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Autore: Peyton Sawyer    27/07/2012    1 recensioni
Lily è stata rapita. Le hanno fatto il lavaggio del cervello. Non riesce più a distinguere la realtà dalla finzione. Ma non è tutto. Quelli che l’hanno portata via le hanno tolto i poteri: non è più in grado di fare magie. Altri cinque ragazzi sono nella sua stessa condizione. Chi ha bloccato i loro poteri, sa come fare a manifestarli come energia pura, e vuole trasformarli in un’arma micidiale, pronta a sterminare tutto e tutti. Neanche l’amore sembra poter nulla contro il potere assoluto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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Erano appena le sette e mezza, Harry si stava facendo la doccia e Ginny stava preparando il caffè. Se ne versò una tazza e non fece in tempo a bere neanche un sorso che qualcuno suonò alla porta. Quando aprì, la tazza cadde per terra rompendosi in mille pezzi.
< Lily >
 
 
Albus gli aveva chiesto di passare a casa dei suoi genitori urgentemente, ma lui si era liberato solo all’ora di pranzo.
Quando suonò alla porta fu Ginny ad aprirgli e lo accolse con un abbraccio.
Scorpius non capiva, ma quando entrò in casa e arrivò in salotto i suoi occhi s’illuminarono.
Non poteva crederci, lei era lì.
Finalmente dopo mesi sentiva il cuore pompare nel petto, il sangue scorrere caldo e veloce nelle vene.
Si fermò e la guardò senza pronunciare il suo nome, senza dire nulla. Voleva capire se fosse tutto vero o se si trattasse solo di un sogno. Un bellissimo sogno.
Stava parlando con i suoi fratelli, e ad un tratto si voltò e lo guardò.
< Ciao Scorpius. >
Pronunciò il suo nome come solo lei era in grado di fare, e non poteva ancora credere che fosse solo a pochi passi da lui. Voleva risentire la sua voce.

< Dillo di nuovo. > le chiese, quasi senza fiato, a causa del groppo che mi si era formato in gola in seguito alla felicità e al tempo stesso al sollievo di averla di nuovo con lui.

< Ciao Scorpius. > disse lei sospirando, e gli corse incontro.

Si fiondò fra le sue braccia, e la strinse forte a sé, non volevo lasciarla andare, per niente al mondo.
 I suoi polmoni si riempirono del dolce profumo della sua pelle. La voragine che si era aperta quando l’avevano presa si era chiusa senza lasciare traccia.
< Sei qui. > disse sollevando lo sguardo per guardarla negli occhi, quegli occhi castani che gli erano mancati così tanto e che sognava di rivedere ogni notte.
< Sono qui. > rispose lei accarezzandogli il viso.
< Stai bene? > le chiesi preoccupato.
< Adesso si. > rispose, guardandolo come aveva sempre fatto.
Gli prese il viso, delicatamente, avvicinò le sue labbra alle quelle del suo Scorpius e lo baciò appassionatamente.
Lui si staccò dolcemente, ma continuò ad abbracciarla, avendo paura di poterla perdere di nuovo.

< Lily… > le disse sorridendo < Ti amo. >
< Ti amo anche io. > rispose subito.
< Grazie per essere tornata da me. >
< Sempre > gli rispose lei < E per sempre. >
 
