E’ arrivata la pioggia,è arrivata la grandine ed è arrivata la neve,è arrivato l’inverno.
Amelia, imbottita come un pinguino come quasi tutti quelli che le passano accanto per strada, con la musica nelle orecchie che rende ovattato qualsiasi suono è rimasta fuori di casa a causa della sua testa perennemente tra le nuvole, si è dimenticata le chiavi e sua mamma tornerà da ginnastica fra un’ora. Le condizioni atmosferiche non sono delle migliori: il vento rende cartavetrata tutto quello che investe (credo di aver reso l’idea),il cielo è grigio e l’aria tutt’altro che umida,ma,a lei tutto questo non importava;era fuori,al calduccio sotto il suo cappottino nuovo e poteva fare quello che più amava:poteva camminare lentamente osservando le particolarità più insignificanti di qualunque oggetto o persona,sorridere per niente,non dover render conto a nessuno per la velocità del passo.Era libera,poteva saltellare,correre,star ferma ad un angolo del marciapiede a salutare i passanti,cantare addirittura.Amelia si avviò andando naturalmente controsenso,si fermò al primo baracchino ambulante per prendere un chupa-chupa e,col vento in faccia che le scompigliava i capelli osservava tutte le persone che le passavano accanto e notò che,come per magia,andavano a tempo con la canzone che stava ascoltando!Le pareva di essere in un film di cui si riuscisse a sentire la colonna sonora,per Amelia quello era uno dei momenti più belli di quell’ultimo periodo;la mente si apriva e faceva uscire tutti i problemi,le ansie,i pianti,tutto e faceva entrare tutte quelle sensazioni che poche persone probabilmente avrebbero potuto avere in quella situazione.Entrò in un negozio e l’improvviso cambio di temperatura la fece diventare di un tipico rosso invernale,non certo da abbronzatura.Si tolse i guanti e toccò tutte le superfici toccabili di quel piccolo negozietto d’oggetti antichi che conferivano a quell’ambiente un non so che di magico.Uscì e rimase cinque minuti ad osservare la scritta ed il disegno sull’insegna del negozio che erano stati accuratamente intagliati nel legno.Dopo una rapida occhiata all’orologio capì con tristezza che doveva ritornare a casa e che quella splendida passeggiata che avrebbe ricordato per le molte settimane successive,già piene d’impegni,era terminata;i battiti del cuore diminuiscono e l’eccitazione svanisce.Amelia torna coi piedi per terra e si sente schiacciare da quelle poche e semplici responsabilità da adoescente che le paiono troppe e complicate da risolvere.Trascinadosi fino alla fermata pensa che ,per una volta,una dimenticanza le aveva portato piccole e stupende emozioni e non la solita sgridata: “Grazie,non so a chi e non so perché,ma grazie”.