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Autore: 9dolina0    27/07/2012    11 recensioni
Grazie ad un desiderio (mal)espresso da Goku, Vegeta acquista la facoltà di poter ascoltare tutti i pensieri della stravagante scienziata che da qualche mese lo ospita alla Capsule Corporation. Come se la caverà il bel principe alle prese con l'iperattivissimo cervello di Bulma? (Storia alternativa su come è nata la loro splendida relazione)... Buona lettura!
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ora so che mi pensi epilogo Salve a tutti, miei carissimi lettori! Ormai ci siamo... questo è il capitolo conclusivo della storia. Un po' mi dispiace doverla chiudere qui, ma vista la leggerezza della trama mi sembrava inutile portarla troppo avanti... avrebbe perso quel pizzico di originalità che fortunatamente sono riuscita a darle! Detto questo, spero che l'epilogo vi piaccia e che in futuro continuete a leggere qualche mia fanfic...
A presto tesoriiiiiii!!! ^_^


Un nuovo inizio



Bulma sentiva le proprie membra tremare e fremere, di paura e di desiderio, di imbarazzo e di curiosità. Sapeva di avere puntato addosso lo sguardo più che mai confuso del suo novello ex fidanzato ma non aveva il coraggio di voltarsi per trovare conferma a ciò che già aveva intuito. Non avrebbe saputo dire se ciò dipendesse dalla sua fragilità o dal semplice richiamo persuasivo meschinamente lanciato dall'affascinante sayan, eppure era ben consapevole del fatto che anche stavolta quegli occhi neri e profondi, così tremendamente magnetici che con fare provocatoriamente bastardo le stavano sorridendo, sarebbero riusciti di nuovo a soggiogarla, raggirarla, imbrogliarla... prenderla.
Si trovava tra due fuochi: dietro c'era Yamcha, il suo Yamcha, il ragazzo con il quale aveva condiviso le esperienze più belle della propria adolescenza; davanti c'era Vegeta, uno spietato assassino pronto a tutto pur di raggiungere i propri scopi, che non si era fatto scrupoli di uccidere barbaramente gli amici di Bulma, che aveva tentato di sottrarle le sfere su Nameck, che aveva dimostrato di tenere sempre e solo a sé stesso... che l'aveva baciata, accidenti! Lasciandola senza fiato, senza parole, senza scampo... perché le maledette sensazioni che aveva provato durante quell'inaspettato contatto si erano rivelate molto più intense di quanto avesse mai immaginato! Nonostante le perverse fantasie che si era concessa sulle abilità erotiche dei sayan, aveva sempre e comunque ritenuto che anche nei momenti di maggiore intimità fossero delle bestie, che imponessero anche lì la loro volontà con la forza. Forse tutto ciò poteva anche essere vero, ma Bulma ci era cascata subito, e dato che non aveva minimamente pensato neppure per un istante di ribellarsi a quel bacio, non poteva di certo sapere se lui l'avrebbe comunque costretta a sottostare a quell'inaspettato gioco di seduzione.
Era un rischio. Vegeta era il più grande rischio a cui sarebbe volutamente andata incontro: sapeva che ci sarebbe cascata un'altra volta, e sebbene cercasse di temporeggiare evitando di rispondere all'ennesima provocazione del sayan, era consapevole che quella maschera da dura che stava indossando si sarebbe sgretolata molto presto.
Per istanti lunghissimi che parevano ore, Bulma sentiva riecheggiare nella propria mente quelle dannatissime parole dai... vieni con me! e la tentazione di seguirlo la stava letteralmente facendo bruciare dentro, come un rogo mai del tutto estinto che riprendeva vigore a contatto con la benzina.
Il principe era davanti a lei, con lo sguardo rivolto alla donna, mentre con la mano teneva aperta la porta di quella maledetta cucina che si stava rivelando una pericolosa trappola amorosa.
