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Autore: Britin_Kinney    28/07/2012    4 recensioni
E fu come partire senza una meta precisa. E fu come sfidare il vento e tagliare l'aria. E fu come stare nudi sotto la pioggia fredda in estate e fu come abbracciare e ringraziare la speranza. E fu gemere ti amo, facendoli impigliare alle pareti della nostra stanza. E fu andare in pezzi dal piacere, e baciare la gratitudine. E fu fare l'amore con la propria metà, e fu silenzio e rumore. Ghiaccio e fuoco. E fu toccare il paradiso a mano aperta, saggiare l'inferno ad occhi chiusi. E fu sentirsi davvero. E fu infrangersi respiri sulla pelle. E furono gesti febbrili. E fu la nostra prima volta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Ed ora per la gioia di Chibisaru81 ...... il punto di vista di Artù! :P
Ci voleva proprio, è stato faticoso, per questo sono così in ritardo, le parole mi sembravano stupide e scontate. 
Poi, fortunatamente, qualcuno mi ha tirato sù da una delusione diciamo "amorosa" e sono riuscita a scriverla.
Bhe .. allora goditela, Chibisaru81 (alias dolce ragazza che recenzisce tutte le mie storie!) XD
Un bacio.
-A.
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Soli Una Notte Intera, Soli Una Vita Intera.

Ho sempre pensato che qualcuno, lassù, ci accettasse come figli suoi senza farci soffrire. Andiamo! Quale padre permetterebbe ai propri figli di soffrire? Già... Quale padre? 
Il mio. Eh, sì. 
Maledico il nome che indosso: Arthur Pendragon. 
Una disgrazia. Una maledizione.
Solo la mia nascita ha permesso l'orrore che ogni giorno mi vedo scorrere sotto gli occhi.  E penso che se io non fossi quì e mia madre fosse vissuta al mio posto, tutto questo non sarebbe successo. 
Pire, urla, condanne a morte, patiboli.
E poi... lui. La dolce creaturina che io amo chiamare idiota.
Merlino.
Provo per lui qualcosa di sbagliato quanto potente. Qualcosa che mio padre non accetterebbe mai.  Qualcosa che nasce dal profondo e si libra in ogni cellula che mi compone.
Ne sono innamorato. Innamorato pazzo.
Lui non lo sa, non mi ha mai sorpreso ad osservarlo la notte, mentre dorme.
È così -che il cielo mi aiuti- meravigliosamente lui!
Con quelle palpebre chiuse, quell'espressione serena e tranquilla ambasciatrice di sogni. E le sue bellissime labbra stiracchiate in un sorriso serafico. 
"Artù..." mormora e sorride.
E lui è parte di me. E lui mi sogna. Ed io sogno con lui, pur essendo sveglio. E la notte riesco a placare la rabbia contro me stesso, contro la mia codardia e contro mio padre solo grazie alla sua espressione.
Dio, proteggi il suo sonno. Veglia su di lui, sui suoi capelli corvini e sui suoi occhi blu. 

