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Autore: _Fy    27/07/2012    2 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Perchè ti sei trasferito qui?

Matteo sussultò, non voleva ricordare.

Matteo si perse nei ricordi, gli occhi vacui, le labbra semi dischiuse e il respito agitato.


*Inizio Flashback*

Come ogni pomeriggio da ormai 14 anni, Matteo sedeva sulla solita panchina insieme al suo migliore amico di sempre, Luca.

Luca, a differenza di Matteo, aveva 4 anni in più ma questo non aveva impedito i due di stringere una grande amicizia; Luca nutriva per Matteo affetto sincero e, avendolo conosciuto già da quando lui era in fasce, grazie al legame esistente tra le loro madri, si riteneva per lui come un fratello maggiore.

Quel giorno Luca era più strano del solito e a Matteo non sfuggì affatto il pessimo umore dell'amico.

- Dimmi un po', hai forse litigato con Laura? Ti vedo abbattuto!

Luca fece un sorriso smorzato confermando i timori dell'amico; Lui e Laura erano fidanzati da 2 anni ormai, si erano conosciuti un caldo pomeriggio d'estate, lei era seduta sulla loro panchina a leggere assorta un libro mentre lui si era recato da quelle parti per incontrarsi, come di consuetudine, con Matteo.

Luca ricordava ogni minimo dettaglio di quel momento, ricordava perfettamente quel cappello di paglia con un delizioso fiocchetto rosso che si sposava bene con la massa di capelli bruni elegantemente legati in una treccia laterale, ricordava il suo vestitino rosso che, mosso dal vento, svolazzava sfiorandole la pelle abbronzata, le gambe accavallate, i piedi piccoli rinchiusi in un paio di ballerine del medesimo colore del vestito, la posa statica in cui si era rinchiusa, il libro stretto tra le mani a cui dedicava tante attenzioni.

A lui, non era mai piaciuto leggere.

Gli si avvicinò, desideroso di poter vedere anche il suo viso, domandandosi se fosse armonioso come il suo corpo.

- Cosa leggi?

La ragazza non alzò gli occhi dal suo libro continuando a leggere senza prestare alcuna attenzione al ragazzo che le stava di fronte.

- Ehi, sei sorda?

La ragazza sbuffò ma continuò a non staccare gli occhi dalle pagine consumate del suo libro; evidentemente, pensò Luca, deve averlo letto molte volte.

- Non sono affatto sorda, semplicemente non mi va di fare conversazione con te. 

La sua voce era monocorde, priva di qualsiasi inclinazione, eppure il ragazzo ne colse ugualmente la dolcezza.

- Ma che caratterino che hai, una vera micetta! Andiamo, cosa stai leggendo?

-Se te lo dico poi ti toglierai dai piedi?

- Può darsi.

- Orgoglio e pregiudizio.

-Sembra noioso!

-Non lo è!

Affermò piccata, rivolgendo finalmente il suo sguardo al ragazzo che le stava di fronte.

Dal canto suo Luca era rimasto affascinato dal viso della giovane, lo definì semplice eppure anche estremamente bello.

Laura aveva un paio di occhi castani, i quali alla luce del sole tendevano al verde scuro, le labbra leggermente sproporzionate, il labbro inferiore era molto più pieno rispetto al labbro superiore, le ciglia lunghe le donavano uno sguardo da cerbiatta indifesa, il quale strideva con il suo temperamento forte, il naso piccolo e lievemente schiacciato, gli zigomi alti, il tutto racchiuso in un viso piccolo e ovale.

- E di cosa parla?

- Sei scemo?! Lo dice il titolo stesso. Parla dell'orgoglio e del pregiudizio di un lui e di una lei, di fraintendimenti, rifiuti ed equivici i quali poi terminano in un amore perfetto. 

-Uhm, cosa potrebbe mai esserci di interessa in due citrulli orgogliosi che si innamorano?

- Quanto sei superficiale! Il loro amore è riuscito a superare l'orgoglio e il pregiudizio, è andato oltre, ha superato le avversità. La paura e l'orgoglio sono i nemici dell'amore, ti bloccano e ti fanno perdere tutto, ci vuole coraggio per abbatterli! Ci vuole coraggio anche per amare!

- Coraggio?

