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Autore: lulubellula    27/07/2012    6 recensioni
E se ... Biancaneve e Cappuccetto Rosso si fossero incontrate già da bambine?
L' una é in fuga dalla vita sfarzosa di corte che sembra non appartenerle, l' altra é in fuga da un segreto doloroso di cui non conosce nemmeno l' esistenza.
Tutto ciò però non impedisce loro di stringere amicizia e di cacciarsi in un mucchio di guai!
E intanto, nell' ombra, qualcuno sta tramando alle loro spalle ...
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cappuccetto Rosso/Ruby, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bianca come il latte, rossa come il sangue

Capitolo Secondo

Snow  e Red stanno camminando insieme nel bosco, proseguono celermente lungo il sentiero che collega quel luogo alla casa di Granny, a causa dell’ incedere delle tenebre sulla luce.

“White, sbrigati! Non riesci a camminare più svelta? La nonna sarà arrabbiatissima se non tornerò a casa in tempo, prima dello scoccare del coprifuoco! Nel villaggio è proibito uscire dalle proprie dimore dopo il tramonto durante le notti di luna piena. Nel consiglio del villaggio, non fanno altro che ripetere questa stupida regola” dice Red con un tono di voce a metà tra il preoccupato e lo stizzito.

“Mi dispiace, non ci riesco, mi fanno male i piedi e le ginocchia, non riesco a camminare più velocemente” piagnucola Snow.

“Su, non piangere. Piangere non serve a nulla in questi casi! Potresti rimboccarti le maniche o, perlomeno, toglierti gli stivali e provare a camminare a piedi scalzi. In questi casi, aiuta” Red sfodera un sorriso limpido e perfetto, dai lucenti incisivi fino ai molari, passando per i canini, curiosamente molto appuntiti.

Snow si toglie gli stivali e inizia a fare qualche passo scalza.

“Hai ragione, ora mi sento molto meglio” risponde Snow, mostrando un timido sorriso riconoscente.

“Vedi, a volte, la soluzione ai nostri problemi è proprio davanti agli occhi” sussurra Red.”

“E ora andiamo”.

Insieme percorrono ancora un paio di miglia, oltrepassano la valletta dei mirtilli e il ruscello argentato e giungono nei pressi della casa di Granny.

“Ecco, siamo arrivate. La vedi quella casetta laggiù? Quella è casa mia, io vivo lì con Granny. E la vedi quella capanna in legno? Quello è il pollaio e stanotte dovrai restare lì”.

Snow la osserva con aria incredula ed esclama: “Lì? Nel pollaio? Ma io pensavo che …, che tu …, che tu mi avresti ospitato per la notte in una casa vera”.

Red storce il naso e con l’ aria offesa risponde: “Bé, cosa ti aspettavi? Di dormire in un letto a baldacchino, con lenzuola di lino bianco e coperte di broccato rosso? Allora mi dispiace deluderti ma non ti attende niente di tutto questo” esclama lei incredula.

“Immagino di sì” ammette Snow.

“Ti avrei ceduto il mio letto con piacere – dice Red – ma la nonna non mi permette di invitare estranei in casa, soprattutto nelle notti di luna piena. Anzi, a pensarci meglio, non mi lascia mai portare nessuno. Dice che gli altri recano solo guai e che noi due insieme siamo abbastanza toste da cavarcela da sole” afferma lei con un’ aria seria e convinta.

“Certo, su questo non ci sono dubbi” pensa Snow.

“Grazie comunque per l’ ospitalità, Red”.

“Di nulla, White. Vieni, ti faccio strada. Il pollaio e la piccola stalla sono in un unico locale qui fuori, vicino alla catasta di legna”, Red offre la sua mano a Snow, che la stringe forte e la segue.

Insieme entrano nel locale e Snow comincia a guardasi attorno con curiosità e stupore.
Il pollaio è formato da uno spazio piccolo e angusto all’ entrata, dove sono situati il ricovero notturno delle galline e le ceste dove loro depongono quotidianamente le uova.
Poco più in là, il locale si ingrandisce e la luce si fa sempre più debole e fioca.
L’ arredamento è semplice e scarno, una stufa a legna, una vecchia sedia, un tavolino malfermo, una caraffa sbeccata e un paiolo pieno di latte di capra.

