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Autore: giulia971    27/07/2012    2 recensioni
Beh, le mie amiche sono pazze e io con quei 5 ragazzi non ci voglio avere niente a che fare.. beh tranne che con uno.. :3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehy ma cosa ci fate voi qui?? Gli dissi io
“siamo venuti a vedere cosa combinavi cara” mi disse Harry sorridente.
Sorrisi ai ragazzi che mi stavano ancora applaudendo.
“Smettetela, o mi farete arrossire” gli dissi arrossendo veramente.
“awww che carina” mi disse Lou, prendendomi per i fianchi e dandomi un lungo e appassionato bacio.
Mentre ci staccavamo, le mie compagne di corso, mi passarono affianco, e mi fecero l’occhiolino indicando Lou.
Io gli sorrisi, e Melanie, una mia fidata compagna, mi sillabo “ bel lavoro” e poi diede un’occhiata eloquente verso Lou, strizzandomi l’occhio.
Harry, vedendo passare tutte quelle belle ragazze in tuta, drizzò le antenne, e cercò di captare la più bella per provarci.
Quando notai quello che stava facendo sorrisi e alzai gli occhi al cielo.
“Harry…” gli dissi a mo di rimprovero
Lui cadendo dalle stelle mi disse alzando le spalle. “che c’è”
“devo proprio dirtelo?” gli dissi ridendo e afferrando Lou da un fianco e incominciando a camminare.
“ehy non è colpa mia. Come si chiama questo corso? Mi sa che mi iscrivo anche io..” disse puntando di nuovo il sedere di una delle mie compagne di corso.
Scossi la testa e ci avviamo alle macchine.
“chi ha fame?? Offro io” disse Niall, avviandosi verso la macchina di Harry.
 
