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Autore: Fannie Fiffi    26/07/2012    6 recensioni
Ok questa è tipo una follia perché non porto a termine mai niente, ma va bè!
Gli avvenimenti sono tutti collocati verso il finale della terza stagione, ma le cose potrebbero andare diversamente. L'inizio della storia fra l'originale Klaus e la vampira Caroline. Vi posto una parte del 1° capitolo:
E così voltandomi le spalle se ne andò. Klaus se ne era veramente andato, come mi aveva detto e mentre osservavo l’ibrido non potei fare a meno di chiedermi se e quando lo avessi rivisto. Perché quei dubbi, se tutto ciò che io e i miei amici volevamo stava accadendo? Perché sentivo quello strano sentimento sconvolgermi il petto e trasmettermi l’impulso di seguirlo?
Dal capitolo 11:
« Forse dovremmo rientrare. » spezzai il silenzio.
« Tu vuoi? »
« No» dissi alzando lo sguardo per fermarlo nel suo.
Lui annuì sorridendo.
« Perché mi hai detto che te ne saresti andato da Mystic Falls e poi sei rimasto? »
« Le prospettive cambiano. »
« Non è una risposta. »
« Non volevo lasciarti. »
Oh, questa si che lo era. Rimasi interdetta per un attimo, poi continuai, decisa ad ottenere le mie tanto agognate risposte.

Avviso importante: potrebbe contenere tracce di OOC.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Heaven's in your eyes.


Pov Caroline



Maledetto temporale. Maledetto ‘Nightmare’. Maledetto Klaus che aveva scelto un film horror. Maledetta me che avevo accettato di vederlo, senza fare parola della mia fobia per gli horror.

Erano le 2.43 di notte e io ero sveglia, angosciata, sudata e mi rigiravo fra le coperte in cerca di sonno. Cercai di distrarmi pensando ad enormi distese di prati fioriti, unicorni, palloncini a forma di cuore e coniglietti rosa, ma non funzionò. Un tuono improvviso mi fece letteralmente balzare dal letto. Non potevo rimanere lì da sola un momento di più.
Senza pensarci due volte mi fiondai verso la camera di Klaus, l’unica stanza della casa che non avessi controllato. Appena entrai notai l’enorme letto a baldacchino che occupava la metà della stanza. Vicino all’unica finestra della camera c’erano una cassettiera e uno specchio, mentre appesi alle pareti si trovavano quadri nello stesso stile di quelli appesi nella mia camera. Mi avvicinai al letto e vidi Klaus riposare in una strana posizione. Era steso in pancia in giù ed entrambe le braccia abbracciavano i cuscini ai loro lati. Mi fece tenerezza.
« Klaus!»bisbigliai piano, ai piedi del letto. Lui si svegliò di soprassalto e si mise seduto. Era a petto nudo.
« Che succede?!»esclamò con la voce impastata dal sonno. Ora come glielo dicevo che avevo paura di dormire da sola? Mi avrebbe sicuramente presa per una bambina. E poi quei temporali mi avevano sempre terrorizzata.
« Non riesco a dormire. Ho paura dei temporali.»Ammisi sussurrando e abbassando gli occhi. Sebbene la camera fosse quasi totalmente buia, lui sicuramente lo percepì. E scoppiò in una risata. Continuava a ridere in modo sguaiato, tenendosi la pancia per lo sforzo. Non sarei mai dovuta andare lì. Così come ero arrivata me ne andai, ma lo sentii muoversi sul letto e afferrarmi il polso. Mi fece voltare e me lo ritrovai vicino, in ginocchio sul letto.
« Scusami, ma sei buffa. Puoi rimanere qui. C’è tanto posto.»E così dicendo mi lasciò il posto e si sdraiò, aspettando che io facessi lo stesso. Lo osservai per qualche istante, poi salii sul grande letto e mi stesi al suo fianco. La pioggia continuava a fare un gran rumore e i tuoni non accennavano a diminuire. Tremai sotto le coperte e lui se ne accorse. Si girò verso di me e mi trascinò davanti a lui. Eravamo distesi su un lato, uno nella direzione dell’altra. Poggiai i miei piedi freddi fra le sue gambe e  le sentii sfrigolare a contatto con le mie. Infine avvicinai il visto al suo collo e mi rannicchiai contro di lui. Klaus prese ad accarezzarmi la schiena per tranquillizzarmi, mentre sobbalzavo ad ogni minimo rumore. Dopo qualche minuto mi calmai definitivamente, poiché la pioggia era finita ed ero sicura che niente e nessuno mi avrebbe fatto del male. Ero in dormiveglia e stavo quasi per addormentarmi del tutto, quando sussurrò: « E comunque, dolcezza, non c’era bisogno della scusa della pioggia per passare una notte nel mio letto.»
Anche se avrei voluto colpirlo non dissi niente, ero troppo stanca. O forse non c’era nient’altro da dire…
 