 
Su sua richiesta Nero lo aveva smaterializzato a Wokingam nel Berkshire.
Non era tornato a casa dei suoi genitori, ma era andato da lei, Maddy Barnes.
Quando Adam aveva deciso di non seguire la strada già tracciata da suo padre, si iscrisse al South England State, una delle scuole di specializzazioni per i maghi che seglievano un’indirizzo storico-letterale. I suoi genitori gli avevano tagliato i fondi sperando che questo bastasse per fargli abbandonare quella “pazzia” e iscriversi a magisprudenza. Ma Adam credeva fermamente nella sua decisione, perciò per pagarsi gli studi si era trovato un lavoro come commesso alla libreria “Il Ghirigoro”, e il proprietario gli aveva offerto il minuscolo ufficio sopra la libreria come posto in cui vivere. Era piccolo, ma c’era un letto, un bagno e la cucina, e ad Adam bastava.
Lì conobbe Maddy, una strega eccezionale, con occhi scuri e capelli lunghi castani, una ragazza spiritosa e molto intelligente, anche se aveva solo un piccolo neo: i suoi genitori erano Babbani. Quando lo disse alla sua famiglia, sua madre e suo padre non accettarono la cosa, ma non volevano rischiare di perdere definitivamente il loro figlio maggiore. Quando però la sua sorrellina minore, Deena, lo disse ai loro nonni, il signore e la signora Greengrass, questi lo accusarono di essere un traditore del suo sangue e quando Adam fu rapito dagli Ingoiatori, Herbert Greengrass disse che quella era la giusta punizione per uno scellerato quale era Adam.
Sarebbe andato ad avvisare sua madre e suo padre di essere ancora vivo, ma prima doveva vedere lei, quella ragazza che aveva passato ore e ore seduta su una poltrona del Ghirigoro a leggere montagne di libri di ogni genere.
Andò sul retro della casa, dove il padre di Maddy le aveva costruito una serra per le sue piante magiche.
La trovò inginocchiata che sistemava quello che sembrava un piccolo vaso di Belladonna.
Lei sentì dei passi sul brecciolino e si voltò di scatto. Aveva la faccia tutta sporca di terra e Adam non riuscì a trattenere un sorriso.
Scioccata nel trovarsi il ragazzo moro davanti, si alzò in piedi, tentando di pulirsi le mani terrose sul grembiule che indossava, non sapendo bene cosa dire mentre guardava Adam.
Maddy sbattè le palpebre ripetutamente, ancora incredula del fatto che Adam fosse lì davanti a lei.
< Adam > mormorò la ragazza, trattenendo a stento l’emozione.Dire che le era mancato era poco.Merlino solo sapeva quanto aveva sentito la mancanza dei suoi sorrisi, della sua risata soffocata, dei suoi occhi limpidi e calmi, del suo trattenersi sempre, come se volesse mantenere un’aria composta e distaccata, ma non ne fosse in grado.
Lui aveva le mani nella tasca davanti della felpa e gli occhi brillanti rivolti verso di lei.
< Come? > chiese lei con le lacrime agli occhi. Erano passati due anni, ma non aveva mai smesso di amarlo e di sperare che un giorno tornasse da lei.
Adam non disse niente: si limitò ad avvicinarsi, a passarle la mano destra dietro i fianchi nascosti sotto la veste "da giardino", e ad avvicinarla a sé. Poi la baciò.
Lei si lasciò andare e assaporò quel momento che aspettava da due anni. Per la prima volta da molto tempo, si sentì improvvisamente abbandonare da quel senso di solitudine e di abbandono che l'aveva presa quando Adam era scomparso.
Sorrise spontaneamente contro le sue labbra quando lui si staccò di qualche millimetro con il respiro lievemente affannoso, poggiando la sua fronte su quella di lei.
< Ti… ti ho sporcato questa bella felpa…> balbettò tra le lacrime di gioia.
Con le mani terrose aveva lasciato delle grosse macchie sulla felpa del ragazzo, che invece di rispondere, sorrise e la baciò di nuovo.
 