- Si, amare qualcuno significa farlo entrare dentro, abbattere le difese e i muri che ci proteggono, significa condividere, correre il rischio di perdere, conoscersi e accettarsi per come si è, amare più i difetti di come si apprezzino i pregi, nonostante ci si ritrovi a maledirli ogni singolo istante.... Amare è tante cose, non si spiega si prova e basta.

Luca stette in religioso silenzio, riflettendo sulle parole della ragazza.

La guardò notando come il respiro le si fosse fatto più pesante dopo quella valanga di parole che erano uscite dalle sue labbra; si chiese se avesse avuto il tempo di respirare.

-Piacere, mi chiamo Luca! Ti va di leggere il libro insieme?

Laura sorrise e annuì.

-Piacere, io sono Laura.

Si scambiarono una stretta di mano unendo così le loro anime; quel gesto diede inizio alla loro storia.

Da quel giorno Laura e Luca continuarono ad incontrarsi tutti i pomeriggi per leggere insieme il libro che aveva permesso loro di innamorarsi.

Matteo aveva sentito spesso quella storia, fino a conoscerne ogni particolare, come se quel giorno fosse stato un silenzioso spettatore, l'unico fortunato a poter assistere alla nascita di quel meraviglioso amore.

- Allora? Proprio non le va di venire alla festa stasera?

Luca scosse il capo.

-No, e non vorrebbe che ci andassi nemmeno io! Sai quanto non le piacciano i miei amici, detesta il fatto che possa stare in loro compagnia.

- Ah le donne! Che seccatura.

- Come ti sbagli caro mio, le donne non sono affatto una seccatura! Sono le porte che ti aprono il mondo.

-Bleah, da quando sei così sdolcinato?

-Da quando mi sono innamorato!

- Che schifo, io non mi innamorerò mai! 

Luca rise dando una piccola pacca sulla spalla di Matteo.

- Non sai che ti perdi caro mio!

Quella fu la loro ultima conversazione.

*Fine flashback*

- Non sono affari tuoi

Sbottò improvvisamente Matteo, il volto era saturo d'ira, eppure Sara scorse anche immenso dolore.

Matteo si alzò, lanciò una banconota sul tavolino e andò via lasciando Liliana e Sara basite.

Sara non capì il motivo ma dentro di sé sentiva il cuore correre e l'ansia salirle; gli occhi di Matteo avevano perso la loro freddezza, si erano riempiti di dolore e tormento e lei aveva desiderato di potergli accarezzare il viso e alleviare quel dolore che attanagliava la sua anima, che lo rendeva scostante e rigido.

Gli sembrò un cucciolo ferito, che solo, si leccava le profonde ferite.

Desiderò curarlo.

- Che gli è preso?

Mormorò Liliana ancora basita.

- Non lo so.

Si ritrovò a sussurrare.


Erano passati due giorni da quel disastroso appuntamento e Matteo aveva deciso di ignorarle nonostante gli strani sguardi, i sorrisi preoccupati che sia Sara che Liliana gli mandavano durante la lezione.

Sara quel giorno era salita in terrazza durante la pausa delle lezioni, il vento le scompigliava i capelli che le finivana inrimediabilmente davanti agli occhi.

Quel giorno anche Matteo ebbe la stessa idea ed entrando notò subito la ragazza.

Solo Sara sembrava non essersi accorta della sua presenza; Matteo si avvicinò con cautela per non farla spaventare, godendosi la visione dei suoi lineamenti distesi e dei suoi lunghi capelli che svolazzavano mossi dal vento.

-Ciao.

Sarà sussultò spaventata lasciandosi scappare un gridolino acuto.

-Scusami, ti ho spaventata?

Si portò una mano sul petto dove il cuore batteva impazzito, si domandò se fosse per lo spavento o per la vista di Matteo; sembra diverso dalle altre volte, così privo di difese ed i suoi occhi, non trasmettevano più alcuna freddezza, solo immenso dolore.

- Non preoccup..

-Li ho uccisi.

Matteo aveva detto quelle parole che tanto lo tormentavano, ricordando ancora uno volta la storia del primo incontro di Luca e Laura che il suo migliore amico gli aveva raccontato più volte, rimembrò le parole che Laura aveva sputato con tanto ardore. 

Per amare occorreva essere coraggiosi, lo stesso coraggio che gli ci era voluto per poter dire quella frase.

Si rese conto che in quel momento lui stava amando.

   
 
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