 
 
Il mattino seguente mi svegliai in quel letto per la prima volta. La notte prima non me ne ero accorta, ma c’era un lieve profumo di sandalo e muschio che inebriava l’intera stanza. Lo stesso odore che aveva la pelle di Klaus. Pensando a lui abbassai lo sguardo e mi ritrovai il suo braccio sulla pancia. Il suo peso era totalmente addossato alla mia schiena, mi schiacciava. Mi sorpresi, però, di non provarne alcun fastidio. Le nostre gambe erano ancora intrecciate in un nodo umano e sentivo il suo respiro addormentato dietro il collo. Cosa avrei fatto ora? Le opzioni erano due. Primo: andarmene e sgattaiolare via senza svegliarlo. Decisamente no, avrebbe pensato che quella notte aveva significato qualcosa per me. Ma non era così, no. Avevamo deciso di essere amici, e due amici si tengono compagnia l’un l’altro. Si stanno accanto nei momenti difficili.
Secondo: rimanere lì ed aspettare il suo risveglio. Ma quanto ci sarebbe voluto? Sicuramente meno del previsto, poiché lo sentii muoversi e mormorare al mio orecchio: « Stai pensando ad un modo per fuggire dal lupo cattivo?»Bene, era sveglio. Colsi l’occasione per girarmi verso di lui.
Mi guardava con quell’aria angelica e un po’ confusa, tipica delle persone appena sveglie. Se adesso dovessi trovarmi davanti al Klaus di qualche settimana prima, l’assassino e il crudele ibrido, penserei che sia un'altra persona.
« No, sono abbastanza forte da affrontarti.»Risposi facendo una linguaccia.
« Ah si?» sussurrò avvicinandosi molto lentamente. Posò le mani ai lati della mia testa e si mise sopra di me, senza però lasciare completamente il peso. Mi sorrideva mentre io lo fissavo senza dire una parola. Avvicinò il viso così tanto al mio che sentii la sua leggera barba pizzicarmi la guancia. Temevo che potesse fare qualcosa di avventato, ma in realtà ero io quella di cui non mi fidavo. Ero spaventata dalla mia reazione. La tensione sparì quando mi posò un bacio sulla guancia e cominciò a farmi il solletico. Questo proprio no, non potevo accettarlo. Cominciai subito a ridere compulsivamente, senza riuscire a fermarmi. Lui faceva scorrere le sue mani sui miei fianchi mentre rideva assieme a me. Cercavo di allontanarlo con le mie mani ma ogni tentativo andava fallito, non potevo niente contro la sua estrema forza. Quando pensò che fosse abbastanza si allontanò, ancora ridendo, e si mise seduto sul letto. Io abbracciai il cuscino e chiusi gli occhi per qualche istante, ringraziando che la tortura fosse finita.
« Si, se non sbaglio stavamo dicendo che sono nettamente più forte di te.»Mi canzonò.
Non risposi a parole, ma in un secondo aprii gli occhi e slanciai il braccio per colpirlo. Lui però mi fermò per il polso e, scorrendo la sua mano verso la mia, aggrovigliò le nostre dita. Rimanemmo per qualche istante a fissare quell’unione, poi sospirò: « Vado a preparare la colazione. Caffé?»chiese alzandosi.
« Si, grazie. Ti raggiungo fra un momento.»E con un battito di ciglia fui sola.
Presi il cuscino e me lo premetti in faccia, per reprimere l’entusiasmo che quel momento mi aveva provocato. Non sapevo perché ma mi sentivo elettrizzata, pronta a far tutto. Mi alzai dal letto a velocità vampiresca e arrivai in salone, dove trovai Klaus intento a preparare delle uova… senza maglietta.
« Potresti vestirti per favore? Devo ancora mangiare.»
« Non sembrava che stanotte ti desse problemi.»Disse indicandosi il petto. Ora che lo scrutavo non era niente male. Spalle larghe, braccia muscolose ma non troppo, addominali appena pronunciati e quella leggera peluria che scendeva sempre più verso…
« Allora?»disse, probabilmente riferendosi ad una domanda che non avevo sentito. Morii di imbarazzo.
« C- co-cosa?»
« Preferisci le uova con o senza bacon?»chiese nuovamente, con un sorrisetto che la sapeva lunga.
« Senza, grazie…»risposi scossa e ancora imbarazzata.  
 
