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Autore: Alys93    27/07/2012    1 recensioni
Mentre mi esaurivo nel cercare un sequel per "Al di là del Pozzo" mi è sorta spontanea una domanda. Come sarà stata la vita di Masaru e Fumiyo, prima della nascita dell'esuberante Kaori e di tutte le avventure che sono seguite? Automaticamente, ho preso il portatile ed ho iniziato a scrivere e... beh, questo è risultato. Spero che possa piacervi e che questa FanFiction possa aiutarvi a conoscere meglio questi due personaggi che sono rimasti un po' in ombra nella precedente storia, attraverso la loro infanzia ed adolescenza.
P.S. Oltre i due protagonisti, compariranno altri personaggi a loro legati, che, in qualche caso, si re-incontrano anche in "Al di là del pozzo". Inoltre, una volta tanto, nelle mie storie, i personaggi parlano in prima persona. Spero che vi piacerà
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Ciao a tutti, ragazzi!! sì, sono di nuovo qui, a rompervi le scatole con questa storia sui genitori di Kaori ^-^ in questo capitolo, li incontreremo di nuovo, impegnati nelle azioni di tutti i giorni. e nei primi scontri XD Spero che possa piacervi e, prima di lasciarvi alla lettura, voglio ringraziare caldamente tutti coloro che mi danno lo sprone per continuare a scrivere questa FF. innanzitutto, un grazie speciale va alla cara Dannata93, che recensisce pazientemente tutti i capitoli. inoltre, la ringrazio di cuore, assieme a MadHatterJoe per averla inserita tra le seguite. un altro grazie, va a Zick per averla inserita tra le preferite. Grazie di cuore, davvero!! e grazie anche a color che si limitano a leggere questa storia. siete dolcissimi! 


Capitolo 3: Scontri

Pov Masaru

I miei passi rimbombano nello tunnel della grotta, coprendo appena il mio respiro ed il battito del cuore, che va accelerando, come ogni volta che mi preparo a fare qualcosa che mi diverte particolarmente.
Sforzandomi di poggiare i piedi sul morbido muschio, continuo ad avanzare verso il mio obiettivo; devo essere quanto più silenzioso possibile.
Arrivato in prossimità dell'imboccatura della grotta, mi fermo dietro una grossa stalagmite.
Eccola lì... Ora sì che ci si diverte!
Sei mia sussurro divertito, prima di raccogliermi su me stesso e balzare sulla mia preda.
Mentre sono ancora in volo, una sagoma si frappone tra me l'obiettivo e devo ringraziare il mio senso dell'equilibrio se riesco ad atterrare in piedi.
Ma non posso dire lo stesso della figura con cui mi sono scontrato, che è caduta con un gran tonfo di ceramica.
Fermo una mela sotto il piede e sbuffo seccato, vedendo Akemi allontanarsi ridendo; sa bene di essersela scampata.
Per questa volta...
Rivolgo uno sguardo scocciato alla ragazza che mi ha impedito di fare un bello scherzo a quella simpaticona di Akemi e borbotto "Possibile che tu mi stia tra i piedi proprio nei momenti meno opportuni?".
Vedo i suoi occhi verdi spuntare da sotto il bordo di una ciotola rovesciata e lo sguardo che mi rivolge non è esattamente amichevole.
"Scusami tanto, Masaru" replica irritata "Ma, come puoi ben vedere, stavo cercando di portare le provviste dentro la grotta, prima che tu mi mandassi a terra".
"Quando vuoi, ti muovi peggio di un bue" aggiunge seccata, strappandomi una vaga smorfia.
Alzo gli occhi al cielo, incapace di trattenere un sorriso divertito "Vuoi forse renderci vegetariani, Fumiyo? Porti sempre frutta e prodotti dei campi...".
"Non si vive di sola carne, razza di scemo. Dovresti saperlo" ribatte la mezzo-demone, alzandosi in piedi e liberandosi dalle ciotole.
"Certo, ma se fosse per te, qui non si cucinerebbe neanche un coniglio" la stuzzico io, divertito dal modo in cui il suo viso si distorce in un'espressione battagliera.
Nonostante siano passati duecento anni, dal giorno in cui suo padre l'ha condotta alla tribù, è rimasta la piccola guerriera di sempre.
Con degli apprezzabili miglioramenti, non posso negarlo.
La bambina che ho incontrato due secoli fa è come... sbocciata, simile ai fiori che tanto ama raccogliere quando crede che nessuno la osservi.
