A/N: Mi sono accorta che non ho quasi mai dato
informazioni di tempo. C’ho messo molto per scrivere proprio per questo. Mi
sono andata a rileggere i capitoli ed appuntata gli orari… Uno delle difficoltà
del pov è questo, la linea temporale. Molti fatti
succedono anche in contemporanea… Per non parlare nemmeno dei fusorari e del fatto che Shawn è in un aereo xD. A parte questo, BUONA LETTURA
Per alcune domande, ho deciso di mettere alcune
note alla fine della pagina per spiegare meglio quello che succede. Sia per i
NON-FAN di Psych e sia per i NON-FAN di Lie To Me. Se volete che spieghi altro in futuro inviatemi
anche una mail sul profilo.
Capitolo
9 – Ricerche, Attese e Desideri
---
LIGHTMAN POV ---
Un’ ora e
mezza prima…
Non ero riuscito a trovare l’anello. Decisi di
arrendermi. Il giorno successivo appena avrei potuto, sarei andato a farmelo
rifare. Fortunatamente avevano il progetto 3D dell’anello sul PC e quindi
sarebbero riusciti a portarmene uno nuovo in meno di una settimana. Mi sedetti
sul mio divanetto e decisi di riposarmi un po’.
Guardai l’orologio… Erano le 18.
Mi ricordai che la giornata non era ancora finita.
Chiamai Anna rimanendo steso.
Dopo un po’ si aprì la porta.
- Di cosa ha bisogno?-
- Quando arriva il signor Spencer?-
- Shawn? -
- Si lui. – Addirittura ora che lo chiamavano tutti
per nome, nessuno lo riconosceva più dal cognome.
O almeno era così per la maggior parte dei
dipendenti.
- Beh abbiamo ricevuto una chiamata dal suo capo e
ci ha detto che sarebbe partito a momenti. Il viaggio dovrebbe durare dalle 5
alle 7 ore… Non sappiamo che volo ha preso… se il diretto o quello con scali. -
Ci sarebbe voluto molto. Davvero molto.
- Sappiamo anche che ha preso una camera in un hotel
qui vicino. Dovrebbe venire domani verso le 11:30.-
Non avevamo tempo da perdere e sarebbe venuto alle
11?!
- Alle 11?! Non può venire prima? Abbiamo una marea
di cose da fare!-
- Non può. Lui non si alza mai prima delle 10.- E
con questo uscì dalla porta.
- Ma…- Dissi io ma non mi sentì.
Adesso si curavano più di lui che dei nostri affari…
Possibile che aveva una così grande abilità nel farsi degli amici che riusciva
anche non essendo presente??
Uscì fuori dalla porta.
Dovevo vederlo con i miei occhi.
Decisi di andare nella sala video per continuare a
vedere i filmati che non avevo visto.
Prima però dissi ad una collaboratrice di invitare
Carlton Lassiter a prendere una stanza in un hotel vicino.
Prima di lasciarla andare ebbi un idea. Le dissi di
mandare Locker a farlo al posto suo tra una mezz’ora. Sarebbe stato divertente
guardarli.
Così avremmo lasciato per un'altra ora il detective
nella stanza da solo…
Sarebbe stato molto MOLTO furioso.
Ritornai un attimo dentro per prendere il mio
portatile (per vedere la scena) e mi affrettai a posizionarmi nella sala video.
Così avrei avuto anche una mezz’ora per vedermi i
video.
---
JULIET POV ---
Tempo attuale (16:30
Los Angeles; 19:30 Washington DC)
Ero tagliata fuori.
Non sapendo cosa fare inevitabilmente tornai a
pensare cosa sarebbe successo se avessi risposto qualcosa.
Sicuramente, anche se gli avessi risposto male, non
avrebbe accettato questo lavoro. Probabilmente avrebbe pensato che era solamente
una mia rabbia passeggera e sarebbe rimasto a fianco a me… continuando a
corteggiarmi per avermi indietro. Forse saremmo tornati insieme dopo una o due
settimane e saremmo stati ancora più vicini di sempre.
Sarebbe stato bello vederlo in azione ora che sapevo
che era frutto delle sue capacità e non dei suoi presunti “poteri sensitivi”.