 
Harry, Ginny, James e Albus erano andati a lavoro e dopo le visite di Ron, Hermione, Hugo, George, Angelina, Fred, Roxanne, Percy, Audry, Molly e il marito Julian, Lucy, Bill, Fleur, Dominique e Louis, la casa così silenziosa sembrava quasi strana.
Scorpius aveva avvisato il suo ufficio che si sarebbe preso un paio di giorni di permesso e aveva deciso che avrebbe lasciato Lily solo se estremamente necessario.
< Non c’è bisogno che stai con me tutto il tempo. > disse la rossa mangiando degli avanzi di un delizioso arrosto con patate.
< Stai scherzando, vero? > rispose Scorpius prendendole la forchetta di mano e mangiando un boccone. < Non ti lascerò mai più andare! Se potessi cucire le nostre pelli insieme lo farei! >
Lily arricciò il naso. < Che roba schifosa… >
Scorpius rise e poi la prese fra le braccia baciandola con la stessa passione di sempre.
< Non voglio vedere quello che state facendo. > disse Rose entrando in cucina. < Voglio solo abbracciare Lils! >
< Ehi. > sorrise Lily andando in contro alla cugina. Con lei erano venuti anche Frank e la piccola Lydia. Rimase sorpresa nel vedere quanto la piccola fosse cresciuta nei sei mesi in cui era stata via, e sorrise quando le tese le mani per essere presa in braccio.
< Non ti ha dimenticato nemmeno lei. > disse Frank avvicinandosi a Lily e abbracciandola. < Mi sei mancata Lils. > Frank era sempre stato come un quarto fratello; lui e James avevano la stessa età ed essendo Neville il padrino di Lily erano sempre stati molto legati.
Lily gli sorrise e dopo aver messo a terra quella bellissima bambina di due anni dai capelli rossi, iniziò a spiegare anche a Rose e Frank la sua storia.
< Cavolo. > disse alla fine Rose. < Non posso crederci. > disse osservando lo strano tatuaggio sul polso sinistro della cugina.
< E io non posso credere che ti hanno arrestata! > disse Lily ridendo di gusto.
< L’ho fatto per te! > rispose quella imbronciandosi.
< Devi vedere la foto segnaletica. > disse Frank. < Era davvero carina. > Risero tutti.
< Smettetela! > li rimproverò Rose. < Piuttosto gli altri cinque ragazzi? >
< Siamo tornati tutti a casa. Dovevamo tornare prima di fare qualsiasi altra cosa. > rispose la giovane Potter. < Tra un’ora dovremmo incontrarci al Ministero con le varie forze Nazionali che stanno lavorando al caso per analizzare meglio la situazione, ma è tutto un gran casino. >
< Hai poi scoperto qualcosa? > chiese Rose rivolta a Scorpius.
< Gould non era in ufficio sta mattina, e ho preso dei giorni di permesso, quindi non scoprirò niente finché non tornerò alla Hotchkiss Gould Investments. >
< Zia Lily! > urlò la vocina di un bambino biondo appena entrato in casa.
Lucas Lupin accompagnato da Teddy e Victorie erano venuti a salutare Lily.
< Ehi ometto! > lo salutò Lily prendendolo al volo quando il piccolo le corse incontro.
Quando mise a terra il suo figlioccio, andò ad abbracciare Victorie.
< Sono felice di poterti abbracciare di nuovo. >
Lily le sorrise e poi quando guardò verso Teddy, notò che quel giorno aveva i capelli di un azzurro turchino, proprio come piacevano a lei, e questo la strappò un altro sorriso.
< Dio, è così bello rivedere il tuo sorriso. > disse lui stringendola forte a sé.
Teddy era come un fratello maggiore per lei: fin da quando era piccola le era sempre stato accanto, sia per darle il suo contributo in qualche suo progetto campato in aria, come quando aveva deciso di costruire un castello sulla quercia del giardino di casa sua, sia per consolarla e farla ridere quando era triste e stava piangendo.
< Ti voglio bene Teddy. >
< Anche io Lils, tantissimo. >
 