La fissava come se avesse già la presunzione di sapere che fosse sua, senza ombra di dubbio, senza un minimo di incertezza! Perché lui era il principe, puntava ad avere solo il meglio e riusciva sempre ad ottenerlo, in barba a convenzioni sociali, leggi masochiste e quant'altro avrebbe potuto deviarlo da ogni sorta di proposito malsano. Il suo orgoglio e la sua tempra gli avevano permesso di ribellarsi a Freezer, cosa che non era riuscito a fare suo padre. Aveva sfidato il destino e aveva accettato di rimanere su un insulso pianeta azzurro con il solo scopo di diventare un super sayan; e ce l'aveva fatta. Ora il suo obiettivo principale era Kakaroth: non avrebbe mai dovuto distrarsi dietro alle belle gambe di quell'insulsa terrestre, ma lo scherzetto che gli aveva fatto quell'inutile terza classe che aveva salvato l'universo lo aveva costretto a guardarla con occhi diversi, ad entrare nella sua mente, a cogliere la profondità di certi gesti e certe attenzioni nei suoi confronti ai quali prima non aveva dato alcun peso. Quella donna, effettivamente, valeva molto di più di quanto inizialmente avrebbe potuto immaginare, e non soltanto perché era un vero genio della scienza, ma anche perché tutto sommato aveva pazienza, almeno con lui, e lo aveva aiutato in maniera del tutto disinteressata mettendogli a disposizione ogni sorta di diavoleria tecnologica pur di fargli raggiungere i propri scopi. Evidentemente, si fidava... e la cosa lo aveva spaesato non poco, dato che nessuno, in vita sua, aveva mai mostrato fiducia nei confronti dello spietato principe.
Bulma non poteva stare con un imbecille come Yamcha... su questo non aveva dubbi! Non che lui avesse avuto intenzione di farla diventare la sua compagna, ma di certo vederla accanto a quel tizio gli dava fastidio... insomma, voleva che diventasse una pedina nelle sue mani, una bambolina con cui lui, e soltanto lui, avrebbe potuto divertirsi quando più ne aveva voglia! E Vegeta non era solito condividere niente: quel babbeo doveva sparire! Anche se solo come passatempo, Bulma doveva essere solamente sua! Un passatempo, certo... che altro sennò?
-Allora? Che hai deciso di fare? Vieni o non vieni?-
Il sayan si era ormai appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate e uno sguardo a metà tra il passionale e lo spazientito. Attendeva che lei lo seguisse, ma perché? Che accidenti gli era preso? Non era da lui distrarsi con simili sciocchezze... accidenti! Di donne ne poteva avere quante ne voleva, eppure... eppure sembrava che ogni suo pensiero fosse rivolto esclusivamente a lei. Perché era la migliore, forse? Forse... anzi, sicuramente! La creatura più intrepida e geniale con cui avesse mai avuto a che fare, e con un fisico decisamente mozzafiato. Vegeta non aveva mai ammesso di trovare bella quella stravagante scienziata, e forse non lo avrebbe mai fatto, però ci vedeva benissimo! E la perfezione di quel corpo non gli era certo sfuggita.
Dal canto suo, Bulma sentiva sempre di più il fiato sul collo, e non solo da parte di Vegeta, che la stava fissando in modo vistosamente spazientito, ma anche e soprattutto da Yamcha. Non aveva il coraggio di voltarsi e constatare quale fosse l'espressione della sua faccia in quel momento, ma "sentiva" che doveva essere furibonda. Maledetta tentazione! Certo che aveva deciso! Sapeva già perfettamente cosa avrebbe voluto fare... peccato che la ragione le imponeva di non compiere scelte azzardate, frettolose, pericolose... E poi, come avrebbe potuto lasciare lì il suo ex fidanzato e seguire Vegeta per andare chissà dove? Yamcha si sarebbe sentito tremendamente umiliato; e non era detto nemmeno che il vero scopo del sayan fosse quello di dichiararle il suo amore! Anzi... sicuramente voleva prendersi gioco di lei in quelche modo, o addirittura farle del male! Cos'altro ci si poteva aspettare, in fondo, da un crudele e spietato assassino? Peccato che fosse anche l'uomo più affascinante con cui avesse mai avuto a che fare!
-Bulma, cos'è questa storia?-
Il sangue nelle vene della donna sembrò improvvisamente fermare la sua corsa. Istintivamente, la bella scienziata si voltò verso il giovane che le aveva posto quell'inaspettata, ma forse legittima, domanda. Lo vide spaesato, nervoso, afflitto, rammaricato, arrabbiato, tradito... lo vide avvicinarsi sempre di più verso di lei...
-Allora? Non dirmi che è quel verme di Vegeta il motivo per cui mi hai lasciato! Erano tutte scuse, non è vero? Hai inventato solo un mucchio di sciocchezze per lavare la tua sporca coscienza!-
-Cosa?!? No caro mio... non accetto assolutamente che tu mi dica certe cose, è chiaro? Tutto quello che ti ho rinfacciato corrisponde al vero! Prova a negarlo, se ne hai il coraggio!-
Yamcha sgranò gli occhi, portandosi una mano sul viso, come se si rifiutasse di voler continuare a vedere in faccia la sua amata ex fidanzata. Le diede le spalle e si allontanò di nuovo.