 
 
Pov Klaus
 
 
 
5 giorni prima
 
Erano ormai due ore che vagavo nella foresta. Per mia sfortuna non c’era nemmeno un escursionista da prosciugare. Non sapevo cosa fare. Non ero ancora pronto a tornare in quella casa, a tornare da lei. Mi sentivo bloccato. Decisi di tornare a Mystic Falls per avere delle notizie da mia sorella. Non presi nemmeno la macchina, volevo correre. Volevo sentirmi l’ibrido potente che ero e non un debolissimo umano. Perché era quello che risvegliava Caroline in me: il mio patetico lato umano. Ogni volta tentavo di reprimerlo, proprio come mio padre mi aveva insegnato. Ma non ci riuscivo. 
Arrivai davanti la mia enorme villa ed entrai dalla finestra della mia camera. Tutto era proprio come lo avevo lasciato quella mattina. Compresi i disegni. Rebekah si accorse della mia presenza e in un secondo fu lì con me. « Klaus, possiamo andarcene da qui una volta per tutte.»
« Cosa dici? Devo uccidere Alaric.»Mia sorella, che conoscendomi non si era sorpresa di fronte alla mia assenza mattutina, mi scrutò attentamente. Poi disse le parole che non avrei voluto mai sentire:
« Ci ho pensato io.»
« Cosa? Ma questo vuol dire che la mia doppleganger…»
« è morta. Proprio così. Peccato che avesse in circolo sangue di vampiro. I Salvatore la stanno vegliando in attesa del suo risveglio.»Terminò con un sorriso maligno.
Non ci vidi più dalla rabbia, mi catapultai semplicemente contro di lei.
« CHE DIAVOLO HAI FATTO? NON POTRO’ PIU’ CREARE IBRIDIlei si rialzò dalla scrivania contro cui l’avevo buttata.
« Nick, l’ho fatto solamente per noi. Ora potremo tornare ad essere una famiglia felice!»disse con le lacrime agli occhi.
« Cosa ti frulla in quella testa bacata, sorellina? Non siamo mai stati una famiglia felice e non lo saremo mai. Hai rovinato tutti i miei piani! Non trascorrerò con te un minuto di più e ritieniti fortunata ad essere ancora viva. Faresti bene ad andartene adesso.»
Lacrime amare iniziarono a scorrerle sul viso, ma non ci badai. Quella volta mi aveva fatto davvero incazzare. Una volta solo cominciai a pensare a una soluzione. Ecco perché nessuno era ancora venuto a cercare Caroline. In quel momento era l’ultimo dei loro problemi. Bastardi. Pensai che la cosa migliore fosse trovare Tyler e soggiogarlo. Lo avrei convinto a dire ai Salvatore che Caroline era al sicuro, che sarebbe tornata presto ma che al momento voleva stare da sola. Mentre pensavo a lei, per un attimo tutta la rabbia si dissolse. Rebekah, ibridi, doppleganger… non contavano più niente. In quel momento, lontano da lei, riuscii a pensare lucidamente: tutto quello che avevo fatto, tutto quello che ero, aveva una ragione. E la ragione era lei.
 
