Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: pescioletta    27/07/2012    2 recensioni
Dal capitolo 1: Damon. Tanto tempo e le stesse recriminazioni: lui l'avrebbe salvata.
Non importava come, non importava il prezzo, non importava se l'avesse odiato per sempre perché aveva deciso lui al suo posto.
Si sarebbe fatto odiare da lei per l'eternità se ci fosse stato anche un unico modo.
E questo modo c'era.
IV stagione... a modo mio...
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Klaus, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, sono mancata per un po' e per farmi perdonare vi lascio un capitolo abbastanza lunghetto e ricco di novità… inutile dire che qualunque recensione, bella o brutta, mi fa sempre molto molto piacere!!

Buona lettura!!



******







******



Elena si stiracchiò sul letto. Aveva dormito un paio d'ore, non di più, ma le sembrava di aver riposato per dieci giorni.

"Quando si è un vampiro evidentemente non si ha bisogno di dormire tanto…" boffonchiò, notando solo in quel momento Stefan in piedi davanti alla finestra. Aveva addosso solo i jeans blu, fermi con un cintura, e le mostrava le spalle.

"Stefan…" lo chiamò lei, ma lui non diede segno di volersi voltare.

Elena si fermò un secondo a guardare quella schiena mermorea, quella pelle pallida, quei muscoli perfettamente delineati.

"Io lo amo, Damon…" ricordò una vocina pressante nella sua mente.

"Io e Stefan abbiamo fatto un patto…"

Improvvisamente sentì lo stomaco contrarsi e una lacrima formarsi nei suoi occhi…

"Dove sono le scorte di sangue?" chiese allora con tono pratico.

"In cantina" rispose lui, continuando a guardare fuori dalla finestra.

Elena sbuffò, alzandosi.

Poi, improvviso, le giunse alle orecchie quel suono…

Si voltò e, senza nemmeno rendersene conto era già di sotto, una mano sulla maniglia della porta.

Stefan era accanto a lei…

Si voltò.

Ma come ha fatto…? pensò, conoscendo già perfettamente la risposta.

Al di là della porta, Christian Fell attese pazientemente che l'uscio si aprisse e un giovane biondo a torso nudo lo salutasse.

"Signor Fell…"

"Signor Salvatore… posso entrare?" chiese, mostrando alcune carte

Stefan non disse una parola, stringendo le labbra, poi aprì la porta e gli fece un cenno d'invito.

Si guardò intorno.

Elena era sparita.



*****



"Caroline..?"

La ragazza si voltò.

Non è possibile…

"Tyler?!" lo riconobbe a bocca aperta, volandogli letteralmente tra le braccia e stringendolo come se al mondo non esistesse altro.

"Oh mio dio… pensavo… credevo… ma come è possibile…?" balbettò, continuando a toccarlo, quasi volesse accertarsi che fosse reale, che non fosse un fantasma.

"Va tutto bene…. Sono qui…" la tranquillizzò Tyler, baciandola con passione.

Caroline sorrise, felice.

"Pensavo di non rivederti mai più… pensavo che Klaus… ma com'è possibile?" ripetè senza riuscire a smettere di accarezzarlo, stingerlo, baciarlo. "Sono qui.. sono vivo… nient'altro ha importanza…"

Sussurrò lui, spingendola contro il muro e lasciandole una scia incandescente di baci lungo la bocca, il collo, il seno.

"Ti amo Tyler…" gemette lei, catturando per un istante solo il suo sguardo e chiudendo poi gli occhi, rapita da tutte le sensazioni che l'ibrido le stava regalando "Non so dirti quanto sono contenta che tu sia vivo…"



*****



Elena poteva sentire tutto. Stefan che apriva la porta. Il signor Fell che entrava, lasciava l'ombrello nell'ingresso, il cappotto sull'attaccapanni e faceva dodici, no tredici passi per arrivare al divano. Ora erano entrambi seduti in soggiorno e il signor Fell si era acceso una sigaretta.