“Vieni, ti faccio vedere l’ ultimo nato” le dice Red.

Pochi passi più avanti, ci sono due capre dal pelo corpo e bianco e un capretto appena nato.
“Vieni, avvicinati a lui” la incoraggia Red.

“Sicura che posso? La sua mamma mi farà qualcosa se lo accarezzo?” chiede timidamente Snow.

“No, tranquilla, avvicinati pure”.

Snow si fa coraggio e accarezza il capretto, il suo pelo è candido e soffice al tatto, profuma di neonato e di latte.

“Red, Red, dove sei?” Granny è sull’ uscio di casa e chiama la nipote.

“Ora devo andare, la nonna sarà furiosa con me, è tardissimo. Mi dispiace, non posso portarti nulla da mangiare. Al massimo posso offrirti un po’ di latte” le dice Red, le labbra rosse e perfette in netto contrasto con i denti bianchissimi.

“Non preoccuparti, il latte andrà benissimo” le dice Snow.

“Ah, dimenticavo, se hai fame puoi prendere un paio di uova e farti una frittata o qualcosa di simile. Lì vicino alla stufa dovresti trovare delle vecchie pentole” le dice Red.

“Grazie, sei molto gentile. Buonanotte”.

Red saluta Snow ed esce, chiudendo il chiavistello a doppia mandata.

“Ottimo – pensa Snow – ecco dove mi hanno portato tutti i miei sogni di gloria: in un luogo sperduto, da una bambina svitata, anche se simpatica, in una stalla fredda e maleodorante”.

Inizia a pensare con nostalgia al castello, al salone con il camino acceso e i ceppi di legno che scoppiettano allegramente, alla colazione abbondante che le servivano in camera da letto, dopo che le sue ancelle l’ avevano lavata e pettinata con cura, alla torta ai mirtilli con la crema, al pane tostato spalmato col burro.

“Altro che uova e latte di capra” pensa Snow.

“Non morirò di certo se deciderò di non mangiare nulla per stasera”.

E così la piccola Snow si addormenta in un cantuccio, raggomitolata in posizione fetale, con i morsi della fame, il freddo e la paura che animano il suo sonno disturbato.

Intanto Red sta cenando con Granny, a tavola regna un silenzio freddo e imbarazzante.
“Sembra che tu abbia molto appetito stasera” dice Granny.
“Già, è tutto davvero buonissimo” risponde Red, che cerca di nascondere quanto più cibo possibile nella sua mantella.
“Bene, sono felice che ti piaccia. Ora sbrigati, è tardi, è tempo che tu vada a dormire” le dice la nonna.
“Certo nonna. Vado subito nella mia stanza”.

Red entra in camera e inizia ad ammirare il bottino trafugato: due fette di torta di noci, una porzione di pasticcio alle verdure e una brocca di succo ai lamponi: una vera delizia!

Aspetta pazientemente che la nonna si addormenti sulla sedia, armata di fucile, davanti alla porta e sgattaiola fuori dall’ uscita secondaria.

Si sente strana ed euforica, le gira la testa, ma non ci fa caso, bussa alla porta e si volta verso il cielo.
La luna è lì, splendente e pallida al tempo stesso, alta nel cielo e soprattutto piena.
Red non riesce a resistere al suo richiamo, si strappa la mantella rossa e si trasfigura in un lupo maestoso e spaventoso.

Snow apre la porta, ha tra le mani il bricco con il latte che, per il terrore, le cade a terra.

Il liquido dolce e biancastro si sparge a macchia d’ olio lungo le assi di legno.

Il lupo tiene un cestino tra le zampe, cestino che scaraventa a terra in preda alla collera.

Il cibo cade al suolo e la brocca si rompe in mille pezzi, lasciando fuoriuscire copiosamente il succo di lamponi.
Snow cerca di fuggire, ma scivola sulla chiazza di liquido e cade, battendo la testa contro il pavimento in legno.
E dal viso pallido e bianco, all’ altezza della tempia destra, le sgorga lentamente del sangue.

Il lupo intanto ulula alla luna e si prepara ad attaccare quella fragile e tenerissima preda.

La luna limpida e chiara illumina tutt’ intorno.

   
 
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