Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: penguin    28/07/2012    8 recensioni
La metà della volte si finisce a fare l'amore, l'altra metà, invece, finiamo con l'addormentarci l'uno sull'altro sul divano, mentre il finale di un film stupido scorre sulla tv. Quel che ci ferma, stamattina, è solo il brontolio del mio stomaco affamato e che provoca in entrambi qualche risata.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bene, poche premesse e nessun elenco puntato per oggi.
Ci tengo solo a dire che il titolo della OS è una citazione di Neil Gaiman, un famoso fumettista. No, purtroppo non è farina del mio sacco ._.
Non ho idea di come sia uscita, da dove sia nata e come si sia sviluppata. So solo che è qui, ed una delle cose più intime che io abbia mai scritto su Niall.
Bene, ora che mi sento un'emerita idiota, posso salutarvi.
Se vi è piaciuta - o volete solo insultarmi -, recensite! 




Sometimes you wake up. Sometimes the fall kills you. And sometimes, when you fall, you fly.

Mi piace scrivere dei risvegli, sono la parte più intima di una coppia. Sono più intimi di una notte d'amore, più segreti di una doccia fatta in due e sicuramente più veritieri di sei ore di sesso sfrenato senza sosta. Sono piccoli momenti rubati alla mia immaginazione, sono gli attimi che vorrei vivere di più al mondo, nella realtà. Se dovessi scegliere tra una notte d'amore o un risveglio con la persona che amo, sceglierei decisamente il risveglio. Non importa se è il seguito di una nottata di sesso o solo passata a dormire abbracciati. Il momento in cui ci si sveglia, in cui si torna alla realtà – imbarazzante o meno – è il più autentico di tutti.
 
*
 
Dopotutto, quando mi sveglio, è sempre più bello. Probabilmente durante la notte si è arrotolato tra le lenzuola chiare, ed ora, ai suoi piedi c'è un cumulo di cotone bianco che sta prendendo la forma di un torciglione e che cade leggermente sul pavimento.
Seguo la linea del suo corpo gentile, mi soffermo qualche secondo sulle natiche sode coperte dai boxer neri e attillati e nel risalire, è come se affogassi nelle pieghe della sua schiena chiara, come se potessi scivolare lentamente tra i suoi muscoli appena accennati.
Le braccia sono una, nascosta sotto al cuscino, e l'altra distesa lungo il corpo. Con il palmo della mano sfioro lieve la spalla e la nuca, per poi addentrarmi nei capelli folti e perdermi con gli occhi socchiusi nella loro morbidezza. Allora si gira distratto, porta il braccio sopra alla testa e divarica leggermente le gambe; mi perdo ancora sul suo corpo ai miei occhi perfetto. Osservo scrupolosamente il petto muoversi su e giù, cadenzato, quasi a cullarmi. Con lo sguardo accarezzo piano gli addominali accennati e il ventre piatto, coperto solo da un po' di peluria che va poi a nascondersi dopo l'orlo dei boxer. Ripercorro quel corpo, e mi soffermo sul viso. Il sonno addolcisce leggermente i lineamenti, la bocca è dischiusa e lascia intravedere i denti perfettamente bianchi, contornati dalle labbra rosse e carnose, sul mento c'è solo un filo di barba. Le palpebre posseggono le ciglia lunghe, coprono le iridi come le nubi coprono le stelle. Vorrei poterlo sfiorare, lambire ogni centimetro della sua pelle, se possibile. Mi avvicino per lasciargli un bacio sulle costole, poco sotto il capezzolo, sulle labbra mi rimane il sapore di bagnoschiuma, misto a sudore, misto ancora all'odore di buono che ha la mattina appena sveglio. E poi non mi resta che stendermi di nuovo al suo fianco, stringergli la mano, e chiudere gli occhi.
 
