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Autore: None to Blame    28/07/2012    3 recensioni
Marthiblea si sveglia alla luce dei tre soli di Vrowaste, un pacifico pianeta i cui abitanti sono rimasti affascinati dalle usanze della Terra e hanno deciso di omologarsi ad essa.
Contemporaneamente, il terrestre Alphonse apre gli occhi nella consapevolezza di essere ancora in ritardo.
Le loro vite saranno sconvolte da una guerra inaspettata. Le Alte Teste della Terra hanno, infatti, dichiarato guerra a Vrowaste per ragioni ignote.
Genere: Demenziale, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense | Avvertimenti: Violenza
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Un impertinente raggio di luce picchiò la fronte di Marthiblea e la svegliò – sua sorella, prima di uscire, doveva aver aperto la finestra.
La ragazzina strinse gli occhi, rigirandosi nel letto e tirandosi le lenzuola fin sopra la testa.

« Thiiiii, farai tardi a scuola! »

Arrotolata nelle coperte, la ragazzina mugugnò.

« Thible, se non ti alzi subito, lo dirò a tuo padre stasera! »

La minaccia sortì l’effetto. Alle parole della madre, Marthiblea si liberò delle lenzuola.

« Marthiblea! »

« Sono sveglia, sono sveglia! »

Ficcò la testa sotto il letto alla ricerca delle pantofole. Una volta trovate, si decise a scoccare uno sguardo all’orologio: era in ritardo.
Il tempo che impiegò a sbrigare le faccende legate all’igiene personale fu talmente breve che sua madre nemmeno la notò schizzare dal bagno alla cameretta.
Vestita con abiti presi a caso, fece una puntata in cucina e rubò un pacco di biscotti da mangiare per strada. Salutò sua madre, afferrò lo zaino e uscì di casa.

L’arsura della stagione la investì con prepotenza.
Si concesse un attimo di calma nell’ammirare l’alba del terzo sole sopra le casupole dai colori pastello. Gli altri due soli, che sorgevano con un anticipo di circa due ore, erano già alti nel cielo.

Marthiblea prese un bel respiro ed iniziò a correre, lo zaino che le ballonzolava sulla schiena.

Arrivò alla fermata dello ScuolaJet cinque minuti dopo, in perfetto orario. Trovò, infatti, l’aeromobile cittadino giallo fermo ad aspettarla.

« Ancora in ritardo, Thible? »

L’autista le diede il benvenuto, facendo ricorso a tutta la potenza delle proprie corde vocali per farsi sentire sopra l’assordante vociare della mandria di studenti.

« La sveglia non è suonata. »

Quello proruppe in una gracchiante risata.

« Roknij ti ha riservato il posto. Tienitelo stretto, non ci sono ragazzi premurosi come quello là. »

Arrossendo fino ai capelli – per quanto fosse possibile, data la colorazione verdognola della sua pelle e di quella dei suoi concittadini – Marthiblea raggiunse l’amico, solare come al solito.

« Thi, mi fai copiare la traduzione di Joidrillico? »

« Buongiorno anche a te, Rok. »

Il ciarlare dei ragazzi fu improvvisamente coperto dal ruggito dei motori ad acqua del jet.
Tredici secondi dopo, l’aerovettura si muoveva ronzando per le strade della città, galleggiando a pochi centimetri dalla superficie del pianeta Vrowaste.
 



** 


 
Quando Alphonse si svegliò – con i capelli neri appiccicati alla fronte – uno sgradevole rimescolio nello stomaco gli preannunciò il suo ritardo. Non ebbe nemmeno bisogno di guardare attentamente le lancette dell’orologio per capire che aveva ragione.

A piedi nudi, si preoccupò solo di provvedere ai suoi bisogni fisiologici senza sentire il minimo bisogno di una doccia o di qualsiasi altro contatto con l’acqua e il sapone – era ancora in quella fase infantile di “rigetto”, sebbene avesse più di quindici anni.
Dalla cucina afferrò una fetta di pane tostato – rimasugli della colazione di sua madre – e si vestì.

Non aggiunse né tolse nulla dallo zaino – tanto il suo compagno di banco portava sempre tutti i libri – ed uscì di casa, dimenticando le chiavi.