Avrei potuto chiedergli come riusciva a farlo e forse mi avrebbe dato anche
alcune lezioni, per migliorare ulteriormente…
Più pensavo e più riflettevo a quante volte si era
dimostrato brillante, e in effetti incredibile ai miei occhi.
Più riflettevo e più la lunga e interminabile lista
di domande da poi proporre a Shawn aumentava.
Sempre se fossi riuscita a riaverlo indietro. Sempre
se fossi riuscita a riabbracciarlo sano e salvo.
Ancora l’immagine di lui e Gus legati alle sedie mi
ritornava a comporsi davanti gli occhi.
Tutte quelle siringhe e utensili sul tavolo di quel pazzo…
Tolsi questo incubo dalla mia testa e continuai a
pensare a come sapere la sua destinazione.
Ad un certo punto mi venne in mente una cosa. Fino a
quel momento l’idea di chiamare il padre o Gus non mi era nemmeno passata nelle
testa. Loro due sapevano benissimo della bugia, ed ora anche con il padre aveva
un bel rapporto… o almeno lo stava diventando.
Decisi di chiamare prima Henry. Sicuramente Gus
sapeva dove era andato ma prima di andare a recuperarlo volevo sapere come
stava il padre. Non ho parlato con nessuno dei tre dopo il mio litigio con
Shawn…
Presi il telefono e digitai il numero.
---
LIGHTMAN POV ---
Andai nell’atrio.
I due stavano ancora lottando. Non potevo perdermi
la scena. Quella del cubo era stata davvero uno spasso. Questa si prospettava
anche meglio.
- Non posso crederci! – Continuò a camminare a passo
svelto verso l’uscita.
- Lassiter io… -
- Se avessi giurisdizione ti avrei già arrestato da
un pezzo! –
- Ma che ho fatto? – Lassiter si girò verso di lui.
– E’ stato lei a chiederci aiuto. –
- Aiutare??
Questo è ostacolare un indagine di polizia. Anzi, molte indagini. Ma lo
sai quanto siamo pieni di lavoro in questi giorni? –
“Prima di Shawn come avranno fatto a risolvere i
casi, allora?” sentì bisbigliare.
Lui loa sentì.
- Non c’entra niente il suo aiuto. Il lavoro è solo …
come triplicato. Non credevo ci sarebbe voluto tutto questo tempo. Devo ritornare in California… mi chiamerete
quando sarà tutto risolto. –
- Aspetti! – Gillian intervenne nel discorso. Il
divertimento sarebbe finito a breve.
- Ho parlato con il suo capo. Adesso, la vostra
stazione di polizia è così libera di ogni impegno che metà del dipartimento è
andato ad aiutare i feriti di un incidente stradale e l’altra metà si è presa
uno o due giorni liberi.
- Non è possibile. –
- Beh… diciamo che c’è stato un… amichevole aiuto
esterno. –
Lassiter guardò in basso. Sembrava deluso.
Si girò verso Locker, lo guardò male e se ne andò.
- E ora cosa ho fatto? – Locker alzò le spalle.
Lassiter non rispose, ma in compenso sveltì il passo
e uscì dalla stanza.
- Però è stato divertente! – Dissi io.
Gillian mi si avvicinò.
- Ma sai una cosa? –
- Cosa? –
- Vi assomigliate tu e Shawn. Con un'unica
differenza. Lui sembra che sia cambiato parecchio nel tempo. Tu invece sei
sempre il solito. –
La punzecchiai con un – E ti dispiace, cara?
–
- No. – Mi diede un bacetto veloce. – Per nulla al
mondo. – Mi lanciò un occhiolino, e si diresse verso il suo ufficio.
--- SHAWN POV ---
“Vi preghiamo di slacciarvi le cinture e scendere.
Ultimo avvertimento. Questa è l’ultima fermata. Washington DC. Vi preghiamo di
scendere in fretta.”
Ero confuso e sollevato… Non riuscivo a credere che
ero già arrivato. Presi la mia giacca e iniziai a camminare contento verso
l’uscita.
Notai che la porta del bagno era aperta, entrai e
mi guardai allo specchio. I miei capelli erano perfetti, come sempre. La cosa
era molto strana… ero sicuro che erano giorni che non li pettinavo come si
deve. Contento dei miei capelli continuai a camminare.
Avevo altro a cui pensare…
Un'altra cosa strana era che sull’aereo c’ero
rimasto solo io.