-Tu sei pazza, Bulma... questo è in assoluto il guaio peggiore in cui ti sia mai volontariamente cacciata!-
La donna non rispose, ma un piccolo barlume di coscienza continuava a dirle con forza che forse Yamcha aveva ragione. Vegeta era una scommessa, la più pericolosa che una persona normale potesse decidere di effettuare. Ma lei non era certo un'umana qualunque: era l'intrepida e coraggiosa Bulma Brief! La spericolata scienziata che aveva girovagato nei meandri dell'universo alla ricerca di sette sfere arancioni, che si era trovata faccia a faccia con gli uomini del pericolosissimo Freezer, che aveva offerto al sanguinario principe dei sayan ospitalità in casa sua. E mai scelta si rivelò più sconvolgente! Aveva finito per innamorarsi di lui... come aveva potuto, santo cielo? Sapeva quanto fosse pazzo quell'uomo, eppure era caduta tra le sue braccia come se fosse la reazione più naturale del mondo!
-Mi dispiace, davvero... ma sai benissimo che tra noi sarebbe finita comunque!-
Yamcha si voltò di nuovo per scorgere nei suoi occhi qualche segno di contraddittorietà. Non ne trovò. La ragazza indietreggiò di qualche passo, poi girò la testa in direzione del principe, che sembrava osservare il tutto con estrema noncuranza. Chissà... magari era solo apparenza! O probabilmente non gliene importava niente davvero... Una cosa era certa: molto presto lo avrebbe scoperto, al costo anche di farsi male.
-Io devo andare, Yamcha... prepara le valigie e lascia questa casa al più presto!-
-No Bulma! Non lo fare! Non seguirlo!-
La ragazza non lo ascoltò. Prese a camminare in dirazione della porta, mentre il cuore le batteva ad una velocità tale che le avrebbe potuto sfondare la gabbia toracica. Aveva paura, certo... aveva paura che la sua scelta si sarebbe presto rivelata un clamoroso errore! Ma non sarebbe mai tornata indietro, e di sicuro non avrebbe mai cercato di nuovo Yamcha, non come compagno, per lo meno.

Arrivò alla porta e la superò, mentre Vegeta dietro di lei provvedeva a chiuderla, lasciando alle loro spalle il passato di Bulma. Dopo di ché, il sayan le fu di nuovo davanti e le accennò con il capo di seguirlo.
La donna non fiatò per diversi minuti: stavano percorrendo in lungo e in largo tutti i corridoi della Capsule Corporation... dove avrebbe voluto portarla? Qual era la loro destinazione? Che la stesse davvero prendendo in giro?
-Scusa Vegeta, dove stiamo andando?-
Il sayan sorrise con fare fare beffardo.
-Che c'è... sei già stanca di camminare? O magari non ti fidi?-
-Cosa?!? Se non mi fidassi non ti avrei seguito... che dici?-
-Mha... non ne sono così sicuro. Voi terrestri siete dei pazzoidi masochisti!-
-Vuoi che mi metta ad elencare tutti i difetti di voi sayan?- dissse spazientita la donna.
Vegeta si fermò di colpo nel bel mezzo del corridoio, tanto che Bulma andò a sbattere contro la sue scultoree spalle.
-E adesso perché ti sei fermato?-
Sorrise e l'afferrò per la vita.
-Che stai... che stai facendo?-
Dopo di che la strinse forte a sé, senza lasciarle la benché minima possibilità di divincolarsi da quella ferrea presa.
-Ve... Vegeta.. per favore...-
-Possibile che tu non riesca mai a stare zitta? Devo sempre pensarci io a tapparti la bocca???-
La ragazza sgranò gli occhi, mentre brividi di eccitazione percorrevano tutte le sue membra. Il contatto con lo splendido corpo del principe l'aveva fatta andare fuori di testa, di nuovo... come l'ultima volta che quel sayan l'aveva soggiogata. Non riuscì ad evitare di perdersi tra le iridi scure dell'uomo che la stringeva a sé. Sospirò, perché era l'unica cosa sensata che ancora le riuscisse di fare. Sapeva che forse sarebbe stato un errore, il più grande della sua vita... ma perché non rischiare? Avrebbe anche potuto vincerla quella scommessa con sé stessa... sarebbe stato difficile, certo... ma qualche speranze ce l'aveva!
