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Autore: Lucy_lionheart    29/07/2012    1 recensioni
" Lituania, nostra patria
terra di eroi,
fai che i tuoi figli prendano forza
dal passato. "

One-shot basata sull'inno nazionale lituano e ovviamente totalmente incentrata su Toris. Tratta temi storici!
Genere: Song-fic, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lituania, Terra di Eroi.▬▬
















Lietuva, Tėvyne mūsų,
Tu didvyrių žeme,
Iš praeities Tavo sūnūs
Te stiprybę semia.

 
                                            "Lituania, nostra patria
                                            terra di eroi
                                            fai che i tuoi figli prendano forza
                                            dal passato "
 
 
 
Quante le cicatrici che porti sulla schiena? Ogni giorno te lo chiedi, Toris.
Le conosci tutte, senza sfiorarle con i polpastrelli già sai il percorso che ognuna di loro ha intrapreso. Le ricordi tutte: ricordi come, ricordi quando, ricordi le urla del tuo popolo che, ad ogni squarcio su te, squarciavano anche il cielo.
Ricordi il rumore dei tuoi denti che stringevano.
Me nessuna di quelle cicatrici ti aveva mai impedito di tornare a premere i polpastrelli sulla la tua lucente spada.
Nessuna di loro ti aveva mai detto di non lottare, ogni volta, contro ogni oppressore, con sempre più coraggio. Erano solo segni del passato, non stracci sulla la quale piangere senza sapere che cosa fare.
Avevi paura, certo, ma questa veniva schiacciata da una molto più grande, opposta in perfezione: quella di rimanere fermo, di non riuscirei a muoverti, ad agire. Di non avere abbastanza forza.
Tale terrore era stato annientato la prima volta che ti eri ritrovato in campo di battaglia: all'antica vista della schiera di nemici avevi capito che se non avresti fatto nulla a rimetterci non saresti stato solo tu. Era stato quel pensiero a scatenare in te una fiamma, quando eri solo un bambino, ad illuminarti gli occhi e farti muovere in automatico verso il nemico.
Avresti lottato per il tuo popolo, perchè continuasse ad essere libero e vivere felicemente.
Ad ogni costo.
 
 





Tegul Tavo vaikai eina
Vien takais dorybės,
Tegul dirba Tavo naudai
Ir žmonių gėrybei
.❞
 
 
                                                      "Fa che i tuoi figli camminino
                                                       solamente lungo la via della prosperità
                                                       lascia che lavorino per il tuo bene
                                                       e per quello del popolo. "
 
 
 
 
Adesso si ricominciava.
Adesso si nascondevano le ferite sotto una camicia, si mettevano da parte le armi e si posava lo sguardo sulle tue amate terre.
Le spighe di grano ancora erano macchiate dal sangue, ma nonostante questo ci avrebbe potuto ricavare comunque del pane.
Il giorno in cui lo pensasti, passando da uno dei tanti campi d'orati che ogni tanto di fermavi ad osservare, notasti una cascina: era un'abitazione piccola, in rovina, forse solo i topi ne avevano fatto la loro casa.
Ma quando ormai ti eri convinto di questo, un urlo ti fece completamente cambiare idea. Scattando, comandato dalla tua solita preoccupazione, ti affacciasti al grande foro che stava tra i mattoni del muro ( che fosse una "porta"?), scrutando con pudico timore e il cuore a mille dentro la casa: abbandonata a se stessa, su dei sacchi di grano, una donna urlava di dolore, la fronte maldida di sudore, tenendosi la pancia fin troppo grande e divaricando le gambe.
Non ti ci volle molto per capire cosa stava succedendo. E nemmeno per soccorrerla, senza minimamente sapere come affrontare una situazione simile, con il viso in fiamme per la vergogna, ma troppa preoccupazione per pensarci.
 