Arrivai all’uscita e trovai una ragazza molto
carina ad aspettarmi. Era una delle hostess. Aveva uno sguardo indecifrabile ed
con le mani mi fece segno di sbrigarmi. Con una mano teneva un microfono. Era
stata lei a darmi l’ultimo avvertimento.
- Signore è rimasto solo lei. Si affretti ad
uscire. Dobbiamo riportare l’aereo nell’hangar.
– La signorina mi lanciò un sorriso raggiante.
Facendo lo stesso, iniziai a scendere le scale.
Arrivato a terra rientrai nell’aeroporto. Qua si
che c’era molta gente, ma la maggior parte stava ritornando da un altro volo.
Mi affrettai ad arrivare al ritiro bagagli. La mia borsa non era sul tapis
roulant. Forse l’avevano già portato negli oggetti smarriti. Mi girai intorno
per cercare il deposito quando la vidi.
Era li, di fianco a me e non l’avevo vista… Come
avevo fatto a non vederla.
Io, poi!
Non riuscivo a parlare, avevo la gola secca…
- Ju… Jules, - Iniziai
ma mi bloccò subito.
- Lascia parlare me. – Si avvicinò. – Per favore.
–
Lentamente portò la mano destra sulla mia guancia
e con il pollice delicatamente disegnò dei cerchi.
Il suo tocco era delicato e mi mancava, mi mancava
il suo tocco, la sua presenza vicino a me.
Mi mancava il suo sguardo.
I suoi meravigliosi occhi azzurri mi fissavano
dolcemente, e mi sentì felice, come a casa.
- Mi dispiace. – Riiniziò – Mi dispiace di non
averti fermato. Di non averti detto niente. Ero arrabbiata per la bugia, delusa
per avermela tenuta nascosta, sorpresa perché ti credevo ormai davvero un
sensitivo, ma anche curiosa. Volevo farti così tante domande, così tante cose
che non sapevo da dove cominciare. –
Fece un altro passo avanti.
- Mi sei mancato. Mi manchi.- Portò il suo braccio
sinistro dietro la mia schiena e mi avvicinò ancora di più. I nostri visi erano
a pochi centimetri di distanza.
- Jules… -
- Mi dispiace per tutto quello che è successo.
Avrei voluto essere più comprensiva… Avrei almeno dovuto cercare di chiamarti,
di… di farti spiegare… -
Si avvicinò ancora ed ora le nostre labbra si
sfioravano mentre lei parlava.
- Mi mancavi. Mi faceva male sapere che non eri
con me… che non potevo farmi proteggere. Mi mancava la sensazione di essere
protetta, amata, speciale. E il fatto che non potevo difenderti nemmeno io… -
In quel momento chiusi le distanze e la baciai.
Ero felice.
Finalmente eravamo ancora insieme.
Per tutto quel bacio lasciai le braccia inutili
sui miei fianchi. Lei allontanò il viso per prendere fiato. Poi le avvolsi le
mie braccia intorno a lei e la ribaciai.
Dopo pochi secondi però si ristaccò. Avevo
esagerato? Ero andato troppo veloce.
Aprì gli occhi, per leggere il suo viso quando
vidi che non era lei ad allontanarsi ma era Declan[1] che la
stava tirando via da me!
- Declan! Che diavolo
fai! -
Tolsi un braccio intorno a lei e cercai di
spingerlo indietro.
- E levati! –
Usò anche più forza e incominciò ad urlare.
- Lascia! Smettila! Fermati! –
- Ehi! Le fai male! –
Lei era immobile… come spaventata.
Sbattei le palpebre e le riaprì, e rialzai lo
sguardo verso Declan.
Mi ritrovai la faccia del grassone a pochi
centimetri dal mio naso.
- Ahhhhh! –
Andai all’indietro e sentì il divestimento
dello schienale della poltrona.
Ero ancora nell’aereo, e quello era un sogno.
Bello, ma un sogno. Ed era finito. Ma era tutto così dettagliato… tutto così
reale.
- Shawn, grazie al cielo sei sveglio. Pensavo ti
volessi suicidare con quel cuscino! –
Io? Suicidarmi? Non lo farei mai. Per nulla al
mondo, e poi quale cuscino.
Abbassai lo sguardo. In effetti ne stavo
stringendo forte uno posizionato in verticale.