"Questa casa è splendida, signor Salvatore" diceva Fell con noncuranza, come se stesse per ipotecarla "Appartiene alla mia famiglia da sempre" "Dal 1824 per l'esattezza" ricordò Christian Fell, con un sorriso appena accennato. Stefan annuì. Suo padre l'aveva comprata il giorno in cui si era sposato e poi loro erano cresciuti lì. Dopo la sua morte, la villa era passata in eredità di Salvatore in Salvatore, fino ad arrivare a suo cugino Zachary.

"E' proprio un peccato che la settimana prossima venga demolita…"

Elena trattenne il respiro.

Si concentrò ancora di più per sentire meglio.

"Come scusi?" chiese Stefan. Christian Fell sorrise, assaporando una boccata di fumo.

"Ecco…" disse, passando alcuni documenti nelle mani del vampiro "questi sono gli atti di proprietà della villa. E' inutile dire che l'eredità è un lascito che, per definizione, viene lasciato da una persona morente agli eredi *viventi*" disse, rimarcando quella parola "Non credo però che sia il caso di controllare se esiste ancora un membro vivente della vostra famiglia, dico bene signor Salvatore?"

Stefan si alzò in piedi.

"Se ne vada." disse, ma Fell evidentemente non aveva la minima intenzione di ascoltarlo

"Dal momento in cui è morto suo zio Zachary, la villa appartiene al comune di Mystic Falls e, per inciso, anche il vostro lascito a favore della signorina Gilbert non ha valore, dato che è stato firmato da due persone ufficialmente defunte"

"Le ho detto di andarsene." Esclamò Stefan, indicando la porta

"Altrimenti che fa? Mi morde?" chiese Fell, canzonandolo "Non è un segreto per nessuno che a Mystic Falls ci siano molti più vampiri di quanti la gente voglia ammettere, ma i tempi del regime permissivo della signora Lockwood e dello sceriffo Forbes sono finiti." Stefan fece per replicare, ma Christian fu più veloce di lui. Si alzò in piedi e gli spruzzò addosso un liquido vaporizzato con una bomboletta antiaggressione. Solo che quello non era esattamente peperoncino.

Elena scattò di sopra, i canini già lunghi, gli occhi già iniettati di sangue. Si lanciò addosso a Christian Fell, l'uomo che aveva appena aggredito Stefan, il suo Stefan… gli strappò di mano la bomboletta e poi gli affondò i canini nel collo.



*****



"Sei… ancora qui?" chiese Caroline a mezza voce.

Tyler si voltò alzando le sopracciglia.

"Volevo solo assicurarmi che tu non fossi solo un bel sogno…"

L'ibrido sorrise, accarezzandole una ciocca di capelli

Dal canto suo, Caroline sorrise a sua volta, chiuse gli occhi e si accoccolò meglio sopra la spalla del suo uomo.

La pelle dell'ibrido aveva un buon odore… anche se era… diverso…

Probabilmente aveva cambiato dopobarba, pensò, continuando a sorridere

La marca gliel'avrebbe chiesta più tardi…

Tyler era vivo.

Tyler era con lei.

Tyler era sopravvissuto a Klaus.

Non poteva esserci una giornata migliore di quella…

"Hai fame?" chiese l'ibrido con un sorriso.

Caroline annuì "Che domanda: sono un vampiro, noi abbiamo sempre fame…"

"Allora che ne dici se andiamo a farci uno spuntino?" chiese, sciogliendo la bionda dall'abbraccio con gesti misurati e guardandola negli occhi.

"Potremmo andare a Parigi…"

"Parigi?" chiese Caroline stupita

Tyler alzò le spalle "Ok, Londra, Madrid, Los Angeles… scegli tu, a me va bene qualunque cosa…"

Caroline scoppiò a ridere "Mi stai prendendo in giro" ma Tyler le si avvicinò baciandola dolcemente "il mondo non è Mystic Falls, Care…." sussurrò.