 
                                                                   ****
 
 
Era sabato mattina, e io il sabato mattina non avevo niente da fare, se non dedicarmi alla cura del mio corpo e del mio “ragazzo”.
La mattina me la presi comoda, e ignorai la sveglia che suonava sul mio comodino.
Purtroppo, non potevo ignorare le urla di mia sorella, che si trovava di sotto.
-Ma cosa avrà da urlare quella pazza..- mi chiesi, alzandomi per vedere cosa diamine stava facendo.
Aprì la porta, e scesi le scale con molta tranquillità, ma non riuscivo ancora a capire contro chi stesse inveendo mia sorella, che continuava a urlare come una matta.
“Ti ho detto mille volte che non devi toccare i miei pancakes. Come fai a non capirlo?”  disse mia sorella.
Ma che cavolo..
Appena girai l’angolo, vidi Niall seduto sulla sedia della penisola, mentre ritraeva la mano dalla pila di pancakes che Betta aveva appena fatto.
Incominciai a ridere, e salutai tutti e due.
“Buongiorno” dissi sbadigliando e avvicinandomi a Niall per stampargli un bacio sulla guancia.
“Buongiorno anche a te” disse Niall, riacquistando all’istante il suo bellissimo e luminosissimo sorriso.
Mi sedetti al suo fianco e attesi che mia sorella servisse la colazione.
Da quando era arrivata avevamo sempre qualcosa da mangiare ed eravamo servite e riverite.
Che pacchia.
“Beh, io non posso avere un bacio?” mi disse seria Betta, addolcendosi verso la fine.
Sorrisi e mi alzai di tutta fretta per scoccare un bacio sonoro sulla sua guancia.
“Contenta?” gli chiesi tornando a sedermi affianco al biondino.
“Così va meglio” annui sorridendo.
“Allora, oggi cosa ci ha cucinato la cuoca?” dissi sorridendo.
“Oggi Antonellina ha cucinato i pancakes!” mi disse Bettina.
Scoppiammo a ridere come delle deficienti, e Niall ci guardò male.
“Cosa?” disse Niall “mi sono perso qualcosa?” chiese confuso.
“No Niall, tranquillo, humor italiano.” Dissi io continuando a ridere.
“Amh, Ok” disse riprendendo a sorridere.
Mentre noi cercavamo di piantarla, Betta cercava di servirci i Pancake.
“MMHH, gnami” disse Niall, incominciando a divorare quelli dentro il suo piattino.
“Il solito” esclamò Betta, tra l’esasperazione, e la felicità.
Mia sorella era troppo bonacciona, per noi era una big mamy, e per i ragazzi lo stava diventando.
Ormai lei aveva i suoi anni, diciamo 25 e si occupava di noi come figli.
Gli sorrisi e incominciai anche io a mangiare.
“Ehy Niall, spiegami una cosa.. Ma tu cosa ci fai qui??” gli dissi smettendo di mangiare.
“Emh…ifl nodfndsnql” disse Niall mentre stava ancora masticando.
“prima mastica poi parla” lo intimai.
“fiufto” certo Niall continua così.
Prese un bicchiere di latte, lo scolò, e una volta liberato dei pancakes dalla bocca, incominciò a parlare.
“semplice, i ragazzi stanno ancora dormendo, io avevo fame e non c’era niente a casa, e allora sono venuto qui. Tanto Betta sta sempre cucinando quindi..” disse sorridendo.
“Oh beh, mi sembra più che logico!” dissi dandogli una pacca alla schiena.
Lui continuò a sorridere e con un’alzata di spalle rincominciò a mangiare gli altri pancake che Betta gli aveva messo nel piatto.
Io ormai non avevo più fame, così mi alzai e mi andai a sedere nel divano, accendendo la tv.
Non c’era niente di interessante, così decisi di andare a svegliare le ragazze.
“Ehy Niall, ti va di venire con me a svegliare le ragazze?” gli chiesi urlando.
“Certo, sempre disponibile per questo tipo di attività” mi disse battendomi il cinque.
Corremmo per le scale, e assalimmo la prima porta; Rosa.
Incominciammo a saltarle nel letto, cantando a squarcia gola, mentre lei cercava di capire cosa stesse succedendo.
“Ma cosa cavolo..” disse cercando la luce, per vedere chi erano i rompiballe.
“SVEGLIA!!” gli urlammo nelle orecchie.
“Deficienti, mi avete fatto prendere un colpo.” Ci disse rosa sorridendo.
“Bene, era questo lo scopo!!  noi andiamo a fare il giro delle camere, divertiti” gli dissi scoccandogli un bacio sulla guancia.
Io e Niall scendemmo dal letto, e tornando in corridoio, aprimmo la porta che veniva dopo; Sofy.
In camera sua era tutto buio, e faticammo un po’ a trovare il letto, ma una volta trovato, ripetemmo la scena di prima.
Incominciammo a saltare nel letto e a urlare. Lei al contrario di Rosa, non fu gentile, prese un cuscino e cercò di picchiarci con quello.
Noi incominciammo a ridere e a urlare più forte.
“ANDATEVENE ADESSO!” ci urlò Sofy.
Io feci lo stesso con lei, gli presi il fiso e gli diedi un bacio sulla guancia, e gli sussurrai all’orecchio “ ti voglio bene cicciona”.
Ridendo uscimmo dalla camera, e ci dirigemmo nell’ultima rimasta; quella di Penny.
In camera sua batteva il sole e fu più facile trovare il letto.
Salimmo sul letto come le 2 volte precedenti incominciammo a saltare, ma niente Penny non si svegliò anzi, si tirò le coperte più su e ci ignorò apertamente.
Io e Niall ci guardammo e scoppiamo a ridere, ma questa volta non mi avvicinai a darle un bacino, non se lo era meritato.
Uscimmo dalla stanza e scendemmo giù ridendo come deficienti, ci accasciammo sul pavimento morti dalle risate.
“Cretini” ci dissero Rosa e Sofy mentre scendevano le scale, ancora assonnate.
Noi ridemmo ancora di più.
Mentre cercavamo a stento di contenerci, riuscimmo ad alzarci, aiutandoci l’un l’altro.
Soffocando i risolini, riuscimmo a sederci  sul divano.
“beh ragazzi io vado a rompere le palle a qualcun altro, se permettete” dissi alzandomi e dirigendomi verso camera mia per farmi una doccia e fare una visita a una personcina.
“Ehy giu, se vuoi la porta di casa mia e aperta passa da li per non svegliarli” mi disse Niall mentre mangiava ancora pancake.
“grazie Niall sei il migliore” gli dissi dandogli l’ennesimo bacio sulla guancia.
 