 
Quando i ragazzi si ritrovarono al Ministero avevano avuto il tempo di tornare a casa dalla propria famiglia e spiegare tutto quello che gli era successo.
Sam arrivò accompagnato dal padre, Kevin Lynch, capo dell’Ufficio Intercettazione e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti. Sua madre, Sarah, era una Babbana e morì in un incidente d’auto quando Sam aveva dodici anni. Nel tornare a casa, Sam ritrovò anche la sua fidanzata Olivia, che non era riuscita a dimenticarlo anche se erano passati anni da quando lo avevano rapito. Il fatto che i due si sarebbero dovuti sposare aveva poi aiutato a mantenere viva in lei la speranza di poterlo rivedere.
Marie arrivò accompagnata dal fratello Robb, più grande di lei di un anno. Sua madre Aurelie e suo padre Gerard erano rimasti in Francia a sistemare alcune cose, ma poi avrebbero raggiunto i figli in Inghilterra, così da restare tutti insieme.
Nick era accompagnato dal padre Jake Parrish, uno dei più famosi avvocati del mondo della magia britannica. Sua madre, Jane Parrish, gestiva una famosa catena di ristoranti e panetterie in tutta la comunità magica. Aveva due sorelle, una sorella maggiore, Lauren, e una minore, Gabby.
Pevv arrivò insieme a suo padre, il quale si era tenuto in contatto con Harry dopo che questo aveva scoperto i vari collegamenti fra i loro figli. Sua madre, Katerina, era rimasta a casa con il suo fratellino di dieci anni, Anton, pronta però a raggiungere i suoi uomini in qualunque momento.
Quando Adam arrivò e vide Scorpius accanto a Lily andò subito ad abbracciare il suo migliore amico. Sapeva che Scorpius aveva passato tutto il tempo con Lily, e non ce l’aveva minimamente con lui dato che avrebbe voluto stare tutto il tempo con Maddy.
Charlotte Miring li andò ad accogliere, ma vietò l’ingresso alla zona riservata in cui i ragazzi avrebbero collaborato con il Ministero ai vari familiari.
L’ascensore su cui salirono scese per undici livelli, molto più giù della profondità cui pensavano arrivasse il Ministero. Quando le porte si aprirono si trovarono davanti un ampio corridoio bianco ai lati del quale si allineavano delle porte rosse, alcune chiuse, e altre aperte, nelle quali si vedevano vari maghi e streghe intenti ad analizzari dati e varie strategie di difesa contro gli attacchi nemici.
< Voglio parlare con chi comanda qui! > urlò poi un uomo facendosi strada tra i vari agenti. Era Nero, accompagnato da Jackson, JarWheelie e Bogg.
 < Bene bene bene, Charlotte Miring. > disse Nero sorridendo alla donna.
< Agente Nero, o meglio, ex agente Nero. > rispose quella. < Sei spravvisuto al mondo Babbano, vedo. >
< Sopravvivo e sopravviverò. > rispose lui facendo un giro attorno alla Miring. < Ti fai strade nel modo, eh? Devo ammettere che le tue chiappe sono stupefacenti. > disse sorridendole beffardo.
I ragazzi assistettero alla scena un po’ divertiti.
La Miring lo fulminò con uno sguardo e poi voltandogli le spalle si diresse verso il Comando operativa del piano. L’enorme sala era dotata di varie mappe su cui comparivano i movimenti di varie squadre di Auror e agenti della Sicurezza Nazionale che cercavano di sorvegliare più zone possibili, strumenti per intercettare comunicazioni criptate, e al centro un enorme tavolo ovale con quadri comandi che potevano essere maneggiati solo da agenti altamente autorizzati. All’estremità opposta della sala si trovavano quattro schermi televisivi babbani che trasmettevano ventiquatt’ore su ventiquattro la situazione di allerta nel mondo Babbano. Proiettavano filmati di guerra, vari attacchi alla popolazione e il sinistro messaggio del capo dei Pacificatori che dichiarava le sue intenzioni di guerra a meno che non gli fossero stati consegnati i ragazzi.
Miring spiegò loro che mano a mano che il Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici e riusciva a riportare nell’anonimato il mondo della Magia scompariva un televisore: all’inizio erano diciotto i paesi in cui non si erano riusciti a controllare gli attacchi dei Paladini, ora rimanevano solo Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Irlanda.
< E’ il problema maggiore ora come ora. > disse la Miring. < Ci stiamo focalizzando su uno stato alla volta, ma far perdere le nostre traccie non è così semplice come una volta. >
Arrivarono anche il Ministro della Magia Kingsley e il Segretario della Difesa Keller.
< E’ un piacera sapere che sei salva, Lily. > le disse Kingsley gentilmente. < Ragazzi, sono felice di sapere che siete riusciti tutti a tornare a casa sani e salvi, ma ora vi prego di raccontarmi tutto quello che vi è successo, senza lasciare nessun dettaglio che possa rivelarsi utile al risolvimento di questa crisi. >
Raccontarono di come li avevano catturati gli Ingoiatori, del processo di fissazione, del loro addestramento con Micheal e Amanda alla villa, di come legarono il Cerchio e  poi riuscirono a scappare a Threed, del loro scontro con i Paladini e dei vari attacchi da parte di Joseph.
Raccontarono del fatto che il Cerchio gli aveva conferito poteri eccezionali: ognuno di loro controllava un elemento specifico, e quando univano i loro pensieri, erano in grado di fare qualsiasi cosa. La loro capacità di non invecchiare e l’immunità agli incantesimi più semplici suscitò un certo interessa, ma quando chiesero informazioni sui pugnali di cristallo che potavano ucciderli trovarono un vicolo cieco.
< I file riguardo al ritrovamento del pugnale di cristallo risalgono a centocinquanta anni fa. > disse il Segretario Keller.
< E adesso dove si trova? > chiese Nick.
< Sette anni fa fu sottratto ai nostri archivi da Icarus. > rispose quello.
< Icarus delle Fosse dell’Inferno? > domandò Lily.
Keller annuì. < A quanto pare scambiò il pugnale per il suo regno, ma purtroppo non sappiamo a chi lo vendette. >
< Potrebbe averlo venduto ai Paladini > propose Marie.
< No, io non credo. > rispose Boggs. < Se è vero che il pugnale fu portato al Ministero centocinquanta anni fa, e i Paladini lo lasciarono qui, significa che credevano fosse al sicuro. Credo che Icarus lo abbia venduto alle altre alte cariche in gioco. >
< Joseph, Amanda e Micheal? > chiese Pevv.
< Joseph è un mercenario, e quelli che vi tenevano prigionieri eseguivano solo degli ordini. > rispose Bogg. < Credo che siano controllati da qualcuno molto più potente di loro. >
< Ma perché? > domandò Adam. < Insomma, se ci hanno dato loro i poteri, perchè ci vogliono uccidere? Che cosa ne ricavano? >
Nessuno ebbe il tempo di rispondere alla domanda perché improvvisamente si smaterializzò in mezzo a loro un uomo coperto di sangue e agonizzante.
< Chiamate gli Auror! >
Sam, che era il più vicino all’uomo quando arrivò lì, si precipitò ad aiutarlo. Aveva uno squarcio sulla parte destra del viso che andava dalla fronte a sotto la bocca.
< Luce blu… morti… hanno ucciso tutti… >
< Calmati, e cerca di rimanere sveglio, adesso ti portiamo in ospedale. > disse Sam tenendo la testa dell’uomo, ma quello tossì, schizzandogli il viso di sangue. Sam barcollò all’indietro, respinto da quello spruzzo caldo e appiccicoso.
< Ovunque ci sia un Cerchio, anche il male arriva. > disse l’uomo puntando lo sguardo nel vuoto. < Sono stati evocati… è la fine… > e con gli occhi pieni di terrore e lacrime, l’uomo esalò l’ultimo respiro, morendo.
 