Si fece coraggio e gettò le proprie braccia attorno al collo di Vegeta, avvicinando maggiormente la propria bocca a quella di lui. Il principe non l'aveva scansata affatto, anzi, aveva maliziosamente sorriso all'intrepido gesto della sua donna. Sua... ancora si schifava nel constatare che la sua mente formulava certi stupidissimi pensieri! Non era certo un sentimentale lui... e che bisogno c'era di reclamare come propria una donna appartenente ad una razza inferiore? Non lo sapeva, non riusciva a spiegarselo... ma nonostante tutto l'impegno che potesse metterci per tentare di vederla solo come una qualunque concubina al suo servizio, non poteva fare a meno di constatare quanto in realtà fosse già irrimediabilmente legato a lei.
Iniziò a far scivolare la mano ancora libera sulla candida guancia di lei, appena lievemente arrossata di imbarazzo, per poi lambire il collo e la scollatura del petto. Sorrideva e godeva nel vederla emozionata, nel percepire i suoi muscoli tremanti, nel capirla persa di lui. Mai aveva desiderato così tanto affondare la propria lingua all'interno della bocca di una donna... ma quella non era una donna! Era una sorta di strega che gli aveva schiavizzato l'animo e lo aveva reso un burattino nelle sue mani. A poco serviva avere la certezza di poter condurre il gioco se poi questo gioco piaceva fin troppo ad entrambi! Vegeta sapeva che prima o poi avrebbe perso il dominio su di lei per provare l'esperienza della condivisione. Qualcuno, tanto tempo fa, gli aveva detto che rendendo partecipi le donne durante l'atto sessuale, senza limitarsi a sottometterle, il piacere cresceva per entrambi. Era una sciocchezza! Aveva sempre cercato di autoconvincersi che fosse una lurida menzogna. Perché abbassarsi a far godere una donna? Perché umiliarsi nel renderla partecipe?
Bulma tremava tra le sue braccia... ma di certo non per paura! Le piaceva... amava poter toccare il corpo perfetto del principe e lo desiderava come nessuna donna aveva mai osato fare prima.
Cercò di allontanare dalla sua testa tutti i pensieri contraddittori che la stavano affollando e spostò volocemente la mano dietro la nuca della ragazza. Avvicinò le proprie labbra alle sue prima sfiorandole, poi rafforzando sempre di più quell'illecito contatto. Le loro lingue iniziarono a giocare, prima in maniera più pudica, poi in modo sempre più spregiudicato, mentre la ragazza aveva finalmente celato dietro le palpebre le proprie meravigliose iridi azzurre. Vegeta non aveva mai chiuso gli occhi durante un bacio, ma quella volta lo fece: tutto ciò andava contro il sue essere sayan, contro il suo orgoglio e la sua educazione; eppure il richiamo a trasgredire sembrava essere più allettante di ogni altro principio.
Continuava a stringerla a sé utilizzando sempre maggiore forza, ma mai facendole davvero male. Per lei sarebbe stato impossibile svincolarsi da quella presa, eppure non le era passato per la testa nemmeno per un istante di volersi liberare. I due giovani, ormai, erano persi in loro stessi, nel loro piccolo momento di intimità, e il desiderio di completare quanto già avviato cresceva in entrambi ad un ritmo vertiginoso.
Vegeta infilò con audacia la mano nella scollatura della donna, andando a stuzzicare i seni sodi e perfetti di lei. La trascinò a terra e le si mise sopra, senza mai staccare le labbra da quelle dell'avvenente scienziata. Fu lei a liberarsi per un attimo da quel piacevolissimo contatto.
-Ve...Vegeta, ti prego... non qui! Simo nel bel mezzo del corridoio!-
-E allora? Questa casa è enorme... vuoi che passi qualcuno proprio qui?-
-Vegeta ma...-
Proprio in quel preciso istante, una presenza fin troppo conosciuta si materializzò dietro i corpi avvinghiati dei due amanti. Bulma si irrigidì per l'imbarazzo e lo stupore, mentre Vegeta stava letteralmente esplodendo di rabbia.
-Ehi Vegeta! Finalmente ho risolto il tuo... ops... ehm... scusate... io non... io non volevo disturbarvi!-
Vegeta si alzò da terra, lasciando Bulma attonita e sconvolta sul pavimento, mentre fissava Goku con fare stralunato. Il principe si voltò verso il suo sottoposto digrignando i denti, lasciando l'indiscreta terza classe di stucco a crogiolarsi nella vergogna. I capelli di Vegeta si accesero di un pericolosissimo biondo dorato e le sue iridi cerulee cominciarono a trafiggere Goku con la sola intensità della loro collera.