 
Decisi di prendermi un’oretta per me, e dedicarmi al mio corpo.
Mi depilai, per prima cosa, poi passai a una doccia fresca, con tanto di maschera rigenerante per capelli, mi impiastricciai la faccia con vari scrub e per finire mi riempii il corpo di creme e cremine.
Dopo aver finito i trattamenti, andai in camera per decidere cosa mette.
Optai per un paio di jeans stretti neri, un paio di ballerine rosa antico, e una camicetta sempre rosa antico, con un bellissimo scollo a V.
Presi la mia borsa nera, e mentre passavo davanti alla porta mi spruzzai un po’ di “Loverdose”, il profumo che mi aveva regalato Betta lo scorso Natale.
I capelli sciolti mi ricadevano sulle spalle, in morbidi boccoli, dei quali, le due estremità vicino alla faccia, gli avevo intrecciati  e poi portati alla Hippy dietro.
Presi la giacca dall’appendi abiti, e salutai le ragazze, sfrecciando fuori dalla porta.
Camminai tranquilla verso casa dei ragazzi.
Una volta arrivata, aprì il cancello delle case dei ragazzi e mi avviai in quella di Niall.
Trovai la porta aperta, e non indugiai a entrare, mi richiusi la porta alle spalle, e confidando nel mio senso dell’orientamento, mi diressi vero l’ultima casa a destra, cioè la tanto nominata “Larry Stylinson” House.
Una volta aperta la porta di casa loro, mi fiondai in camera di Lou, che come il giorno precedente, dormiva beatamente.
Ma invece che svegliarlo come avevo fatto con le altre, decisi di procedere in modo diverso.
Mi inginocchiai vicino al suo viso e incominciai a dargli piccoli bacini sul collo per poi spostarmi sulla guancia per poi tornare nel collo.
“Smettila Harry, quante volte ti devo dire che devi smetterla di entrare in camera mia di soppiatto??” mi disse con la voce impastata e alterata, mentre si tirava su le coperte e si girava dall’altra.
Cercai di trattenere una risata.
“E Harry ti farebbe questo?” gli bisbigliai all’orecchio, mettendomi a cavalcioni su di lui, per poi baciargli il petto.
“mmhh no decisamente NO!” mi rispose Lou, finalmente svegliatosi, e accorto della situazione.
“AH per fortuna, stavo per diventare gelosa” gli dissi scherzosamente.
“No no cara, vieni qua” mi disse attirandomi a se, in una morsa che non permetteva movimenti.
Incominciammo a baciarci con foga, e io mi tolsi la giacca, perché incominciava a scaldarsi la stanza.
“oggi non devi andare via vero?” mi disse Lou affannosamente, mentre si staccava dal nostro bacio appassionato.
“Emh, No…! Tranquillo.” Gli dissi riprendendo a baciarlo.
Incominciai a baciargli il collo, ma lui mi interrupe.
“Tesoro, forse e meglio se vado a farmi una doccia, e a lavarmi i denti.”
E dandomi un piccolo bacino si avviò verso la porta del bagno. Ok era diventato iperattivo tutto d’un tratto.
-okay- pensai- cosa ho fatto di male?- .
“ehy tesoro, ti senti bene, perché sennò posso tornare più tardi oppure ci vediamo direttamente stasera.”gli dissi, attendendo una risposta che tardava ad arrivare.
“SI! Ecco, forse è meglio che ci vediamo stasera, sai ho delle cose da fare, quindi..” mi disse sotto il rumore dell’acqua della doccia che scorreva.
“ok” risposi, sì, ci sono rimasta male. Io che mi ero tutta fatta bella per lui, e che gli avevo anche fatto una sorpresa, venivo rifiutata spudoratamente.
Uffi, presi le mie cose e di mala voglia mi avviai verso la porta.
Mentre aprivo quest’ultima, il cellulare di Lou, che si trovava sul comodino, squillò.
Un tantino curiosa, tornai indietro e andai a vedere chi fosse il mittente.
Mentre mi avvicinavo al cellulare vidi la scritta “Eleanor”  e un nuovo messaggio.
Ok, i miei nervi avevano incominciato a ballare la conga, e so che non dovevo impicciarmi nei suoi affari, ma la scritta “Eleanor” mi aveva fatto alterare.
Sbloccai la tastiera e aprì il messaggio, che citava:
“Ehy caro mio, tutto ok per dopo.
Ci vediamo dopo,bacioni . :*”
 
