dai brividi che aveva appena provato.
“Cialtrone è, cialtrone rimane!” annuì Frank, e si scelsero un banco infondo all’aula.
Poco dopo furono raggiunti da altri studenti; Harry vide Neville sedersi al banco accanto al loro con Dean Thomas, seguiti anche dai Tassorosso.
Harry notò che a essere eccitata era soprattutto la parte femminile, mentre quella maschile sembrava piuttosto seria, esattamente come lui, Frank e Neville.
Mentre Frank si girava dall’altra parte per parlare con John e Richard, seduti in due banchi vicini, Harry ne approfittò per strappare un pezzo di pergamena e scrivere sopra: ci vediamo alla ricreazione, aspettami nel corridoio del secondo piano e lo fece volare sul tavolo di Neville, che riconobbe la sua scrittura e annuì.
Frank si rivolse a Harry per dirgli una cosa, ma prima che potesse farlo, qualcuno si affacciò dalla porta ed entrò con fare regale.
Era, ovviamente, Gilderoy Allock che, posata la massa di libri sulla sua scrivania ( Harry era certo che si trattasse della serie completa delle sue autobiografie), ne prese uno dalla pila e cominciò a camminare per i banchi.
Harry vide confermate i suoi dubbi: il libro che stava tenendo in mano era Trekking con i troll.
“Io” fece Allock, indicando se stesso con modi pavoneggianti, “sono Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso più Seducente promosso dal Settimanale delle Streghe….”
Un mucchio di roba inutile, pensava Harry all’inizio. Finché quelle frasi non gli tornarono chiare nella mente….perché aveva già sentito quelle parole?
“Bene” disse Allock, con fare teatrale, e Harry tornò alla realtà prima che qualcuno accanto a lui potesse notare la sua ennesima assenza. “Vedo che tutti avete la serie completa dei miei libri…quindi faremo un piccolo quiz prima di iniziare la lezione…”
Tutti si guardarono sbalorditi; un piccolo quiz? Era vero, avevano comprato i suoi libri perché erano segnati sulla lista scolastica, ma questo non stava a significare che li avessero letti.
Allock prese a distribuire i testi di prova, e quando i fogli si posarono sul tavolo di Harry e Frank, i due presero a leggere le domande, rimanendo scioccati: erano tutte riguardanti Gilderoy Allock.
“Harry” bisbigliò Frank all’amico, “tu sai qual è il regalo ideale di Gilderoy Allock, vero?”
Harry strinse le spalle, e l’altro aggrottò la fronte, scoraggiato.
“Oh beh, non importa…tanto non ci metterà i voti su questa roba, vero?” sospirò, anche se non suonava convinto neanche lui.
“Avete trenta minuti…e…via!” annunciò Allock, girando la clessidra.
Harry studiò con attenzione la prima domanda: Qual è il colore preferito di Gilderoy Allock?
Risponderò a caso, si disse, tanto ci sono poche probabilità di fare questo compito decentemente…
 
Mezz’ora dopo, Allock raccolse i fogli e si mise a esaminarli davanti alla classe.
Quasi nessuno aveva indovinato le risposte corrette.
Gli errori più comuni riguardavano il colore preferito e il regalo ideale, e Harry si stupì quando il professore chiamò il suo nome con fare adulante.
“Harry Potter! Ottimo lavoro ragazzo! Hai azzeccato tutte le risposte! Dieci punti a Grifondoro!”
Tutta la classe si girò verso di lui, compreso Frank, che era il più sbalordito di tutti.
“Pensavo odiassi Allock” gli sussurrò, incapace di realizzare come fosse successo.
“Ma io non ho mai letto una riga dei suoi libri!” protestò Harry, quasi offeso, ed era la verità.
Incrociò gli sguardi della classe intera, senza riuscire a capire come avesse fatto.
 
“Mai più! Quel professore è un vero idiota!” esclamò Frank a Harry, John e Richard; i loro vestiti e cappelli erano stati  stropicciati e spiegazzati per via della lezione.
Harry non poteva che essere più d’accordo con lui: Allock si era decisamente superato nella sua incapacità. Aveva catturato dei Folletti della Cornovaglia e li aveva rinchiusi nella gabbia, per poi liberarli in classe per ‘testare il coraggio degli studenti ’.