*
 
Un buon giorno, è caratterizzato da un evento piacevole. Non è un buongiorno, se non ci sono i pancakes in cucina. Non è un buongiorno se non sento il suo profumo pervadermi le narici, se non lo sento respirare sul mio collo. Non è un buongiorno se non lo sento alzarsi piano per non svegliarmi, mentre faccio finta di dormire.
È un buongiorno, invece, se poi mi sveglio e lui è già in cucina, con la testa nel frigorifero a cercare il latte che è sempre stato sulla destra e che non trova mai.
«È sulla destra, come ogni mattina.»
Si volta.
Ha i capelli scombinati della notte, gli occhi gonfi per il poco sonno e la bocca impastata. Non parla, per almeno qualche minuto, almeno il tempo di mangiare qualcosa e far iniziare bene la giornata. Mi avvicino trascinando i piedi e lo abbraccio alle sue spalle, poi gli poso un bacio leggero appena sotto alla nuca.
«Buongiorno.» mi sussurra girando la testa verso di me.
Posso intravedere l'angolo della sua bocca che punta verso l'alto, poi si morde il labbro inferiore, neanche fosse un bambino imbarazzato.
Gli cingo la vita con le braccia, le sue mani stringono le mie: si incastrano perfettamente come la notte scorsa, e l'altra ancora, ancora ed ancora.
È strano come riesca a farmi sentire nel posto giusto del mondo, come se fosse sempre casa, come se fosse il mio angolo di Paradiso personale. Come un Dio da venerare, sono incondizionatamente dipendente, come fosse la droga più potente al mondo, come se il mio corpo fosse pienamente attratto dal suo. Perché quando non è con me, è come se vivessi in una bolla, come se non dessi la giusta importanza al mondo circostante. E per quanto sia una forma d'amore sbagliata, la dipendenza – fisica o mentale –, mi fa vivere appieno ogni secondo della mia esistenza. Perché quando non è con me, il resto che importanza ha?
Con una gamba chiude il frigorifero, si volta ed ho le sue braccia appoggiate sulle spalle, mentre le mie gli stringono leggere i fianchi morbidi. E allora «Buongiorno.» replico, lui si avvicina e mi bacia sulla bocca, quasi riesco ancora a sentire il sapore del latte.
Stendo le labbra in un sorriso e lui mi sfiora la punta del naso con la sua, per poi finire a sorridere insieme e baciarci di nuovo.
Sembriamo ancora dei tredicenni alle prime armi, passiamo ore a baciarci in ogni angolo della casa. La metà della volte si finisce a fare l'amore, l'altra metà, invece, finiamo con l'addormentarci l'uno sull'altro sul divano, mentre il finale di un film stupido scorre sulla tv. Quel che ci ferma, stamattina, è solo il brontolio del mio stomaco affamato e che provoca in entrambi qualche risata. Finiamo col fare i pancakes insieme, anche se lui non sa nemmeno come si fanno, i pancakes. Ma tutto sommato, è decisamente un buon giorno.
 
*
 
«Sei pronto?» gli chiedo mentre individuo le chiavi dell'auto sul tavolo. Mi risponde dal bagno che ha quasi finito, i capelli sono a posto e non sembra uno scemo, nonostante abbia una camicia bianca accollata fino all'ultimo bottone e che io mi diverto sempre a slacciargli. «Smettila!» mi fa una linguaccia quando con un gesto veloce vado a sbottonargli la camicia. Litighiamo su chi deve guidare, e si ostina a volermi rubare le chiavi dell'auto a tutti i costi.
«Non posso mica arrivare in macchina con te che guidi! Che figura ci faccio?» sbarra un po' gli occhi e mi ruba le chiavi dalle mani, mentre io sono ancora esterrefatta per la sua esclamazione maschilista.
«Fottiti.» gli rispondo, mentre lui si sta già avvicinando a me e tenta di baciarmi. Allora mi scanso, incrocio le braccia e ancora «Fottiti. Vacci da solo a sta prèmiere.»
Mentre mi volto dall'altro lato, lo vedo lanciare le chiavi sul divano nuovo e avvicinarsi a me lentamente. «Scherzavo.» si giustifica. Poi fa una pausa e raccoglie ossigeno, e poi ancora tutto d'un fiato «Lo facciamo un figlio?»
Il cuore quasi mi esplode e si ferma allo stesso tempo e «Questa è la cosa più stupida che tu mi abbia mai detto per convincermi a fare qualcosa.»
Cerca di persuadermi, ed io mi chiedo ancora se stia scherzando o meno, ma mentre mi espone tutte le sue teorie sul perché dovremmo concepire un figlio proprio in quel momento, afferro le chiavi e gli stampo un bacio beffardo sulle labbra.
«Muoviti, siamo in ritardo!» gli sorrido, mentre lui scuote la testa e mi segue.
Alla fine, davanti all'auto, gli cedo le chiavi e lo lascio guidare.
Guardo il suo sorriso da bambino mentre mette in moto e sente il rumore del motore scoppiettargli sotto i piedi, «Comunque, lo vorrei davvero un figlio.»
 
*
 
La mattina, quando mi sveglio, è bellissimo anche se non ha mai voglia di farsi la barba. “Ora che mi è cresciuta non la voglio più tagliare!” è la sua scusa preferita. Ha imparato che il latte è sulla destra del frigorifero e che è meglio che non cucina più pancakes da solo, altrimenti finirà per dar fuoco alla casa. È pieno di difetti, non fa mai i piatti e lascia sempre le bottiglie aperte.
Lui si difenderebbe dicendo che una volta ho stinto la sua camicia bianca preferita e l'ho fatta diventare rosa come un marshmellow, ed io replicherei dicendo che è stata colpa del reggiseno rosso che gli piace tanto. Non c'è per mesi, ci sentiamo sempre più spesso via Skype ed è ancora pieno, dopo anni, di ragazzine urlanti ai piedi.
Ma la mattina, quando mi sveglio e lui è a casa, nel nostro letto che dorme ancora, mi ricordo perché mi sono innamorata di un ragazzo come Niall.
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: penguin