 
1 giorno prima
 
Erano passati due giorni dal mio ritorno in quella casa e non avevo ancora trovato il modo per dirle la verità. Ogni volta che provavo anche solo a dirle quello che era successo, la guardavo e subito cambiavo idea. Ero così codardo quando si trattava di lei. 
« Ma… Alaric vivrà ancora per molto tempo. Dovremmo rimanere qui per tutta la durata della vita di Elena?»
Quando pronunciò quelle parole, sentii il sangue ghiacciarsi nelle vene. Era il momento giusto per dirle la verità, per dirle che Alaric era giàmorto… e con lui la doppleganger.
Aprii le labbra pronto a parlare, pronto a vederla urlare e arrabbiarsi con me e cercare di andarsene in tutti i modi, ma non riuscii a parlare. Le parole si bloccarono per la strada. Rimasi a guardare il vuoto, sentendo due voci ben distinte nella mia testa. La prima mi diceva di dirle tutto, chiamare Keila, spezzare l’incantesimo e farla andare via. Ma questo avrebbe significato andar via da me. E io non volevo rimanere solo. Non di nuovo. O forse semplicemente non volevo rimanere senza di lei. La seconda vocina mi diceva di far silenzio, tenerla lì con me per sempre.  La parte di me che prevalse, però, fu quella mostruosa. Il mio egoismo era ancora tutto lì, in fondo al mio cuore e la cosa non poteva cambiare da un momento all’altro. Sapevo che non appena avesse saputo la verità mi avrebbe odiato. Ne ero consapevole, ma non riuscii a dirgliela. Non volevo perderla.
« Caroline, è inutile torturarti con le domande. Risolverò la questione, ne parleremo. Ma non ora, non oggi. Ti prego fidati di me, ti darò tutte le risposte che cerchi. »
Il discorso finì così, ma io continuai a pensarci. Quella notte stessa, mentre Caroline riposava inconsapevole nel suo letto, chiamai Keila. Le dissi di raggiungermi con urgenza e appena arrivò, un’ora dopo, le feci rompere l’incantesimo. Ero stanco di mentire. Il giorno dopo avrei detto la verità a Caroline e l’avrei lasciata libera di andarsene. 
 
 
 
 
 
 
« Klaaaaaaauuuuuuuuus?» urlò Caroline, sventolandomi una mano davanti gli occhi. Mi ero nuovamente distratto, ripensando agli ultimi giorni. Non potevo più mentire, non dopo la conferma della sua fiducia in me.  Era venuta nella mia stanza in piena notte e aveva cercato protezione. Da me! Da un mostro come me. Si fidava di me e io ero così stanco di mentirle che preferivo vederla andarsene, piuttosto che alimentarla di false speranze. Io non ero quello di cui aveva bisogno, non lo ero mai stato. Sentivo ancora dentro di me l’egoismo e la rabbia che erano stati miei compagni per tutta la vita. Sebbene lei avesse scavato e trovato un lato di me che nemmeno io conoscevo, non potevo continuare a essere quello che lei voleva che fossi. Il mostro era ancora lì, dentro di me, e non potevo ignorarlo. Non potevo nemmeno combatterlo. Mi ero semplicemente illuso che una cotta passeggera avrebbe potuto cambiarmi. Io non potevo essere cambiato, non potevo essere curato. Dovevo rimanere solo per l’eternità, così come mi aveva giurato Esther.
Così presi fiato e la interruppi proprio mentre stava cercando di dire qualcosa.
« Caroline, devo dirti una cosa.»
 



Bene, per oggi chiedo solo scusa ad AmoTVD98 per aver fatto morire Elena! :') ahahahahahaah
ringrazio comunque tutte le splendide ragazze che inseriscono recensioni e mettono fra le preferite/ seguite.
Non immaginate neanche quanto il vostro supporto mi sia d'aiuto e quanto siate meravigliose ** Vi voglio bene!
ps. Ho cambiato stile di scrittura, vi piace? (: 
  
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