Osservo compiaciuto le morbide curve che ne caratterizzano la figura sinuosa ed il mio sguardo si concentra sul bustino in metallo.
Chissà se la sua pelle è altrettanto chiara, sotto quella costrizione dall'aria così fastidiosa; costrizione da cui la liberei più che volentieri.
Fumiyo nota la mia espressione compiaciuta e mi piazza una ciotola davanti alla faccia "Non provarci. Finiresti male".
"Ah, sì?" le chiedo malizioso, allontanando il recipiente di ceramica per guardarla in volto "Credi davvero di potermi convincere a desistere?".
"Non lo credo, ne sono certa" ribatte lei, voltandomi sdegnosamente le spalle e cominciando a raccogliere quanto le è caduto.
Dandomi un bel panorama da ammirare...
La pelliccia scura le avvolge i fianchi e la prima parte delle gambe, lasciando che la mia fantasia possa lavorare a tutto spiano.
Peccato solo per quei gambali scuri, che coprono fin troppo i polpacci snelli e ben torniti; nascondono una piccola meraviglia.
Per essere una mezzo-demone, ha decisamente le carte in regola per attirare gli sguardi maschili.
Sua madre doveva essere piuttosto avvenente, altrimenti non riuscirei a spiegarmi il piccolo capolavoro femminile che ho davanti.
Anche se non una yasha completa, ciò non significa che possa rimanere impassibile davanti alle grazie che la natura le ha concesso...
Oltre che un demone, sono pur sempre un uomo!
"I denti preferisci conservarli, o vuoi che te li faccia ingoiare sedutastante?" mi chiede di colpo, senza smettere di raccattare i frutti.
Sentendomi colto in flagrante, scoppio a ridere per mascherare l'inevitabile imbarazzo "Non so se sia più tagliente la tua lingua oppure i tuoi artigli".
"Ti consiglio di non costringermi a dartene una dimostrazione" mi suggerisce con finta dolcezza, rialzandosi in piedi.
Mi rifila tra le mani una ciotola colma di frutta, dicendo "Dato che hai tutto questo tempo da perdere a guardarmi, puoi anche darmi una mano".
"Te lo concedo, mezzo-demone" ammetto sconfitto "Sai bene con rigirare la frittata", "Ti ringrazio".
Per un attimo, rimango basito davanti al sorriso che mi rivolge e non riesco a distogliere lo sguardo, nonostante sia consapevole che è finto.
Dannazione, ma cosa diavolo mi sta succedendo?
"Hai intenzione di stare lì ancora per molto?" mi chiede seccata, schioccandomi le dita davanti al volto.
Scuoto la testa per riprendermi e la seguo, mal celando l'irritazione di dovermi occupare di provviste così... poco entusiasmanti.
Non appena entriamo nell'antro più grande, mi libero della ciotola mettendola in mano ad uno dei cuccioli.
Non ho molta voglia di farmi vedere con della frutta tra le mani, soprattutto stando alle spalle di Fumiyo.
Il piccolo Yao mi guarda ridendo, mentre porge la frutta alla madre, e si mette a seguirmi con un sorriso a trentadue denti.
"Cos'hai, piccoletto?" gli chiedo, incuriosito dal suo atteggiamento "Vuoi chiedermi qualcosa?".
"Voglio diventare forte come te" dice candidamente, aggrappandosi ad uno dei mie gambali per non inciampare nelle tante rocce che disseminano il terreno.
"Hai solo una ventina d'anni" dico divertito, accarezzandogli la testa bruna "Quando sari più grande, ti allenerò personalmente. Ma ora pensa a crescere".
Yao annuisce un paio di volte, fissandomi con determinazione "Ricorda che me l'hai promesso", "Parola d'onore".
Mentre il cucciolo ritorna allegro dalla madre, noto mio nonno sorridere in un angolo; pare compiaciuto da come mi comporto con il resto della tribù.
Sospiro nel pensare agli ultimi discorsi che abbiamo avuto; secondo lui, sono ormai pronto a guidare la tribù...
Ma, sinceramente, ancora non me la sento di prendermi una tale responsabilità.
Non credo di essere ancora abbastanza responsabile.
Mi lascio sfuggire un sospiro, mentre dirigo i miei passi verso la stuoia che mi fa da letto.
Sarà la battuta di caccia notturna, o il duro allenamento a cui mi sottopongo quotidianamente, ma mi sento a pezzi.