-Scu... scusami! Io... me ne vado subito!-
Vegeta però riuscì ad afferrarlo per il collo e lo strattonò per terra schiacciandolo contro il pavimento con la forza della sua gamba.
-Razza di babbeo che non sei altro... ma è mai possibile che ancora non hai finito di starmi sempre tra i piedi? Sei un inutile citrullo senza un briciolo di attività cerebrale funzionante... un inetto... un rifiuto della società sayan e pure umana! Ma che cazzo ti sei messo in testa, stupido idiota? Non credi di aver già combinato abbastanza guai?-
-Ma ecco... ero venuto giusto per dirti che sono riuscito a...-
-Me ne ero accorto anche da solo, cretino!!!-
Il principe si avvicinò a Goku, continuando a fissarlo come se fosse l'essere più rivoltante che gli fosse mai capitato di incontrare. L'ingenuo sayan, che davvero non capiva cosa avesse fatto di sbagliato stavolta, allungò le mani verso di lui, agitandole in segno di scusa.
-Dai, per favore... lasciami andare! Prometto che non sentirai più parlare di me fino all'arrivo dei cyborg!-
-Io spero proprio che quelle due ferraglie ti squartino vivo mentre ti troverai agonizzante sul tuo caldo lettuccio, vittima di quello stupidissimo virus al cuore!-
-E dai... non pensi di esager...?-
-Sparisci!!! Non voglio più vederti, è chiaro???-
-Ok! Ok... non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto... vero Bulma???- Goku si girò sorrridendo nerosamente verso la donna, che però sembrava avere in quel momento uno sguardo ancora più furente di quello di Vegeta.
-Come... come non detto... allora, io vado!- con estrema velocità posizionò le dita sulla propria fronte e in un attimo riuscì a dileguarsi nel nulla, lasciando i due amanti interedetti.
-Te.. te l'avevo detto che il corridoio non... non era un posto sicuro!-
-Sei proprio sciocca... ci avrebbe trovati in qualunque luogo!-
-Ok... e adesso?-
Vegeta tornò al suo stato normale, e riprese a guardare Bulma, ancora poggiata a terra e con la scollatura scomposta. Sapeva di volerla, fino in fondo... voleva assaggiare tutto di lei, voleva provare il brivido di violare le sue zone proibite. Ma ancora non era pronto a mettere a tacere del tutto il suo orgoglio: quella voce risuonava ancora troppo forte nella sua testa, più forte dei pensieri di lei che era stato costretto ad ascoltare.
-E adesso... vado allenarmi!.. è tardi! Ho già perso troppo tempo!-
Si voltò e si allontanò lentamente, in modo terribilmente sensuale. Bulma lo guardava mentre un leggero sorriso solcava il suo bel volto: conosceva il brutto carattere di Vegeta, e di certo non avrebbe potuto aspettarsi niente di meglio al loro primo, vero, incontro ufficiale! Lo seguì con gli occhi mentre se ne andava, ben consapevole del fatto che molto presto avrebbe di nuovo gettato la maschera da duro che indossava per stringere lei tra le sue possenti braccia. Non sapeva quanto avrebbe dovuto aspettare, ma ebbe la sensazione che l'affascinante principe non l'avrebbe fatta attendere poi molto a lungo. Si rialzò e raggiunse il suo laboratorio: tempo addietro gli aveva promesso di perfezionare i robot che usava durante gli allenamenti, e non aveva certo intenzione di rimangiarsi la parola! Ancora non capiva come mai ci tenesse così tanto ad accontentarlo in tutto e per tutto. Che fosse pazza? Cieca? O, semplicemente, innamorata? Di sicuro, era ancora troppo presto per mettere in ordine le idee... il tempo, probabilmente l'avrebbe illuminata!

Vegeta, ormai da un paio d'ore, si stava allenando all'interno della camera gravitazionale, e sembrava non avere la benché minima intenzione di rallentare i ritmi. Eppure, nonostante la frenesia messa in mostra nella gravity room, la sua mente sembrava sempre ritornare a Bulma, come se ci fosse una calamita a richiamarlo. La voleva, ma il suo orgoglio gli ripeteva in continuazione che tutto ciò era profondamente sbagliato, e alla fine si convinse che avrebbe ascoltato la voce interiore della propria coscienza.
-Con te ho chiuso, donna! D'ora in poi non lascerò più che ti avvicini a me!- esclamò tra sé e sé mentre si dilettava nel tirare calci e pugni.

Peccato che ancora non sapesse che sarebbe stato impossibile mantenere quella promessa.



FINE



   
 
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