Sommando quel messaggio, allo strano comportamento di questa mattina, qualcosa non mi quadrava.
Uscì dalla camera ancora più incazzata di prima, e infatti sbattei la porta di casa Stylinson, e me ne andai in centro, non ne avevo voglia di tornare a casa.
Presi la metro per il centro, dato che non avevo voglia di attraversare strade o di infilarmi nel traffico del fine settimana.
Una volta arrivata alla fermata “Oxford Street” mi mimetizzai nella folla Londinese.
Ero nella via dello shopping, quindi di regola dovevo fare shopping, anche perché era l’unica cosa che mi andava di fare, oltre che prendermi un caffè bollente.
Decisi di entrare in un paio di negozi, giusto per guardare.
Ne uscì con 5 buste di scarpe e vestiti.
Avevo trovato il giorno giusto, sia per i saldi, sia per il vestiario molto carino.
Avevo trovato una stupenda maglietta in pizzo, con tanto di scollatura, un paio di pantaloncini blu che si sposavano perfettamente con la maglia, e poi un paio di scarpe al tacco che erano la morte sua.
E poi i vestiti in quel negozio erano stupendi, e avevo approfittato dell’occasione. ;)
Mentre passeggiavo tranquillamente per le strade, vidi un’orda di ragazzine che si affannavano per guardare qualcuno dentro il negozio di scarpe da cui ero uscita io 20 minuti prima.
Dato che ero di strada, decisi di dare un occhiata, giusto per vedere cosa stava succedendo, magari una svendita di grandi marche all’ultimo minuto.
Feci largo tra le ragazzine urlanti, e vidi dalla vetrina Lou che aveva preso a braccetto Eleanor, mentre lei chiedeva un parere sulle scarpe che aveva in mano.
Le mie scarpe!!! Proprio quelle scarpe che avevo comprato io e che mi erano costate una fortuna.
Appena vidi la scenetta, mi infilai gli occhiali da sole, e scansai un fan che mi urlava nell’orecchio, ma che aveva una visuale migliore della mia.
Presi il suo posto e osservai la scena.
C’erano Lou e “la tizia” che si stavano avvicinando alla commessa, indicandogli le MIE scarpe.
La commessa annuì sorridente, e buttò li un “buona scelta” e prese la scatola portandola alla cassa.
A questo punto Louis, si chinò su di lei e gli diede un bacio sulla guancia.
A quel punto non riuscì più a vederci niente, presi le mie buste e me ne andai, più colpita allo stomaco che arrabbiata.
Come aveva potuto fare questo?? Scansarmi da se quella mattina, e poi andare in giro con la sua recente Ex ragazza, e sbattermelo così in faccia.??
Non ci potevo credere.
Gli occhi avevano aperto i rubinetti, e le lacrime attraversavano il mio viso come piccole gocce di fuoco. Avevo la gola secca e improvvisamente un freddo mi congelo dentro.
Mentre cercavo di asciugare le lacrime, e tirare su col naso, entrai nello Sturbucks più vicino.
Mi sedetti in un angolino della sala, onde evitare che qualcuno mi vedesse con gli occhi rossi, anche se indossavo gli occhiali da sole.
Una cameriera molto gentile si avvicinò e prese la mia ordinazione.
Mentre bevevo tranquillamente il mio caffè bollente, la porta si aprì, e le urla delle ragazze si fecero più vicine.
-No dimmi che non è vero, dimmi di no, dai no.- mentre speravo che non fossero loro, due figure sorridenti e prese a braccetto
-ok, andiamocene- mi dissi. Presi la borsetta la giacca, e gli occhiali sa sole.
 Cercai di andare alla cassa senza farmi vedere, infatti mi infiltrai nella mischia di ragazzine urlanti, e arrancando verso la cassa cercai di pagare.
“Salve, dovrei pagare un caffè” dissi alla cassiera.
“come scusi?” mi disse lei, avvicinandosi per sentire meglio.
“Dovrei pagare un caffè!” dissi alzando la voce.
“mi scusi ma non la sento, queste ragazzine non la smettono di urlare”.
“HO DETTO CHE DEVO PAGRE UN CAFFE’!!!” dissi urlando un tantino più del necessario.
Infatti tutto il bar si girò verso me, compresi i due piccioncini.
Quando me ne accorsi, pagai in fretta e me ne uscì quasi correndo dal negozio, timorosa che questi ultimi mi avessero sentito.
 