Con la coda dell'occhio, noto Fumiyo avviarsi nella mia stessa direzione, con una ciotola colma di frutta tra le mani.
Tutte mele, soprattutto rosse; ormai ho imparato a capire ogni suo gesto.
So bene che quelle sono le mele preferite da Noriaki.
"Salutami il vecchio, quando lo vedi" mormoro ridendo "Sono sicuro che apprezzerà il sostanzioso pasto".
Lei mi rifila un'occhiataccia, prima di sparire in uno dei cunicoli secondari per andare dal padre.
In uno degli ultimi scontri che abbiamo avuto con la tribù dell'Ovest, Noriaki è rimasto ferito ad una gamba e non potrà alzarsi ancora per alcuni giorni.
Sinceramente, ammiro la solerzia con cui la figlia lo cura e lo assiste, aiutandolo in ogni modo possibile.
Noriaki può essere fiero della sua creatura.
Sentendo la curiosità avvolgermi, decido di seguire Fumiyo e mi acquatto dietro una grossa stalagmite per osservare la scena senza essere scorto.
La vedo chinarsi accanto al giaciglio del padre e sento di nuovo quella fastidiosa fitta pungolarmi il petto nel vederli così sorridenti, felici di essere l'uno accanto all'altra.
Con un flebile sospiro, lasciò che quell'emozione si perda tra i miei pensieri, rifiutandomi di annegare in essi.
Se i miei compagni sapessero che provo gelosia nei confronti della mezzo-demone, mi riderebbero dietro, ma mio nonno capirebbe.
Lui sa quanto mi manchino i miei genitori, di quanto mi senta solo alle volte...
Su una cosa, io e Fumiyo siamo in sintonia; entrambi proviamo lo stesso dolore per aver perso qualcuno di caro.
Ma la invidio.
La invidio perché lei ha dei ricordi, seppur flebili, della madre umana ed ha ancora Noriaki accanto.
Io non ricordo il viso di mia madre, dato che è morta dandomi alla luce, e mio padre ha lasciato questo mondo che ero ancora molto giovane.
Con una smorfia di stizza, allontano quei ricordi dalla mia mente ed aguzzo le orecchie, deciso a capire un po' di più quella strana mezzo-sangue.
Nonostante tutto, non posso negare che la trovo... interessante.
Non si comporta mai come ti aspetteresti e riserva continue sorprese, sia nella sua dolcezza che nella sua ferocia.
È incredibile dirlo, ma negli scontri è lei che si fa valere con più determinazione, slanciandosi contro il nemico senza alcuna paura.
"Come va la ferita, padre?" la sento chiedere, mentre svolge delicatamente la benda che avvolge la gamba del genitore.
"Le erbe che hai raccolto mi fanno sentire meglio" la rassicura lui, rivolgendole uno sguardo grato "Sono già un paio di giorni che non mi dà alcun fastidio".
A quelle parole, Fumiyo si scioglie in un sorriso sollevato e mi pietrifico nell'avvertire il cuore darmi un balzo nel petto.
Accidenti! Ma oggi ho deciso d'impazzire o cosa?
Prima sono rimasto imbambolato come un cretino, e adesso non riesco a muovermi solo perché vedo un vero sorriso illuminarle il volto?
Cos'è, ho battuto la testa e non me lo ricordo?
Devo essere davvero stanco, non c'è altra spiegazione... non sono lucido!
Inoltre, non ha neanche sorriso a me, ma al padre!
Perché allora reagisco in questo modo?
Non ha senso!
"Devo ringraziare nonna Nazuna se conosco tutte le proprietà delle erbe" la sento mormorare, mentre osserva la ferita quasi rimarginata del padre.
"Credo che un altro impacco possa farti bene" aggiunse più tranquilla, iniziando a pestare alcuni gambi verde scuro in una piccola ciotola.
Sento l'odore pungente delle erbe fin dal mio nascondiglio e devo sforzarmi per non starnutire.
A giudicare dalle essenze, però, la ragazzina deve aver fatto un bel viaggio per procurarsele.
Quelle piante crescono solo sul confine con la tribù dell'Est ed il cammino non è certo poco!
Niente da fare; più passa il tempo e più quella mocciosa guadagna punti della mia stima.
La osservo pulire il lungo taglio di Noriaki con una benda umida, prima di adagiarvi sopra l'impacco curativo ed avvolgere nuovamente la gamba con garbo e sicurezza.
