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Autore: Claire Coen    28/07/2012    1 recensioni
Claire Coen è una ragazza semplice. Ha quindici anni appena compiuti e vive a Bradford, con il padre. Ma improvvisamente l'equilibrio della sua vita pacata e monotona viene spezzato e il destino decide per lei una vita movimentata e piena di difficoltà. Ma sopratutto decide di renderla diversa da chi si aspettava che fosse, tutto questo quando Zayn Malik, un componente di una boyband appena lanciata nel mondo musicale,entra a far parte della sua vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La scuola non passo’ in fretta come mi auguravo. Infatti piu’ cercavo di concentrarmi sulla lezione, piu’ la mia mente vagava indisturbata. E le varie frecciatine che i prof mi mandavano, invece di alterarmi mi scivolavano addosso. Alla lezione di chimica, stavo così sovrappensiero che invece di sezionare la rana come indicato, gli torturavo le varie parti del corpo, rendendolo un cumulo di carne spappolata. Il prof mi porto’ fuori dalla classe, furioso.
Martedì finalmente arrivo’ e poco prima di ricevere i due Price, aiutai mio padre a preparare la carne di coniglio che tanto gli piace e apparecchiai la tavola. Ero un po’ nervosa, diciamo il giusto. Avevo un vestito leggero e estivo, mi imbarazzava molto. Suonarono il campanello e in mezzo secondo mi passo’ veloce l’idea di andarmi a cambiare, poi respirai e mi tranquillizzai. Aveva sempre quel solito sorriso stampato in faccia, ancora piu’ largo quando mi vedeva impacciata vicino alla tavola.
“Ma come ti sei fatto grande Blaze”- enfatizzo’ mio padre staccandosi dall’abbraccio amichevole di Jonathan.
Lui distogliendo lo sguardo dal mio si giro’ verso mio padre e rispose con un sorrisetto furbo, da bambino. Poi si avvicino’ verso di me, porgendomi una bustina di cartone d’orata con un fiocchetto bianco attaccato sopra.
“Non dovevi”- dissi allontanando con una mano il pacchetto.
“Dai non fare complimenti”- contraccambio’ mettendo la bustina nelle mie mani.
“Ma io non ti ho fatto niente!”- risposi disperata.
“Non importa. Aprilo, forza!”- mi incito’ con le mani.
Aprii la bustina e tirai fuori un ciondolo, era un delfino di vetro blu e bianco.
“ti sei ricordato del mio animale preferito”- dissi sorpresa- “grazie Blaze”- conclusi abbracciandolo.
Ci sedemmo a tavola, mio padre si mise davanti a Jonathan e parlarono così tanto che tra una parola e l’altra l’acqua e il vino finivano che una meraviglia! Loro parlavano, io e Blaze ci guardavamo. Sempre con il solito innocuo imbarazzo. Una forchettata di carne, un’occhiatina. Un sorso d’acqua, un’altra occhiatina. Così ripetuto centinaia di volte, finchè non si decise a fare quello che tanto aspettavamo di fare entrambi.
“Io e Claire andiamo a fare due passi… per digerire. Il coniglio era favoloso!”- fece per alzarsi e io uguale andandogli dietro a ruota.
 

Guardavo il cielo stellato con la testa piegata indietro. Non mi accorsi neanche che la mia mano era intrecciata con quella di Blaze. Camminavamo nel parco e la luce soffusa dei lampioni illuminava solo i ciottoli bianchi sotto i nostri piedi. Il rumore dello scricchiolare dei sassi sotto le suole delle scarpe riempiva ogni spazio vuoto di silenzio, tra una parola e un’altra del nostro discorso.
“Hai già deciso cosa farai dopo gli studi”- riprese Blaze.
Lasciai passare un po’ prima di rispondere- “Non ho deciso ancora niente”- risposi pensierosa, fissando i ciottoli bianchi rotolare vorticosamente davanti a noi.
Silenzio.
“Ti piace qualcuno di scuola nostra?”- si fece tradire il tono della voce che si abbassava piano piano.
Mi scappo’ un sorriso.
“Non penso mi interessino quei tipi di ragazzi. I miei gusti sono, come dire, piu’ specifici. Non so se mi spiego”- risposi con il sorriso sulle labbra.
Si fermo’, costringendomi a girarmi verso di lui. Mi tiro’ verso di sé. Tutto era scomposto in tante, ma veloci sequenze.
“Quindi… anche io non sono di tuo piacimento”- mi sussurro’ sul viso.
Con lui era diverso, prendevo tutto a mio favore, perfino le situazioni piu’ imbarazzanti. Come questa.
“Riflettici. Se non saresti stato di mio piacimento, non ti avrei degnato nemmeno di una parola”- risposi compiaciuta.
“Allora…”- sospiro’ mentre si avvicinava sempre di piu’.
“non farmi questo…”- sussurrai piu’ forte di me.
Si fermo’ di colpo. Sorpreso.
 Aveva la tipica faccia da cucciolo sperduto e disorientato. E io, come al solito, dovevo fare la parte della strega cattiva.
Prima che io potessi dire una parola, si rianimo’ di quel suo sorriso, anche se malinconico. Sospirai.
“Capisco”- riprese affranto.
“Blaze…”- “voglio dirti solo una cosa”- presi aria e buttai fuori-“…voglio solo dirti che mi piaci come persona, come amico, come mi tratti, mi piace quando cerchi di aiutarmi in tutti i modi e mi piace quando sopporti i miei comportamenti stupidi e immaturi. Mi piaci, ecco. Non ti diro’ la solita scusa buttata lì, perché siamo così amici che se succedesse qualcos’altro avrei paura di perdere la tua amicizia, no. È solo che, la mia adorazione per te si ferma in un punto, dove ha già preso posto qualcun altro e ti giuro che non vorrei fosse così. Davvero”.
Ero felice. Felice di aver saputo gestire la situazione nel modo in cui speravo. Ancora piu’ felice, quando il suo sorriso, non scomparve dal suo viso e resto’ lì, fermo. Finchè non mi incito’ ad andare a casa con il suo braccio intorno al collo e le labbra poggiate sulla testa.
  
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