 
Louis Pov.
 
Eravamo entrati da Sturbucks perché Eleanor voleva un frappuccino, e io anche.
Mentre entravamo le ragazze urlanti che ci avevano visto al negozio di scarpe ci avevano seguito anche lì.
Io adoravo le mie Fans però erano petulanti, non potevi mettere un piede fuori casa che loro erano pronte con macchine fotografiche e urla rompi timpani.
Comunque, mentre ci stavamo per sedere e ordinare, una ragazza alla cassa aveva urlato:
“HO DETTO CHE DEVO PAGARE UN CAFFE’”.
-ok, quella voce mi suona familiare, un po’ troppo. Ma no non puo’ essere qui, figuriamoci- cercai di convincermi, eppure quella ragazza era proprio uguale, era anche vestita come lei.
Mentre mi scervellavo per capire se era lei o meno Eleanor mi riportò sulla terra.
“Quindi, tu e Harry avete organizzato tutto?? Nei minimi particolari??” si informò El, mentre sorseggiava la sua bevanda calda.
“Si, Harry mi ha convinto a portarla nel ristorante più chic di Londra. Beh lei si merita questo e altro.” Gli dissi.
“Bene, sono così contenta per te Lou, non ti vedevo così felice da molto tempo. Vedo che ti sei ripreso da quando… Beh da quando.. da quando ci siamo lasciati.”
“Ehy El, tranquilla come hai detto tu sono felice, perché ho trovato una ragazza stupenda, e tu hai il ragazzo, e quindi basta storia chiusa ok??” gli chiesi sorridente.
“Certo Lou, non sai quanto sono contenta, grazie per avermi ingaggiato per il regalo di Giù, se avessi chiesto a Harry sarebbe stato uno scempio.” Mi disse lei sorridente.
“ok forza, andiamo, ti devi preparare” mi esortò ad alzarmi El.
Pagammo e uscimmo dal negozio, avviandoci verso la macchina.
 