La bionda rimase ferma un secondo, come a volerci pensare.

"Non possiamo…" disse infine, alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhi

"Elena ha bisogno di noi…"

"Saremo di ritorno prima di sera… e poi c'è Stefan con lei…"

"E' mia amica, Tyler…"

L'ibrido si alzò dal letto e si vestì lentamente.

"Non essere arrabbiato, ti prego. Partiremo per Parigi appena lei si sarà abituata alla sua nuova condizione, te lo prometto!"

Tyler si voltò e annuì. Serio.

Poi, aprì la porta e scese le scale.

"Ci vediamo più tardi…" sussurrò Caroline, certa che Tyler l'avesse comunque sentita.



*****



Damon alzò un sopracciglio mentre la strega gli girava intorno, osservandolo.

"Vedi qualcosa che ti piace?" chiese, malizioso.

La strega sorrise.

"In effetti, sì…" disse in tono ambiguo, continuando a camminare "vedo forza, coraggio, orgoglio… amore…" elencò, fermandosi alle sue spalle "ma vedo anche dolore, rabbia, oscurità… non sei pronto per il compito che mi chiedi di affrontare."

Damon sorrise, voltandosi "Peccato che io sia l'unico che possa farlo…"

La strega rimase per un attimo in silenzio, poi allungò la mano e un paio di oggetti si materializzarono nel suo palmo.

"La collana di Ayana…" elencò "il sangue del vampiro…" "Di Elena…" la corresse lui immediatamente, e la strega lo fissò con attenzione per poi tornare a guardare ciò che aveva tra le mani "Ma manca qualcosa…"

Damon sollevò le spalle

"Non crederai che sia così stupido da portarmi dietro tutto quanto…"

La strega lo fissò.

"Tu vuoi una garanzia?" chiese

All'espressione del vampiro la strega poggiò i due oggetti sul tavolo e si rivolse a Damon.

"Esther non avrebbe dovuto maledire i suoi figli" disse "Ayana l'aveva avvertita: la magia ha sempre delle conseguenze…"

"Esther mi ha detto che la maledizione di Klaus e della sua famiglia è legata al sangue di Elena"

"Questo non è esatto" disse la strega afferrando un libro "Per diventare vampiri i fratelli Mikelson hanno bevuto il sangue di una ragazza. Questo singolo fatto ha dato a quel sangue un potere eccezionale che si è tramandato di generazione in generazione…"

"Creando la stirpe delle doppelganger"

La strega annuì

"Il sangue della donna che ha reso immortali i vampiri ha il potere di invertire la trasformazione. Ma c'è dell'altro…" disse "Esther sapeva che uno dei suoi figli aveva una duplice natura. Convinta di proteggere gli altri e condannare Nicklaus, ha deciso che la maledizione del figlio fosse legata al sangue dell'unica umana che poteva costituire una minaccia per la sua famiglia…"

Damon spalancò gli occhi, stupito.

"Stai dicendo…?"

"Nel suo folle piano originario, Esther pensava che Klaus, spinto dalla voglia di completare la sua personale trasformazione, avrebbe ucciso la doppelganger e avrebbe di conseguenza liberato i suoi fratelli dal vincolo del suo sangue."

"Quando Esther li ha uniti ha usato il sangue di Elena…" ricollegò Damon "ma quindi… è andato tutto come doveva andare…"

La strega aprì il libro, sfiorando con delicatezza le pagine vecchie di migliaia di anni.