Entri nelle mie stanze e mi osservi mentre bevo vino per riprendermi. Da un po' di tempo la notte non mi è più permesso dormire. Divieto che mi sono imposto io stesso, per venire a vederti dormire.
Passerei delle notti insonni fino alla fine dei miei giorni, solo per quell'immagine. E pensare che solo un anno fa, ti avevo fatto sbattere in prigione solo per aver detto la verità.
È vero, sono un asino. Sì, lo ammetto. Sono un babbeo, testa di fagiolo, asino reale. 
Lo so.
Di tutti questi insulti, ne hai dimenticato uno, però : Codardo.  Sì, Merlino. Sono un codardo.
Perchè se avessi tutto il coraggio che professo di avere, adesso non ti starei guardando con il desiderio represso di toccarti.
A volte, mio dolce idiota, mi chiedo come ho fatto ad innamorarmi di te. Ma poi guardo il tuo viso, ascolto le tue parole e capisco che per me non c'è niente che valga di più.
L'onore, la gloria, l'investitura, l'infame e maledetta eredità al trono. Non valgono niente.
E, soprattutto, non valgono la tua perdita.
Ti guardo. E non c'è la faccio... Mi alzo ed esco dalle mie stanze. 
Mi infilo in una delle rientranze del corridoio e comincio a piangere sommessamente.
Perchè? Perchè mi chiamo Arthur Pendragon?  Perchè non posso amarti, dolce stella dagli occhi blu?
Cerco di riprendermi, se qualcuno dovesse passare e vedere il futuro reggente in lacrime, penserebbe che non sono bravo a gestire le mie lacrime, figuriamoci un regno! Oppure, forse, è solo quello che penso io o di cui ho una paura matta.
Penso a te, mentre attraverso il cortile, sento il tuo sguardo su di me. Lo percepisco.
Vorrei voltarmi e urlarti "Ti amo, idiota!"
Far girare tutti e mostrargli quanto potente sia il mio amore, portarti in braccio per le strade di Camelot dopo averti sposato. 
Petali di fiori per terra, nell'aria, su di noi... d
anzano nel cielo e ti accarezzano il viso.
Ti bacio la fronte e tutti applaudono. 
'Lunga vita al Re e al suo consorte!'
Li senti, amore mio? Ci stanno augurando di amarci fin quando il respiro non lascerà i nostri corpi. Avevo intenzione di farlo. Ho sempre l'intenzione di farlo.
La Camelot dei miei sogni è una Camelot che amo, perché l'attraversiamo mano nella mano, sposati e felici. E il popolo ci osserva.  Voglio che tutti vedano quanto ti amo.
Invece quella della realtà, al confronto, mi sembra così grigia, così spoglia.
Arrivo agli allenamenti e sbircio in direzione della mia finestra, non ci sei più. Cosa starai facendo? A cosa starai pensando? 
Ho di nuovo il bisogno disperato di vederti, come ogni notte. Ma devo allenare i miei cavalieri, sennò mio padre si insospettirà.
Ordino di formare delle coppie e di concentrarci sulla spada, per ora. Per me scelgo il cavaliere di stazza maggiore; se fossi stato qui, mi avresti dato dell'asino.
Ma io ho bisogno di sfogarmi e che c'è di male se lui è in grado? È grande e grosso e inoltre resiste a lungo. E io ho davvero bisogno di uno sfogo.
Dopo un pò di tempo mi stanco e informo tutti che l'allenamento per oggi è terminato.
"Per oggi può bastare" dico, il tintinnio delle coppie di spade che si infrangono l'una contro altra cessa sotto il tono del mio ordine.
"Come desiderate, mio signore" annuisco.
"Bene... a domani" li congedo e poi mi reco nelle mie stanze.
Stai ancora lucidando gli stivali?
"Non hai ancora finito?" chiedo guardando l'altro stivale, quello che devi ancora lucidare... "Sei così lento" scherzo. Ma il mio timbro in questo momento è così flebile che sembra una constatazione di poco conto. 
Non mi rispondi subito...
"Sono solo stanco, Artù" perchè dalla tua voce sembra che quelle quattro parole abbiano tutt'altro significato? Sembri preoccupato, stai sospirando piano. 
Per sbaglio il mio sguardo cade sulle tue gambe.
Dio, Merlino... Sai quante volte ho sognato quelle stesse gambe intorno alla mia vita, sul nostro letto, le nostre dita intrecciate e le fedi che tintinnavano?
Quante volte ho sognato di affogare nel tuo calore. Di sentirmi parte di qualcosa che voglio venerare fino alla morte.
E i tuoi occhi chiusi, i tuoi gemiti, i tuoi "Artù..." sulle labbra costantemente dischiuse per il bisogno di respiro, le tue gambe un abbraccio intorno alla mia vita che mi attira sempre di più... E ogni volta mi svegliavo con un indiscreto gonfiore e una mano come unico conforto.
Finchè non mi sono reso conto che sognarti non mi bastava più.
Ed è stata proprio una notte di circa un mese fa che sono venuto per la prima volta nella tua stanza. 
Eri bellissimo.
Dormivi e il tuo respiro era leggero. Mi ero avvicinato sentendo il tuo cuore battere regolarmente e il tuo respiro danzare insieme ad esso.
Quella è stata la notte in cui mi sono davvero innamorato di te.
Quella è stata la notte in cui ti ho sentito dire "Vi amo, Artù..." 
E il mio cuore è scoppiato.