Corse lungo la strada, maledicendo il sole ed il caldo, e rischiò di essere investito quattro volte.

Arrivò alla fermata dello ScuolaBus trovandolo in procinto di partire. Riuscì a montarvi su con non poche difficoltà, beccandosi le invettive del corpulento autista nel sottofondo poco gradevole del chiasso giovanile.
Ancora col fiato corto, cercò un posto dove poter finire i compiti di latino.

« Al, siediti qui! »

Il ragazzo si voltò e vide un alveare incandescente che gli sorrideva.
Oh, no, era solo la sua migliore amica coi suoi riccioli rossi – stretti in un acconciatura che la faceva assomigliare ad una delle creature di Garolo Settimo del Sistema Garolo Sud.

Lui seguì il consiglio e si sedette al suo fianco.

« Hai fatto la versione, Al? »

« Pensavo di chiederti aiuto. »

« Non te la faccio copiare stavolta. E se la prof mi sgama? »

« E dai, Lyn! Cambierò un po’ le parole! »

Nel frattempo, il bus si era messo in moto e scorreva lungo le strade, stridendo sull’asfalto di un piccolo borgo del pianeta Terra.
 
 


** 
 
 

« Rok, ho un paio di biscotti al ferro. Ne vuoi uno? »

« No, grazie, ho appena fatto colazione. »

Mentre Marthiblea sgranocchiava il dolcetto grigio e il suo compagno scribacchiava su un foglio, un sonoro gong proruppe dalla radio della vettura.

All’improvviso, nello ScuolaJet calò un silenzio tombale. L’autista planò sul terreno e frenò, alzando il volume dell’apparecchio.

Una voce quasi infantile riempì la vettura.

« Cittadini di Hoherniif, è il Sindaco Yupo che vi parla.
  La Confederazione Internazionale per la Sicurezza ha comunicato a tutti i Comuni una grave notizia: siamo ufficialmente in guerra. Le Alte Teste della Terra ci hanno inviato un ultimatum per ragioni ancora da chiarirsi e il Governo lo ha ignorato.
  La Bipolizia fornirà ad ogni famiglia le informazioni sulle precauzioni da prendere.
  Nessuna attività sarà al momento interrotta – né scuole, né uffici, né altro.

  Uomini di Hoherniif, è a voi che ora mi rivolgo.
  È obbligatoria per ogni cittadino di età compresa fra i 14 e i 60 anni la Mobilitazione Bellica. Recatevi tutti all’Ufficio Comunale a partire da domani, dalle ore 8.00 alle ore 21.00.
  Lo stato attuale delle cose non sembra preannunciare un inevitabile sfociare nell’atto bellico effettivo. Siamo ancora nella fase diplomatica del conflitto. Tuttavia, è bene che ogni Provincia abbia un proprio Esercito, ragion per cui ogni uomo riceverà le istruzioni militari necessarie.

  Nonostante la situazione, le Leggi di Omologazione alla Terra continueranno ad essere in vigore. Ogni violazione sarà punita.
  Buona giornata.
  Non andate nel panico. »


Per circa un minuto, nessuno parlò.

Poi, qualcuno in strada urlò.
Si scatenò il caos totale, i ragazzi si sgomitavano per abbandonare il jet, calpestando tutto ciò che incontravano.

Un ennesimo gong riportò il silenzio.

« Non vi avevo detto di non andare nel panico?? E statevi un po’ calmi! »

Prendendo fiato, l’autista si asciugò la fronte e si fece coraggio.

« Ragazzi, ora sedetevi tutti. Le attività non saranno interrotte. Siamo già in ritardo per la scuola. »

Con il puro terrore nello sguardo e rispondendo meccanicamente agli ordini e alle ramanzine, gli studenti ripresero posto, incapaci di profferir parola.

Rimettendo in moto, l’autista pensò con nostalgia al quotidiano chiacchiericcio insopportabile che riempiva lo ScuolaJet.














NdA

Eccomi qui, mi presento. Sono una pseudoscrittrice compulsiva e ho deciso di torturarvi propinandovi questa cosa qua.
Spero vi piaccia!
In caso contrario, siete liberi di uccidermi nel modo più doloroso.

Alla prossima! 

Accetto critiche costruttive e distruttive! ^_^
   
 
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