"Esther non avrebbe dovuto effettuare quella magia…" disse lei, improvvisamente seria "con il suo operato ha alterato il corso degli eventi e ha portato di fatto nel mondo una nuova genia di esseri, parassiti della specie umana, che si sono diffusi a macchia d'olio portando morte e distruzione ovunque andassero"

"Ok, questa parte la conosco bene" disse Damon insofferente "andiamo al punto dove mi dici come salvare Elena"

"Il punto non è come salvarla, Damon… il punto è come raggiungere l'equilibrio…"

"Ok. Non ti seguo più…"

La strega mostrò al vampiro un piccolo cartiglio, inciso su una pagina.

"Vedi, questo è il simbolo dell'equilibrio. Non è fatto solo di luce o solo di ombra. Perché il mondo possa esistere devono esserci entrambe…"

"Ora mi dirai che i vampiri sono l'ombra e le doppelganger la luce…"

"Qualcosa del genere…"

Damon strinse gli occhi, fissando il libro.

"Perché i vampiri esistano la doppelganger deve esistere…" disse lui.

La strega annuì

"Quando è morta Katherine il problema non si è posto perché c'era Elena…"

"Ma ora non è possibile cercare una scappatoia" concluse la strega "di qui le due strade che possiamo scegliere di percorrere: o distruggiamo per sempre la genia dei vampiri, come ha cercato di fare Esther, oppure riportiamo in vita la doppelganger e diamo a Klaus esattamente ciò che desidera…"

Poi, come a voler sottolineare quanto detto, guardò negli occhi Damon e aggiunse "il tempo che ci è concesso non è infinito. Possiamo riflettere fino alla prima notte di luna piena, poi i vampiri svaniranno dalla faccia della terra e tutto tornerà esattamente come avrebbe dovuto essere…"



*****



"Elena… Elena fermati… Elena…"

La vampira lo guardò e si staccò dal collo dell'uomo, ringhiando.

Stefan allungò una mano.

"Elena… Elena…" ripetè, quasi fosse un mantra "fermati… va tutto bene…" sussurrò "lascialo andare…"

La ragazza parve rianimarsi un istante, guardò in basso.

La ferita ancora pulsante, un sottile fiotto di sangue che usciva dal collo dell'uomo.

Si allontanò immediatamente da Christian Fell e rimase ansimante contro il muro, la bocca ancora grondante di sangue, le mani sporche dal suo ultimo pasto.

Il signor Fell giaceva a terra, ormai privo di sensi. Stefan si avvicinò a lei…

"Elena…" sussurrò "andrà tutto bene…" disse, ma lei lo guardava con gli occhi spalancati e un'espressione terrorizzata sul volto.

"L'ho ucciso…"

"No…" la fermò immediatamente Stefan.

Lei lo fissò, ancora più sconvolta.

"Ma avrei potuto. Lo volevo… io…"

"Elena…"

"Non riuscivo a fermarmi…"

"Elena…"

"Era una minaccia…"

"Elena…" la chiamò di nuovo lui, afferrandole le spalle.

Lei si divincolò con uno strattone

"Io lo volevo morto, Stefan…" esclamò, gli occhi velati di lacrime "e potevo farlo…"

Il biondo non fece nemmeno in tempo a dirle una parola che Elena era già sparita dalla sua vista.



*****



"Non ci posso credere!"

Klaus sbattè il pugno contro la roccia con violenza, creando un buco nella parete.

Bonnie continuò a fissarlo, senza scomporsi.

"Il fatto che Elena sia diventata un vampiro non dipende da me, Klaus" disse lei, senza vergogna "il patto era che ti facessi sopravvivere e che poi usassimo il sangue di Elena per riportarti nel tuo corpo"

L'ibrido si voltò verso la strega, afferrandola per la gola.

"Già…" disse "ma si dà il caso che non m'interessi tanto il piano quanto lo scopo finale. Ora vedi di trovare un modo per farmi riavere indietro la doppelganger o ti giuro che ucciderò chiunque tu abbia mai conosciuto… a cominciare da Caroline."



*****

Elena aveva corso per miglia, forse aveva attraversato interi stati senza curarsi di dove stesse andando, e del resto non era semplice tenere il conto delle miglia percorse quando tutto intorno a te, mentre ti muovi, sembra imbalsamato.