Inutile dire che poi se l’era data a gambe ed erano rimasti solo lui, Harry, Frank, John, Richard e Neville.
Dopo la lezione di Storia della Magia, insegnata dal professor Ruf, che era un fantasma che non si era accorto di essere morto, Harry avrebbe incontrato Neville per la ricreazione.
Per tutto il tempo, infatti, Harry non pensò ad altro che alle parole di Hermione, chiedendosi proprio che cosa Neville bramasse tanto di dirgli.
 “Ci vediamo dopo” liquidò in fretta Frank e gli altri quando suonò la campana dell’intervallo,“e dite a Louise che ci vediamo dopo a Incantesimi”.
I tre amici assentirono e Harry raggiunse Neville, che lo aspettava a metà del corridoio.
“Ciao Neville” lo salutò.
“Ciao Harry” rispose al saluto l’altro distrattamente.
“Ehi, tutto bene?” chiese Harry, mentre dentro di si sé si sentiva ribollire di curiosità.
“No, io… sì!” sussultò l’altro, risvegliandosi dai suoi pensieri.
 “Senti, ho poco tempo, perciò arriverò subito al punto” disse Harry, sbrigativo “Hermione mi ha detto che dovevi dirmi una cosa…”
Ma Neville non sembrava ascoltarlo; era tutto, tranne che presente.
Si guardava intorno, come se si aspettasse che da un momento all’altro esplodesse un’aula.
“Oh, beh, in realtà sì!” esclamò poi, di nuovo riportato alla realtà, “Ecco, vedi….”
“….Sangue….sento odore di sangue….SENTO ODORE DI SANGUE…”
Harry sentì di nuovo quella voce nella propria testa, piuttosto debole, adesso. Probabilmente veniva dal piano di sotto. Il sangue gli si gelò nuovamente ed ebbe come un brivido, mentre il cuore prese pulsare velocemente.
Guardò Neville, e si accorse che era sbiancato immediatamente, come se le sue peggiori paure avessero trovato conferma.
“La senti anche tu?” domandò a Harry, che annuì.
“….Uccidere….è tempo di uccidere….”
Continuò a dire la voce, sempre più lontana.
“Ma che cos’è?” chiese Harry a Neville, altrettanto spaventato.
 “Non è la prima volta che la senti, vero?” aggiunse, perché aveva letto dalla sua espressione che conosceva già la minaccia.
“Tutte le notti” rispose debolmente Neville. “E’ la prima volta, che…”
“E’ giunto il momento di uccidere….”
Come in trance, Harry afferrò il braccio di Neville e insieme scesero di corsa la scalinata di marmo, fino a raggiungere il piano inferiore. Qualcosa aveva attratto Harry al piano di sotto, solo che non riusciva a capire cosa potesse essere.
“…Dovete morire tutti….uno ad uno….” Minacciò la voce, che si faceva sempre più vicina.
 Harry sentiva l’adrenalina scorrere in tutto il corpo, il sudore scorreva sotto la veste nera della scuola. Scansati molti studenti, riuscirono a correre liberamente per il corridoio.
“Pensi che ucciderà?” chiese Neville a Harry, senza fiato.
“Non lo so” rispose lui, preoccupato.“Spero di no...ma è meglio andare a controllare..”
Finirono in un corridoio più ampio, completamente deserto e allagato.
“La voce è sparita” disse Harry all’amico, “sarà meglio tornare indietro…”
“No, guarda!” gridò l’altro, che puntava il dito su una pozza d’acqua con fare preoccupato.
Harry seguì il suo sguardo: quella in cui guardava era sì, una pozzanghera,  ma ciò che rifletteva era una scritta sul muro, piuttosto inquietante:
 
LA CAMERA DEI SEGRETI E’ STATA APERTA
TEMETE, NEMICI DELL’EREDE
 
 
Era stata fatta col sangue. La sola vista gli metteva i  brividi.
Harry vide qualcosa zampillare nell’acqua…erano dei piccoli insetti, che fuggivano velocemente.
“Ragni?” chiese Neville. “Perché i ragni fuggono?”
“Non lo so” disse Harry, attirato da qualcos’altro. E di nuovo il cuore fece un balzo; poco distante dall’inquietante scritta sul muro vi era, appesa al braccio della torcia, la gatta di Gazza, Mr. Purr, rigida come uno stoccafisso e gli occhi spalancati, fissati nel vuoto.