E poi... quella voglia di toccarti, accarezzarti, vederti sorridere. Io...
"Non ce la faccio più" esordisco. Ed è vero. Anche se mi rendo conto solo dopo che volevo solo pensarlo, invece l'ho detto. 
Arrosisco e tu distogli lo sguardo conoscendomi a menadito. Sto quasi per mettermi piangere.
Sia maledetto se non ti amerò in questa vita!
Mi avvicino. Ti volti e i tuoi occhi baciano i miei.
"Cosa vi stufa, sire?" chiedi. E sei così rosso in viso che... sei delizioso.
"Merlino..." soffio sul tuo viso arrossato sulle guance.
"Artù..." sussurri, come una dolce preghiera.
Ti sdraio sul pavimento, e ti sovrasto con il mio corpo, finalmente sono sopra di te e i nostri corpi aderiscono.  Un momento così anelato che ho paura di alzarmi ed esultare per tutto il castello.
Facendomi chiamare pazzo.
"Sì!" Risponderei "Sono pazzo del MIO Merlino!"
Con la mano scendo ad accarezzarti un fianco... poi la coscia. Le tue cosce... ho sognato di immergermi in esse. Ho sognato di possederti.
Mi metto una tua gamba intorno alla vita.
Mi accarezzi una guancia.
Oh, Dio, Merlino...
"Non avete risposto alla mia domanda" sbotti scherzoso, ti sorrido.
Non ti rispondo.
Mi stufa il fatto che tu per ordine di qualcun'altro -mio padre!- non possa essere mio.
Mi stufa il divieto che il tuo corpo e le tue labbra rappresentano per me!
Mi stufa tutto quello che non è guardarti, toccarti,  baciarti, amarti!
"Sei bellissimo" sussurri. E la mia resistenza viene spazzata via.
"Se non fosse lo stesso per te, non starei quì a cercare di mangiarti con gli occhi" Ridiamo.
La tua risata è qualcosa di meravigliosamente tuo.
"È solo per il mio aspetto, quindi?" chiedi, con quel tuo sguardo luccicante.
"No. È perchè sei un'idiota. Il mio idiota"
Mio, Mio, Mio. Solo, soltanto, esclusivamente mio.
"Non desideravo altro che essere il tuo idiota" ti sorrido sulle labbra, tanto anelate da sembrare impossibilmente lontane.
Eppure ne percepisco il calore.
Sto andando in defibrillazione.
Ti sorrido sulle labbra e poi finalmente ti bacio. Le nostre labbra fanno conoscenza e le nostre lingue si stringono la mano.
Ti amo, ti amo, ti amo sempre di più.
Ho bisogno che tutti i miei sogni diventino realtà.
Perchè la mia realtà sei tu.
Tu sei la voce in tutto questo silenzio, in tutto il mio silenzio.
Ti sfioro la schiena, per rassicurarti, non faremo niente che tu non vuoi.
Però ti voglio.
Ti stringo più forte e poi ti adagio sul letto come se fossi un fiore raro.
Mi stai spogliando, mio piccolo fiore raro?
E stai arrossendo.
E mi stai sfiorando la pelle. Morirò...
Sento per sbaglio che ti faccio un certo effetto.
"Sei il mio idiota" scoppi a ridere sulla mia pelle. Dio, questa risata la chiuderei a chiave in un baule solo mio!
Ti mordo il collo. La tua pelle mi fa sentire vivo.
E tu sei parte della vita e la vita si forgia nel grembo stesso del tuo sorriso.
Ti sorrido e bacio il punto in cui ti ho morso prima.
Ti sfilo la tunica.
E tu, senza quell'indumento inutile sei... è una visione ultraterrena per delle iridi mortali come le mie.
"Sai che domani dovrò lavarla?" ti riferisci alla tunica che ho fatto cadere per terra.
"Ti aiuterò io a lavarla. Nella mia vasca. E poi andremo a far compagnia alla tunica nell'acqua, insieme, magari nudi"  Sono le mie stesse parole a provocare scenari inappropriati per un principe.
E il gonfiore diventa quasi insopportabile.
"Sei bellissimo" ti sussurro, ricambiando il complimento.
Mentre con le labbra amo la tua pelle.
"Se io sono bellissimo... voi, cosa siet-?" ti interrompo, chiudendoti la bocca con la mia. 
L'unica soluzione per farti stare zitto. Scendo con la bocca e venero il tuo corpo.
Sullo sterno, sulll'ombelico, sulll'addome, sul tuo ventre. Lascio un bacio su ciascun fianco.
Quante notti ho sognato di stringerci le dita attorno per attirarti maggiormente al mio calore.
'Artù Pendragon.' Mi sento chiamare e rivolgo il mio sguardo nel tuo. 
Ti voglio, ti voglio da star male.
Sorridi, afferro le tue bellissime gambe divaricandole.
"Ti voglio, adesso. Subitomormori spazientito. Anche io ti voglio, adesso. Subito...
"Voglio fare l'amore con te".
E mi ritrovai dentro il tuo corpo sentendo profumo di destino e mi sorpresi nel vedere le tue espressioni, stravolto dal piacere. 
E le tue unghie a segnarmi la pelle. E stai ansimando, gemendo, sospirando, sorridendo. Marchiandomi a fuoco. E sottopelle ne sento l'eco, rabbrividisco dentro di te. E le nostre bocche si scontrano. Si prendono, fanno l'amore anche loro.
E tu, solo tu, profumi di destino...

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Prima sparire sprofondando nel pavimento .. voglio fare un premessa .. l'ho scritta alle tre di notte :)
Quindi il cervello era fuso :)
La dedico a Chibisaru81 e Grinpow :)
Bacio.

-A. 

 
  
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