- Da dove esce fuori? –
Lo dicevo più che altro a me stesso, ma il tipo mi
rispose.
- Quello? Me lo hai preso mezz’ora fa. Sembravi
ancora più contento nel sonno e te l’ho lascato… -
- Grazie Declan. – Ero
preso ancora dal sogno.
- Non mi chiamo Declan.
Non ti ho ancora detto il mio nome. – Mi diede la sua mano, la strinsi. – Il mio
nome è Randal ma puoi chiamarmi Randy.
- Piacere Rand… - Sul serio?! – … Randy. -
- Ok… Comunque… quanto manca? – adesso arriviamo
alla 2 sosta. Scenderò lì. A te ne mancano altre 2, poi arrivi. Mentre dormivi
ho fatto un po’ di calcoli. Quando arriverai li sarà buio. Tra le 22 e 23. Hai
già prenotato? –
- Lo ha già fatto il mio capo. Il volo invece con
la carta di credito di un mio amico. La mia avevo scordato di ricaricarla. –
---
JULIET POV ---
Chiusi il telefono. Anche il padre non sentiva il
figlio da giorni. Ero molto felice che stava bene, e lo sentì contento nel
sapere che stavo cercando Shawn.
Ripresi il telefono e composi il numero di Gus.
…
…
…
Il numero era occupato. Avrei richiamato più tardi
ma dopo alcuni minuti arrivò Buzz.
- C’è Gus che vuole parlarti. E’ sulla linea 3. –
- Gus! Ho cercato di chiamarti ma la linea era
occupata. –
- Strano. – Ci fu un attimo di silenzio – Anche io
ti ho chiamato prima. Forse ci siamo interrotti la linea da soli. –
Aveva ragione. Raramente ci chiamavamo e se
succedeva dovevamo parlare di qualcosa che era successo a Shawn o che stava per
fare.
- Sta bene! –
- Si, Gus. Ma devo sapere dove doveva andare di
preciso. La Chief[2] Vick mi ha detto che sarebbe andato o a St. Louis e a Denver… ma…-
- Ma non ci sono… mi stai dicendo che lo ha
mandato in missione? –
- Così dice. – Presi fiato. – Mi dispiace per quel
che è successo Gus… e… non credo riesco a lasciarlo andare da solo li. Mi devi
aiutare a sapere dove è diretto. Sarebbe d’aiuto sapere che aereo ha preso. –
- E’ per questo che ti ho chiamato. –
- Cosa? –
- Mi ha di nuovo rubato la duplica della mia carta
di credito.-
- La duplica? –
- Si, la carta di riserva.-
- E perché? –
- Me la prende sempre e una volta me l’ha quasi persa. E’ stato difficile
e lungo il procedimento per riavere indietro una nuova. Comunque so che ha
preso un volo ma non so i dettagli. Su questa nuova carta si possono fare degli
acquisti nascosti. In qualche modo avrà scoperto la mia nuova password e avrà
attivato questa opzione. Se entri nel mio profilo sicuramente riesci a vedere
che volo ha preso. –
- Dammi un paio di minuti. Ti chiamo dopo. –
--- --- --- ---
- Pronto Gus! –
- Ti sento. –
- Bene. Sono riuscita ad avere l’informazione. Il volo è il 4869 diretto a Washington DC ma con 3 fermate, e
due delle quali proprio quelle due città. –
- Cerca di chiamarlo. Io vado all’aeroporto a
chiedere. -
A/N: Spero vi sia piaciuto. ---- Recensite :D
---- Qui sotto la spiegazione del titolo per chi non avesse capito.
Ricerche: dell’anello; della reale posizione di Shawn.
Attese: l’attesa dell’arrivo di Shawn a destinazione; L’attesa da parte di Shawn
di una chiamata di Jules.
Desideri: Desiderio di Shawn nel riavere Jules di nuovo al suo fianco,
(e viceversa); Desiderio di svegliarsi senza spaventi o dolori (xD cit. capitolo precedente).
__________________________________________________________________________________
[2]=Per chi non lo sapesse è un altro modo per chiamare
un superiore. Sinonimo di Comandante o capo (“Capo” che ho usato sempre per
almeno i primi capitoli. Non volevo usare “Chief” dato che è una parola straniera,
ma per me è più naturale chiamarla Chief Vick)