Si fermò stremata, al centro di una radura.

Il suo stomaco brontolava. Voleva sangue.

Accanto a lei, un coniglio svanì nella boscaglia. Stava per inseguirlo quando sentì distintamente il rumore di un motore e di alcuni passi in mezzo a una strada.

"Dannazione, non può essersi fermata!" imprecò una voce in lontananza.

Senza neanche accorgersene, si ritrovò alle spalle del ragazzo, un giovane alto e biondo, occhiali da sole e camicia aperta, che sembrava molto indaffarato a guardare nel cofano per capire cosa non andasse nel motore… ma Elena non lo vedeva neanche. L'unica cosa che riusciva a sentire era il rumore forte e costante del cuore del ragazzo che, come una pompa, spandeva ovunque quel liquido tanto agognato.

Aprì la bocca, in un ghigno famelico, quando un'ombra le passò davanti e le tagliò la strada.

Un attimo dopo. Il ragazzo non c'era più.



*****



La stanza d'ospedale era bianca e asettica, priva di qualunque soprammobile che non fosse una fiala di farmaco o un macchinario di primo soccorso.

Christian Fell si alzò lentamente, cercando di reprimere i continui giramenti di testa.

"Le hanno dato del sangue di vampiro, le conviene stare qui per le prossime 48 ore…"

L'uomo si voltò. Alla sua destra, l'individuo che si faceva chiamare Connor stava fumando, appoggiato a una parete.

"Lei non potrebbe fumare…" cercò di dire, ma la risata dell'uomo in quel momento gli fece capire che tutto ciò non aveva importanza.

Chinò quindi la testa e deglutì, piano.

"Il suo piano poteva costarmi la pelle…" disse.

Connor sorrise.

"Era un rischio che mi sentivo di correre…"

Christian Fell si voltò di nuovo verso l'uomo che ormai aveva raggiunto la porta.

"Almeno ha trovato quel che voleva?" chiese, alla larga schiena coperta da un lungo soprabito di pelle nera, unica parte di lui che vedesse.

"Sì" disse lui prima di sparire "direi proprio di sì…"



*****



"Potevi anche dirmi che mi stavi spiando…"

Damon alzò le spalle con noncuranza ed Elena si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo.

"Grazie comunque…" disse

Damon le sorrise "Non c'è di che…" disse prima di voltarsi.

La ragazza gli corse dietro.

"Ehi… ho detto che mi dispiace Damon…"

Lui non si fermò, alzando nuovamente le spalle "Non mi devi nessuna scusa, Elena…"

"Sì, invece!" esclamò lei afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi

"Avrei potuto ucciderlo…"

Damon la fissò, mettendo l'indice sul mento "Mmmm…"

"Che c'è?" chiese Elena, per nulla a suo agio.

Per tutta risposta Damon la squadrò ancora meglio.

"Ti ho chiesto che cosa c'è?"

"Non avete ancora affrontato la questione con Stefan, vero Elena?" chiese.

La vampira lo guardò, aggrottando la fronte "Che questione dovevamo affrontare, scusa?"

"Il controllo…" disse semplicemente Damon, continuando a fissarla "sai, quella cosa che ti avrebbe permesso di non ammazzare quel tizio un minuto fa…"

Elena abbassò lo sguardo

"Ci… stiamo lavorando…" disse

Damon annuì. Poi si voltò e fece un cenno in direzione della boscaglia.

Immediatamente il ragazzo biondo fece la sua comparsa in mezzo agli alberi.

Elena indietreggiò.

"Damon… io…"

Il vampiro lo prese per una spalla.

"Che cosa vedi, Elena?" chiese. La ragazza lo guardava terrorizzata, indietreggiando sempre di più.

Anche il ragazzo la guardava, ma non sembrava avere nessuna paura.