 
< Si chiamava Simmons. > disse Harry. < Era uno dei Paladini venuto da noi per chiedere una collaborazione con il Ministero per trovarvi. >
< Trovarci e ucciderci. > lo corresse Nick.
< Ma di chi stava parlando? > chiese Sam. < Chi è stato evocato? >
< Credo stesse parlando dei Padroni delle Tenebre. > rispose Jackson. < “Ovunque ci sia un Cerchio, anche il male arriva”. È quello che dicono anche le nostre storie: sei membri del Cerchio e sei Padroni Oscuri. In origine formavano un unico gruppo di maghi e streghe dediti al bene e al mantenimento della pace, ma il potere corruppe sei di loro: il Padrone del Ghiaccio, il Padrone delle Illusioni, il Padrone dell’Energia, il Padrone del Legno, la Padrona della Corruzione e il Padrone del Dolore. I Paladini credevano che eliminando voi avrebbero potuto impedire la resurrezione degli antichi mali. >
< I Paladini sono dei fanatici. > disse seccato Nero. < Hanno rivelato l’esistenza del nostro mando, hanno usato i capi dei governi babbani per trovarvi, hanno fatto più danni che altro. >
< E’ vero > concordò Harry. < Ma se li hanno sterminati tutti, e se davvero questi Padroni delle Tenebre possiedono un tale potere distruttivo, significa che questo è l’inizio di una nuova guerra. >
 
