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Autore: Isoski_01    10/02/2007    3 recensioni
Artemisia è in pericolo. La tirannia della stirpe degli Acramanthula opprime le sue terre. Ma una profezia sta per compiersi, una profezia che cambierà le sorti di Artemisia...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vischio

 

Artemisia.

 

 

Prologo

Era una notte tranquilla d’estate.

 Una leggera brezza accarezzava i prati facendo muovere gli steli d’erba a tempo di una musica fatata.

Il mare era in tempesta, la schiuma rabbiosa si abbatteva sulla battigia e sugli scogli, le imbarcazioni erano tutte rientrate nei porti.

Le nuvole si muovevano veloci nel cielo giocando a nascondino con la Luna e con le stelle. Non si intravedeva uno spiraglio di blu per più di un minuto nello stesso posto.

Nelle viscere della terra il cuore del pianeta ribolliva instancabilmente. Lava e rocce fuse si incontravano e si scontravano. Terremoti e scosse sismiche percuotevano il mondo.

Sembrava una notte tranquilla d’estate.

 

 

 

Il mare di Assahan, lungo la costa occidentale della penisola del Pompelmo si abbatteva violentemente sulle scogliere a picco. Schiuma bianca danzava al ritmo delle correnti oceaniche, profonde, incontrollabili.

La battigia era stata livellata dall’infrangersi dei cavalloni, sparsi su questa vi era il ricco deposito della mareggiata: alghe, sassolini, rametti, coralli, conchiglie.

Proprio una di queste, un’ostrica comune, seminascosta sotto una vecchia cassa della frutta, iniziò a vibrare. Si mosse sempre più velocemente, una luce abbagliante usciva dalle sue vulve. Un essere umano dai profondi occhi coloro acquamarina e le manine paffute apparve avvolto in morbide coperte. Il primo miracolo era accaduto.

 

L’aria era frizzantina. Trasportava numerose novità. Quelle novità che non vedono l’ora di essere raccontate perché importanti e magiche. Magico. Ecco la parola che serve per descrivere quello che stava per accadere, proprio nella massa nuvolosa che copriva la luna. Una fitta nebbia scese, fino alle colline del Marengo, oltre i campi coltivati del villaggio di Genahria e arrivò vicino a una piccola grotticina, nei pressi di un piccolo paese quasi disabitato, dal nome impronunciabile.

Un turbine d’aria, e una luce azzurrina la illuminò a giorno, rivelando stalattiti e stalagmiti. Due profonde iridi blu notte si spalancarono nel buio. Ecco che nuovamente il miracolo si era manifestato. Per la seconda volta. Ora bisognava aspettare… un terzo segno.

 

I vulcani della terra di Artemisia erano sempre stati noti per il fatto di non essere attivi da centinaia di secoli. I druidi e gli sciamani più esperti avevano affermato con sicurezza che per i seguenti 300.000 anni non ci sarebbe stata nessuna eruzione. Nemmeno l’emissione di un minuscolo lapillo, di pochissima cenere o di una colatine di lava.

Non avrebbero mai immaginato che proprio in quella notte estiva il monte (o vulcano) Athanor avrebbe effettuato la sua eruzione più violenta. E nemmeno che oltre ai numerosissimi lapilli sarebbe uscita dal cuore della terra una bellissima bambina dalla pelle olivastra. Era nata la terza prescelta. Il terzo miracolo.

Oh no, non l’avrebbero mai immaginato…

 

 

Estesi prati, foreste, boschi, praterie e colline. Monti, gole profonde, laghetti, ruscelli efiumiciattoli.

Questo è ciò che circonda una piccola radurina della terra di Artemisia. Nessuno vi ha mai messo piede prima. Ne essere umano, fatato, magico che sia. Tutto era così carico, intrinseco, imbevuto di essenza magica quella notte che non si distinguevano le piante viventi da quelle normali.

La brezza estiva muoveva ad un ritmo ben conosciuto dalla terra l’erba, gli steli dei fiori, l’edera sui tronchi, le chiome degli alberi. Una bellissima orchidea bianca, in mezzo ad altre miriadi di fuori sbocciò in una frazione di secondo.

Che parve un eternità.

Colori inesistenti, mai visti prima accecarono l’oscurità. Tutto tacque. Non cantavano più nemmeno le cicale.

Il pianto di una bimba squarciò l’aria.

Era appena avvenuto il quarto miracolo, l’ultima bambina era nata. Ed era la più speciale di tutte.

 

La profezia si stava per compiere.

 

  
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