Harry s’avvicinò lentamente per esaminarla bene.
“Cosa le è successo?” chiese Neville, raggiungendolo, mentre un mare di dubbi prendeva forma nella testa di Harry; che la scritta sul muro fosse stata fatta col suo sangue…?
“Dobbiamo avvertire la scuola” disse poi al compagno, tentando di mantenere la calma. “Devono sapere quello che è successo”.
Neville annuì, ma prima che potessero tornare indietro, Harry scorse una figura che correva davanti a loro. Che fosse il colpevole di tutto questo?
“C’è qualcuno laggiù?” urlò per il corridoio, ma nessuno rispose.
Così prese a inseguire la figura e, girato a destra, proprio all’inizio di un altro corridoio, c’era la persona che meno avrebbe voluto avesse  a che fare con quella storia: Ginny Weasley, svenuta sul pavimento bagnato.
I due, dopo essersi scambiati un’occhiata preoccupata, corsero verso di lei.
Ginny!” la chiamò Harry, chinandosi su di lei e scuotendola. “Ginny, ci sei?”
I due amici attesero qualche attimo, il cuore di Harry nel pallone, mentre vedeva i suoi morbidi capelli rossi leggermente più scuri e umidi perché bagnati dall’acqua, le lentiggini che le donavano su un volto più bianco del latte, le labbra morbide e…Harry si riscosse: non sapeva perché pensava a certe cose, ma doveva finirla.
Ginny si riprese lentamente, aprendo prima un occhio e poi l’altro, a fatica.
“Po…Potter….” Disse, cercando di sedersi e finendo per poggiare la testa sul petto di Harry.
“E’ tutto a posto, Ginny” disse Harry, con un tono carezzevole che non gli apparteneva, e si sentì quasi a disagio accorgendosi di averlo usato. “Che cosa è successo? Sapresti dircelo?”
Ginny incrociò i suoi occhioni scuri con quelli di Harry.
“No io…non lo so ecco…penso di non ricordare nulla….” mormorò quasi.
“Abbiamo visto Mr.Purr appesa a un muro e una scritta inquetante scritta col sangue e poi tu, svenuta per il corridoio. Hai visto qualcosa, Ginny? Sai chi ha fatto tutto questo?”
Ma la ragazzina si limitò a scuotere il capo; poi s’alzò velocemente, staccandosi dal corpo di Harry con furia.
“No, mi dispiace, io…sono solo svenuta sul pavimento… quando sono arrivata…devo andare, farò tardi per la lezione, scusate!” e corse via, lasciando Harry e Neville a guardarsi di stucco, prima di abbandonare anche loro il corridoio e tornare a lezione.
Quel pomeriggio, qualche professore s’imbatté nel corridoio e il fatto fu inevitabilmente scoperto: venne fuori che la  gatta non era stata uccisa, ma semplicemente pietrificata, e che le piante di Mandragora della professoressa Sprite l’avrebbero curata.
Harry tornò in sala comune, deciso a non raccontare a nessuno delle strane voci e dell’esperienza avuta con Neville; neanche questo disse nulla a nessuno, a parte Hermione, ovviamente.
“L’ho detto solo a lei” gli bisbigliò quella sera Neville, seduti al tavolo accanto alla finestra.
“E mi ha detto di tenere gli occhi aperti. Sempre. Potrebbero attaccare me, te, tutti, insomma.”
Stava per aggiungere qualcos’altro, quando Frank invitò Harry a unirsi a lui e al gruppo dei loro amici davanti al camino, e Harry quindi salutò Neville e li raggiunse.
Immaginava che Frank volesse scambiare le sue congetture sull’avvenimento di quella giornata come tutti gli altri – il solo ricordo di quella scritta gli dava i brividi- e invece si trovò davanti Oliver Baston, il capitano della squadra di Grifondoro.
“Salve Harry Potter” si presentò questi, tendendogli la mano, “Black mi ha detto che hai ereditato il talento da Cercatore di tuo padre. Ti piacerebbe fare una piccola prova con me sabato mattina per testare le tue capacità prima di entrare in squadra?”
 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Averyn