 
Xander giaceva a terra, gli occhi aperti che fissavano il nulla, un’espressione terrorizzata stampata sul volto, impressa per sempre sulla sua faccia.
< Xander ci aveva deluso. > disse Yotunn agli altri quattro che avevano visto la fine terribile del loro socio.
Conrad stringeva la mano tremante di Victoria, la Coulter non riusciva a smettere di fissare il volto di Xander, e Dylan sperava solo che i Padroni delle Tenebre non prendessero allo stesso modo il fallimento che aveva riportato lui quando non era riuscito ad uccidere il giovane Malfoy.
< La fiducia è tutto per noi. > disse Esos. < E Xander aveva tradito la nostra fiducia non riuscendo a sterminare quella feccia di Paladini. >
< Se fallirete ancora > continuò Yotunn. < se il potere non ci verrà consegnato, non esisteranno monti, né deserti, né crepacci dove noi non vi troveremo. Credete di conoscere il dolore, ma noi vi faremo capire quanto quel dolore sia stato irrilevante. Non deludeteci più. >
 
 
Tornati dal Ministero, Harry e Lily aggiornarono Ginny, Albus, James e Teddy sugli ultimi avvenimenti, e mentre loro parlavano, Scorpius trovò Lucas seduto sul divano di casa Potter con un’espressione decisamente abbattuta.
< Ehi piccolo. > disse sedendosi vicino a lui. < Che hai? >
Lucas fece spallucce. < Sono contento che la zia sia tornata, ma non mi piace il modo in cui mi guardano tutti. >
< Quale modo? >
< Quello con cui mi stai guadando anche tu ora, il modo in cui mi guardano quando c’è qualcosa che non va, ma nessuno ne vuole parlare. > rispose Lucas fissando Scorpius negli occhi. < È come quando ho capito che la zia Lily era in pericolo. Ero a giocare a casa di Lydia, e mi è venuto a prendere il mio papà con lo stesso sguardo. >
< Perché lo dici? >
< Beh, perché serebbe dovuta venire a prendermi lei. E la zia non perde mai un giorno con me. Avevo capito che qualcosa non andava, ma nessuno me ne voleva parlare. >
Scorpius sorrise. < Sei un po’ troppo furbo per essere un bambino di sei anni. >
< Né compirò sette fra tre settimane. Credo di essere abbastanza grande da sapere la verità. > gli disse fiero. Ovviamente la fierezza era un tratto distintivo dei Potter, ed essendo Teddy cresciuto sotto l’ala protettiva di Harry Potter, Scorpius non si sorprese più di tanto nel vedere quello sguardo caratteristico sul volto del piccolo Lupin.
< Vuoi sapere la verità? > gli chiese poi.
< Sì. > rispose il bambino.
< Tua zia Lily… > iniziò a dire Scorpius. < è stata rapita da brutte persone. E anche se ora è tornata… quelle persone proveranno a farle del male di nuovo. >
< Quindi siete preoccupati perché delle persone cattive vogliono fare del male alla zia? > chiese serio. Scorpius annuì.
Lucas si alzò e lo abbracciò. < Sono felice che tu sia qui. Non mi tratti come un bambino. > Poi scese dal divano e corse in cucina dalla sua zia Lily. Lei lo prese in braccio e lui l’abbracciò forte.
< Sapevo che qualcosa non andava. > le disse il piccolo staccandosi dall’abbraccio per poterla guardare negli occhi. Lily lo guardò confusa. < So che non perderesti mai i nostri giorni insieme, a meno ché non fossi costretta. Mi dispiace che le persone facciano cose cattive come questa, specialmente alle persone buone come te. >
Lily sorrise, gli diede un bacio sulla guancia e poi lo abbracciò forte.
< Ti voglio bene zia Lily. >

  
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