Sa bene come curare le varie ferite e, un paio di volte, l'ho vista anche somministrare degli infusi caldi ai cuccioli che prendevano freddo.
Lentamente, si è guadagnata un minimo di rispetto nella tribù per via delle sue doti, sia di guerriera che di curatrice.
Peccato che molti continuino a guardarla con disprezzo per via della sua natura ibrida... Sosuke in particolare.
Se solo gli passa vicino, riesce sempre a trovare una scusa per attaccar briga ed ho perso il conto delle volte in cui l'ho dovuto bloccare.
Anche se devo ammettere che Fumiyo sa difendersi benissimo da sola; ha grinta da vendere, quella.
"Dovresti restare a riposo ancora per un giorno, almeno" la sento dire al padre, mentre ripone i vari oggetti in pile ordinate "Il taglio è quasi guarito".
"Come vuoi. In fondo, l'esperta sei tu" la prende in giro Noriaki, dandole un leggero buffetto sulla guancia.
Una risata cristallina le sgorga in gola, mentre si appoggia alla spalla del genitore, e quel suono così dolce mi penetra dentro.
Accidenti, questa è la prima volta che la sento ridere da quando è arrivata...
Non avrei mai creduto che potesse essere così bello vedere quell'espressione felice sul suo volto.
A quel punto, decido che è arrivato il momento di tornarmene al mio giaciglio e farmi una dormita come i Kami comandano.
Magari, quando mi sveglierò, riuscirò a capire che diamine mi sta succendendo...
 
Mi sembra di essermi appena addormentato, quando due piccole mani mi scuotono con forza per le spalle.
"Masaru! Masaru, svegliati!" esclama una voce familiare "Ma vuoi aprire gli occhi? Ci stanno attaccando!".
Il sonno svanisce di colpo ed io mi rizzo a sedere, fissando gli occhi castani di Akemi "Cosa c'è? Che succede?".
"I lupi dell'Ovest" ringhia lei, mostrando le piccole zanne "Hanno attraversato il confine delle montagne e si dirigono qui a gran velocità".
La sua espressione s'incupisce nell'aggiungere "Sono più del solito e non hanno buone intenzioni".
Un ruggito colmo di rabbia mi rimbomba nel petto e, prima che la mia amica possa aggiungere qualcosa, afferro la katana e mi slancio fuori.
Quelle teste rosse mi stanno davvero stancando impreco furioso Ma quando si decideranno a lasciarci stare?.
Sono secoli che combattiamo contro di loro, per difendere il territorio in cui viviamo.
Ma proprio non vogliono capire che devono restarsene sui loro altipiani?
In pochi minuti, sono tra le prime linee di difesa e mi affianco a mio nonno, che mi rivolge uno sguardo teso.
"Stanno arrivando in massa" mormora cupo "Dobbiamo prepararci ad ogni evenienza", "Tranquillo, ce la faremo anche stavolta".
"Me lo auguro" commenta Ryo "Ogni volta, i loro attacchi sono sempre più feroci ed implacabili".
Una risata sprezzante mi giunge alle orecchie ed impiego un po' a capire che si tratta di Sosuke.
"Ma guarda un po'... La mezzo-demone si è unita ai ranghi, oggi!" commenta derisorio, fissando la ragazza che ci sta raggiungendo con una spada stretta nella destra.
"La cosa ti disturba, idiota?" replica Fumiyo, senza degnarlo di uno sguardo mentre si affianca ad Akemi.
"Come mi hai chiamato, lurida feccia?" ringhia Sosuke, afferrandola bruscamente per il bustino "Modera i termini, se ci tieni alla lingua".
La vedo storcere il viso in una smorfia, mentre si libera dalla sua presa "Vedi di concentrarti sulla battaglia. Quei maledetti stanno arrivando".
"Credi di potermi dare ordini, mocciosa?" replica l'altro, fissandola con ferocia "Attenta a come parli, o la battaglia non farai neanche in tempo a vederla!".
Fumiyo non si dà la pena di rispondere e riprende a fissare l'orizzonte, in attesa dei nostri nemici.
Strano, mi sarei aspettato una bella battuta tagliente...
Forse ha deciso che non ne vale la pena, non con lo scontro così imminente nell'aria.
"Avrei preferito che rimanessi alla grotta, Fumiyo" commenta mio nonno "Avremo certamente bisogno delle tue conoscenze sulle erbe mediche, dopo questo scontro".