 
                                                                            ***
 
Giu Pov
 
Ero tornata a casa di fretta e furia, prendendo il primo taxi che avevo trovato.
Ero ormai arrivata a casa, quando mentre passavamo, ovviamente, davanti a casa dei ragazzi la mia rabbia aumentò.
Era come una persecuzione, me li trovavo ovunque, proprio come i funghi.
E ora che stavo tornando a casa per rilassarmi, dove li trovavo?? Davanti a me mentre scendevano felici dalla macchina, come se fosse niente.
Un altro pugno in pancia mi arrivò diretto, senza alcun preavviso.
Cercai di scacciare il dolore e di guardare da un’altra parte.
Dato che la casa dei ragazzi e la nostra (come ho amato ripetervi) era molto vicina, pagai e scesi con i miei acquisti sotto braccio.
Cercai prendere le chiavi di casa dalla borsetta, ma non ci riuscivo, avevo le mani occupate da
I-Phone, bicchiere di Strurbucks che non ero riuscita ancora a finire, poi il portafoglio che non avevo ancora messo a posto da quando avevo pagato il taxista, e nell’altra cercavo di tenere le buste dello shopping che mi sfuggivano dalla mano.
Decisi di appoggiare a terra le buste, ma una mi scappò di mano, e il contenuto andò tutto a terra.
Cercai di capire che busta fosse caduta, e ritrovai la soia di casa ricoperta di biancheria intima nuova.
“Cazzo!” mi lasciai sfuggire, ero triste,e arrabbiata con le buste e il telefono che stava squillando.
Cercai di mettere dentro la borsetta cellulare, evitando di rispondere, e anche il portafoglio.
Il telefono continuava insistente a trillare, impaziente.
“Dio!” stavo impazzendo.
“Ti serve una mano?” mi disse un ragazzo in strada.
Mi girai di scatto diventando paonazza.
“Emh..” riuscì a dire.
“Ok, lo prendo come un sì” disse sorridendomi e aprendo il cancelletto e venendomi incontro.
“Grazie” borbottai. Se avessi mai avuto l’occasione di utilizzare una pala, quella era la volta buona.
Quando mi accorsi che stava raccogliendo la mia biancheria da terra lanciai un urlo, e lui si girò verso di me, ghignando.
“emh, scusa, non è che potresti aiutarmi con le buste?” gli dissi.
“Oh, certo…” disse lui mettendo un reggiseno dentro la busta e afferrando le buste che gli stavo porgendo.
Mentre afferrava le buste, io mi affrettai a rimettere tutto il contenuto intimo dentro la sua busta.
“Ok, grazie mille, se vuoi puoi anche appoggiare le buste per terra, poi porto io tutto dentro” gli dissi mentre raddrizzavo la schiena sollevando la busta.
“no, dai ti aiuto almeno a portarle dentro poi ti prometto che me ne vado!” mi disse concludendo con un sorriso a 34 denti.
Ora che mi soffermavo a guardarlo, era un ragazzo davvero carino.
Aveva i capelli biondo ramato, molto lucenti, di sicuro li curava, e poi due occhioni verdi che scintillavano, e poi era alto e muscoloso. Un folata di vento portò il suo profumo al mio naso, e se il mio intuito non erra, lui sapeva di Lacoste, uno dei miei profumi maschili preferiti.
Dopo averlo squadrato da capo a piedi, sorrisi e aprì, finalmente, la porta.
“prego” dissi entrando e appoggiando la borsetta nel ormai famosissimo tavolino.
“quelle le puoi appoggiare anche lì” gli dissi indicandogli il divano.
Stranamente a casa non c’era nessuno, eppure era ora di pranzo.
“Ok” mi disse appoggiando le buste nel divano.
“Emh grazie mille, davvero” gli dissi sorridendogli.
“Di niente figurati, si deve sempre aiutare una donzella in pericolo” mi disse sorridendo.
“Io sono Daniel, Daniel Wood, piacere” mi disse porgendomi la mano.
“Giulia,Giulia Ferrari il piacere e tutto mio” gli dissi ricambiando la stretta di mano e continuando a sorridere.
“Vivi da sola Giulia Ferrari?”
“Emhh, no vivo con 3 mie amiche, che in questo momento sono sparite e mi hanno lasciato sola e senza pranzo.” Dissi io cercandole con lo sguardo.
“Oh, bene. Allora dato che io stavo andando a pranzo, e tu sei sola qui senza viveri, ti posso invitare a pranzo in una paninoteca qui vicino?” mi disse continuando a sorridere e togliendosi gli occhiali da sole, lasciando che i suoi bellissimi occhi verdi mi scrutassero.
“E chi mi ha detto che non si uno stupratore?” gli dissi scherzosamente dandogli un colpetto alla spalla.
“Ti giuro che non ho buone intenzioni” disse mettendosi una mano sul cuore e facendomi ridere.
“Ahahah, ok. Accetto.” Dissi sorridendo e prendendo la borsa per poi seguirlo.
 
 
Louis pov.
Era da 5 minuti che cercavo di chiamare Giù ma non mi rispondeva.
E adesso partiva la segreteria telefonica.
Mi stavo preoccupando.
Decisi di andare a casa sua per avvisarla che stanotte saremo usciti assieme.
El era tornata a casa, e mi aveva raccomandato di vestirmi bene e di trattarla come una principessa.
Avevo appena svoltato l’angolo per casa sua, quando vidi la porta aprirsi e uscire un ragazzo, seguito subito da Giù che sorrideva.
Qualcosa mi colpì allo stomaco, e un’improvvisa voglia di picchiarlo mi assalì.
Mi trattenni a stento.
Non riuscivo a sentire quello che si dicevano, ma tutti e due sorridevano beati e la cosa mi irritava.
Lei non mi rispondeva al telefono per parlare con quel ragazzotto sonofigoèloso.
Qualcosa mi spinse ad avvicinarmi.
Ma mi fermai.
La guardai sorridere annuire e poi prendere la borsetta e andarsene con “Mr.universo”.
E adesso chi cavolo era questo ragazzo???.
 

Ciao ragazze!! lo so scusate, ci ho messo molto a pubblicare il capitolo, ma è molto più lungo dei soliti.
quindi enjoy.
P.s scusatemi se per caso avevo già messo il cognome a Giù ma non mi ricordavo e quindi in questo capitolo le ho messo un'altro cognome che sarà quello ufficiale ;)
Spero, come sempre, che vi piaccia e che dire fatemi sapere se vi piace. :D
Lot of love 

                                                   Giulia
  
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