Dopo un tempo che ti sembò interminabile, le urla di dolore di quella che, a guardarla meglio, era poco più di una ragazza, vennero sostituite da altre, stridule e dolci.
Le urla di chi per la prima volta assaporava l'aria della Lituania.
La particolarità di quella situazione ti fece riflettere su una cosa: invece di un morente, per la prima volta  avevi visto un vivo coperto di sangue.
 
 
" Come ti chiami, ragazzo? "
" Toris... signora. Io mi chiamo Toris. "
" E'' un bel nome. Posso chiamare così anche il mio bambino, Toris? Mi dai il permesso? "

 
 
Senza rendertene conto, con un enorme sorriso sulle labbra, scoppiasti a piangere, singhiozzando forte come quella creatura.
 
 


 
Tegul saulė Lietuvoj
Tamsumas prašalina,
Ir šviesa, ir tiesa
Mūs žingsnius telydi.

 
 
                                          "Lascia che il sole annienti
                                          le ombre della Lituania
                                          e fa che luce e verità
                                          accompagnino ogni nostro passo"
 
 
 
 
Le truppe russe se n'erano andate, ormai, lasciando dietro loro qualcosa di più del rumore di mille scarponi che ritimicamente e precisamente battevano sulla pietra delle strade.
La tua città ancora portava i segni di quella esasperante resistenza, su ogni palazzo vi era come una ferita, lunga e ben visibile. Ma questo non avrebbe impedito a nessuno di viverci e crearvi una famiglia.
Era in uno di quelli che abitava la signora, la ragazza, che ti eri ritrovato ad aiutar partorire e il suo bambino, tuo singhiozzato omonimo.
Ci pensavi a lui, spesso anche. Non volevi che si vedesse crescere in un paese popolato dall'oscuro ricordo delle torture subite, della paura e della repressione.
Quel Toris sarebbe diventato uomo nella felicità della nuova vita di Vilnius, avrebbe potuto giocare sotto  Porta dell'Aurora senza il timore dei soldati russi, incontrare nuovi bambini, fare amicizia, innamorarsi.
Tutto questo con la pace nel cuore, un  sorriso sincero sulle labbra e gli occhi curiosamente puntati verso il futuro.
Era pensando a ciò  che capisti; come quel Toris, anche tu dovevi fare allo stesso modo.
L'unica ombra dietro di te sarebbe stata quella che il più radioso dei soli avrebbe riflesso.
 
 
 
Questo sei tu, questa è la Lituania:
 
Il peso di mille ferite sulla schiena, la forza di portarle come una medaglia al valore;
 
La pelle che fuori trema, quella che dentro freme;
 
Una mano guantata che stringe una spada, una mano gentile che ti accarezza il viso;
 
La volontà di smettere di guardare il passato, l'ottimismo nell'alzare la testa verso il  cielo plumbeo, verso il futuro.
 
Catene che si spezzano, passi con milioni d'impronte,
odore di sangue, lacrime, polvere da sparo, puzza di morte, profumo di coraggio.
 
Libertà.
Libertà di sorridere, Libertà di vivere, Libertà di amare... e di essere amato.
 
La tua Libertà.
 
 
 








 
Tegul meilė Lietuvos
Dega mūsų širdyse,
Vardan tos Lietuvos
Vienybė težydi!

 
                                       "Possa l’amore per la Lituania
                                       ardere nei nostri cuori
                                       e, per il bene della Lituania
                                       fa che prosperi l'unità!"






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Questa è la primissima cosa che ho scritto su Toris, più di un anno fa.
 Penso sia quella in cui più si vede quanto sia affezionata ad un personaggio che, seppur secondario, è stato, è e resterà il mio schifosamente preferito. 
Mi ha portato a scoprire le tradizioni e la storia di un paese poco considerato, ad amarlo e a desiderare di poterlo vedere con i miei occhi.
Spero di ricevere commenti e quant'altro....!


Un bacio,


_Valkyrie.
   
 
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