"Perdonatemi, signore, ma non ho intenzione di restare rintanata come un coniglio spaurito" la sento replicare "Ho le capacità per combattere ed intendo farlo".
"Ma vi prometto che, qualunque saranno le mie condizioni, mi prodigherò per aiutare chi ne avrà bisogno" aggiunge decisa, stringendo con forza la spada.
A quel tono determinato, sento un brivido percorrermi la schiena; accidenti, se è decisa!
Scrollo le spalle per allontanare quella sensazione e torno a fissare l'orizzonte, in attesa dell'arrivo di quelle teste calde.
Non appena la brezza mi porta il fetore di quei bastardi, aumento la presa sulla katana, pronto alla battaglia.
"Arrivano!" esclama Aiko, sbucando da un gruppo di alberi "Sono sicuramente più di trenta, stavolta!".
A quelle parole, digrigno i denti irritato e, alla mia destra, sento Ryo emettere un forte sbuffo.
Solitamente, si tratta di scontri su scala ridotta, con al massimo una ventina di elementi da ambo le parti...
Detesto coinvolgere altri guerrieri della tribù, perché è sempre più difficile riprendersi totalmente quando metà tribù è costretta all'immobilità per le ferite.
"Bene" commento feroce "Vediamo di rispedire quel bastardi rognosi da dove sono venuti!".

Lo scontro è violento e, dovunque mi volti, non vedo altro che lame che cozzano, corpi che si avvinghiano e sangue che scorre.
Dannazione! Ma perché dobbiamo continuamente batterci per mantenere il possesso delle nostre terre?
Non mi pare che i lupi del Nord o quelli dell'Est abbiano questi problemi!
Con un ringhio furioso, mi avvento contro il primo avversario che mi capita a tiro, allontanandolo da Akemi con una poderosa spinta.
La vedo sorridermi grata, prima che si slanci verso un nuovo avversario, ben decisa a non lasciarsi battere.
Sono contento di averla come amica, è una ragazza davvero incredibile.
Il lupo rosso che ho urtato m i guarda con ferocia, provando a colpirmi al volto con gli artigli affilati, ma mi basta una torsione della spada per farlo crollare a terra.
L'odore metallico del sangue m'invade le narici, così come quello della terra smossa sotto i nostri piedi.
Senza fermarmi, continuo a roteare la katana, abbattendo quanti più nemici possibile.
Sono stufo, stufo marcio di questi idioti che non fanno che darci continue rogne!
Con la coda dell'occhio, mi accorgo che mio nonno sta combattendo poco lontano e che i suoi artigli sono sporchi di sangue.
Nonostante abbia la veneranda età di settecento anni, sa bene come difendersi; nessun nemico è mai riuscito a batterlo.
"Ci rivediamo, figlio di Hikuro" sibila una voce alle mie spalle e faccio appena in tempo a voltarmi, che un pugno mi cala sul viso.
Senza capire bene come, mi ritrovo a terra e scuoto la testa per riprendermi dal colpo.
I miei occhi incrociano uno sguardo che ben conosco ed un ruggito mi romba nel petto "Baiko. Sei di nuovo tu, maledetto bastardo!".
Baiko mi fissa con l'unico occhio rimastogli, sogghignando soddisfatto "Vedo che sei resistente, moccioso. Proprio come tuo padre".
"Un verme come te non può neanche nominarlo" ringhio furioso "Che diavolo vuoi, ancora? Possibile che quei dannati altipiani non ti bastino?".
"Siamo demoni, mio caro. Dovresti saperlo che non ci accontentiamo mai di niente" sogghigna ironico "Soprattutto, se abbiamo la forza necessaria per impossessarcene".
"Già... Ma immagino che tu abbia incontrato qualcuno che ti ha tenuto pienamente testa" commento io, fissando la cicatrice che gli solca il viso.
Sono quasi duecentocinquant'anni che non vedevo quel maledetto, specie dopo la bruciante sconfitta ricevuta per mano di mio padre.
Inoltre, le sue sgradite visite sono piuttosto rare, dato che non si degna di combattere assieme ai sottoposti, ma mi chiedo chi possa avergli inflitto quella ferita.
Doveva essere qualcuno di decisamente potente, se è riuscito ad avvicinarglisi a tal punto.
Un improvviso singulto mi arriva alle orecchie ed aggrotto la fronte nel vedere Fumiyo impallidire di colpo, gli occhi verdi fissi su Baiko.