"Damon…"

"Rispondi alla domanda."

Elena rimase ferma un istante, poi alzò lo sguardo verso il ragazzo e come prima sentì il suo cuore battere, la carotide pompare, il sangue… quel delizioso sangue, spargersi in giro ovunque... nelle sue vene…

"Ti ho chiesto… che cosa vedi?" chiese di nuovo Damon, frapponendosi tra lei e il ragazzo. Elena lo guardò un istante, cercando di scansarlo, ma lui l'afferrò per le spalle

"Sono più vecchio di te Elena, non ti conviene contrastarmi perciò dimmi" disse, fermo "che cosa vedi, Elena?"

"Una preda!" esclamò la ragazza ringhiando piano.

"Guarda meglio…"

Elena non sapeva a che gioco stesse giocando, ma sapeva che voleva quel sangue e che lo voleva a qualsiasi costo. Si divincolò nella presa di Damon ma lui la tenne ferma. Allora calciò, imprecò, tentò di morderlo e alla fine, stremata, si accasciò al suolo appoggiando la fronte contro la sua spalla.

"Non ce la faccio…" sussurrò, piano.

Damon deglutì, cercando di nuovo il suo sguardo.

"Cosa vedi, Elena?" chiese di nuovo.

"Perché è così importante?"

"Rispondimi e basta… cosa vedi?"

La ragazza alzò il volto sudato e lo fissò in quello del giovane che se ne stava fermo, impassibile, evidentemente ammaliato.

"Un ragazzo…" disse "alto, biondo…"

"Bravissima, continua…" la incitò lui, accarezzandole una spalla

"E' rimasto a piedi con la macchina e… a giudicare dai muscoli probabilmente fa culturismo…" disse piano con un sorriso. Damon la lasciò. "Non capisco perché vuoi sapere queste cose…" stava ancora parlando che il ragazzo le si materializzò praticamente davanti allo sguardo.

Stremata, Elena non disse niente, limitandosi a guardarlo.

"Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare…" disse "prendi un autobus e fermati alla prima stazione di servizio dove potrai far riparare la tua auto"

"E scordati di queste ultime due ore…" aggiunse Damon, prima che il ragazzo riprendesse la sua strada.

Damon la fissò, catturando il suo sguardo.

"Ehi… tutto bene?" chiese.

Elena scosse il capo.

"Perché… perché mi hai fatto queste domande?" chiese.

Damon sospirò.

"Perché, Elena, ciò che vedrai d'ora in poi sarà la differenza tra uccidere come uno squartatore e avere il controllo dei tuoi nuovi poteri…" disse.

Elena lo guardò iniziando a capire

"Quel ragazzo… non era una semplice sacca di sangue. Una parte di te lo sa perfettamente ed è questa parte che ti può permettere di vivere come un vampiro invece di limitarti a sopravvivere come un qualsiasi banale parassita"

Elena sorrise.

"I vampiri non vivono, Damon" disse, abbandonandosi contro un albero.

Lui la guardò con un sorrisetto malizioso

"Già, ma tante cose le fanno molto meglio dei vivi…"

"Ah davvero?" lo punzecchiò lei

"Certo…" le rispose lui, alzandosi.

Era il suo modo di dire grazie, lo sapeva, per questo sorrideva e continuava a sorridere, felice di averle regalato qualcosa per cui ringraziarlo

"Ma non sei ancora pronta per quella lezione…"

"E' questo quello che stiamo facendo Damon?" chiese Elena alzandosi a sua volta e continuando a sorridere "Mi dai lezioni?"

Il vampiro si voltò.

"Come, quando e dove desidera Mademoiselle…" sussurrò baciandole la mano, prima di svanire in un soffio di vento.



*****



Allora… che ne pensate? (chiede nascondendosi dietro il computer)

Per il prossimo capitolo cercherò di non farvi attendere così tanto…

Un bacio!!



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: pescioletta