Quest'ultimo si lascia sfuggire un ringhio furioso, attirando nuovamente la mia attenzione "Maledetta Nazuna! Se non fosse già stata con un piede nella fossa, l'avrei inseguita in capo al mondo pur di lavare quest'onta!".
Nazuna? Questo nome non mi è nuovo...
Una scintilla di comprensione mi balena in testa ed un sorriso incredulo mi appare in volto "Un'umana... Ti sei lasciato ferire in quel modo da un'umana!".
Per quanto non disprezzi i ningen come molti della mia razza, trovo incredibile che una sacerdotessa sia riuscita a fargli quella cicatrice.
Adesso comprendo anche lo stupore di Fumiyo; deve averlo riconosciuto...
Ma quindi, la ferita di Baiko è più recente di quanto pensassi!
Lo sento ringhiare con più forza, segno inequivocabile della rabbia che si porta dietro da due secoli a questa parte.
"Ti farò rimpiangere quella risatina, moccioso!" urla inferocito, mentre mi si avventa addosso.
Senza scompormi, lascio che mi scaraventi a terra, sfruttando al contempo lo slancio per allontanarlo.
Lo vedo fare un bel voletto, prima che sbatta la testa contro una grossa roccia, e mi lascio sfuggire un ghigno.
Per un po', quel bestione non darà troppo fastidio...
Senza perdere tempo, mi scaglio contro i suoi seguaci, deciso a fermare quella battaglia il prima possibile.
Oltrepasso molti dei miei compagni, impegnati a concludere i propri scontri, ed i miei occhi vengono attirati da un lupo dell'Ovest che sta volando oltre le nostre teste.
"Così impari a tenere le mani apposto" borbotta una scarmigliata Fumiyo, fissando con rabbia l'aggressore che ha atterrato.
Certo che sa bene come farsi valere...
Un'ombra alla sua sinistra attira la mia attenzione e, senza pensarci due volte, mi scaglio contro l'ookami-youkai che sta cercando di colpirla alle spalle.
La vedo sgranare gli occhi, nel vedermi a terra con quel verme, mentre gli strappo la spada dalle mani.
"Non puoi avere gli occhi ovunque, mia cara" rido divertito, mentre metto a nanna il mio avversario.
"Grazie" sussurra sincera "Ma ormai dovresti sapere che sono perfettamente in grado di difendermi da sola".
La scintilla che le illumina gli occhi non lascia spazio ad equivoci e mi limito a sorridere "Una mano può far comodo a chiunque".
"E poi, senza offesa, non ci vuole un genio per capire che una sorta di anello debole, nella squadra d'assalto" aggiungo, sorridendo con scherno.
Lo ammetto, adoro stuzzicarla.
Anche se sono pienamente consapevole di farlo a mio rischio e pericolo.
La vedo ridurre gli occhi a due fessure smeraldine ed il cuore mi manca un battito nel vedere che ha alzato il pugnale.
Ehi, ma possibile che ora non possa più scherzare?!
Senza il minimo preavviso, Fumiyo scaglia l'arma contro di me ed il sangue mi si congela nelle vene.
Un tonfo, seguito da un gemito soffocato, mi induce a voltarmi e sgrano gli occhi nel vedere un lupo dell'Ovest a terra, con il pugnale conficcato nel petto.
Incredibilmente, la lama mi è passata a meno di un soffio dal viso, senza toccarmi.
Con il cuore che mi batte furiosamente nel petto, mi giro nuovamente verso di lei, appena consapevole che la battaglia è finita.
"Impara a guardarti le spalle" mi dice cupa, avvicinandosi per riprendersi il pugnale.
Sollevato ed irritato al tempo stesso dal suo comportamento, l'afferro bruscamente per un braccio, avvicinando i nostri volti a tal punto da sentire il suo respiro sulla pelle.
"Fa' di nuovo una cosa dl genere e non sarò responsabile delle mie azioni" sibilo minaccioso "Potevi colpirmi, dannazione!".
Senza scomporsi, Fumiyo si libera della mia presa "Io penso alla mia pelle e tu alla tua, Masaru. È un concetto semplice".
Dannata femmina saccente!

Ecco qui. che ne pensate? Masaru e Fumiyo iniziano lentamente a conoscersi ed apprezzarsi.. in certi limiti XD Tra loro ci sono parecchie scintille, direi! non trovate? Fatemi sapere cosa ne pensate. per ora, un bacione a tutti!! a presto! vostra affezionata Alys-chan

   
 
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